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Post Contemporary Corporation PDF Stampa E-mail

30 Giugno 2016

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“Coloro che più rischiano… portano ai mortali la traccia… la traccia degli Dei sfugge nell’opacità della notte del mondo. I poeti sentono la traccia degli Dei fuggiti e mostrano ai mortali, loro fratelli, il cammino della svolta. Ecco perché nel tempo della notte del mondo, il poeta dice il sacro. L’uomo vive nell’oblio dell’essere, e perché l’uomo possa scoprire il senso dell’essere è necessario che sia lo stesso essere a svelarlo. L’uomo è infatti solo il pastore dell’essere, non il padrone. L’essere si svela all’uomo nel linguaggio della poesia, in quanto nel linguaggio della poesia non è l’uomo che parla, ma l’essere stesso: da qui l’atteggiamento di abbandono all’essere, di ascolto in silenzio dell’essere”. (Martin Heidegger, Conferenza tenuta nel 1946 per il ventennale della morte di Rainer Maria Rilke, dal libretto allegato al singolo Heimat-Occidentali Esausti della P.C.C.

 

Se le espressioni artistiche contemporanee si stagliano nel comune intrattenimento pop e in tanti casi si spingono all'elogio e difesa dell'attuale stato di decadenza occidentale, in Italia abbiamo un esempio contrario di arte post contemporanea che si propone insieme come critica del mondo moderno ed insieme come recupero dei valori basilari occidentali. Stiamo parlando della Post Contemporary Corporation di Valerio Zecchini probabilmente già noto ai nostri lettori. I canoni artistici son prettamente quelli del futurismo italiano ma aggiornati all'oggi con incursioni metafisiche, kulturcritic, pop, industrial e orientali ma mai "esotiche". Ma la vera cifra dell'arte di Zecchini che si tratti di aforismi, poesia, installazioni (come Vivere è una vergogna) o brani musicali (Bob Marley era una cattiva persona) è la provocazione goliardica, irriverente ma sempre sottile e intelligente. Non sferra un pugno contro il mondo moderno ma lo ridicolizza al punto di annullarlo e trasforma gli uomini che vi ci sono immersi da baldanzosi modelli d' uomini di mondo boldriniani a quel che son davvero: misere figure di uomini semicolti, arroganti, spiritualmente vuoti ed infine modesti consumatori, modesti amatori e perfino sovrappeso... persone mosse da un attivismo fine a se stesso, che non fa che porli sempre più in cima al precipizio invece che centrare le loro persone nel loro Sé autentico; persone talmente prese dalle loro inezie quotidiane (la vita ordinaria tanto vituperata da Réné Guénon) dove un litigio con la suocera ha più importanza di un qualsiasi valore di patria, comunità, ricerca spirituale o poetica. Quello che pare importare maggiormente a Zecchini, come si evince dalla citazione heideggeriana, è proprio il recupero del Sé e dell'Essere autentico tramite l'arte intesa come contemplazione ma anche come movimento e azione mirata (Sonetti con flessioni), intesa come propedeutica allo sviluppo di uno spirito bellicoso e virile. Dopo anni di gestazione la pubblicazione dell'album Patriottismo Psichedelico della P.C.C. è imminente ed è stata preceduta dall'uscita della "Trilogia dell'assedio". Il primo di questi singoli Heimat-Occidentali Esausti è disponibile da dicembre 2015 e rientra nel genere zecchiniano "letteratura da ballo". La declamazione si staglia sopra una musica "massiccia" per usare il linguaggio del nostro e col solito tono provocatorio goliardico e brillante. Zecchini ci mette in guardia da uomini che non sanno più rapportarsi alla morte e al concetto di destino, persone che han poco da dire e riescono solo a sorridere durante l'apericena; da giovani che si prodigano nella gara degli status symbol e si agitano ma alla fine son muti. Zecchini urla la sua distaccata rabbia verso individui che non sanno più contestare le consuetudini e i suoi gendarmi e noi aggiungiamo che paiono anzi mettersene al servizio. La declamazione si conclude con un quadro del tramonto dell'Occidente di spengleriana memoria... un Occidente che decade, ormai irrispettabile, senza pudore ed osceno. I P.C.C. pur non essendo in alcun modo politicizzati e non volendo essere etichettabili han spesso mostrato simpatia verso Movimento Zero e le sue tesi e non è difficile accorgersi dei legami che esistono tra la Weltanschauung di Zecchini e la nostra. La differenza forse è nel ruolo fondamentale che heideggerianamente Zecchini assegna all'arte e alla poesia, come si legge nel comunicato stampa pubblicato da Arianna Editrice: " Nella nostra epoca in cui la poesia (come d’altronde la religione) è maledetta e disprezzata, il poeta secondo il grande filosofo ed ecologista germanico deve caricarsi di facoltà e proprietà sciamaniche; ma proprio qui in Italia, ciò era effettivamente accaduto: pensiamo a Carducci, D’Annunzio, Marinetti, Pasolini, solo restando in età moderna -  poeti che si trasformarono in figure pubbliche in grado di influenzare e perfino mobilitare vasti strati della popolazione. Ed è pur vero che, come osservò T.S.Eliot, la poesia ha un carattere nazionale più accentuato della prosa. In Germania una funzione simile l’avevano svolta non i poeti, ma i grandi musicisti: Beethoven, Wagner, Bruckner. C’è chi ha definito questi artisti “Esteti armati”, definizione a mio avviso assai appropriata. Post Contemporary Corporation si iscrive volentieri a questa categoria; ma è bene sapere che ora, nel momento più buio della notte dell’Europa, ci troviamo in una trincea che è un abisso. Noi usciamo dalla trincea ebbri di mitologia e simbologia e donquijotismo e partiamo all’assalto contro l’informe mostro della decadenza alimentato dal senso di colpa, ma armati soltanto della forza della nostra e vostra disperazione. Il che’ è già molto, dato che i più rimangono invece dentro la trincea a piagnucolare, o a sorseggiare l’ennesimo mojito canticchiando l’ultimo successo di Vasco. Ma quelli sono gli italiani di serie zeta, noi siamo I patrioti psichedelici." Questa citazione zecchiniana, ottima per concludere, fa comprendere benissimo quella che è l'idea della P.C.C. dell'arte post contemporanea, idea che anche noi condividiamo se l'arte oggi vuol avere un valore artistico ed esistenziale oltre al semplice estetismo contemporaneo, innocuo politicamente e dannoso spiritualmente.

 

Alberto Cossu

 

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