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Papi come pop star PDF Stampa E-mail

30 Aprile 2014

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Da Rassegna di Arianna del 27-4-2014 N.d.d.)

 

[...] Un tempo la Chiesa ci metteva decenni se non addirittura secoli prima di proclamare qualcuno Santo. Ma la gente (e non solo i cattolici) voleva Woityla 'santo subito'. E così è stato. Sembra che non sia più la Chiesa a indirizzare gli uomini, ma gli uomini a indirizzare la Chiesa.

Premesso che parlo 'in partibus infidelium' a me pare che la Chiesa abbia perso la sua proverbiale prudenza, e sapienza, per inseguire quasi tutti gli 'idola' della mondanità e della modernità, fra i quali la velocità e la spettacolarizzazione mediatica hanno una parte di primo piano. Proprio Wojtyla ne è stato un emblematico e paradossale esempio. Il Papa polacco, nelle sue strutture più intime e profonde, era portatore di valori spirituali forti, antichi, tradizionali, premoderni, addirittura pretridentini e quindi particolarmente adatto a rilanciare la Chiesa in un'epoca in cui di fronte a una modernità trionfante, dilagante, egemonizzante, che ha fatto terra bruciata del sacro e che sembra travolgere tutto, per contraccolpo si fa sentire prepotente il bisogno di un ritorno a quei valori religiosi o comunque a dei valori che la società laica non ha saputo dare. Inoltre Wojtyla è stato di gran lunga il Papa più popolare del dopoguerra. Eppure mentre la popolarità di Wojtyla è andata sempre crescendo, fino all'apoteosi della sua esibita agonia e della sua morte, nello stesso tempo, parallelamente e quasi in correlazione, sono crollate le vocazioni (crisi del sacerdozio e degli ordini monacali) e la fede, almeno in Occidente, si è intiepidita fino a ridursi, in molti casi, a vuota forma.

La Chiesa in generale e Papa Wojtyla in particolare non sono stati in grado di intercettare quelle montanti esigenze di spiritualità, tanto che sempre più spesso in Occidente molti giovani e meno giovani (direi soprattutto nella fascia fra i 40 e i 50) si volgono verso le religioni orientali, verso il buddismo, verso l'islamismo, oppure si lasciano attrarre dai fenomeni di quella che viene chiamata comunemente la 'New Age', dall'esoterismo, dalla magia, dal satanismo e addirittura dall'astrologia, per cercare in qualche modo, un modo povero, confuso, lontanissimo dalla sapienza e dalla raffinatezza psicologica della Chiesa di Paolo, di soddisfare quel bisogno di metafisica.

Come si spiega questo paradosso: un Papa Superstar e una Chiesa che ha visto aggravarsi la sua crisi proprio durante il suo pontificato? Ciò che ha offuscato il messaggio spirituale di Wojtyla e il suo tradizionalismo, divenuto a un certo punto puramente teorico o troppo intimo per essere colto, è stato l'uso a tappeto, spregiudicato e anche abbondantemente narcisistico, dei mezzi di comunicazione della modernità (Tv, jet, viaggi spettacolari, creazione di 'eventi', concerti, gesti pubblicitari, 'papamobile', 'papaboys') per cui, se è vero, come dice McLuhan, che 'il mezzo è il messaggio', ha finito per confondersi totalmente con essa. Quando un Papa partecipa, sia pur per telefono, alle trasmissioni di Bruno Vespa perde in credibilità quanto guadagna in popolarità.

Una conferma clamorosa che Giovanni Paolo II avesse una scarsa presa spirituale, in contrasto con la sua enorme popolarità, si è avuta nelle vicende della guerra all'Iraq, contro la quale Wojtyla tuonò più volte nel modo più fermo, senza peraltro riuscire a impedire al cattolicissimo Aznar di parteciparvi.

Papa Wojtyla è stato popolare come lo può essere oggi una grande pop star, ma dal punto di vista spirituale la sua parola ha avuto il peso di quella di una pop star. O poco più.

 

Massimo Fini

  

Commenti
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max (Super Administrator) 02-05-2014 02:18

Solo la Chiesa ortodossa rimane oggi a testimoniare la parola di Cristo nel mondo: la chiesa protestante è una chiesa pervertita (le donne vescovo, i matrimoni gay celebrati in chiesa, le aperture sull'aborto), quella cattolica è oramai fortemente corrotta.

Da notare che la Chiesa ortodossa è anche quella più silenziosa, la più nascosta, quella che non ammanta la sete di visibilità e di conquista con pelose azioni umanitarie in Africa e nel resto dei "paesi poveri".

Bene videro i padri greci la superbia nel cuore di chi si è sempre sentito in diritto di proseguire la potenza di Roma in altri modi. Il filioque fu pretesto per una separazione motivata in realtà da questioni politiche. Ma quando una chiesa si arroga il diritto di modificare qualcosa al Simbolo di Nicea, significa che intende andare ad intaccare una tradizione -quella apostolica- che i cattolici odierni, al passo coi tempi, ormai si vergognano persino a nominare.

