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Una voce dal FSI PDF Stampa E-mail

2 Maggio 2020

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Da Appelloalpopolo del 30-4-2020 (N.d.d.)

 

Sei di destra o di sinistra? Periodicamente mi viene posta questa domanda, di fronte alla non facile ascrivibilità del piccolo partito di cui faccio parte alle due etichette politiche per eccellenza. Per provare a rispondere, bisogna innanzitutto chiarire che si intende con destra e sinistra. Questa classificazione nasce ai tempi della Rivoluzione Francese, quando alla sinistra di chi presiedeva l’Assemblea si sedevano quelli più inclini al cambiamento e a destra quelli più restii. Quindi conservatori a destra e progressisti a sinistra. Ovviamente i contenuti sono cambiati nel corso dei secoli. Nell’Ottocento chi voleva il cambiamento voleva un’economia più libera dal controllo dei Re e dei nobili che possedevano la terra, quindi la sinistra era liberale e solo parzialmente democratica, visto che voleva dare il diritto di voto solo a chi pagava un certo livello di tasse, possedendo quindi un’attività che lo portava ad identificare i suoi interessi nel liberismo economico, mentre la destra difendeva la società tradizionale coi duchi, i marchesi e le principessine. Nel Novecento le cose cambiano perché i nuovi ricchi, banchieri e industriali, hanno praticamente tolto il potere ai Re e ai nobili, mentre si affacciano a reclamare i loro diritti, sia di votare che di vivere meglio, le classi lavoratrici fino ad allora subalterne. A questo punto quindi chi vuole il cambiamento non è più liberale, ma socialista: non vuole più che lo Stato “lasci fare” in economia, ma che intervenga e non per garantire la conservazione del potere dei più ricchi, ma per garantire uguaglianza sostanziale. Quindi adesso è la destra ad essere liberale, per conservare il potere di chi lo ha preso nel secolo precedente: quella che era sinistra diventa destra. Le cose cambiano ancora negli ultimi 40 anni, dopo un secolo in cui praticamente il Mondo si è spostato a sinistra, con l’estensione del diritto di voto a tutti nei Paesi democratici, l’esplosione del ruolo dello Stato nell’economia e una generale emancipazione delle classi un tempo subalterne, che accedono sia a standard di vita migliori sia alle pari opportunità di studio, professionali ecc.

 

Negli ultimi 40 anni si torna indietro: si rivà verso il liberismo, con la ritirata dello Stato a vantaggio dei privati e una ripresa delle disuguaglianze. Lo si fa con una novità rispetto al passato: la rimozione delle frontiere, che mette in concorrenza gli Stati nell’attirare chi investa, facendo a gara a chi è più liberista, cioè a chi disturba meno il “conducente” (cioè il capitalista), e al tempo stesso spinge i lavoratori a spostarsi da un Paese a un altro alla ricerca delle condizioni migliori per sé ma andando a indebolire le posizioni dei lavoratori che già vivono nel Paese di destinazione. Ma chi le porta avanti queste politiche? Tutti, sia la destra che la sinistra, quindi sono due sinistre se si prende come riferimento che sono entrambe per cambiare le cose, o al contrario due destre se si prende come riferimento che sono per riportare le cose a come erano prima, fatto sta che sono la stessa cosa. Ecco, noi come Fronte Sovranista Italiano dissentiamo da questo ritorno all’indietro, considerando sempre validi i principi espressi dalla Costituzione italiana anziché quelli dei Trattati europei (liberisti). Quindi potreste etichettarci come “destra”, perché siamo per conservare quello che era il progetto nato dopo la guerra dai partiti democratici che hanno scritto la Costituzione, o come “sinistra”, perché siamo per cambiare rispetto alla direzione degli ultimi 40 anni. Sicuramente siamo socialisti.

 

