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La sinistra è il problema PDF Stampa E-mail

19 Agosto 2013

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Da Appelloalpopolo del 13-8-2013 (N.d.d.)

 

Ammesso che le denotazioni di destra e sinistra abbiano ancora un senso e siano ancora valide per definire i reali schieramenti sociali e politici in questa fase storica, assumiamole pure nel loro significato tradizionale che vede, grosso modo, l’una dare più importanza alla giustizia sociale e l’altra essere più attenta alle libertà individuali.

Ebbene, se questo è ancora il discrimine, allora va preso atto che la sinistra non denuncia più l'ingiustizia sociale, l'alienazione di massa, la speculazione, lo sfruttamento e la miseria. In questo Ventennio antiberlusconista, e forse ancor prima, la sinistra non ha più concepito queste storture come conseguenze fisiologiche del capitalismo, ma le ha spacciate come effetti dell’agire irresponsabile di un singolo individuo. Una sola persona, giudicata immorale e disonesta, sarebbe stata l’unico responsabile di una realtà sociale e politica di per sé accettabile se non fosse per la presenza del “malvagio” che la rende ingiusta. Con l’opposizione dirottata contro un'unica e demonizzata figura la sinistra, convertitasi al monoteismo mercatista, s’è riciclata agli occhi del popolo,

Perciò, il vero nemico da battere divenne, non la cricca degli eurotecnocrati, la troika, i poteri globalisti, lo strapotere finanziario, che umiliano popoli, distruggono democrazie, disintegrano stati, e cancellano le tutele sociali, no, un solo politico corruttore ha ostacolato l’avvento di una società più giusta. Una vile esecrazione moralistico-legalista ha consentito alla sinistra il lusso di non fare politica e di camuffare il conflitto politico-sociale. “Dalla questione sociale alla questione morale, da Carlo Marx alla signora Dandini” (Fusaro)

Che cosa è successo negli ultimi vent’anni, in Italia? L'elettorato di sinistra, rimbambito da un ventennio di antiberlusconismo, lo ignora; ormai non ha la minima idea di quale sia la realtà sociale, economica e politica dell'Italia; esso costituisce la parte ingenua di opinione pubblica che vota Monti o Bersani convinta nel contempo, con sorprendente candore, di tutelare le fasce popolari più deboli.

Distolto dai problemi sociali, l’elettorato di sinistra è spinto a riporre speranze di vago cambiamento, forse soltanto anagrafico, in qualche fighetto di rampante nullità politica che, dentro il partito, finge opposizione alle cariatidi. Appagato di anti-berlusconismo, questo elettorato si sazia infine di diritto-umanitarismo, intorno al quale la sinistra ha costituito la proposta politica complessiva nel Ventennio euro unionista. La lotta all’omofobia, alla sessuofobia, alla xenofobia, tutte più o meno esagerate, gonfiate, quasi desiderate, se non addirittura inventate, o presunte rinvenute in individui e gruppi dove non hanno mai allignato, sono state condotte in parallelo a un antifascismo raffermo contrapposto a un fascismo inesistente o di rarefatta inconsistenza.

L’assenza di principi e di ideali e il vuoto dei programmi sono stati colmati dalla politicalcorrettomania, espressione del bigottismo progressista di provenienza nordamericana. Un nuovo catechismo laico, un nuovo e Profano Uffizio mette all’indice parole ed espressioni tradizionali, di innocua semplicità e aliene da connotazioni oltraggiose, e  ci prescrive un lessico d’obbligo, preferibilmente anglofono, da quando la lingua inglese viene usata in pubblicità, in economia e in politica, come moderno latinorum di manzoniana memoria per infinocchiare i semplici.

E così, per merito massmediatico di questa sinistra, in Italia da decenni, l’opinione pubblica si scontra su matrimonio omosessuale, eutanasia, embrioni, coppie di fatto, e svariati temi che abbisognano di pacati dibattiti pubblici, ma non di conflitti politico-parlamentari e di risse televisive. Queste materie sono state trasformate in problemi da risolvere con vitalissima urgenza per l’intero popolo, o come uniche, esclusive, impellenti, grandi conquiste di civiltà.

La politicalcorrettomania sul piano dei costumi e l’antiberlusconismo sul piano politico, entrambi pensiero e azione della sinistra negli ultimi vent’anni, hanno consentito al suo ceto dirigente di occultare l’adesione supina al capitale, la mostruosità della moneta unica, la giungla dei mercati, la gestione diretta del potere politico da parte dei banchieri, l’approvazione e sottoscrizione silenziata dei trattati europei, come silenziato fu sui mass-media lo stravolgimento della Costituzione.

Ma è soprattutto sull’antiberlusconismo che la sinistra, ormai drogata, “fatta” e sfatta di dottrina economica liberista, ha fondato e mantenuto una faticosa e tragicomica identità. Sotto l’effetto dell’iperdose ha accettato il sistema produttivo e di scambio capitalista come incondizionatamente buono e incontestabile. S’è convinta e ha convinto il suo elettorato che esiste un unico modello economico, un unico modello di sviluppo, un solo modello di civiltà da perseguire, quello del mercato, e che l’euro e l’Unione europea realizzassero finalmente il paradiso promesso dal mercato. Ha fornito al capitalismo finanziario l’alibi culturale per riprodursi e legittimarsi a sinistra.

