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I valori dell'Occidente PDF Stampa E-mail

20 Novembre 2015

 

Da Appelloalpopolo del 15-11-2015 (N.d.d.)

 

Quando sento affermare, dai patetici “espertoni” che infestano i media, che si è trattato di un attacco ai valori dell’Occidente, mi si rivolta lo stomaco. L’unico “valore dell’occidente”, da trent’anni a questa parte, è la difesa della “stabilità monetaria”, in nome della quale i veri valori della nostra civiltà, cioè quelli che divennero i più elevati obiettivi programmatici delle Costituzioni democratiche novecentesche, sono stati condotti al mattatoio della storia.

La “civiltà” del denaro (e della dissolutezza, che tale modello comporta) è la “civiltà” che l’occidente vuole esportare ed imporre (in nome di un fondamentalismo economico non diverso e non meno pericoloso di quello religioso), con la prepotenza dei rapporti di forza e con gli atti violenti che a tali rapporti fatalmente conseguono. Ed è la “civiltà” che lo stato islamico combatte, nei modi a lui più funzionali e con i mezzi di cui dispone. Ci si deve stupire? Penso proprio di no. È la logica perversa e inesorabile della guerra.

La “civiltà” del denaro fa ribrezzo anche a noi. È quella contro la quale ogni giorno pure noi combattiamo. Ovvio, non lo facciamo con le armi, ma con la forza delle idee e con gli strumenti della democrazia. Chiediamoci però come reagiremmo, nella nostra limitatezza umana, se la “civiltà” del denaro bombardasse le nostre case ed uccidesse i nostri figli, i nostri fratelli, i nostri genitori. Sia chiaro: ogni forma di violenza, a qualsiasi “civiltà” essa appartenga, va condannata con fermezza. Perciò massima solidarietà alle vittime innocenti di ieri ed alle loro famiglie. E massima solidarietà a tutte le vittime innocenti dell’egoismo umano. A quelle dell’altro ieri e a quelle di domani, ovunque esse siano ed a qualsiasi “civiltà” esse appartengano.

Ma chi semina vento raccoglie tempesta e l’Occidente, nell’ultimo trentennio, di vento ne ha seminato in quantità industriale, dentro e fuori dai suoi confini. Per questo è addirittura “vietato” stupirsi. Altro discorso riguarda il modello di “civiltà” che lo stato islamico propone (e che, dove può, impone) quale alternativa alla “civiltà” del denaro. È un modello che, parimenti, fa ribrezzo, per tutta una serie di motivi che in questa sede non è possibile illustrare, né tanto meno discutere, ma che spero siano facilmente intuibili e condivisibili, riguardando essi la democrazia in ogni suo aspetto concreto. Ma questo, come ho detto, è un altro discorso.

 

Mario Giambelli 

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