Ci sono poi altre distinzioni su cui si usa in genere far correre il confine fra destra e sinistra. Una è quella secondo la quale la destra rappresenterebbe i lavoratori autonomi e la sinistra i dipendenti. Noi non possiamo accettare di rappresentare gli uni piuttosto che gli altri, visto che i loro interessi coincidono: un autonomo ha interesse che un dipendente abbia soldi in tasca da spendere, un dipendente ha interesse che un autonomo non chiuda la sua attività. Gli interessi di entrambi, dipendenti e autonomi dal reddito mediobasso (e anche dei piccoli risparmiatori), sono contrapposti a quelli di chi maneggia i grandi capitali o percepisce megastipendi. Un’altra (che hanno sempre in bocca Berlusconi, Salvini e compagnia) sarebbe che “la sinistra è statalista”, cosa che come abbiamo visto un tempo era vera. In questa accezione noi siamo “sinistra”, in quanto vogliamo un ruolo forte dello Stato nell’economia, che investa in settori strategici (abbiamo visto di recente con la pandemia l’importanza di avere una Sanità attrezzata e anche un’industria medico-farmaceutica nazionale) o dove la libera concorrenza non sia possibile (abbiamo visto col tragico crollo del ponte di Genova cosa possa succedere a lasciare la gestione a chi deve distribuir utili agli azionisti) e possa attuare politiche di sostegno all’economia quando serve, come adesso, senza chiedere il permesso ai mercati. Un’ulteriore differenza sarebbe nell’essere la sinistra globalista e la destra a favore dei confini. In questo caso noi saremmo “destra” perché riteniamo che i confini non siano residui del passato utili solo a far scoppiar guerre, ma strumenti per regolare e disciplinare i flussi di persone, merci e capitali in un’ottica di interesse generale e collettivo, anziché di parte. Tuttavia va sottolineato come i Paesi socialisti in realtà siano stati sempre i primi a controllare le loro frontiere sia in entrata che in uscita, in quanto se vuoi creare un’area dove le leggi del mercato siano soggette a delle regole, quest’area dev’essere necessariamente delimitata (come un campo di gioco), mentre sono i grandi capitali, che spostano sedi fiscali e stabilimenti produttivi alla ricerca delle migliori condizioni, a reclamarne la rimozione.

 

Andrea Alquati

 

 
Scientismo e gnosi PDF Stampa E-mail

1 Maggio 2020 

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Da Rassegna di Arianna del 29-4-2020 (N.d.d.)

 

Nella cultura moderna si aggira, come uno spettro instancabile, l’espressione di un sogno antichissimo dell’uomo, quello di assumere il controllo della situazione, di impadronirsi dei segreti del mondo e dell’esistenza e di farsi Dio di sé stesso. Questo è lo spettro dello gnosticismo, una dottrina secondo cui l’essere umano, attraverso un particolare tipo di conoscenza, è in grado di porsi al di sopra della natura e di dominarla con l’ausilio della scienza e della tecnologia. Basti guardare alla cultura scientista che pervade la nostra società. Tale cultura assolutizza il valore della conoscenza scientifica e svaluta tutte le altre forme del conoscere lasciando l’essere umano in balia del potere della tecnologia. La scienza è diventata la nuova fede e ha rimpiazzato ogni altro tipo di sapere che al suo confronto appare non scientificamente verificabile e dunque incerto, inutile e vano. Tutto ciò nonostante il sapere scientifico abbia, per sua natura, un carattere relativista e una base instabile e precaria, che lo portano ad essere soggetto a periodiche revisioni e cambiamenti di paradigma. Come ogni tipo di sapere infatti, il sapere scientifico è variabile. Si sviluppa e si cristallizza all’interno di un quadro di riferimento o di un paradigma concettuale che offre una visione globale del mondo in cui si opera e si indaga, che permette di inscrivere le conoscenze acquisite tramite l’esperienza o l’apprendimento e che influenza non solo il modo in cui le domande vengono formulate ma anche come devono essere interpretati i risultati delle indagini, come devono essere condotti gli esperimenti e come devono essere elaborate le possibili risposte al problema. In altre parole, il paradigma scientifico costituisce e delimita il campo, la logica e la prassi della ricerca stessa.

 

Una delle conseguenze della scientizzazione del sapere moderno è il ritorno alla gnosi, una forma di conoscenza che ha origini antichissime ma che è tutt’altro che sepolta e che è caratterizzata da una sorta di improvvisa e divina illuminazione che permette di cogliere la realtà profonda dell’essere per poi dominarla. Lo gnostico, come lo scienziato, ritiene di essere in possesso di un sapere di tipo esclusivo ed elitario. Tuttavia, a differenza dello scienziato, non pensa solo di poter governare il mondo ma anche di poterlo salvare. Lo gnostico ritiene infatti di poter prendere il posto di Dio, di estirpare il male del mondo e di renderlo un paradiso terrestre. Ma la fede nella conoscenza scientifica e nel progresso rappresentano davvero l’unico mezzo di salvezza? L’uomo può davvero sostituirsi a Dio e alla natura attraverso il controllo totale sulla natura stessa e il superamento della propria materialità? E, con quali conseguenze? Lo scientismo è intrinsecamente incapace d cogliere la dimensione spirituale dell’uomo e di rispondere alle domande esistenziali sul senso dell’esistenza che attanagliano l’essere umano dalla notte dei tempi. Questa dottrina priva l’uomo delle sue certezze come la fede e le istituzioni di riferimento, abbandonandolo a un disagio esistenziale totalmente privo di ogni significato in un mondo dove tutto è artificiale. Lo scientismo neanche pone le domande fondamentali sul senso dell’esistenza dato che, per definizione, si occupa di ciò che è finito e materiale. Lo gnosticismo moderno viene a colmare il vuoto lasciato dallo scientismo che ha sbarrato la porta a ogni metafisica.