Da quando la sinistra ha firmato il trattato di pace con l’economia capitalista? Dalla caduta del muro di Berlino, sostengono alcuni; ancor prima, ritengono altri; forse da quando Napolitano, il primo comunista concessionario di visto americano, ha cominciato i suoi giri di conferenze accademiche negli USA. I giri sono diventati diplomatici e, poco alla volta, politici; e di recente la moda dilaga in una più larga cerchia del nostro ceto dirigente. Fatto sta che, in ogni campagna elettorale, ad ogni chiusura di urne, dopo ogni ottenimento di fiducia parlamentare, durante ogni ciclo di consultazioni per formare il governo, è tutto un continuo e servile viavai di esponenti politici di sinistra, eletti a cariche istituzionali, verso le capitali delle potenze eurocratiche e dell’impero USA, le stesse che hanno schiavizzato la patria e il popolo italiano. Il tour serve ai nostri vassalli per assicurarsi l’investitura, per elemosinare legittimità a governare: una indiretta ammissione che quella ottenuta dal popolo italiano non basta, è irrilevante, non serve e non conta nulla. Il sovrano è all’estero. Lo spettacolo è grottesco o drammatico? Questa sinistra è il problema e si propone come la soluzione.

 

                  Luciano Del Vecchio 

 
La moneta cattiva scaccia la buona PDF Stampa E-mail

16 Agosto 2013

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La legge di Gresham, finanziere inglese, enunciata nel 1551,stabilisce che la cattiva moneta in circolazione scaccia quella buona. In parole povere le monete consumate o addirittura manomesse, diminuendo di peso, perdono il valore intrinseco, essendo di materiale prezioso, rispetto a quelle fior di conio.

Si creano così due sistemi monetari, uno gestito dai furbi e da chi può accumulare ed uno corrente usato dai fessi, dai poveri e da chi è costretto a farle circolare. I primi conservano e incassano monete nuove, pagano con le vecchie, i poveri non hanno tempo o possibilità di scelta ed usano le monete più correnti che sono come sono.

Sembra una banalità ma si creano due economie su piani diversi.

Questo concetto era stato addirittura descritto da Aristofane nella commedia “ Le Rane” ben quattro secoli prima di Cristo.

Questo chiaro concetto può essere esteso a vari campi dell’economia nel senso che ogni irregolarità danneggia la parte sana dell’economia stessa. Più si estendono sistemi irregolari, nel breve periodo apparentemente più vantaggiosi, più cresce la povertà generale nel lungo periodo. Alla fine non c’è più ricchezza per nessuno!

Il lavoro in nero oltre che irregolare danneggia il lavoro in chiaro. L’evasione fiscale danneggia il sociale. La concorrenza sleale ruba mercato all’economia regolare. L’offerta eccessiva fa calare i prezzi; sono cose che tutti possiamo riscontrare nella realtà odierna; ma si comincia ad intravvedere la fine che si farà.

La globalizzazione che permette una vasta mobilità dei popoli illude i poveri ad abbandonare i loro paesi, anziché spingerli a svilupparli, e li incanala verso i paesi più ricchi con il miraggio che sia conveniente per tutti. Per i poveri vale l’aspirazione ad un miglior tenore di vita, per i ricchi vale il calcolo di disporre di maggiore manodopera onde supplire alle carenze create dallo stato sociale, che permette ancora a molti di loro di vivere senza lavorare.

Una visione un po’ miope perché non considera i numeri della demografia: i ricchi destinati a diventare poveri sono circa un miliardo di esseri umani, i poveri sono circa cinque miliardi e saranno destinati solo ad essere solo un po’ meno poveri. I primi sono in forte decrescita, i secondi in crescita esponenziale. Il pianeta quindi può già specchiarsi, per il futuro, in quello che oggi sono la Cina o l’India; non potrà andare meglio.

Vale sempre il vecchio concetto che disponendo di una sola torta se la mangiamo in quattro le fette avranno una dimensione, se la dividiamo in venti, ammesso che basti, le fette avranno ben altra dimensione.

Chi si sposta verso i paesi ricchi apparentemente contribuirà all’arricchimento ma alla lunga scardinerà il sistema sociale: sanitario ed assistenziale. Il loro alto numero accrescendo la domanda di lavoro abbasserà i salari prima e gli stipendi poi, quando arriveranno poveri ma saranno diplomati o laureati.

In Italia ad esempio il salario base di un lavoratore non qualificato è ormai di trecento euro al mese, dieci euro al giorno, un euro l’ora. Ciò era assolutamente impensabile solo cinque o dieci anni fa.

E dire che esperti economisti e governanti per anni hanno sostenuto che ciò era una risorsa: lo è stato per tutti coloro che sfruttano questa gente. La vera risorsa sarebbe stato potenziare la crescita ordinata dei paesi poveri, combattere la corruzione e la cattiva ridistribuzione delle ricchezze naturali o prodotte dall’uomo nei loro paesi.

Può sembrare che queste idee siano false o che nascondano l’egoismo di chi avendole capite vuole essere lasciato in pace.

Non è così perché la famosa torta deve prima essere ingrandita e ciò è possibile operando proprio nei paesi poveri dove gli spazi sono enormi, le ricchezze naturali più abbondanti e braccia e menti molto più numerose.

Tornando al discorso della moneta, se importiamo povertà aumenteremo la povertà, se aumentiamo il lavoro nero sarà a scapito di quello in chiaro, se impostiamo una economia irregolare sarà a scapito di quella regolare, se salta lo stato sociale salta per tutti.

 

   Cristoforo Barberi.

  

 
Call center PDF Stampa E-mail

13 Agosto 2013

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Da Appelloalpopolo del 2-8-2013 (N.d.d.)

 

C'erano una volta gli stati-cuscinetto, che servivano a evitare conflitti aperti tra due potenze contendenti. La Polonia a cavallo tra le due guerre, ad esempio, doveva assorbire le tensioni tra Germania e Unione Sovietica. Oppure il Beilikato dei Dulqadiridi tra Impero ottomano e Sultanato mamelucco tra XIV e XV secolo, ci informa con la sua solita precisione Wiki .

