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QE for people PDF Stampa E-mail

4 Luglio 2017

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Da Comedonchisciotte del 2-7-2017 (N.d.d.)

 

Innanzi tutto spieghiamo che cos’è il Quantitative Easing for People, campagna promossa da Positive Money che anche noi di Moneta Positiva stiamo portando avanti in Italia, è una manovra di politica economica che crea denaro per darlo direttamente all’economia reale e/o agli Stati, anziché a banche e mercati finanziari. La maggior parte degli esperti economici sostiene che ciò non è possibile perché l’articolo 123 del TFUE lo impedisce, perché dice che “Sono vietati la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da parte della Banca centrale europea o da parte delle banche centrali degli Stati membri (in appresso denominate «banche centrali nazionali»), a istituzioni, organi od organismi dell’Unione, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri, così come l’acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della Banca centrale europea o delle banche centrali nazionali“. In realtà l’attuale Quantitative Easing , che Mario Draghi sta autorizzando, è comunque un “acquisto di titoli di stato“, solo che non è vietato dall’art. 123 perché non è “diretto“, ma avviene “indirettamente” sul mercato secondario anziché su quello primario. Come a dire che io non ti sto prestando soldi, se compro il contratto di mutuo che hai stipulato con qualcun altro! Tra l’altro non è la BCE che ha poi effettivamente acquistato i titoli di stato italiani, ma la Banca d’Italia, che oggi ne detiene circa 400 mld di euro, facendo in fondo quello che faceva prima del famigerato divorzio del 1981 tra Ministero del Tesoro e Banca d’Italia, cioè la prestatrice di ultima istanza, solo che lo fa in modo “indiretto” acquistando i titoli di stato sui mercati secondari per non violare l’art.123 del TFUE. In sostanza la Banca d’Italia può acquistare il debito italiano con denaro creato dal nulla, sia attraverso il QE ma anche nell’ambito delle proprie attività di investimento ordinario; infatti oggi detiene circa 400 mld di euro di titoli di stato italiani. Questo significa che essendo la Banca d’Italia una istituzione di diritto pubblico che svolge le sue funzioni per conto dello Stato, girandogli la maggior parte dei suoi utili, questi 400 mld di euro non sono da considerare un vero e proprio debito pubblico. Infatti in un eventuale bilancio pubblico consolidato tra Stato e Banca d’Italia, questo debito verrebbe cancellato.

 

Quindi il Quantitative Easing è una manovra che in sostanza “presta” comunque soldi agli Stati, ma “indirettamente”, acquistando titoli di stato solo sui mercati secondari. Questo è il problema, i soldi creati dal nulla con il QE finiscono solo nel settore finanziario, cioè nelle mani di quel 1% della popolazione più ricca, nella speranza che prima o poi ne possano beneficiare a cascata anche il restante 99% della popolazione più povera. Ma non è così. […] L’esperienza ci dimostra che il settore finanziario, dopo aver ricevuto questa abbondante iniezione di liquidità, non distribuisce a cascata questo denaro al resto della popolazione, ma finisce per arricchirsi sempre di più a scapito di tutti gli altri. Se vogliamo risolvere il problema, il denaro creato con il Quantitative Easing o con altre modalità, deve essere utilizzato “for People”, cioè dato direttamente ai cittadini e/o agli Stati, per finanziare direttamente l’economia reale e lo sviluppo economico. Ma la BCE può fare il QE for People ?

 