 

Il danno che scientismo e gnosticismo arrecano alla cultura e alla spiritualità è duplice: da un lato, sbarrano la strada alla vera metafisica, censurando, disprezzando e rifiutando l’autentica ricerca di senso, fatta con gli strumenti concettuali adatti; dall’altro, sostituiscono ad essa una pseudo metafisica, elaborata da menti antimetafisiche e negate alla metafisica, capaci di ragionare solo sul come delle cose e giammai sul loro ultimo perché. Quanti medici si chiedono non come si debba combattere una certa patologia, ma perché essa sia insorta proprio in quell’organismo e in quel momento? Pochissimi; quasi nessuno. Sono riduzionisti e materialisti per formazione, mentalità, abito e consuetudine. Figuriamoci se sono adatti a porsi la domanda delle domande, che è la domanda di senso. Se lo fanno, e qualche volta lo fanno, le risposte che formulano sono addirittura imbarazzanti per la loro miseria e ristrettezza. Il nostro mondo assomiglia a quello immaginato dal britannico Huxley. Egli immaginava infatti un mondo impeccabile da un punto di vista utilitaristico, ma sterile, freddo ed insopportabilmente inautentico e innaturale il cui leitmotiv  è il disprezzo per tutto ciò che è naturale, per ciò che è immune dalla manipolazione e dal dominio umano. L’abbandono fiducioso nella volontà divina è stato rimpiazzato dall’esperienza umana e dalle manifestazioni aberranti del nuovo dio umano: manipolazione genetica, bioingegneria, clonazione, crollo del senso etico, corruzione, etc. Come ben spiegato da Carpenter “L’etica è stata ricondotta a questioni di utilitarismo ed ereditarietà dell’esperienza. L’economia è stata spogliata di tutti i nessi riconducibili al sentimento di giustizia fra uomo e uomo, alla compassione, all’altruismo e all’istinto di solidarietà, ed è stata fondata sul suo fattore di livello più basso: l’egoismo. Alla biologia è stato tolto ogni concetto correlabile con il principio di vitalità nelle piante, negli animali e negli uomini; il ‘sé’ in questo caso è stato messo da parte ed è stato fatto uno sforzo per ridurre questa disciplina scientifica a questioni di affinità chimiche e cellulari, protoplasmi e leggi dell’osmosi. A loro volta, le affinità chimiche e tutti i meravigliosi fenomeni della fisica sono stati ridotti a interazioni fra atomi in movimento; e il movimento degli atomi (così come il volo dei corpi celesti) è stato ridotto alle leggi della dinamica”.

 

Il nuovo mondo, un mondo che doveva essere perfetto, non offre altro che disperazione, controllo e soggezione

 

Beatrice Mantovani

 

 
Il messaggio di Covid PDF Stampa E-mail

30 Aprile 2020

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Da Rassegna di Arianna del 20-4-2020 (N.d.d.)

 

E se l’epidemia Coronavirus, come tutte le negatività, celasse dentro di sé un messaggio?  Una “voce amica” da ascoltare, che ci invitasse a riflettere sullo stato attuale della scienza e più in generale su tutto il paradigma positivista? E innanzitutto sul piglio decisamente dogmatico, scientista, “intoccabile” che han preso le scienze, e proprio oggi che tutto è sottoposto al fuoco della dissacrazione?

 