La globalizzazione ha poi reso i conflitti tra potenze una questione più commerciale che militare. Ed è proprio sul versante commerciale che si sono venute a creare le condizioni per la nascita di nuove strutture-cuscinetto: i call center.

Ciò che il secolo scorso la Polonia aveva il compito di mitigare è passato nelle mani, o meglio nelle orecchie, degli operatori-cuscinetto che hanno il compito istituzionale di evitare che inferociti consumatori possano arrivare alla giugulare degli Amministratori Delegati pagati per incrementare i profitti di quelle multinazionali che causano problemi e disservizi.

 

Nella Belle Epoque della Great Globalization e ormai immersi nel corrosivo ed omologante fluido neoliberista lo scontro epico non è più tra Stati (semmai gli “Stati canaglia” vengono invasi), e forse non è neanche più tra classi (visto come tale fluido ha rimescolato le preesistenti definizioni ed appartenenze) ma tra privati. La fede riformista nell'individuo ha frantumato i rapporti tra cittadini e Nazioni (la prova sta nel costante declino di affluenza alle urne), mettendo in priorità assoluta le questioni personali e scoraggiando ogni rivendicazione di classe o sociale. La proprietà privata, base di ogni contrattazione e ragionamento nel mondo postmoderno, pretende di assicurare ad ogni individuo quel benessere e prosperità che l'ineguale sviluppo mina costantemente. Questa tensione tra ciò che viene offerto e ciò che viene mantenuto crea costanti aspettative prima e conflitti dopo tra cittadini e gruppi di potere. E come ogni tensione che si rispetti va scaricata da qualche parte, evitando accuratamente ogni possibilità che i piani alti possano subire qualche disagio.

 

I lavoratori-cuscinetto incaricati di spuntare le armi acuminate di chi è insoddisfatto del servizio da una parte, e di convincere possibili clienti della bontà della vantaggiosa offerta dall'altra, sono gli operatori dei call-center. La novità sta nel fatto che oltre ad essere i più bistrattati sono anche i meno pagati: nelle circa 30 società che gestiscono call center in Sicilia (occupando oltre 16mila operatori telefonici sui 30mila nazionali) i contratti più diffusi sono di 3 mesi e non superano i 300 euro mensili. Visto come finì la Polonia, non c’è da meravigliarsi che questo sia solo l’inizio. Sulla scia di questa pressione al ribasso si inserisce il nuovo contratto siglato da UGL e Associazione dei consulenti del lavoro, “associazione nata pochi mesi or sono con, probabilmente, il solo scopo di stipulare un accordo al ribasso sui lavoratori a progetto unitamente a un sindacato non rappresentativo del settore …. un’intesa che permette di sottopagare e sfruttare giovani in cerca di lavoro utilizzandoli nei call-center outbound” afferma Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil.

Aprire delle sedi al Sud significa assumere in aree depresse, avere minori oneri contributivi utilizzando gli incentivi statali e comunitari, oppure giovandosi delle agevolazioni fiscali concesse dallo Stato in caso di assunzioni di lavoratori svantaggiati coinvolti in procedure di cassa integrazione o di mobilità.

 

La conseguenza è che tutto finisce per drogare il settore, riuscendo ad arrivare al dumping (vendere cioè ad un prezzo finale inferiore al costo di produzione). Questa è l'analisi del bando di gara da 50 milioni di euro (spalmati sui prossimi tre anni con opzione per i due successivi), «la cui base d’asta non copre nemmeno i costi industriali» secondo Alberto Zunino de Pignier, direttore generale di Assocontact, l’associazione delle imprese di Contact Center: «il prezzo complessivo a base d’asta, i volumi e le durate consentono di calcolare il valore per minuto di interazione e per ora lavoro, rispettivamente circa 0,30euro/minuto e 13,5 euro/ora. Cifre che non coprono nemmeno il costo orario di un terzo livello del contratto delle telecomunicazioni, il livello minimo previsto per queste attività».

Prende vita così un meccanismo infernale che – amplificato dalla crisi che ha ridotto il budget destinato al customer care da parte delle grandi aziende – finisce per innescare un circolo vizioso che penalizza soprattutto gli ultimi della filiera: i centralinisti. Sempre più malpagati . E sempre più qualificati; tendenzialmente laureati, giovani, poliglotti e soprattutto meridionali. Il perfetto capro espiatorio delle attuali politiche del lavoro: con il miraggio di un posto di lavoro di prestigio si laureano sacrificando anni di vita per poi approdare a dei contratti a termine sottopagati a causa dell'eccessiva concorrenza in ambienti dove l'unica speranza è il rinnovo contrattuale.

Ma non è finita. La storia prosegue con il lento ma inesorabile trasferimento delle sedi dei call center verso località estere, economicamente più convenienti; ad oggi sarebbero circa 12.000 i posti di lavoro persi. Le destinazioni sono soprattutto l’Albania, la Romania, la Croazia, la Tunisia e l’Argentina, dove gli aspiranti operatori vengono scelti in base alla conoscenza dell’italiano; tali Paesi sono contraddistinti da tutele sindacali minime o inesistenti e da bassissimi salari; lo stipendio medio per un operatore in Albania sarebbe di soli 80 euro al mese.

