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Rapporto SVIMEZ PDF Stampa E-mail

1 Novembre 2014

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SVIMEZ è una associazione senza scopo di lucro, fondata nel 1947, che promuove studi e iniziative sullo sviluppo del Mezzogiorno d' Italia e annualmente pubblica un dettagliato rapporto sulla situazione socio-economica del Meridione.

L' ultimo rapporto, relativo al 2013, ha visto la luce in questi giorni e si presume che la situazione rispetto ad un anno fa non sia migliorata, anzi il contrario.

La fotografia che emerge del Sud è impietosa: si parla di desertificazione industriale, desertificazione umana , 600 mila posti di lavoro persi in un quinquennio, aumento del 40% delle famiglie povere, 116 mila emigrati in altre Regioni italiane o all'estero, 54% dei posti persi a livello nazionale, 60% delle imprese in difficoltà, minimo storico delle nascite (177.000 nati) dal 1918 (ma allora c' era un affare chiamato "Prima Guerra Mondiale") e prospettive di perdere oltre 4 milioni di abitanti nei prossimi 30-35 anni.

Difficilmente sono stati emessi bollettini più devastanti.

Balza all' occhio soprattutto il dato negativo delle nascite: anche negli anni peggiori, il Mezzogiorno aveva la voglia di mettere al mondo figli e il fenomeno delle culle vuote riguardava Regioni come, ad esempio, il Trentino-Alto Adige, non Sicilia o Campania.

Ora, della desertificazione industriale non dovremmo per nulla preoccuparci, in quanto tutte le industrie impiantate al Meridione sono delle cattedrali nel deserto: carrozzoni elettorali targati Prima Repubblica, per ottenere voti e feudi di partito, impianti mastodontici l' uno scollegato dall' altro, come macchie sulla pelle di un leopardo.

Industrializzare una area geografica che potrebbe benissimo vivere di terziario avanzato, agricoltura avanzata, turismo di élite, enogastronomia, artigianato di alto livello, il tutto magari collegato in una rete di piccole-medie imprese o cooperative, è stata una delle demenzialità degli anni dello "sviluppo".

Dobbiamo perdere il sonno sulla desertificazione umana, quella sì irreversibile.

Nemmeno negli anni più cupi il Meridione ha rinunciato a far figli.

Nella Napoli del secondo dopoguerra c' erano allegre orde di scugnizzi e la povertà picchiava peggio di oggi, in Puglia, Calabria, Sicilia nonostante i flussi migratori la popolazione rimanente riusciva benissimo a tenere in piedi la piramide demografica.

In 153 anni di Italia unita il Meridione ha sempre avuto un "gap" nei confronti del Settentrione (non è questa la sede per analizzarne le cause) eppure anche nelle avversità la società era vitale e metteva al mondo figli; oggi non più.

Ad un dimezzamento dell’ ITALSIDER  si può sopravvivere, a quello dei reparti di Ostetricia no.

Questi dati dovrebbero far riflettere anche il Settentrione, che si sta lentamente meridionalizzando.

Il rapporto SVIMEZ  dimostra come in epoca postmoderna anche la povertà sia diversa da quella che si respirava nelle età premoderne e preindustriali.

In quelle antiche società il povero vivacchiava e riusciva anche a fare figli; nella nostra, invece, non solo i figli diventano mangiasoldi ancora prima di nascere e costosissimi durante la crescita ma addirittura è proibitivo metterli al mondo se non si hanno lauti conti in banca.

E ricordiamoci che chi rinuncia a far figli significa pure che ha perso la speranza nel futuro e in un domani migliore.

E perdere la speranza è come perdere la vita, è come trascinarsi nei grigi meandri di una lenta sopravvivenza.

Mai, nella storia delle umane genti, è capitato che una società demotivasse alla fondazione di nuove famiglie, alla nascita di nuovi figli: neppure nei momenti più atroci della Storia le culle sono rimaste vuote, nel sempiterno gioco della vita e della morte e della staffetta di passaggio delle generazioni.

Sbaglia chi pensa che il rapporto SVIMEZ riguardi solo la gente da Roma in giù.

Questo rapporto riguarda tutti noi, che dobbiamo tenere la fiaccola alta e diffondere la consapevolezza che una epoca è finita e si può, si deve, già a livello individuale, voltare pagina e avere un diverso approccio alla visione e ai valori della vita, rifiutando le sirene mortali di un "way of life" d' un Occidente in preda ad un cupio dissolvi.

Oggi questo succede in Meridione, domani succederà in tutta Italia, postdomani in mezza Europa...

Simone Torresani

 

  

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