Si scherza e ci si prende la libertà di distruggere tutto, simboli e antiche conoscenze cultuali, tradizionali, e persino la figura di Gesù Cristo e la religione cristiana, sottoposte ad una sempre più ossessiva e pure noiosa dissacrazione.  Ma la scienza no! Su di essa non si scherza, mai! La scienza è scienza! “Lo dice la scienza!” Un ipse dixit in salsa moderna, un “parola del Signore”, “sua maestà la scienza!” Un dogma al quale fideisticamente credere, difeso a spada tratta da ideologi e farisei della prima serata televisiva, che impugnano tale o presunto tale cavillo scientifico, così come si impugnava la corretta lettura della legge poco prima del Golgota. Certo, qui non si vuole fare un’accusa a tutto quanto di buono sia stato prodotto dalla conoscenza, in tutti i suoi ambiti e di conseguenza anche in quello chimico, biologico, medico ecc. Non si vuole “buttare il bambino con tutta l’acqua sporca”, non si vuole assolutizzare un sapere a discapito di un altro. Si vuole iniziare a riflettere, a porre dei dubbi. Il primo: se tutto l’impianto fosse sbagliato? Se si indicasse proprio col metodo scientifico la necessità di un “cambio di paradigma”, come affermava Thomas Kuhn? E se la realtà come la vediamo, a un certo punto produce dei mostri “evidenti” per cui molti presupposti vanno rivisti e ristrutturati, perché rimanere arroccati sempre su di essi? Può davvero la scienza viaggiare su un binario separato dal resto della conoscenza, e da tutta la realtà e l’attività umana, al punto da esser lo scienziato una specie di deus ex machina che indica le scelte pure in ambito epistemologico, politico o addirittura filosofico e metafisico? E soprattutto, siamo sicuri che quella che noi intendiamo per scienza sia veramente “scienza”?

 

Tra l’altro ad alcune di queste domande già sono state date esaurienti risposte nella storia e in ambito scientifico stesso. Senza andare troppo indietro, il filosofo Edmund Husserl si pose il problema dei limiti del positivismo e, con la sua “fenomenologia” e la sua capacità di aprirsi alle essenze vere della realtà, costruì un sapere ancor più scientifico di quello che ancora oggi viene ritenuto tale. Su tutte, il mondo esterno esiste davvero per come lo conosciamo o solo in relazione alla nostra coscienza? Ma già le grandi tradizioni metafisiche da est e ovest, dall’antichità ai tempi odierni, ci indicano che l’uomo è un’altra cosa, non un semplice ammasso di organi, e che la realtà non è una semplice relazione di atomi tra loro intercambiabili. È l’uomo un qualcosa di tutt’altro tipo, un composto di spirito e corpo. È la realtà governata da tutt’altri principi, da “essenze invisibili”, le quali determinano il mondo della manifestazione visibile. Tutti saperi ai quali oggi anche la scienza giunge (es. con la fisica quantistica o certe tendenze neuroscientifiche). Conoscenze talvolta davvero “evidenti”, se solo si smettesse di procedere coi paraocchi e se si guardasse alla realtà per quella che è, e non solo per quanto ci appare per via di sedimentazioni filosofico-ideologiche che abbiamo interiorizzato e dato per certe senza mai rifletterci troppo. Se non lo abbiamo fatto è venuto il momento di farlo, l’“occasione fa l’uomo ladro”, e questa occasione è la “grande epidemia” che ha scoperto le carte, sempre per chi ha deciso di “vedere”, ma forse anche per gli altri. Le ha scoperte riguardo un sistema sanitario in ginocchio, per via di paradigmi economico-politici che a ben guardare hanno la stessa radice di quello scientifico. C’è la stessa intenzione di calcolo freddo, “contronaturale”, “antiumano”, nelle menti che hanno partorito l’austerity, o in quelle che concepiscono l’individuo come un ammasso di materia da manipolare per questa o quella cura, questo o quel progresso, e senza tener conto dell’insieme della persona in tutti i suoi livelli. E ancora, e se fosse il virus un messaggio per cambiare rotta? Se l’unità di spirito e materia, di leggi del cielo (nel senso di “celare” dal latino celare) e leggi della terra, ci stesse dicendo che quest’ultima sta soffrendo per le “forzature” della specie umana? O se, meglio ancora, ci stesse dicendo che l’uomo e la sua sfera interiore, quella “celata”, hanno bisogno di riordinarsi, di riequilibrarsi, e da qui di rivedere tutto, a cominciare proprio dal suo modo di conoscere e di intendere la vita? Questi i dubbi, questi i primi elementi da porre nel vecchio paradigma, per porre un cambio, una rivoluzione, quella che Kuhn appunto chiamava una “rivoluzione scientifica”.

 

Roberto Siconolfi

 

 
Solo complottismo? PDF Stampa E-mail

29 Aprile 2020

 

Da Comedonchisciotte del 27-4-2020 (N.d.d.)