 

Le cose starebbero quindi così: non esiste la possibilità di investire risorse nei servizi da parte di operatori di telefonia, gestori energetici, banche, compagnie di assicurazioni e telecomunicazioni (ovvero tutte le grandi aziende del terziario che hanno un bisogno di un sistema di “attenzione al cliente” capillare e ventiquattro ore al giorno) se non quando lo Stato offre adeguati incentivi. Il costo di un salario “normale” (al netto degli incentivi statali) è impensabile per i lavoratori-cuscinetto dei call center. Questo pone delle serie domande sulla distribuzione dei redditi all'interno del terziario, con i “too big to fail” da una parte che incassano sussidi miliardari da parte degli Stati, ed i “too small to care” che si vedono sottrarre progressivamente quel poco che avevano ottenuto, e che nessuno Stato vuole adeguatamente tutelare. Siamo passati così dai “troppo grossi per fallire” ai “troppo piccoli per interessarsene”, dove la dimensione è evidentemente determinata dai soldi incassati e dall'interesse che suscita nei piani alti.

 

L'alternativa alla progressiva riduzione dei costi di gestione (riduzione che sfiora il dumping) dei servizi offerti agli utenti da parte delle succitate compagnie è la delocalizzazione. Un'alternativa neoliberista ad un problema innescato da politiche neoliberiste, in perfetta circolarità argomentativa.

Ecco cosa significa in pratica la libera circolazione di capitali e merci: si tratta di mettere generazioni che per decenni hanno lottato e ottenuto risultati contro generazioni che si sono appena affacciate nel mondo delle lotte sindacali, il tutto per garantire il massimo profitto per le élites che gestiscono gli investimenti e lasciare lentamente affondare i popoli nelle sabbie mobili della conflittualità inter pares.

 

Tonguessy

 

 

 

 

  

 
L'integrazione impossibile PDF Stampa E-mail

10 Agosto 2013

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Si procede a passo spedito verso l’approvazione di leggi come lo Ius soli, anche perché, per la cronaca, è dal 2011 che gli italiani hanno perso il diritto di scegliere da chi farsi governare. Passare dal governo tecno-finanziario Monti a quello pseudo-politico di Letta-Alfano, ha significato una continuità nella discontinuità; Monti, Letta, Alfano, sono tutti neodemocristiani, vicini agli ambienti della finanza internazionale e dei salotti del Bilderberg e oramai si fanno tranquillamente i fatti loro, infischiandosene di quello che il popolo pensa, poiché non devono temere il responso delle urne; in qualsiasi data ci si rechi alle urne e quale che sia la nostra scelta di voto, lorsignori se ne restano in panciolle, con le loro pesanti terga, sulle comode poltrone, a decidere dei nostri destini.  Le ragioni per cui insistono con leggi come lo Ius soli, sono le stesse per cui spingono, in Italia e nel mondo, per i matrimoni gay e altre fesserie del genere; occorre approvare tutto ciò che può alimentare “il caos globale”, per giungere al Governo Mondiale.

