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27 Giugno 2016

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Da Rassegna di Arianna del 25-6-2016 (N.d.d.)

 “We have fought against the multionationals, we have fought against the merchant banks… and we have done it not just for ourselves, we have done it for the whole Europe” (Nigel Farage sulla vittoria del Brexit, 24 Giugno 2016). (Abbiamo combattutto contro le multinazionali, abbiamo combattuto contro le merchant banks… e l’abbiamo fatto non solo per noi stessi, l’abbiamo fatto per l’intera Europa)

Decisamente non tutti i popoli sono costituiti da pecore, e adesso l’etichetta “populismo” dovrà essere usata con più cautela. Invece, la parola “libertà” potrà essere usata un poco più liberamente. L’elettorato britannico ha respinto il fear mongering, l’allarmismo orchestrato, le pressioni di Washington e Wall Street, lo sfruttamento propagandistico dell’assassinio della parlamentare laburista e ancor più le minacce di Junkers, cresciuto in politica come premier complice della grande elusione fiscale delle multinazionali a spese dei contribuenti e delle piccole imprese, quindi degno rappresentante del regime eurocratico, non eletto, non responsabile, e che decide in segreto a porte chiuse sulla testa della gente. La campagna elettorale per questo referendum ha fatto conoscere e pubblicamente dibattere alcuni grandi temi concordemente nascosti dei mezzi di informazione di massa: 1) il processo di unificazione europea in corso è l’attuazione di un piano imperialistico dell’oligarchia statunitense, elaborato dalla C.I.A., per dominare meglio e più semplicemente l’Europa attraverso un super-stato comunitario centralistico, autocratico, burocratico, non democratico e sganciato dagli interessi della gente europea; questo piano si nasconde dietro un europeismo sentimentale e infantile inculcato da scuola, mass media, e istituzioni; 2) la Banca Centrale Europea è in mano a uomini della Goldman Sachs, la quale ha persino posto alcuni di loro a capo dei governi e dei ministeri economici di alcuni paesi; 3) l’Europa è insomma ormai sottomessa all’oligarchia finanziaria statunitense; l’apparato dell’Unione Europea non è riformabile dal suo interno e con la sua burocrazia; 4) infatti L’unione europea e la Banca centrale europea e della moneta europea hanno prodotto risultati fallimentari per gli europei in ambito economico e non solo, senza risolvere i loro problemi; quindi è illogico continuare a pagare per mantenerle; 5) la libertà di movimento di persone e di merci può essere stabilita senza bisogno di un apparato costoso e inefficiente come l’Unione Europea, semplicemente mediante trattati; il Wto, nel bene e nel male, già assicura, su scala globale, l’apertura dei mercati e basse o nulle tariffe doganali; dunque non serve un apparato costoso e inefficiente come l’Unione Europea, non serve la rinuncia all’indipendenza e alla democrazia nazionali in favore di un governo europeo non eletto e irresponsabile, non serve la rinuncia al controllo della propria moneta; non servono nemmeno la bandiera e l’Inno alla Gioia-che-non-c’è; o meglio, tutte queste cose servono, ma non agli europei, bensì a chi vuole dominarli; 6) Washington ha scelto e sta usando lo stato più forte dell’Europa occidentale, ossia la Germania, come stato vassallo per sottomettere gli altri stati al suo disegno di accentramento, concedendole come premio di prendersi vantaggi e privilegi su questi altri paesi; i Tedeschi, da bravi kapò, stanno eseguendo l’incarico del padrone e incassando i loro trenta denari; la Merkel e il suo governo, ultimamente con l’invito all’immigrazione di massa, seguito dalla chiusura delle frontiere tedesche, deliberatamente causano un enorme danno agli europei, e meritano una nuova Norimberga, alla pari dei criminali di guerra; 7) Washington, anche attraverso i suoi fiduciari nei governi europei, creando focolai di tensione come ha fatto in Ukraina, e piantando basi missilistiche sempre più vicine a Mosca, sta cercando di spingere i paesi comunitari alla conflittualità e alla non collaborazione con la Russia, al malcelato scopo di aumentare le divisioni in Europa e indebolirla.