 

Un’intervista approfondita a 360 gradi dove viene analizzato ogni aspetto fondamentale del fenomeno coronavirus e dove vengono rivelati i suoi veri inquietanti obbiettivi. È quella che il colonnello Vladimir Vasilievich Kvachkov, già membro del Direttorato principale per l’informazione, l’apparato dei servizi segreti di intelligente militari russi, e delle Spetsnaz, le forze speciali russe, ha rilasciato al canale Studiya Rubezh. Kvachkov è stato già onorato dell’Ordine della Stella Rossa ai tempi dell’ex Unione Sovietica e dopo il crollo del Muro di Berlino con la nascita della Federazione russa è stato insignito di altre prestigiose onorificenze militari, quale l’ordine del coraggio. La disamina del militare esperto di intelligence è semplicemente disarmante. Il coronavirus non avrebbe in alcun modo le caratteristiche di una vera pandemia globale né quella di una epidemia mortale, ma sarebbe in realtà una operazione su scala mondiale scatenata dalle élite globaliste per arrivare al raggiungimento finale dei loro obbiettivi. Il colonnello non gira intorno alla questione e spiega subito la vera natura del coronavirus. “Il fenomeno coronavirus che viene falsamente definito una pandemia ha bisogno di essere esaminato dalla prospettiva delle potenze globali. È un fenomeno religioso, politico, finanziario, economico e nazionale. Permettetemi di dire che non c’è nessuna pandemia, è una menzogna, va considerata come una operazione strategica globale. È esattamente questo il modo in cui va pensata questa operazione. Questi sono ordini ed esercitazioni delle forze mondiali che sono dietro le quinte per controllare l’umanità.” L’umanità quindi non sarebbe in alcun modo di fronte ad un fenomeno di natura sanitario, ma piuttosto ad una vera e propria operazione terroristica per ridisegnare completamente la nuova mappa geopolitica del mondo. Il pianeta sostanzialmente, nel decennio che è appena iniziato, andrà incontro ad una radicale trasformazione e il coronavirus sarà il mezzo attraverso il quale le grandi élite globali che governano il mondo da dietro le quinte, per utilizzare una definizione ricorrente di Kvachkov, riusciranno a perseguire i loro obbiettivi.

 

Il primo importante fine delle grandi élite è quello della riduzione della popolazione mondiale. “E’ questo l’obbiettivo del coronavirus. Lo ripeterò ancora una volta, abbiamo poca fede in Dio e ancora meno nell’esistenza di Satana, il nemico della razza umana. L’obbiettivo delle forze sioniste e finanziarie mondiali dietro le quinte è la riduzione della popolazione mondiale. È la loro idea fissa, pensano che ci siano troppe persone nel mondo”. Come si vede, l’esperto di intelligence russo introduce anche un elemento di carattere escatologico nella sua analisi. La matrice ideologica che sosterrebbe le grandi élite internazionali sarebbe strettamente legata alla religione satanica, in antitesi ed acerrima nemica del cristianesimo. Il misterioso virus di Wuhan sarebbe il mezzo ideale per creare una sorta di società a due livelli, nella quale la classe media sostanzialmente uscirebbe di scena. Nel mondo post-covid, la piramide del potere infatti sarebbe composta da una élite che dispone di illimitati mezzi economici e finanziari, sotto la quale si trova una moltitudine di persone povere che farebbero fatica a ricevere i basilari mezzi per il sostentamento quotidiano. La globalizzazione quindi accelererebbe verso la sua ultima fase terminale per ampliare ancora di più le differenze socio-economiche a favore del vertice della piramide, ma non prima di aver ridotto consistentemente il numero di persone presenti sul pianeta, passaggio fondamentale per erigere il nuovo ordine globalista. “Dovrebbero esserci 100 milioni appartenenti alle élite, e un miliardo massimo di persone sulla Terra per servirli. Allora vivranno in abbondanza sulla Terra. Perché noi, il popolo, siamo troppi per le potenze mondiali dietro le quinte. Ecco perché il coronavirus e la crisi finanziaria emersa quasi immediatamente sono legate le une alle altre.” Il depopolamento non sarebbe infatti dovuto alla portata letale del coronavirus. Se si guarda infatti al conteggio ufficiale dei morti da coronavirus, anche considerando tutte le persone morte con altre gravi patologie, la percentuale in rapporto alla popolazione mondiale è solamente pari allo 0,0002%. Il vero fattore che porterebbe ad un abbattimento del numero di persone nel mondo verrebbe invece dagli effetti devastanti sull’economia globale che la quarantena forzata sta provocando. Nel solo caso dell’Italia, si pensi che la perdita di PIL sarebbe pari a -15% solamente nel primo semestre. Si tratta di una recessione senza precedenti nella storia del Paese. In questa nuova società quindi il welfare economico dell’Occidente sparirebbe definitivamente e si andrebbe incontro ad un processo di grecizzazione economica generalizzata. Kvachkov si sofferma anche a considerare la nuova condizione dell’ordine globalista. I cittadini non sarebbero più tali, non avrebbero in altre parole quei diritti politici che sono stati abituati a considerare imprescindibili nel corso della loro esistenza. Le masse sarebbero rimesse ai diktat e alle angherie delle grandi élite internazionali, ed è esattamente quanto si vede accadere in Italia in questo momento. Si assiste infatti alla fine dello Stato di diritto per come lo si conosceva e al tramonto dei diritti costituzionali fondamentali, sostituiti da ordini amministrativi in aperta violazione della carta costituzionale.