Sulla proposta di Ius soli, ci sono state voci favorevoli e altre contrarie e ci sono state anche gravi strumentalizzazioni di natura razzista, da parte di settori leghisti e di estrema destra, affermazioni e comportamenti molto gravi, che la dicono tutta sul livello di cultura e di civiltà di certe aree politico-culturali. Sono episodi da condannare, sebbene, restando fedele al mio principio, non censurabili, per il rispetto assoluto che io nutro per la libertà di espressione. Certo, la libertà di espressione non può sfociare in calunnia o offesa personale, ma bisogna anche dire che di fronte a frasi e contenuti infantili e ridicoli, la cosa migliore è l’indifferenza. Tuttavia, se s’insiste a spingere per l’approvazione di leggi come lo Ius soli, e la diffusione d’idee che estendono la retorica  del multiculturalismo e del multietnismo, si rischia di alimentare il razzismo e fomentare un “neofascismo” che onestamente sembra già aleggiare in Europa e non solo in essa. Allora sarà bene precisare che, nonostante le patetiche smentite dell’ultima ora, la prima proposta di Ius soli del ministro Kyenge, prevedeva che il diritto di cittadinanza ai figli degli immigrati scattasse nel momento stesso in cui questi mettevano piede sul suolo italico. La proposta era delirante, poiché avrebbe spalancato le porte a tutte quelle immigrate furbe che si fanno ingravidare e poi partono dai loro paesi per venire a scodellare il proprio pargolo nel nostro paese al solo scopo di conferirgli così il diritto di cittadinanza.  A dire il vero, tempo addietro la Kyenge si lasciò anche sfuggire parole molto ambigue, che sembravano aprire alla poligamia, che per dovere della cronaca in Olanda è già stata legalizzata; ovviamente, dopo critiche e polemiche varie la Kyenge si è corretta, ha fatto goffe smentite, dimostrando come minimo scarsa capacità comunicativa. Aldilà di palesi strumentalizzazioni di chi, soprattutto “da destra”, ha gonfiato le questioni, per ragioni biecamente razziste, bisogna adesso chiedersi se la Kyenge sia compatibile con la carica che ricopre, oppure no. Il fatto che lei sia di origine africana, e che provenga da una famiglia poligama e da un’educazione  molto diversa dalla nostra, e che lei stessa sia entrata in Italia in maniera irregolare, non può non condizionare pericolosamente il modo di intendere il suo ministero e svolgere il suo compito. Prescindiamo dal fatto che in realtà sia stata messa lì per dare al governo un’immagine “politicamente corretta”, ma che in realtà la povera Kyenge conta davvero poco all’interno del governo, anche perché sprovvista “di portafoglio”, però non ha torto Sartori quando afferma che è totalmente incompetente in materia di “immigrazione” e “integrazione”. Il fatto che sia di pelle scura non la rende più adatta di un bianco a svolgere quel compito. Per citare le parole dello stesso Sartori, non si comprende cosa c’entri un’oculista  al ministero dell’integrazione. Inoltre, è sempre nel giusto Sartori quando corregge l’affermazione della Kyenge che l’Italia è un paese “meticcio”. Quando si ricoprono certe cariche, bisogna sapere bene quello che si dice e se si dimostra di essere totalmente incompetenti, sarebbe dignitoso rassegnare le dimissioni. Di tutte le proposte fatte dalla Kyenge, non me ne ricordo una che fosse ragionevole e non si può sottacere questa realtà per paura di essere bollati come razzisti. Il colore della pelle della Kyenge o altre questioni del genere non c’entrano nulla. Sulla proposta dello Ius soli, ovviamente, si è a un certo punto corretto la mira, per renderlo più “digeribile”, perciò, al momento attuale, salvo successive smentite e giravolte del caso, si pensa a concedere il diritto di cittadinanza ai figli degli immigrati che sono in Italia da almeno 5 anni. Sulla questione è intervenuto, proprio su Il Giornale del Ribelle, anche Luciano Fuschini che, pur muovendo le sue critiche alle retoriche progressiste, ha preso posizione in difesa del principio di fondo dello Ius soli, ponendo però precisi paletti: 1) chi è nato in Italia da genitori non italiani, assume la cittadinanza italiana dopo avervi frequentato la scuola dell’obbligo; 2) chiunque abbia pagato le tasse allo Stato italiano per un periodo non inferiore ai 5 anni consecutivi, ha diritto alla cittadinanza qualora la richieda. Mi permetto di dire che, pur riconoscendo il merito a Fuschini di impegnarsi a trovare una posizione di equilibrio, i suoi paletti, a mio avviso, non risolvono il problema di fondo. Non sono d’accordo che le condizioni attuali della società mondiale implichino la realizzazione dello Ius soli. Il pagamento delle tasse è un requisito molto secondario; a prescindere dal fatto che dovremmo allora togliere il diritto di cittadinanza a tutti quegli italiani – e sono tanti – che le evadono,  il problema è un altro, ovvero che il rispetto della legalità fiscale non ha nulla a che fare con il problema “dell’integrazione”. Concentrandosi perciò sul restante problema, quello della frequentazione della scuola d’obbligo, posso dire, per esperienza personale, che di immigrati che hanno frequentato la scuola dell’obbligo ne conosco parecchi, ma sono lontani anni luce da essersi “integrati”. Aldilà di immigrati regolari o irregolari (senza neppure il permesso di soggiorno), che compiono ogni genere di reato nel nostro paese, rimanendo impuniti, con una strana accondiscendenza della legge italiana nei loro confronti – atteggiamento ben diverso rispetto a quello riservato per gli italiani – c’è da analizzare il problema ancora più delicato di quegli immigrati che pur parlando la nostra lingua e magari aver fatto anche la scuola dell’obbligo nel nostro paese, continuano a pensare, e a comportarsi come “un corpo estraneo” nel nostro paese. Prendo come esempio il caso degli immigrati musulmani. Per esperienza personale, posso garantire che la maggioranza di loro, pur conoscendo la nostra lingua e avendo fatto magari anche la nostra scuola d’obbligo, non sono “integrati” e non “vogliono integrarsi” con l’identità culturale del nostro paese. Ci sono ragazze musulmane, che sono obbligate dai padri o dai fratelli a indossare il chador, alle quali viene intimato di non frequentare uomini occidentali, di non avere rapporti sessuali prematrimoniali; se queste mogli, figlie, sorelle, osano disubbidire agl’imperativi dei maschi di famiglia, sono picchiate, e in alcuni casi addirittura assassinate. Non si ribatta che queste cose sono contrarie alla nostra legge e che se qualcuno la infrange, finisce in carcere. A prescindere dal fatto che si leggono ogni giorno casi di delinquenti che pur avendo compiuto gravi reati rimangono impuniti, o subiscono pene irrisorie, qui la discussione verte sulla questione dell’integrazione.

Non si può ritenere di aver risolto il delicato problema dell’integrazione con la detenzione carceraria di chi infrange la legge, occorre essere sicuri di potere costruire una società nella quale i  cittadini, quale che sia la loro razza, la  religione,  l’orientamento sessuale, si riconoscano non solo nella nostra legge, ma anche nella nostra cultura e nei nostri valori. Non mi soffermerò qui a dire che “i nostri valori” sono molto discutibili e annacquati non tanto dall’immigrazione, quanto dalla perdita di vigore dello stesso occidente; resta il problema di fondo: se un immigrato ha frequentato la scuola d’obbligo, ha genitori extracomunitari che sono nel nostro paese da cinque anni, e pagano le tasse allo Stato italiano, questo implica che ci sia “l’integrazione”? Assolutamente no, l’educazione che questi “nuovi cittadini italiani” hanno ricevuto a scuola (premesso che le scuole italiane oggi non educano più), continuerà a stridere con l’educazione che i propri genitori gli daranno in famiglia, e statene certi, resterà rigorosamente legata al paese, alla cultura e alla religione di provenienza. No, mi spiace, ma non mi convince. L’assunzione del diritto di cittadinanza deve essere la fine di un percorso che deve essere valutato in modo molto attento, e non può scattare in modo così sbrigativo e approssimativo. Ecco perché sono contrario alla proposta dello Ius Soli – anche nella versione proposta da Luciano Fuschini – e perché ritengo che la questione di fondo sia un’altra e ben più gravosa: la retorica dell’ideologia multietnica e multiculturale, fortemente voluta trasversalmente da settori politici, economici ed ecclesiastici, è completamente fallita e si è rivelata dannosa tanto per noi quanto per gli immigrati stessi.

