Avviso Registrazioni

Scusandoci per l'inconveniente, informiamo i nuovi utenti i quali desiderino commentare gli articoli che la registrazione deve essere fatta tramite Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo

Login Form






Password dimenticata?
Nessun account? Registrati

Cerca


 
  SiteGround web hostingCredits
Caos come metodo di governo PDF Stampa E-mail

23 Maggio 2017

Image

 

Da Rassegna di Arianna del 21-5-2017 (N.d.d.)

 

A Teheran, fra i partecipanti alla conferenza internazionale New Horizon, ho potuto conoscere finalmente il Comitato Invisibile di Tarnac, autore collettivo, nel 2008, del breve, ma epocale saggio “Gouverner Par le Chaos”.  Governare attraverso il caos. […] Eccone le tesi principali:

 

Le classi dirigenti hanno adottato il caos come metodo di governo più efficace per mantenersi al potere.  Quel caos che fingono di combattere, è la loro strategia privilegiata di controllo. Jacques Attali, il futurologo ebreo che ha creato artificialmente Macron, lo ha detto perfino chiaro nei suoi scritti e nelle conferenze. I dirigenti d’oggi non perseguono che due scopi; il primo, realizzare un governo mondiale; l’altro, proteggere il governo mondiale da ogni rovesciamento e nemico, attraverso un sistema di sorveglianza generalizzato fondato sulla tracciabilità totale delle persone e delle cose. Come   si diventa padroni del mondo? “Centralizzando l’ordine e il potere attorno a una minoranza e spargendo il caos nel popolo, ridotto al livello di burattini nel panico”. Molto più comodo che farsi obbedire dal popolo migliorandone le condizioni, risolverne i problemi   sociali (dalla disoccupazione al disordine pubblico, dalle disparità crescenti ed inique alla droga). Le élites, governando col caos, non si assumono più alcuna responsabilità verso i cittadini delle crisi che provoca il capitalismo terminale. Anzi il caos finanziario permette di giustificare la concentrazione del potere delle grandi banche d’affari; l’11 Settembre giustifica il potere insindacabile dello Stato Profondo; la strage al Bataclàn, il mantenimento delle leggi speciali che Hollande aveva varato per la strage di Charlie Hebdo (aveva già sul tavolo il decreto da firmare). “Abolire tutte le frontiere”, anche interiori, è la loro tecnica.  Attenzione: sono cose che sapete, adesso nel 2017, e solo da lettori avvertiti. Le masse non ne sono affatto consapevoli. Ma il Comitato Invisibile ne ha scritto nel 2008 – quando ancora il caos concentrico (finanziario, bellico, terroristico eccetera) non era ancora dispiegato pienamente. […]

 

Premessa: Ciò che importa al potere più di tutto – mi ha spiegato il Comitato a Teheran – “è distruggere il legame tra il reale e la ragione [Tommaso d’Aquino approverebbe: la verità è l’adeguarsi dell’intelletto al reale]. Fare in modo che il ritorno al reale sia indefinitamente differito, sicché il discorso del potere diventa il paradigma del pensiero; discorso pronunciato in quella lingua mediatica, la neo-lingua”. E come si ottiene questo?  Dicevano gli anarchici di Tarnac nel 2008: “La distruzione delle capacità di autonomia dei dominati – è la risposta – passa per l’abolizione delle frontiere del loro essere: individuale e collettivo. Finché esistono frontiere, è possibile opporre un sistema di valori a un altro”, un tipo di diritto all’altro, distinguere uomo da donna, madre da padre [distinguere in Niki Vendola lo schiavista, non mamma], cittadino da straniero, insomma vero da falso,  giusto dall’ingiusto, normale da anormale … Risultato: finché resiste un   solo confine, il potere non può ancora chiudere la sua matrice, la costruzione di “uno ‘spazio di vita’  puramente virtuale in cui la massa potrà fare le sue evoluzioni senza mai toccare  il reale – a cui il sistema ha dedicato tutte le tecniche del comportamentismo, dello spettacolo,   della programmazione neuro-linguistica, delle tecniche pubblicitarie, dell’ingegneria sociale”. La distinzione primordiale fra uomo e donna, ma anche fra figlio e madre e padre, è potentemente esemplificata nel mito di Edipo, coi suoi sacri tabù (al figlio non è lecito andare a letto con mamma), che sono “l’organigramma originario di un gruppo, la sua capacità di costituirsi in organizzazione”. “Fare la promozione dell’indistinzione dei ruoli e dei cambiamenti di luogo, far passare le voglie personali avanti al rispetto dell’organigramma del gruppo”, ha lo scopo di “ridurre   quel gruppo a individui giustapposti, incapaci di comunicare e di cooperare” – all’essenziale compito politico di rovesciare i Signori del Caos.  “Facilitare l’espressione dell’individualismo fallico è parte della strategia della disorganizzazione. A livello comportamentale, si traduce in una cultura dello spontaneo, dell’impulsivo del viscerale, del flessibile e della ricerca del risultato immediato, con la conseguente incapacità di concentrazione, di pianificazione e di elaborazione di strategia di lungo termine”. Lo stesso vale anche per le grandi immigrazioni con le ONG che vanno a raccogliere a centinaia di migliaia i profughi che hanno pagato somme che in Africa bastano ad aprire un’attività utile? Ovvio, è la risposta: “Il mondialismo distrugge le frontiere nazionali” come le frontiere mentali, mentre “il consumismo regressivo cancella le frontiere dell’essere individuale”.  Naturalmente tutto ciò secondo le esigenze del capitalismo terminale, “dove i ricchi si possono arricchire ancora solo impoverendo i poveri e seminando il caos nel loro modo di vita – E per far meglio accettare il caos e la destabilizzazione   alle popolazioni, si è chiamato tutto ciò “progressismo”.  Il risultato è sotto gli occhi di tutti: oggi non c’è più differenza tra la Sinistra e le Spice Girls. Cohn-Bendit e Lady Gaga, même combat!”. Grazie a questa suggestione, anch’io povero italiota mi faccio domande: Boldrini e Bello Figo “No pago affitto” uniti nella lotta? Peggio. Esiste ancora una differenza tra Papa Francesco e le Spice  Girls? Entrambi icone pop di successo…. Vi lascio con questa domanda, ma non è   che una prima puntata sui metodi di “governare col caos”. […]

 

Maurizio Blondet

 

Commenti
NuovoCerca
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!
 
< Prec.   Pros. >