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I popoli sono pluralità PDF Stampa E-mail

1 Luglio 2016

 

Da Rassegna di Arianna del 29-6-2016 (N.d.d.)

 

Per tutti coloro che amano i popoli, la vittoria del Leave al referendum britannico sull’uscita dalla Ue rappresenta una grande gioia e un'immensa speranza. Per coloro che servono il Nuovo Ordine Mondiale, invece, è forse l'inizio della fine. I popoli ci sono ancora, ed è questa la vera, grande notizia. L'omologazione tecnico-mercantile del mondo dovuta alla globalizzazione e al mondialismo feroce di banche, finanza, multinazionali e i loro servetti della politica, della cultura, delle istituzioni internazionali e dei mass media, non sono ancora riusciti ad annullare completamente le identità e le appartenenze collettive. Il voto degli inglesi non è solo contro la Ue (che non è l'Europa come cultura comune) ma è contro il pensiero unico, il mercato unico, lo Stato unico, la lingua unica, la moneta unica (che Londra non aveva) e contro l'annullamento dei popoli attraverso l'immigrazione di massa e il meticciato. La Ue è marcia non certo perché unisce l'Europa, ma perché l'unisce su basi materialiste, economiciste, burocratiche, omologatrici e laiciste. Se L'Europa si proponesse come autonomo spazio di civiltà e come grande spazio indipendente geopolitico, sarebbe ben altra cosa. Ma la cultura viene annullata dal primato dell'economia e del laicismo, e l'indipendenza politica e militare è annullata dal servilismo, osceno e grottesco, agli interessi degli Stati Uniti d'America, come manifestato dalla politica antirussa di Angela Merkel ed accoliti, nonché dal loro sostegno al TTIP, il Trattato Transatlantico voluta da Obama e dalla multinazionali americane. La Merkel, con tutta la sua supponenza, è soltanto una pedina della superpotenza Usa. Ed ora infatti la speranza di tutti gli uomini liberi è quella di una possibile presidenza Trump, che a quanto sembra è molto scettico verso la politica estera americana, guerrafondaia e destabilizzante, che perlomeno dal 1999, con Clinton, Bush e Obama ha gettato il mondo nel caos, in quella situazione che Teresa Neumann profetizzò col nome di "tempo di Caino".

 

Però bisogna essere chiari. La meravigliosa vittoria della Brexit non va interpretata erroneamente come il ritorno al primato dello Stato nazionale, come pensano alcuni "sovranisti". Non stiamo tornando all'Ottocento, cosa che non è possibile e nemmeno auspicabile. La nazione una e indivisibile o lo Stato dalla sovranità monolitica non possono essere il nostro futuro. Guardiamo ad Altusio, non a Bodin e nemmeno a Rousseau. L'età dei nazionalismi e dei fascismi è passata per sempre e non ne sentiamo la mancanza. Lo Stato moderno e la nazione giacobina, mazziniana e fascista sono prodotti della modernità sovversiva. I popoli non sono nazioni astratte o Leviatani monolitici. I popoli sono pluralità, comunità territoriali, corpi intermedi, famiglie. Sono identità etnica e religiosa. Sono il contrario della massa. Sono estranei ai calcoli dell'homo oeconomicus e dell'homo consumans. Sono tradizione, radici, identità culturale. L'omologazione globalista non li ha definitivamente uccisi, e il cosmopolitismo sradicatore non ha ancora vinto. La Brexit ce ne offre salda certezza.

 

Martino Mora

 

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