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Al Gore, molte guerre e un Nobel per la Pace PDF Stampa E-mail

15 ottobre 2007

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L'illusione di una svolta

Si parla molto di ecologia e sostenibilità, di decrescita più o meno felice, e si ha quasi l’impressione di una evoluzione in progress, positiva, del contenimento di sostanze inquinanti e gas serra nella nostra atmosfera. Addirittura arriva il Nobel per la Pace ad Al Gore, che si è impegnato sul fronte ambientale, e l’illusione di una svolta epocale si affaccia nella testa di molti.
Peccato che sul terreno delle scelte concrete, quelle imbeccate dagli industriali ai loro lacchè politici, abbiamo il signor Attali, ex socialista, ora al servizio del reazionario Sarkozy che per la Francia prevede: Più mercato meno ambiente, chiedendo di cancellare la “salvaguardia ecologica”, voluta da Chirac nella Costituzione, considerata oggi un freno allo sviluppo.
Questi estremisti della crescita ad ogni costo, ottusi e irresponsabili verso l’ambiente, inadempienti verso il trattato di Kyoto, che impunemente ignorano le conclusioni degli scienziati dell’IPCC (organismo internazionale dell’ONU dove per sei anni hanno lavorato 2000 scienziati sui cambiamenti climatici) anch’esso premiato con il Nobel, addirittura decidono di peggiorare la insostenibile situazione attuale togliendo le poche norme di salvaguardia contro le emissioni nocive.
La Casa Bianca, dopo la notizia del Nobel a Gore, sente l’esigenza di precisare che non deciderà alcun cambiamento di rotta nella politica ambientale.E stiamo parlando della nazione più antiecologica della storia, quella che con il 5% della popolazione mondiale divora il 40% di tutte le risorse prodotte al mondo (e inquina in proporzione).
La mostruosità della “demokrazia” contemporanea è che essa porta al potere i killer del nostro ormai fragile ecosistema, arroganti e ignoranti, che si fanno beffe delle conclusioni degli scienziati, e sono alleati di ferro della più feroce di tutte le leggi, quella del profitto che plasma società civile dove vediamo la lotta di tutti contro tutti per ritagliarsi solo una fetta di consumi in più, senza più progetti né futuro.
Nuoce gravemente alla situazione attuale anche il fatto che paesi come la Russia e la Cina si siano fulmineamente inseriti nella folle globalizzazione di merci e consumi con la stessa logica e la stessa cultura dei vecchi “imperialisti”, ma con maggiore disprezzo per i diritti dei lavoratori e meno scrupoli per la salvaguardia dell’ambiente.
Il “pensiero unico” del profitto, dei consumi, dell’eterno sviluppo, di negare l’evidenza dei cambiamenti climatici, è diventato globale e non si vede una via d’uscita. Se non identifichiamo nel liberismo e nel profitto i nemici giurati dell’ambiente e dell’umanità, mai potremo elaborare un progetto di società in cui la produzione di beni e di alimenti sia proporzionale alle risorse della terra, sia da questa sostenibile e non pericolosamente in rosso, visto che l’impronta ecologica della umanità è già del 30% fuori dalla capacità della terra di rigenerare la vitaPaolo De Gregorio


Un pacifista guerrafondaio

Con grande sorpresa il Nobel per la Pace di quest’anno viene conferito ad Al Gore. Il premio gli viene assegnato per la sua grande campagna di sensibilizzazione sul tema del global warming, il surriscaldamento del pianeta dovuto all'eccessivo inquinamento ambientale.
Su questo fronte Gore è attivo da diversi anni. Che si stia adoperando massicciamente su questo tema nessuno lo mette in dubbio, ma il conferimento del premio sa di una truffa vera e propria.
Senza andare tanto indietro nel passato di quest'uomo, basterà ricordare che Al Gore fu nominato vicepresidente degli Stati Uniti, nel 1992 e nel 1996, da Bill Clinton, e in quegli anni gli States si lanciarono nella Prima Guerra nel Golfo ai danni dell’Iraq, bombardarono Sudan e Afghanistan e e fecero guerra alla Serbia (con l'ombrello Nato) nell’operazione in Kosovo.
Golfo e Kosovo: entrambe le vicende belliche furono segnate da massicci bombardamenti, la morte di numerosi civili innocenti e l’ignobile utilizzo di armi arricchite con uranio impoverito.
La nuova veste di campione dell’ambientalismo sembra aver lavato completamente il passato di questo maestro d’armi: il Nobel suona come una catarsi politica di passate vergogne.
Come se bastasse produrre qualche video ben fatto (An inconvenient Truth), un libretto ambientalista (Earth in the Bilance) e qualche dichiarazione a favore del protocollo di Kyoto, per meritarsi tale onorificenza, che in passato fu data a personaggi del calibro di Martin Luther King, il Dalai Lama Tenzin Gyats e Nelson Mandela. Al Gore è passato da guerra a guerra, per finire col Nobel alla Pace. Antonello Molella


Lo sviluppo insostenibile e le bombe "umanitarie"