I papi mediatici, i giubilei, le giornate della gioventù, i papa boys e tutto questo sono la conseguenza ultima e grottesca della sete del cattolicesimo di "contare" nel mondo.
fosco2007@alice.it
admin (Super Administrator) 02-05-2014 10:24

Bentornato a casa tua,Max! A me sembra che tutte le Chiese risentano della crisi del cristianesimo. Le Chiese protestanti convergono con l'ebraismo in un disegno di dominio mondiale demandato al potere finanziario e a quello delle armi americane. La Chiesa cattolica è soltanto un centro finanziario o, nella migliore delle ipotesi, un istituto di beneficenza: di tutto parlano i preti tranne che di teologia. Le modalità silenziose e nascoste della Chiesa ortodossa la fanno preferire, ma a quelle Chiese nazionali, prive di un equivalente del papa, è sempre stato rimproverato di essere troppo subalterne ai governi delle loro nazioni. Il cristianesimo come tale è in difficoltà davanti all'offensiva della modernità. Resiste solo l'islam, arroccandosi dietro un fanatismo ritualistico che lo rende poco attraente.
Vincenzo (Registered) 02-05-2014 11:17

Ricordo ancora con piacere gli ottimi articoli di max viviani. Sarebbe bello poterne leggere di nuovi !
max (Super Administrator) 02-05-2014 14:58

Che il Cristianesimo tutto sia in difficoltà di fronte all'offensiva della modernità è vero solo se lo prendiamo in un'ottica di alternativa politica antimodernista, che è l'ottica "vostra" e di Massimo Fini. Da questo punto di vista l'Islam è ancora vivo, ma spesso la sua opposizione al sistema dominante non si rispecchia poi in una adesione religiosa reale, in una alternativa di vita al materialismo moderno. Spesso la sua vitalità deriva da una voglia di indipendenza politica.

Nella mia "nuova" ottica, non più solo antimodernista ma religiosa e metafisica, l'Ortodossia rappresenta un salto qualitativo sconosciuto nell'occidente euro-americano.

La Chiesa ortodossa non si espone perché sa che se lo facesse non ne uscirebbe viva. Per questo non vuole che si parli di sè. Le critiche al cesaropapismo di Costantinopoli portate dai cattolici non le considero nemmeno, sono mero opportunismo politico. E' chiaro che anche l'Ortodossia è costretta a venire a compromessi col mondo, ma se oggi il nostro apparato liturgico è sostanzialmente lo stesso di 1600 anni fa, un motivo ci sarà. Non abbiamo bisogno di papi mediatici, molti di noi non lo conoscono nemmeno il Patriarca di Costantinopoli. Quando hai una tradizione viva, gli uomini passano in secondo piano.

Se il Cristianesimo in sé fosse stato la causa scatenante della modernità, come si sostiene bipartisan da De Benoist a Latouche passando per Fini, qualcuno mi spieghi perché in mezza Europa e in un terzo di Asia Ortodosse non è mai germogliato nulla di modernista. E' chiaro che l'Ortodossia è stato qualcosa di "altro" dalle origini del Cristianesimo. Se no Nietzsche mi deve spiegare perché in Armenia, cristiana ufficialmente da 15 anni prima dell'editto di Costantino, non è mai nato nulla di moderno. Né in Etiopia, ortodossa fino ad oggi. Né in Grecia, né in Russia, dove le idee rosse sono state importate da pochi fanatici e travasate dall'alto, come hanno fatto nella Cina confuciana. Né in nessun altro dei paesi di storia ortodossa.

La modernità nasce sì dal Cristianesimo, ma dall'eresia latina, soprattutto nella sua versione agostiniana (De civitate Dei) e in quell'aborto impresentabile chiamato "protestantesimo" che in definitiva, sempre da Agostino prendeva le mosse (Lutero non a caso era un frate agostiniano). E non a caso, per la Chiesa ortodossa Agostino non è neppure un santo!

Avrei altro da dire ma mi fermo qui. Chi non conosce il Cristianesimo non conosce la modernità, ma chi non conosce l'Ortodossia non sa che cosa sia il Cristianesimo.

Per il resto ringrazio Luciano per il caloroso benvenuto -non è più casa mia ormai la mia casa è cambiata, comunque grazie lo stesso- e a Vincenzo purtroppo non posso che dare la delusione di non scrivere più alcun articolo per il Giornale, che ogni tanto però leggo sempre con piacere.


fosco2007@alice.it
admin (Super Administrator) 02-05-2014 23:19

I commenti di Viviani sono già un ottimo articolo. Le accuse indiscriminate al Cristianesimo derivano soprattutto da Nietzsche e da Evola, che non sono gli unici referenti ideologici di MZ. Questo blog sarà sempre una casa di Max.
Vincenzo (Registered) 03-05-2014 00:41

E' giusto che ognuno di noi segua la sua strada; la cosa davvero importante è custodire dentro un cuore puro e antimoderno. Se restiamo fedeli a noi stessi, nessuno potrà privarcene.
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