Gianluca Donati

  

 
Mala tempora... PDF Stampa E-mail

7 Agosto 2013

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Stiamo attraversando un’epoca di incertezza e delusione,notiamo un progressivo degrado della Società e della Politica. Ma come descrivere questo stato di cose? Lasciamo la parola ad un autore ben più “autore-vole” di me, mi sia solo concessa e perdonata qualche nota, a margine, di attualizzazione:

I tempi erano ravvolti di tenebra. Il cielo era vuoto. I popoli erravano stranamente agitati o rimanevano immobili, istupiditi. Nazioni intere sparivano: altre levavano il capo quasi a vederle morire.(Come negarlo, in questa fase di Globalizzazione?). S’udiva nel mondo un sordo romore come di dissolvimento. Tutto, cielo e terra , tremava. L’uomo appariva deforme. Collocato fra due Infiniti,non aveva coscienza dell’uno né dell’altro: né dei giorni passati né dei futuri. Ogni credenza era morta: morta la credenza degli Dei, morta la credenza nella repubblica.(Il grande astensionismo dal voto nelle grandi democrazie lo conferma). Non v’era società; ma un Potere che annegava nel sangue (non paia eccessivo, visto il crescente numero di suicidi contro le regole di questa Società e delle guerre di “liberazione”) o si consumava nel vizio e nelle turpitudini;(mi astengo dal fare nomi o commenti, basta guardare a chi ci governa ed alla cronaca quotidiana) un senato, misera parodia della maestà del passato, che votava oro e statue al tiranno: pretoriani che sprezzavano l’uno e uccidevano l’altro: denunziatori, sofisti e una moltitudine schiava plaudente.(Come quella che ancora frequenta i Congressi dei Partiti). Non viveva più virtù di principii, ma soltanto un calcolo d’interessi contendenti fra loro. La Patria era spenta. La solenne voce di Bruto aveva gridato al mondo sulla sua tomba che la virtù era un nome, non altro. E i buoni s’allontanavano dal quel mondo per non contaminarvi l’anima e l’intelletto. Nerva s’asteneva da ogni alimento. (Oggi lo fanno Marco Pannella ed i suoi emuli).Trasea libava col proprio sangue a Giove Liberatore.(Mentre Pannella si limita a farlo con la sua orina). L’anima s’era dileguata: regnavano i sensi. Il popolo chiedeva pane e giochi nel Circo.(Come la televisione insegna). La filosofia era fatta scetticismo, epicureismo o arguzia di parole. La poesia era satira.(I migliori comici trattano, ormai, solo di politica e dei suoi esponenti). Di tempo in tempo, l’uomo s’atterriva della propria solitudine e s’arretrava nel deserto. (Il riflusso nel privato che i sociologi paventavano già trent’anni fa è ormai generalizzato).Allora s’udivano, la notte, voci di paura su per le vie.(E non solo, oggi anche nelle case isolate e nei locali e luoghi pubblici). Allora i cittadini, quasi frenetici, abbracciavano le nude fredde statue degli Dei venerati un tempo, imploravano da esse una scintilla di vita morale, un raggio di fede, qualche illusione, e partivano inesauditi, colla disperazione nel core, colla bestemmia sul labbro.(Non si sente forse oggi plaudire, in privato, ai Regimi ed ai grandi Dittatori e Tiranni del passato?). Tali erano quei tempi che somigliano ai nostri.(1)

  ...deinde, in peius mutatum.

 

(1)Giuseppe Mazzini: da “Fede e avvenire” (1835).

 

Cristoforo Barberi.

  

 
Cibi avvelenati in una società terminale PDF Stampa E-mail

3 Agosto 2013

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Nota dell' autore – il seguente articolo è fondato su una raccolta dati di natura medica, nutrizionale, epidemiologica e sociale svolta negli USA da fonti indipendenti. Se è vero che i fenomeni sociali moderni nascono in quel Paese per venire poi esportati nel mondo Occidentale, possiamo prevedere gli stessi fenomeni da noi entro pochi anni, o anche meno. I segni ci sono già tutti. 

 

 

 

Ci sono più di cinquemila specie di mammiferi sul pianeta Terra, ma solo una di loro è pazza. Non vi è che una specie di mammiferi che volutamente avveleni (e pure i suoi figli), iniettando tossine, sostanze chimiche neurolesive nella maggior parte dei membri della specie.   Detta specie è, naturalmente, l'Homo Sapiens.
Se ci si guarda intorno per il pianeta, si vedono decine di migliaia di specie di mammiferi, uccelli, rettili e insetti. Cinque cose che tutti questi hanno in comune è:

1) Nessuno di loro mangia alimenti trasformati. Mangiano, non trasformati, alimenti crudi dalla natura.
2) Nessuno di loro prende farmaci.
3) Nessuno di loro inietta la  prole con vaccini tossici tenuti insieme con prodotti chimici nascosti.
4) Nessuno di loro pratica l'agricoltura meccanizzata chimica e la monocoltura.
5) Nessuno di loro vive in deliranti mondi artificiali di TV o Internet.

Eppure l'uomo, la specie più folle del pianeta, abitualmente s'impegna in tutte e cinque di queste cose, avvelenando il corpo, la mente e i propri figli con metalli pesanti, pesticidi, mercurio, conservanti, farmaci che alterano la mente, solventi chimici, OGM e deliri di programmazione mentale.
E quindi non è davvero una sorpresa vedere dove questo ci porta. Oggi la nostra società è dominata da immagini di pervertiti affamati di potere, bugiardi patologici al potere,  artisti squilibrati balbettanti idiozie inneggianti a Satana come Lady Gaga , giornalisti   semi-comatosi che leggono il telegiornale della sera o il nuovo canale TV che ospita gente che va  predicando l'infanticidio chiamandolo "aborto post-natale".