Che l’assegnazione dei premi Nobel sia dettata da motivazioni politiche è un dato di fatto. L'ultima conferma viene dalla sua assegnazione ad Al Gore.
Mr. Gore è l’autore del film “An Incoveneint Truth” (vincitore di un premio Oscar), promotore dello spettacolo da carrozzone “Live Earth” e autore del libro “Earth in Balance” (1992).
Al Gore è un sostenitore dello sviluppo sostenibile. Peccato che lo sviluppo sostenibile sia un controsenso. Vuol dire: continuiamo a consumare, magari anche di più; facciamolo, però, con fonti di energia alternative, con il riciclaggio e così via. Come se il problema non fosse il modello (sacro ed inviolabile) della crescita autodivorante e insensata in sè.
Leggiamoci il teorico della decrescita Serge Latouche: “Per tentare di scongiurare magicamente gli effetti negativi dell’impresa sviluppista, siamo entrati nell’era degli sviluppi con l’aggettivo […] Affiancando un aggettivo al concetto di sviluppo, non si rimette veramente in discussione l’accumulazione capitalista […] Questo lavoro di ridefinizione dello sviluppo […] si regge sempre su idee di cultura, natura, giustizia sociale. Si ritiene di poter guarire un Male che colpirebbe lo sviluppo in modo accidentale e non congenito […] Lo sviluppo sostenibile è il più bel risultato di questa arte di ringiovanimento dei vecchi tempi. Illustra perfettamente il processo di eufemizzazione attraverso gli aggettivi volti a cambiare le parole ma non le cose.” Insomma: un Nobel ad un cartocetto di aria fritta. Un rimanere col culo seduto su cuscinetti di velluto, ma con la coscienza a posto.
Per quanto riguarda il suo impegno pacifista, è interessare conoscere il suo curriculum di "paciere". Al Gore si laurea nel 1969 ad Harvard per poi partire per il Vietnam, dove svolgerà la professione di giornalista, scrivendo articoli di stampo antibellicista. Nel 1976, però, si dà alla politica. E si dimentica seduta stante le sue posizioni pacifiste.
Nel 1992 Bill Clinton lo sceglie come vicepresidente, e poi lo conferma al secondo mandato. L’amministrazione Clinton bombarda l’Iraq, già duramente provato dalle sanzioni dell’Onu; rimane in Somalia fino al 1993 per l’operazione Restor Hope, e nel 1998 sgiancia bombe su Afghanistan e Sudan colpendo presunte basi terroristiche (come reazione agli attentati che colpirono le ambasciate Usa in Tanzania e Kenya).
Arriviamo, infine, all’intervento militare in Kosovo (non riconosciuto dall’Onu e avvenuto, guarda caso, dopo “l’incidente” di Monica Lewinsky) per fermare l’ennesimo “nuovo Hitler”, Slodoban Milosevic. Come per la guerra in Iraq, l’efficientissima macchina di propaganda americana fabbricò prove false. Per cinque mesi gli osservatori dell’Onu setacciarono in lungo e in largo il Kosovo in cerca delle fosse comuni: non ne trovarono neppure una. Di cadaveri se ne trovarono solo dopo l’intervento della Nato. Così come le violenze, gli stupri etnici eccetera esplosero a conflitto “terminato” e sotto lo sguardo delle truppe di occupazione, pardon, di pacificazione.
In Kosovo vennero utilizzate munizioni con uranio impoverito che, notoriamente, hanno effetti benefici sull’ambiente e sull’organismo umano. Ambiente devastato, bambini nati con deformazioni genetiche, leucemie, tumori: insomma, un bel quadretto. Ma chi se ne frega, giustamente, di quei quattro straccioni. La saggezza popolare ci viene ancora una volta in soccorso: occhio non vede, cuore non duole. Ad ogni modo il fine giustifica i mezzi, e gli affari sono affari. Francesco Viaro

Commenti
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etcasadei@yahoo.it
Ettore (IP:85.18.14.9) 16-10-2007 10:44

il premio nobel per la pace ad al gore è un'idiozia, sono d'accordo con tutti voi. in più vorrei dire che secondo me quel video una scomoda verità (che già tutti, o quasi, conoscevano e Molella definisce ben fatto) è solo propaganda elettorale: non mi è piaciuto, l'ho trovato noioso, ripetitivo, autocelebrativo, sapevo già tutto quello che diceva, e come me molti altri sicuramente. insomma, aveva già preso un oscar ingiusto (qualcuno l'ha dato all'incubo di darwin, che è infinitamente più bello? no!) ma addirittura il nobel per la pace! a un guerrafondaio ambientalista! ma andiamo! associazioni come greenpeace eventualmente (che si dichiara soddisfatta per il nobel ad al gore) dovrebbero ricevere un nobel per la pace se di ambiente si tratta.
antonello.molella@anarca.net
Molella (Registered) 16-10-2007 11:23

Faccio una postilla dovuta: per ben fatto intendevo "ben confezionato", visto che dietro, se non erro, c'è la Paramount.
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