 

L’ex membro delle Spetsnaz ricorda che questo non è stato il primo tentativo per arrivare a questo obbiettivo e cita a questo proposito l’11 settembre. “Il primo tentativo di portare via quei diritti dal popolo è successo l’11 settembre 2001. Non molti sembrano ricordarlo che dopo il cosiddetto attacco contro le Torri gemelle, il Pentagono e la Casa Bianca negli USA, la guerra mondiale al terrorismo è stata dichiarata. Le potenze mondiali che sono dietro le quinte hanno creato gli eventi dell’11 settembre. Adesso hanno un’altra scusa per avere un controllo più grande e sovrastare l’umanità. Ecco perché sono venuti fuori con il coronavirus.” Se l’11 settembre è stato certamente il fattore scatenante tale da poter giustificare tutte le guerre degli Stati Uniti in Medio Oriente, il coronavirus in questo caso assumerebbe la stessa funzione a livello mondiale per poter erigere la società che hanno in mente le élite globaliste. Allora come oggi, i grandi poteri transnazionali avrebbero avuto un ruolo decisivo nella creazione di questi eventi, senza i quali sarebbe stato praticamente impossibile arrivare al passaggio successivo. A questo proposito, si ricordi un importante documento firmato dai neocon americani, dal titolo “Progetto per un nuovo secolo americano”. In questo manifesto del 1997, si parla esplicitamente della necessità di avere un “evento catalizzante catastrofico come una nuova Pearl Harbor” per poter giustificare le guerre del deep state di Washington in Medio Oriente. 3 anni dopo, diversi firmatari di quel documento, tra i quali Dick Cheney e Donald Rumsfeld, facevano il loro ingresso nella Casa Bianca e un evento catastrofico aveva effettivamente luogo, ovvero l’11 settembre. Ora per Kvachkov il coronavirus avrebbe la stessa funzione, ma su una scala di proporzioni ancora più vasta. “Riceviamo informazioni politiche di propaganda politica speciale, una sorta di psico-propaganda informativa. Si tratta di un’operazione psico-informativa speciale delle potenze mediatiche globaliste internazionali che sono al soldo delle potenze liberali sioniste che stanno creando questo terrore adesso. Adesso stanno vedendo chi obbedisce e chi no.” I media quindi in quest’ottica avrebbero avuto la funzione di sommergere la popolazione con messaggi terroristici senza dare spazio ad un serio contradditorio scientifico sulla effettiva pericolosità del Covid. Questa sarebbe solo la fase preliminare nella quale si verifica chi è disposto a sottomettersi al regime globalista e chi no. Per il colonnello, il prossimo obbiettivo sarebbe proprio la Russia, il Paese più disallineato alle grandi forze globaliste dove la crisi da coronavirus non avrebbe infatti avuto lo stesso impatto che sta avendo in Occidente.

 

Si può essere in disaccordo con l’analisi dell’esperto militare russo, ma molti elementi portati alla luce dall’ex membro del GRU, coincidono perfettamente con quanto sta accadendo. Il coronavirus si sta rivelando il mezzo ideale per ridisegnare completamente i rapporti di forza della società occidentale per come la si conosceva. Un mondo che assomiglia terribilmente a quanto descritto nel rapporto del 2010 pubblicato dalla famiglia Rockefeller, nel quale la pandemia è annunciata con largo anticipo e porta esattamente al tipo di sistema politico di cui parla il colonnello. L’ultimo passo è la costruzione di un governo unico mondiale nel quale i cittadini sono spogliati dei loro diritti e ridotti al rango di sudditi. Un sistema distopico folle che riflette una versione perversa e anticristiana dell’umanità. Un sistema che purtroppo sembra terribilmente vicino alla sua realizzazione definitiva.