Peter Praet, membro del Comitato esecutivo della BCE, ha così risposto alla domanda se la BCE potrebbe stampare assegni e inviarli alla gente: “Sì, tutte le banche centrali possono farlo. È possibile emettere moneta e distribuirla alle persone. Questo è “Helicopter Money”. L’Helicopter Money darebbe alla gente una parte del valore attuale netto del signoraggio futuro, il profitto che si realizza sulle future banconote.” […]  L’attività di emissione monetaria di banconote da parte della BCE produce un utile, chiamato signoraggio secondario, che viene in prima istanza distribuito dalla BCE alle Banche Centrali Nazionali, che poi lo girano agli Stati, che sono i titolari ultimi della sovranità monetaria. L’attività di emissione di monete metalliche, invece, produce un signoraggio primario che viene percepito direttamente dagli Stati che coniano queste monete, visto che sono di loro proprietà. Quindi visto che l’attività di emissione monetaria della BCE produce un reddito, di cui però sono titolari gli Stati e quindi i cittadini, la risposta alla domanda è sì, la BCE può fare il QE for People perché i titolari della sovranità monetaria sono lo Stato e quindi i cittadini. Infatti creare denaro e distribuirlo ai cittadini equivale ad anticipare la distribuzione di questo reddito futuro, cioè del signoraggio che verrà generato dalle future emissioni monetarie, come ha dichiarato Peter Praet. Questo perché, più in generale, solo lo Stato ha il potere ed il diritto di creare denaro dal nulla per “spenderlo” o “distribuirlo” direttamente nel sistema economico, senza prestarlo e senza interessi. La BCE può solo “prestare” il denaro che crea, e sempre per conto degli Stati che sono gli unici soggetti che hanno il potere di conferire ad un qualsiasi strumento il valore “a corso legale”. Oppure può distribuire agli Stati, attraverso le loro Banche Centrali Nazionali, il reddito che realizza con questa attività di emissione monetaria.

 

In definitiva le soluzioni per fare arrivare denaro all’economia reale, come ormai sostengono quasi tutti, vista l’inefficacia delle politiche di austerity, sono solo le seguenti: cancellazione del debito pubblico detenuto dalle Banche Centrali; utilizzare la sovranità monetaria degli Stati per creare denaro. Il debito pubblico degli Stati detenuto dalle Banche Centrali Nazionali non è in sostanza un vero e proprio debito, e la sua cancellazione è un fatto meramente contabile. Nei fatti può avvenire in diversi modi : come affermato dalla BCE nel documento n.169 dell’aprile 2016, dal titolo “Profit distribution and loss coverage rules for central banks“, nota n.7 a pagina 14, le Banche Centrali “sono protette contro l’insolvenza a causa della loro capacità di creare denaro e possono perciò operare con patrimonio netto negativo“; visto che nel bilancio consolidato degli Stati, questo debito può essere cancellato, non considerare questa parte nel calcolo del debito pubblico o del rapporto debito/PIL, ad esempio in Italia cancellando i 400 mld di euro di titoli detenuti da Banca d’Italia, il debito pubblico scenderebbe a circa 1.800 mld di euro ed il rapporto debito/PIL si avvicinerebbe al 100% e si potrebbe abbassare ulteriormente; lo Stato emette biglietti di stato di pari importo al debito da cancellare, che vanno a sostituire in modo definitivo i Titoli di Stato presenti nell’attivo del bilancio della Banca d’Italia. Tutte queste soluzioni hanno una caratteristica in comune, non modificano in alcun modo la situazione nell’economia reale in questo sono solo un fatto contabile. Sono solo un fatto contabile, a dimostrazione che il debito pubblico non è mai un problema per uno Stato, anche nell’Eurosistema, e che le politiche di austerity non sono assolutamente necessarie. È chiaro che per attuare queste soluzioni, serve la volontà politica di farlo, ma non è necessario modificare gli attuali Trattati Europei e/o uscire dall’euro. Abbiamo già dimostrato più volte che gli Stati sono ancora i titolari della sovranità monetaria, e la possono esercitare in vari modi: emissione di monete metalliche superiori a 2 euro, valide solo nell’ambito del territorio nazionale; emissione di biglietti di stato, che sono una fattispecie giuridica diversa dalle banconote, validi solo nell’ambito del territorio nazionale; emissione di moneta elettronica, secondo l’art.114 bis del Testo Unico Bancario, che assegna anche agli Stati la capacità di creare moneta elettronica; emissione di moneta fiscale, perché gli Stati hanno sempre la possibilità di creare strumenti utilizzabili per ridurre le tasse. Ovviamente il denaro dovrà essere utilizzato per creare sviluppo economico, piena occupazione e equa distribuzione della ricchezza, non certo per favorire le banche, le multinazionali, i settori finanziari, la corruzione e gli sperperi. È chiaro però che per attuare queste soluzioni serve un Governo capace oltre che onesto, che abbia la volontà politica di creare la giusta quantità di denaro per utilizzarlo nel modo migliore. Ma non è strettamente necessario modificare gli attuali Trattati Europei e/o uscire dall’euro.

