Quando le bestie si affratellano |
25 Maggio 2017
Trastulli e fisime di una società in declino. In un ipotetico (e auspicabile) libro di Storia del futuro, il capitoletto dedicato agli animalisti potrebbe intitolarsi così. E l’inizio del testo potrebbe essere il seguente.
“Nel secondo decennio degli anni Duemila, nell’Occidente schiavo dell’economia speculativa e istupidito dai media mainstream, si sviluppò una forte ondata ‘animalista’. Invece di preoccuparsi dei veri e gravissimi problemi determinati dal liberismo, con le sue enormi disuguaglianze e i suoi stili di vita artificiosi (o ‘virtuali’, come si diceva allora), i sostenitori di questa bizzarra e composita fazione si diedero un gran daffare per i cosiddetti ‘diritti degli animali’. Abbagliati dall’idea che gli animali e gli esseri umani fossero assimilabili, in quanto ‘esseri senzienti’, milioni e milioni di persone persero di vista la vera differenza tra gli uni e gli altri. Che non è nel sentire, ma nel pensare. Non nel mero provare delle sensazioni, ma nella capacità di divenire consapevoli”.
Ovviamente il capitoletto sarà più lungo – anche se poi non molto, poiché non ne vale la pena – ma il succo è questo. Miao-miao, o bau-bau, o sfrill-sfrill, a tutti.
Federico Zamboni
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