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Anziani nel mirino dell'usura PDF Stampa E-mail

29 ottobre 2007

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Da custodi unici di antiche memorie familiari, sociali e comunitarie, ad oggetti sviliti e messi da parte. Gli anziani: raramente felici e sereni. Più volte pessimisti, solitari, quando non addirittura abbandonati. Non è un caso che in un libro di qualche anno fa lo psichiatra Vittorino Andreoli denunci come i figli siano più inclini a curare animali da compagnia, cani e gatti, piuttosto che prendersi cura dei propri vecchi, vittime della grettezza dei nostri tempi.
Tra tanti esempi possibili v’è ne uno mirabile. Stiamo parlando della smisurata propaganda di prestiti “su misura” e “per qualsiasi occorrenza”, divulgata sui mezzi di comunicazione da altrettante numerosissime società di mediazione creditizia. Con rate molteplici e servizi veloci, alcune società di credito affermano di poter facilmente concedere da 1.000 a 30.000 euro anche a chi ha subito protesti e pignoramenti. In genere tali somme sono rimborsabili tramite decine e decine di rate (da 10 a 60), pesanti soprattutto a causa di tassi d’interesse «praticamente al limite dell’usura» (Asiconsum). Ovviamente i suddetti tassi di interesse vengono debitamente taciuti negli spot pubblicitari ed anche sui siti internet di riferimento. Aggravante non da poco è che il target principale di queste reclames sono loro, i pensionati, i nuovi poveri del nostro mondo. Ex-lavoratori spesso destinati quasi a patire la fame causa pensioni ridicole, nonostante per decenni sia stata loro inculcata la magnifica sorte e progressiva della civiltà del lavoro salariato. E che ora, però, dopo anni di schiavismo nelle fabbriche e negli uffici (quando è andata bene), si ritrovano a soccombere di fronte al carovita. In una pubblicità sottilmente ingannevole, un anziano ripete le sue sciocchezze sulla validità e rapidità di prestiti agevolati, insistendo sull’assoluta discrezione nella loro elargizione.
Insomma, il messaggio è chiaro: in due ore si può appagare qualsiasi desiderio di natura consumistica indebitandosi rapidamente e tenendo a bada importuni e seccatori come parenti, figli, nipoti, i quali  non verranno in alcun modo a sapere di rate e affini. I debiti contratti (che li affameranno), serviranno sovente per conquistare sempre le stesse, “indispensabili” creazioni della società del superfluo, della spesa coatta e dell’inquinamento permanente; ovvero televisori, frigoriferi, telefonini. Così il vecchietto, ai margini della catena produttiva, viene recuperato una volte per tutte. E incanalato in extremis nel virtuoso e benefico circuito del “produci, consuma e crepa”.

Antonio Talarico

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