 

L’Associazione Moneta Positiva queste cose le dice ormai da tempo, e sfidiamo chiunque a smentire le nostre affermazioni su come eliminare il debito pubblico o su come lo Stato possa utilizzare la propria sovranità monetaria per creare denaro direttamente per l’economia reale. Il tempo di dichiarare che lo Stato non può creare denaro, giustificandosi con la firma dei Trattati Europei e con l’euro, è finito. Decidiamoci, se siamo uno Stato, allora possiamo ancora creare denaro. Perché solo lo Stato ha il potere di creare strumenti monetari a corso legale, utilizzabili nella nostra economia nazionale. Il denaro in un sistema economico non può essere creato solo dalle banche private con i prestiti, come sta avvenendo oggi, perché altrimenti aumentano in modo esponenziale i debiti pubblico e privato, e si creano continuamente solo bolle immobiliari e speculative. Il valore ad una moneta non deriva dal sistema bancario che lo genera, ma dal patrimonio umano, storico, culturale ed ambientale che abbiamo creato e che siamo potenzialmente ancora in grado di generare. La nostra vera ricchezza sono le risorse umane ed ambientali che abbiamo, ma noi le stiamo sprecando per mancanza di soldi, l’unico strumento che può essere creato dal nulla senza difficoltà. Quindi un avvertimento a tutte le forze politiche: non ci venite ancora a raccontare che non ci sono i soldi e che bisogna fare ulteriori sacrifici. I soldi si possono creare e vengono anche oggi creati in grandi quantità, solo che finiscono in mano al 1% della popolazione più ricca, mentre al 99% viene chiesto sempre e solo di fare sacrifici. Alle prossime elezioni politiche, noi cittadini dovremo essere attenti alla corretta valutazione degli schieramenti e delle proposte, che saranno sostanzialmente caratterizzati da due diverse visioni della società e dell’economia: quelli che vogliono il denaro sia creato solo per il sistema bancario e finanziario, mentre noi cittadini dobbiamo proseguire con le politiche di austerity e la disoccupazione; quelli che vogliono il denaro sia creato solo per l’economia reale, per aumentare il benessere di tutti e non solo di pochi privilegiati, con politiche di sviluppo economico e di piena occupazione, ovviamente ecosostenibili. In pratica le forze politiche dovranno dichiarare in maniera esplicita se il denaro deve essere di proprietà delle banche, permettendo loro di crearlo a vantaggio di quel 1% di popolazione che si arricchisce sempre di più, o deve essere di proprietà dei cittadini, permettendo solo allo Stato di crearlo e di utilizzarlo a favore del 99% di popolazione sempre più povera. Noi riteniamo che lo Stato debba avere gli strumenti per raggiungere finalmente gli obiettivi individuati in modo chiaro dall’art.3 comma 3 del Trattato dell’Unione Europea: “L’Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell’Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi (ndr cioè inflazione vicina al 2%), su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico.” Più che cambiarli, i Trattati Europei, bisognerebbe applicarli alla lettera. Alle prossime elezioni non si faranno sconti a nessuno, prenderemo in considerazione la possibilità di votare solo per chi dichiara in modo chiaro ed esplicito che il denaro deve essere creato dallo Stato per conto dei cittadini. Perché la moneta è di proprietà dei cittadini e deve essere libera dal debito, quindi se proprio vogliamo proseguire a fare un “Quantitative Easing“, dovrete specificare che dovrà essere decisamente “for People“, e non solo per banche e mercati finanziari.

 

Fabio Conditi

 

Commenti
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fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Super Administrator) 03-07-2017 23:06

Articolo utile, purché si prendano le distanze dal taglio generale improntato a un fiducioso riformismo e al rispetto dei trattati europei. La questione monetaria è importante ma è solo un aspetto della profonda decadenza in cui ci troviamo.
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