Tutte queste cose vengono spiegate lucidamente da diversi politologi anche americani, come il professor Paul Craig Roberts, il quale, in diversi scritti e interviste, cita documenti governativi dove si spiega che il piano di unificazione europea dovrà essere portato avanti surrettiziamente, senza che la gente capisca, riforma dopo riforma, Fino a che gli europei si trovino a un punto tale, che non sia praticamente impossibile tornare indietro. Col Brexit, la Gran Bretagna, per la quarta volta nella sua storia, resiste a piani per sottometterla a un dominio continentale centralizzato. Il primo piano era francese, il secondo era tedesco, così come il terzo. Sicuramente anche questa volta la sua scelta la esporrà a un assedio, a forti pressioni e ritorsioni, che nelle tre precedenti occasioni furono attuate in termini soprattutto di blocco commerciale continentale finalizzato a strangolare economicamente la nazione, e che oggi saranno soprattutto mediatiche, economiche e finanziarie. Nella seconda occasione al blocco commerciale si aggiunse la guerra sottomarina, e nella terza si aggiunsero i bombardamenti aerei. Da notare che ancora una volta, forse, il corso previsto e programmato della storia è stato modificato, si vedrà se durevolmente oppure no, da un fattore che era sottostimato. Ora vedremo anche se l’esempio britannico susciterà nel resto di Europa un movimento critico, realistico, di presa di coscienza, di comprensione economica e geostrategica e di demistificazione del falso europeismo, che possa sventare il piano imperialista di Washington e Wall Street sul Vecchio Continente e la loro strategia della tensione divide et impera verso la Russia. Dico “forse”, perché, se guardiamo sotto il pelo dell’acqua, cioè ai movimenti degli hedge funds nelle ultime due settimane, scopriamo che probabilmente avevano previsto il Brexit e programmato di sfruttarlo per attribuirgli la colpa del crollo dei mercati e della distruzione di risparmi che sono incominciati, invero, già durante lo spoglio dei voti. Un crollo orchestrato ai fini di guadagnare mediante una speculazione al ribasso dagli hedge funds statunitensi, che sono gli unici autorizzati a fare speculazioni al ribasso. Prove di questa interpretazione ci vengono da una segnalazione dell’analista contabile-finanziario Alessandro Govoni, perito di diversi Tribunali e PM, il quale ha segnalato la cosa a numerosi uffici finanziari, nella speranza, temo ingenua, che questi facciano il loro dovere. Scrive Govoni:

«Alle ore 5.35 italiane, gli indici azionari dei venditori allo scoperto stanno impazzendo ..SIGNIFICA che gli hedge fund venditori allo scoperto stanno spostando miliardi di euro per far crollare le borse. Dopo aver rastrellato (preso in prestito) azioni nei giorni precedenti, ora, ore 5.35 italiane, stanno vendendo allo scoperto azioni di ogni tipo (con la complicità di altri hedge fund che le acquistano depositando in stanza miliardi di euro in banconote contanti a garanzia obbligatoria dell’operazione, questo acquisto non è registrato nei movimenti di borsa ma si verifica solo un deposito in stanza del contante). Questa “congiunta” operazione di vendita allo scoperto per miliardi di euro sulle azioni di ogni tipo, farà crollare ovviamente la borsa italiana ed altre borse alla loro apertura imminente alle ore 8.00 di oggi. Una volta avvenuto il crollo dei corsi azionari, soprattutto delle banche italiane, gli hedge fund venditori allo scoperto, acquisteranno le azioni ad un prezzo stracciato, realizzando un immenso guadagno, che gli hedge fund complici della iniziale vendita allo scoperto e contestuale […]CI SI CHIEDE se non ci si trovi davanti ad una IPOTIZZZATA COLOSSALE MANIPOLAZIONE: i giornali mainstream […] nei giorni precedenti hanno continuato a dipingere la BREXIT come un evento nefasto per il mondo della finanza (composto da una decina di hegde fund + una ventina di banche d’affari-investment bank-, esecutrici dei loro ordini ). In realtà la finanza […] ha solo un vantaggio colossale da un BREXIT, infatti stanno per realizzare un guadagno immenso. […] Sembrerebbe quasi che sia già stato tutto pianificato esattamente a partire dal 1 Gennaio 2015. Esattamente da quella data inizia infatti il pompaggio al rialzo, da parte degli hedge fund (gli unici fondi al mondo autorizzati ad eseguire operazioni allo scoperto), con acquisti allo scoperto dei titoli azionari soprattutto bancari italiani. Nel Febbraio del 2015 la Svizzera esce dalla parità con l’euro, franco svizzero libero di essere ora svalutato a piacimento. Barclays inizia a piazzare alla ignara clientela italiana a partire dal marzo 2015 mutui in franchi svizzeri che ora con l’imminente odierno crollo delle borse, potrebbero costare anche un 60% in più di rimborso del capitale agli ignari mutuatari italiani. Venerdì 15 Gennaio 2016 gli hedge fund escono dalle banche italiane in modo massiccio, facendosi liquidare i titoli, trovano da venderli in quanto li avevano pompati per un anno con acquisti allo scoperto, attualmente invece gran parte dei titoli bancari italiani sono illiquidi, invendibili. Con una mail inviata a 80 Procure ed a 30 studi legali si era previsto questo crollo, sbagliando: si era previsto che dal successivo Lunedi 18 gennaio 2016, i titoli bancari italiani avrebbero perso il 4% in 5 giorni, un 20 % totale. Si aveva sbagliato: persero dal 40% al 60 % in tre giorni. […] Siamo quindi forse vittime predestinate di entità finanziarie internazionali?

Marco Della Luna

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