Qual è la causa principale di tutta questa follia? Ė VELENO. Fisico, chimico,  biologico.
Gli esseri umani si stanno avvelenando a morte.
Considerate queste verità scioccanti della società moderna:

• Il nostro cibo è volutamente riempito di veleni chimici per farlo sembrare più vivace (nitrito di sodio), o più sapido (MSG-glutammato), o per durare più a lungo sugli scaffali (conservanti vari).

• I nostri farmaci sono riempiti con molecole di fluoro per renderli altamente reattivi per le cellule cerebrali (SSRI).

• I nostri vaccini son formulati con tracce di mercurio e adiuvanti metilici che danneggiano il cervello a provocare una risposta "infiammatoria" nel sistema immunitario che avviene anche per causare autismo, convulsioni e danni cerebrali.

• I nostri prati sono irrorati con veleni sintetici che causano il morbo di Alzheimer e la depressione.

• L' acqua potabile è utilizzata come discarica di rifiuti tossici da smaltire: fluoro e composti chimici che altrimenti avrebbero dovuto essere trattati come rifiuti tossici.

• Alimenti destinati al consumo umano sono intenzionalmente privati della maggior parte dei minerali, vitamine e sostanze nutrienti per promuovere la malattia massima, mentre alimenti destinati al consumo animale son fortificati con minerali, vitamine e sostanze nutrienti per promuovere l'ingrasso ottimale. (Se non ti rendi conto che il tuo cibo è spogliato della nutrizione, chiediti perché  zucchero e pane sono entrambi bianchi quando le piante da cui provengono sono verde e marrone ...)

• I media insegnano al pubblico che la nutrizione è inutile, ma che la prescrizione di farmaci sono "nutrienti essenziali" necessari per una vita sana.

• Vi è il piombo nei cosmetici, cadmio nel riso, arsenico nelle alghe, mercurio nei vaccini e alluminio in quasi tutto. La razza umana si sta pesantemente avvelenando con metalli pesanti.

Queste tossine causano danni al cervello.
L'effetto cumulativo di metalli dà intossicazione, avvelenamento da fluoro, avvelenamento da pesticidi, avvelenamento da vaccini e intossicazione alimentare nel loro insieme sono un danno cerebrale biochimico irreversibile.
Viviamo in una società in cui il 90% o più della popolazione ha letteralmente il cervello irreparabilmente danneggiato. Questo è il motivo per cui l'irrazionalità è andata aumentando ovunque si guardi. Ė per questo che la gente continua a comprare gli stessi veleni che li hanno già avvelenati mentre ingoia farmaci per mascherare i sintomi di avvelenamento, avvelenando così se stessi ancora di più con le medicine.
Ė per questo che il   trattamento per il cancro è un cocktail chimico ("chemioterapia") che provoca, come effetto secondario superiore, più  cancro. Ed è per questo che un sottoinsieme in rapida espansione della popolazione è ormai del tutto incapace di leggere, di analizzare le parole, di parlare in frasi coerenti o persino di impegnarsi in qualcosa di simile ad un discorso razionale.
Le conseguenze di questa epidemia di danni al cervello sono sconcertanti. Per cominciare, l'intero sistema della giustizia e della democrazia su cui si fonda la nostra repubblica si suppone riguardi persone sane di mente. Il concetto sacro di una "giuria di vostri coetanei" dipende dai vostri concittadini come sani di mente. L'idea del voto agli uffici pubblici richiede anche elettori sani al fine di raggiungere  risultati sani, e il sistema di "libero mercato" del capitalismo e della scelta del consumatore  presuppone che i consumatori sappiano prendere decisioni razionali per guidare quel mercato.
Ma non lo fanno. I consumatori hanno il cervello danneggiato, han subìto il lavaggio del cervello, son istupiditi  e manipolati. Gli elettori sono illusi e intenzionalmente confusi. Le giurie sono manipolate e male informate. In ogni settore della società, dove un gruppo di persone sane di mente avrebbe dovuto ripristinare l'equilibrio e la ragione, ora abbiamo i pazzi alla guida della società.
Mai prima nella storia del mondo  il carico tossico sull'uomo è stato così grande (e tragico). Mai prima d'ora l'abisso tra il sano e il folle fu così ampio (e quindi pericoloso). Viviamo in un'epoca in cui la razionalità è estranea alle masse. Come esempio molto semplice, non importa nulla agli elettori americani che Obama ha violato ogni singola promessa elettorale, compresa l'etichettatura degli OGM, la chiusura di Guantanamo, la riduzione del deficit del bilancio federale, migliorare la trasparenza del governo, offrire a prezzi accessibili l'assistenza sanitaria sociale e la protezione della Costituzione.
Ha gravemente violato ognuna di queste promesse, ma i suoi sostenitori in qualche modo continuano a credere in lui. Tale convinzione è del tutto irrazionale, incomprensibile.
Ma non è più pazzo di coloro che ciecamente appoggiarono l'amministrazione di Bush, o di Clinton, o di qualsiasi altro.  Sostenitori ciechi hanno in comune il  fatto d'avere il sistema cerebrale danneggiato e quindi non in grado di pensare razionalmente.
La situazione è diventata così perversa che chi presenta almeno una traccia di razionalità è immediatamente e pubblicamente disprezzato. Ad esempio, quelli che vedono il crollo economico imminente  sono ampiamente ridicolizzati come incompetenti di economia e  finanza. Coloro che vedono la rapida costruzione dello Stato di Polizia  sono teorici della cospirazione. Coloro che espongono i pericoli degli OGM o la criminalità del settore farmaceutico (come me) sono  "anti-scienza" perché non voglion essere ingannati dalle ciarlatanerie della scienza-dogma del settore biotecnologico prostituita a fini di lucro.
Solo le persone con danni cerebrali sono ormai considerate "normali”; quando l'incidenza di danni al cervello attraverso la società è così diffusa che chi presenta un comportamento intelligente viene evitato come un emarginato, la società è già nella sua fase finale del collasso. 

