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E' on line MZ n° 6 PDF Stampa E-mail

31 ottobre 2007

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E’ on line il sesto numero stampabile di MZ – Il giornale del Ribelle. Potete liberamente scaricarlo cliccando in alto a destra, dove vedete scritto MZ Download. Perché una versione cartacea del blog? Per diffonderne i contenuti col vecchio ma imbattibile sistema della distribuzione a mano, faccia a faccia, porta a porta, nelle biblioteche, nelle università, nel luogo di lavoro, col volantinaggio in strada. Fate quante più copie potete (attenzione a stampare in fronte/retro: pagg 1-2 e pagg 3-4), rilegate con una semplice graffettatrice, e distribuite.
In questo numero: confronto in prima pagina sull’opportunità per Movimento Zero di ricorrere alla politica istituzionale e all’agone elettorale; i primi fermenti zeristi in seno ai meetup di Grillo (con una bozza elettorale elaborata a Firenze); la condanna del tentativo liberticida del governo Prodi contro i blog; le trovate razzistoidi di un Premio Nobel; la strategia occulta dietro la “guerra infinita” irakena; elogio di un popolo oppresso, i Curdi.

Abolire l'Ordine degli scribacchini?

Il ddl Levi-Prodi per far iscrivere i blog italiani in una gigantesca lista di auto-proscrizione (il Roc: Registro Operatori Comunicazione) è puro attentato alla libertà. Un regalino agli editori della carta stampata e della televisione, a Raiset, a Berlusconi e al primo fan del Partito Democratico, De Benedetti (Espresso-Repubblica). Dopo l’ondata di rivolta che saliva dal web, c’è stata una parziale marcia indietro (verranno “esclusi dall'obbligo di iscrizione al Roc i soggetti che accedono ad internet o operano su internet in forme o con prodotti come i siti personali o ad uso collettivo che non costituiscono un’organizzazione imprenditoriale del lavoro”). Ma la sostanza è la stessa: sempre di una limitazione si tratta, e per di più dai contorni poco chiari (tanto per dire: il blog di Grillo potrebbe anche ricadere nella lista nera).
A noi è venuto un altro pensierino. Di quelli sconci. Si accetta da 50 anni che quotidiani e periodici debbano registrarsi e avere un direttore responsabile iscritto all’Ordine dei Giornalisti. E ora che si vuole fare lo stesso coi siti di informazione telematica, scandalo!
Aboliamo l’Ordine, allora. E per una ragione molto semplice: la sua esistenza non è giustificata da nulla, ormai. Dovrebbe tutelare la deontologia professionale, e poi vediamo che un Renato Farina, alias agente Betulla, viene reintegrato dopo un ridicolo periodo di quarantena. La tessera di pubblicista viene data a cani e porci. E certi iscritti all’Albo dei “professionisti” te li raccomando: i più servi fanno carriera, i più onesti languono nelle retrovie o in solitarie trincee semi-clandestine.
O una radicale riforma che lo renda un vero Ordine, cioè un’organizzazione scelta e dai criteri prussianamente selettivi, o l’abolizione. Voi che ne pensate? (a.m.)

Commenti
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lukaroma70@yahoo.it
epifaniog (Registered) 01-11-2007 16:09

L'abolizione dell'Ordine non mi convince per niente. Però che sia da riformare non c'è dubbio.
Qualcuno mi deve spiegare perché un aspirante giornalista professionista, dopo aver frequentato un corso in una scuola di giornalismo che gli viene riconosciuto come praticantato (con tanto di collaborazioni) deve poi sottoporsi a una serie di stages in redazioni di prestigiosi quotidiani senza vedere il becco di un quattrino.
Queste sono le cose contro cui l'Ordine dovrebbe far sentire la sua voce, tanto per dirne una.
Luca Ceccarelli
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