 

Cesare Sacchetti

 

 
Logica ferrea PDF Stampa E-mail

28 Aprile 2020

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LE 20 CHIARISSIME REGOLE SUL CORONAVIRUS:

 

1. Non puoi uscire di casa per nessun motivo, ma se devi, allora puoi. 2. TUTTI I NEGOZI SONO CHIUSI! Tranne quelli aperti. 3. Non dovresti andare negli ospedali a meno che tu non debba andarci. Anche dal medico non puoi andare, purché tu non sia troppo malato. 4. Quando esci ricorda l'autocertificazione che è illegale ma obbligatoria. Se non ce l'hai però non è un problema perché te ne verrà fornita una al momento del controllo. 5. Le mascherine sono inutili! Però indossarne una può salvarti la vita. 6. I guanti non aiuteranno, ma possono comunque aiutare. 7. Questo virus se ne andrà in estate, ma forse resterà per sempre. Non ha ancora deciso. 8. Dovremo rimanere rinchiusi fino a quando non raggiungeremo l’immunità di gregge, che vuol dire contagiarci tutti, ma restando rinchiusi. 9. Stanno preparando il vaccino per dotarci degli anticorpi per un virus che muta e non genera anticorpi. Nel frattempo chi è guarito non può ammalarsi nuovamente, o forse sì. 10. Il virus non ha effetto sui bambini tranne quelli che colpisce. 11. Gli animali ce lo hanno trasmesso ma non si possono infettare ... tranne il gatto che è risultato positivo in Belgio a febbraio che non aveva letto l’ordinanza. 12. Avrai molti sintomi quando sei malato! Però puoi anche ammalarti senza sintomi…puoi anche avere sintomi senza stare male, o essere contagioso senza avere sintomi. A discrezione del malato. 13. Per non ammalarsi bisogna mangiare sano e fare esercizio fisico. Una bella corsa di dieci chilometri in un appartamento di sessanta metri quadrati è tonificante e sviluppa la fantasia. 14. È meglio prendere un po' d'aria fresca, ma se non hai il giardino o il balcone, lascia perdere. 15. Puoi farti consegnare il cibo dal ristorante a casa, che però potrebbe essere stato preparato da persone che non indossavano maschere o guanti. Quindi ti conviene far decontaminare il cibo fuori per tre ore, se non hai il cane che ti mangia tutto. 16. Il virus rimane attivo su diverse superfici per due ore. No, quattro ore. Come dice? Sei ore? Forza, chi offre di più? 17. Il virus si diffonde nell'aria per un metro, a volte due, ma se c'è vento forse di più. 18. Hai l'obbligo di restare chiuso in casa con i tuoi familiari ma non devi assolutamente farti trovare chiuso in macchina con i tuoi familiari. 19. Non abbiamo cure, tranne un medicinale contro i reumatismi ed uno contro il colera ... la scienza sta facendo passi da gigante! 20. Questo virus è mortale ma non troppo, tranne che a volte può portare ad un disastro globale. In Italia ha già fatto molte vittime, ma forse meno degli anni passati e comunque, se sei in una casa di riposo, SCAPPA!

 

Anonimo

 

 
Ritorno alla terra PDF Stampa E-mail

27 Aprile 2020

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Da Rassegna di Arianna del 25-4-2020 (N.d.d.)

 

Non poteva andare in altro modo, lo sapevamo perfettamente e lo diciamo da sempre: una società che adora il dio denaro, alla prima crisi crolla miseramente. La gente ha così fiducia in se stessa e nello Stato in cui vive, che svuota i supermercati presa dal panico; del resto, se si costruisce una società basata sulla dipendenza energetica e alimentare in primis, i risultati non potevano che essere questi catastrofici in cui veniamo privati anche delle libertà fondamentali. E perché siamo arrivati a questo punto? Per fare contenti i mercanti che ci vendono qualsiasi cosa e attraverso la pubblicità ci hanno fatto credere di essere nel paese dei balocchi dove tutto si può comprare all’infinito senza nessun problema di approvvigionamento, di inquinamento, di esaurimento risorse. Poi arriva una crisi qualsiasi, vera o presunta che sia, e l’intera Italia si ferma. E questa sarebbe la sicurezza, la modernità, il progresso tanto decantato?  Se fossimo in un paese che ha a cuore i propri abitanti, la prima cosa da fare da tempo sarebbe stata di garantire il più possibile proprio l’autosufficienza alimentare e energetica; ma, al contrario, nonostante l’Italia sia un paese dalle ricchezze immense in questi settori, siamo fortemente dipendenti sia dal punto di vista energetico che alimentare. Invece di darci più sicurezza ed autonomia, continuiamo a creare dipendenza e insicurezza. Costruiamo il metanodotto TAP riempiendoci di gas che viene dall’estero e scoppiamo di sole, facciamo arrivare cibo scadente e di bassissima qualità da tutto il mondo, quando in Italia, paese fertilissimo e baciato da una posizione geoclimatica eccezionale, si potrebbe produrre di tutto. Si spera quindi che non ci sia bisogno di ulteriori drammi per capire che la vera soluzione sta nell’aumentare il più possibile l’autosufficienza energetica e alimentare, ricostruendo i legami comunitari distrutti da un sistema che per guadagnare ci vuole tutti individualisti e dipendenti, con i pessimi risultati che si vedono in questi giorni. Ovvio quindi che bisogna collaborare e anche ripensare un graduale ma deciso ritorno alla terra, non solo per la pura e semplice sopravvivenza ma anche per la tutela, salvaguardia del territorio e delle basi della vita. E speriamo che finalmente la si smetta di dire che non è realistico coltivare la terra e ripopolare le campagne.