Adulti che gestivano la società nel 1950 sono stati nutriti con cibi reali nel 1920 e '30. Quei cibi consistevano, in larga parte, di alimenti freschi del giardino o coltivati localmente. OGM non esisteva. Vaccini tossici erano appena agli inizi. Gli additivi chimici sono stati raramente consumati e prodotti farmaceutici sono stati considerati farmaci da utilizzare esclusivamente su persone malate, e non sull'intera popolazione.

Come risultato, la maggior parte delle persone che vivevano nel 1950 ha cercato di essere sana e intelligente. Molti erano geni di fatto per gli standard odierni. La matematica della scuola elementare nel 1950 seguiva programmi che, oggi, sono nei corsi universitari: l'algebra e la geometria di base, per esempio. A dieci anni i bambini nel 1950 potevano leggere romanzi classici. I ragazzi di oggi riescon a malapena a leggere fumetti.
Ingegneri e scienziati del 1950 sono stati brillanti. Con niente di più che semplici regoli calcolatori, potevano eseguire matematica di alto livello che umilierebbe i professori universitari di oggi. Ma gli scienziati di oggi sono spesso solo executive aziendali vomitanti scienza fraudolenta sui farmaci brevettati o semi OGM.
Alla fine dei '40 e per tutti i '50, Big Food cominciò a sfornare alimenti impoveriti di nutrienti a un ritmo mai visto prima nella storia della civiltà umana. Così i ragazzi del 1960 hanno avuto alimenti impoveriti ma sapidi - le cose avevano il sapore ma mancava un vero nutrimento. Con il 1970, erano tutti a mangiare pane bianco, zucchero e altri non-cibi.
Con gli anni '80, gli americani erano ormai allevati con questi cibi-imitazione, che li rese sciatti e pigri, e nei '90 sono diventati deliranti, ed ecco il boom del .com, che divenne ben presto un'icona. Con l'inizio del 2000, l'America era completamente entrata in modalità "danni cerebrali" che è stata esacerbata con l'arrivo di George W. Bush, il primo presidente USA completamente cerebroleso, che aveva difficoltà nel completare frasi o  pensieri: ciò che apparentemente ha fatto di lui un uomo così popolare è il fatto che gli elettori condividevano la stessa disabilità cognitiva.
I bambini cresciuti nei primi anni del 1990 tra farmaci e cibi spazzatura sono ormai i giovani elettori della società. Sono sostenitori di Obama, e sono pesantemente danneggiati  dai metalli, i pesticidi, i vaccini, gli OGM e sostanze chimiche di sintesi. Questa generazione è del tutto incapace di imparare o di afferrare concetti  fondamentali di matematica, storia, scienze o anche la lingua. Funzionalmente analfabeti e cognitivamente annullati, sono i nuovi "lavoratori  zero-class" su cui si basa l'economia di Obama. Non hanno competenze, son demotivati e senza nessun valore per la società che non sia una semplice abilità di lavoro manuale, che sarà presto sostituita da robot umanoidi.
Eppure in America hanno ancora un voto. Questo è esattamente il motivo per campagne politiche che continueranno ad assecondare la loro ignoranza, sfidando ogni razionalità nella ricerca di sostegno popolare e delega dalle grandi masse del tutto obnubilate.
Han chiamato queste persone elettori "scarsamente informati". Ma è solo vero a metà. Essi non sono soltanto a bassa informazione: sono clinicamente cerebrolesi. Perché si può buttare tutte le informazioni che vuoi su di loro, ma non gli entra niente. I cervelli non possiedono più la neurologia per archiviare, elaborare e recuperare informazioni significative.
In effetti, essi non sono più funzionanti membri di una società civilizzata.
Siamo circondati da masse di cerebrolesi.
Queste persone sono ovunque intorno a te, sedute nel tuo consiglio comunale, prendendo il tuo ordine al ristorante, a girare carte in qualche ufficio, versando cemento per la vostra prossima casa, e persino intente a diagnosticare nella clinica locale. Essi sono la società che vedete intorno a voi, e sono la ragione per cui la società si sta sgretolando.
Sono vittime, naturalmente ... vittime del micidiale dogma "scientifico" di sostanze chimiche, OGM, farmaci da presa in giro e vaccini tossici. Il danno, tuttavia, è ormai così diffuso e così completo che la società non potrà mai recuperare. Da qui, è tutto in discesa, con le masse lobotomizzate la società tocca il fondo e ne conseguirà una moria di massa .

Un giorno, la razionalità e l'intelligenza saranno ancora una volta valutate come facoltà da ammirare e incoraggiare nella nostra gioventù. Quando quel giorno arriverà, sarete testimoni della rinascita di una civiltà che risorge dalle ceneri della nostra odierna società decerebrata. Gli storici definiranno l'Era  2000 - 2020 come la  più bizzarra nella storia umana, dove una neurologia difettata ha portato alla società difettata ... e in ultima analisi al collasso globale che ha causato la moria di massa.

La lezione in tutto questo? Quando il cibo non è più nutriente, ma un vettore di veleno, la società non può sopravvivere. Se si vuole risolvere il  male della società, è necessario correggere il cibo prima.

 

 

Roberto Marrocchesi

 

 

  

 

 
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