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Il mercato della salute PDF Stampa E-mail

1 Aprle 2017

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Da Rassegna di Arianna del 30-3-2017 (N.d.d.)

 

Milano. Ospedale Pini, il primario di ortopedia Norberto Confalonieri è arrestato per corruzione e turbativa d’asta (prendeva tangenti dai produttori di arti artificiali) e indagato per lesioni (ha rotto il femore ad una vecchietta per allenarsi a compiere un intervento privato nella Casa di cura S. Camillo, sempre di Milano, dove faceva il doppio lavoro). Dietro questo episodio, che abilmente sarà confinato nella cronaca nera, sono contenuti i difetti strutturali della gestione della Sanità pubblica, che nessun partito ha mai voluto affrontare, dimostrando chiaramente che “le regole del gioco”, fissate dalla politica, hanno sempre favorito gli interessi delle lobby, disinteressandosi dei costi e degli sprechi di pubblico denaro. Eppure il capitolo Sanità è la voce più importante di spesa pubblica su cui si scatenano feroci appetiti, soprattutto dopo la decadenza del regime mutualistico (1974) che affidò alle Regioni, e quindi alla politica, la competenza in materia sanitaria.

 

La maggior parte degli innumerevoli scandali che hanno investito il sistema sanitario potevano essere evitati se si fossero adottate le seguenti regole:

 

-i medici in organico nelle strutture pubbliche tassativamente non possono svolgere attività privata (tanto meno “intramoenia”)

 

-le convenzioni tra pubblico e privato, rivelatesi terreno di frodi e di ruberie, vanno abolite.

 

Non va mai confuso un sistema che ha obiettivi di prevenzione e cura della salute di tutti i cittadini con un sistema imprenditoriale, privato, che ha come obiettivo il profitto economico ed è in concorrenza con la Sanità pubblica dalla cui inefficienza ha tutto da guadagnare, senza contare gli imbrogli contabili e i rimborsi su prestazioni non effettuate o gonfiate. Deve risultare chiaro a tutti che sanità pubblica e quella privata non agiscono in una situazione di normale concorrenza (qui si decide della vita e della morte dei cittadini), ma vi è una entità statale che ha interesse, non solo morale ma anche economico, di avere cittadini più in salute possibile, per diminuire la spesa e quindi deve agire sulla prevenzione, i vaccini, l’educazione alimentare, sessuale, sanitaria in tutte le scuole, la tutela dell’ambiente, il registro dei tumori, con la valutazione dell’Istituto superiore di Sanità sui farmaci. Vi è un’altra entità che ha obiettivi esattamente opposti, ma che oggi detiene un potere quasi assoluto, che sono le multinazionali farmaceutiche, che hanno il monopolio della ricerca e producono farmaci che non hanno l’obbiettivo di guarire malati, ma di renderli dipendenti a vita da molecole studiate per controllare i sintomi. Naturalmente sia le farmaceutiche che le strutture sanitarie private hanno il massimo interesse ad avere più clienti possibili ed hanno un appoggio potente da chi li fabbrica con cibo spazzatura, degrado ambientale, ignoranza, droghe e alcol. La scelta dei futuri medici di lavorare per la salute di tutti e quella dei ricercatori nella direzione della prevenzione e guarigione, è una scelta etica e l’unico modo di concepire la professione medica. L’altra medicina, oggi dominante, fin da medici di famiglia a libro paga delle multinazionali, corrisponde a logiche malvage di chi fa della malattia un affare disgustoso, dove si agisce con crudeltà, cinismo e logiche di morte.

 

Paolo De Gregorio

 

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