Tutti contro tutti |
18 Novembre 2014
Da Appelloalpopolo del 16-11-2014 (N.d.d.) Il discorso di Seyyed Nasrallah [...] consente ai curiosi di compiere molti passi avanti nella comprensione della situazione politica e militare del vicino oriente. Alcuni luoghi comuni diffusi in occidente ne escono completamente dissolti, conclusione che il lettore riesce a trarre con certezza, al netto della scontata partigianeria dell’autore del discorso. Intanto Nasrallah dimostra, con i fatti, come sia assolutamente falso che nel Vicino Oriente sia in corso uno scontro tra Sciiti e Sunniti. In Libia c’è lo scontro tra due parti interne, libiche, l’una sostenuta da un asse turco-qatariota, l’altra da un asse saudita-emiratino. In Egitto, nel Sinai, si scontrano l’esercito egiziano e gruppi armati sunniti. In Siria, “Il conflitto tra “Daesh” (ISIS) e il “Fronte al-Nusra”, un conflitto lungo e sanguinoso che ha causato migliaia di vittime e feriti” non è un conflitto sunnita-sciita. Né, sempre in Siria, è un conflitto sunnita-sciita quello che corre tra “Fronte al-Nusra” e il “Fronte dei rivoluzionari della Siria”. Nemmeno lo scontro tra Kurdi e “Daesh” (ISIS) è tra sunniti e sciiti. Conclude Nasrallah: “Vediamo che la maggior parte del conflitto nella regione è una lotta di certi paesi contro altri, come l’Egitto, l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi, il Qatar e la Turchia, che arrivano al punto di lanciarsi accuse nell’[Assemblea delle] Nazioni Unite”: “Ci sono degli Stati, delle forze politiche e delle forze popolari che hanno una certa visione del futuro delle loro nazioni e della loro regione e che combattono per realizzare il loro progetto, sia esso giusto o meno. Il conflitto non è affatto confessionale. A volte in un certo posto entrambe le fazioni in lotta sono sunnite, mentre in un altro una parte è considerata come sunnita e l’altra è mista, e anche gli sciiti ne fanno parte. Questo conferisce al conflitto un carattere sunnita-sciita? Per niente”. Nasrallah ammette che “I takfiri agiscono su questo sfondo, ma il loro conflitto non è confessionale. La loro animosità non è diretta solamente contro gli sciiti, ma contro gli sciiti, i sunniti, i cristiani, i drusi e tutte le confessioni presenti. Sono nemici di chiunque sia differente. Questa è la loro mentalità, ma non è questa la realtà del conflitto”. In secondo luogo, Nasrallah chiarisce per quale ragione si è formata la coalizione internazionale che bombarda l’IS(is). Non, come dicono gli ammiratori italiani di Nasrallah, con il fine di far cadere Assad. Spiega invece Nasrallah: “Allorché tutto il mondo si è mobilitato e ha creato la coalizione internazionale in Iraq, quale è stato il motivo? Perché “Daesh” (ISIS) ha minacciato la Giordania, l’Arabia Saudita e il Kuwait”. La coalizione, dunque, è stata costituita in difesa dell’asse saudita-emiratino. Infine, Nasrallah non si sogna nemmeno di ipotizzare un’alleanza, sia pure segreta, tra Is(is) e Stati Uniti e Israele. Dice: “La nostra battaglia è diretta contro l’egemonia statunitense, contro il progetto israeliano e contro i takfiri che vogliono schiacciare tutti”. Insomma, c’è l’asse Iran, Libano, Assad, che non sarebbe confessionale, l’asse saudita-emiratino, quello turco-qatariota, quello statunitense-israeliano e ci sono i takfiri, che stanno contro tutti. Cinque parti, due delle quali disposte ad allearsi con Stati Uniti (e quindi Israele) con l’Egitto in posizione non chiara. Anzi degno di rilievo è che Nasrallah consideri il conflitto nel Sinai come “uno dei più importanti aspetti del conflitto nella regione!” Stefano D’Andrea
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