 

Ma elenchiamo ancora una volta il perché è necessario e possibile. 1) L’Italia è strapiena di posti abbandonati e campagne che vanno in rovina e i luoghi sono così tanti che sono ormai molte le proposte degli stessi Comuni per fare ritornare le persone, anche dando contributi, vendendo le case a un euro, ecc. E spesso chi ne approfitta? Gli stranieri che apprezzano ben più di noi le nostre meravigliose ricchezze. 2) Anche in città è possibile creare le condizioni di resilienza diminuendo drasticamente gli sprechi e creando orti ovunque sia possibile; certo bisognerà smettere di cementificare per speculare producendo edifici vuoti ma invece ridare alla città spazi verdi e coltivabili. Del resto non stiamo dicendo nulla di fantascientifico, dato che ormai già varie città al mondo si stanno orientando in questa inevitabile direzione. 3) In Italia si continua a cementificare e ci sono milioni di alloggi vuoti e tantissimi sono proprio in zone di campagna; non si può certo dire che non ci sia posto. 4) Per avere una buona produzione agricola non servono chissà quanti ettari e coltivare la terra non è più il massacro di fatica che ci raccontano i nonni. Con le varie tecniche e conoscenze di agricoltura biologica e naturale di tutti i tipi che stanno nascendo come funghi, la fatica si è ridotta di molto e le rese sono migliori dell’agricoltura chimica, soprattutto nei piccoli appezzamenti. Su questi aspetti si veda il bellissimo libro Abbondanza miracolosa che sfata tutti i falsi miti che dicono che l’agricoltura chimica sia più produttiva di quella biologica. 5) In Italia meno del 4% delle persone lavora nel campo agricolo e la stragrande maggioranza di questo 4% esercita una agricoltura di dipendenza totale dai combustibili fossili.  L’inversione di tendenza è quindi inevitabile se si pensa che fino agli anni Sessanta (non mille anni fa), le persone impegnate in agricoltura erano il 30%.

 

In merito all’autosufficienza energetica, un paese pieno di sole, dalle potenzialità geoclimatiche immense, è agonizzante, ancora attaccato alla flebo dei combustibili fossili che generano costi, rischi enormi, inquinamento e ci tengono dipendenti dall’estero. Sarà il caso di cambiare rotta? Ognuno di noi può ridurre drasticamente gli sprechi a parità di confort e potenzialmente autoprodursi l’energia che gli serve e anche in città si possono fare moltissimi passi avanti in questa direzione. Quindi agendo così non solo ridurremmo dipendenza, inquinamento e spese ma daremmo da lavorare a milioni di persone nei settori che sono per noi vitali come quelli agricoli ed energetici. Ritrovare poi il senso di comunità è la soluzione alla disperazione, solitudine, paura e senso di dipendenza. Ricostruire i legami comunitari significa anche far fiorire lo scambio, la conoscenza, la cultura e la resilienza cioè la capacità di reagire efficacemente a cambiamenti improvvisi. E tutto questo si può fare senza limitare le libertà di nessuno anzi esaltando la libertà, le qualità e l’intelligenza di ognuno. I soldi e le carte di credito potranno ben poco in situazioni di emergenza dove se non sai coltivare, se non sai produrti energia, rimani con i tuoi soldi in mano senza farci granché. Puoi provare a mangiarli o ad accenderci un fuoco ma non si avranno grossi risultati. E vista la situazione attuale, non sarà il caso di rivedere tutte quelle sicurezze che si stanno dimostrando totalmente illusorie e smettere di credere a coloro che ci dicono che bisogna crescere a tutti i costi? Ma quale crescita? Qui l’unica cosa importante che deve crescere sono le piante dei propri orti. Deve crescere la collaborazione, l’aiuto reciproco, devono crescere le idee, le soluzioni affinché tutti si possa vivere dignitosamente, liberi, in pace, salvaguardando l’ambiente e i nostri simili.

 

Paolo Ermani

 

 

 

 
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