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Voto utile? PDF Stampa E-mail

28 Aprile 2014

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 Da Appello al Popolo del 19-2-2014 (N.d.d.)

 

Il problema del voto utile – voto per il meno peggio o voto per il gruppo o persona che mi ispira anche soltanto una vaga fiducia o speranza – sorge soltanto quando manca una sufficiente offerta politica. Durante la prima Repubblica, con nove veri partiti (DC, PCI, PSI, PSDI, PRI, PLI, MSI, Radicali e DP), nessun cittadino ha mai avuto il problema del voto utile.

 

Poiché da molti anni quasi tutti si sono trovati almeno una volta nel dubbio se dare un voto utile ovvero astenersi o annullare, ad una superficiale considerazione si sarebbe indotti a pensare che tutti o quasi avvertano il desiderio di nuove offerte politiche.
Ma non è così.
Perché?

 

 

Perché il voto utile è utile. Il voto utile deresponsabilizza. Per esempio un votante, per tanti anni, del serpentone metamorfo pds-ds-pd potrà sempre affermare di aver votato un partito, che prometteva maggiori libertà del datore di lavoro nel rapporto di lavoro subordinato, privatizzazioni, riduzione della spesa pubblica, finanziamento delle scuole cattoliche e molto altro, soltanto per evitare che vincesse Berlusconi.

L'elettore non si sentirà responsabile per aver partecipato con il proprio voto a far vincere un partito che prometteva di fare proprio le cose che ha fatte. Invece è evidente, sotto il profilo oggettivo, che l'elettore è responsabile esattamente come Prodi.

C'è dunque furbizia e rimozione nel voto utile.

D'altra parte, percorsa l'altra via, constatato che se ho il problema del voto utile è perché manca l'offerta politica, e poi desiderata l'offerta politica, sorge un nuovo interrogativo: chi sono io per desiderare ciò che non mi impegno a costruire? Come mi permetto, tanto più se non sono umile, se penso di capire, se credo di avere qualcosa da dare? Chi mi ha assegnato questo privilegio?

Ecco allora che  prevalgono mollezza, vigliaccheria, pigrizia e si ri-presenta la rimozione Si sceglie il voto utile. Si fugge il dovere di militare e si preferisce esercitare la libertà: la libertà di esprimere un voto utile.

Quando 1.000 persone avranno rinunciato al voto utile e si saranno unite nella militanza in un'unica organizzazione, quello per l'Italia sarà un giorno di festa.

 

Stefano D’Andrea

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