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Il nemico principale PDF Stampa E-mail

22 Aprile 2017

 

Il nemico concorre a definire la mia identità. Io sono ciò che sono anche perché combatto un certo nemico. La mia identità infatti non sta prima delle mie azioni, non è l'idea che ho di me stesso ma è l'idea che il prossimo si fa di me in base alle mie azioni. Orbene il nemico dei socialisti, dei socialdemocratici, dei cristiano sociali e dei comunisti è sempre stato il liberalismo economico, non il fascismo. Il fascismo era soltanto la forma autoritaria che assumeva la difesa del liberalismo dal pericolo del socialismo reale - liberalismo che, in base alle circostanze storiche, talvolta restava liberalismo (Pinochet), talvolta evolveva in statalismo-produttivista (Mussolini) e talvolta introduceva elementi socialisti (Hitler).

 

In questo senso l'antifascismo senza più fascismo, oltre ad essere un gioco e a rivelare e promuovere immaturità (a causa del carattere immaginario del nemico), genera confusione. L'idea che il nemico sia la forma autoritaria che viene fuori in talune circostanze per difendere il liberalismo economico fa accettare il liberalismo economico o lo fa retrocedere a secondo nemico o addirittura induce a trascurarlo. Gli antifascisti scadono perciò in semplici democratici. Il fascismo è il nemico di tutti i democratici, compresi i liberali: Einaudi andò in esilio volontario durante il fascismo. L'antifascista, in quanto antifascista, è dunque semplicemente democratico e potenzialmente un liberale: se si disinteressa di questioni economiche è sempre di fatto un liberale. L'anti-liberale - se si preferisce, ma si sbaglia, anti-liberista - è invece socialista o socialdemocratico o cristiano sociale o comunista.

 

Il nostro nemico è il liberalismo economico

 

Stefano D’Andrea

 

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