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Equizi: "Vicenza nuova Val di Susa" PDF Stampa E-mail

15 dicembre 2007

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Franca Equizi, consigliere comunale vicentina aderente a Movimento Zero e capolista alle ultime elezioni provinciali di Vicenza con la lista civica Riscossa Democratica, esponente del Presidio Permanente No Dal Molin, è una tipa tosta. L’hanno espulsa dalla Lega Nord dopo anni in cui ha dato filo da torcere alle lobby interne (ed esterne) che ammorbano il Carroccio, e oggi combatte solitaria contro Destra e Sinistra in una Vicenza che si avvia a essere la città più americanizzata d’Europa.
Che significato ha per lei e per Movimento Zero la manifestazione di oggi, 15 dicembre?
Vogliamo dimostrare che i vicentini non si piegano alle decisioni romane: la devono smettere, i politicanti di destra-sinistra, di considerarci sudditi. Come cittadini sovrani  vogliamo essere padroni a casa nostra: dobbiamo essere noi vicentini a decidere il futuro della nostra città. Non vogliamo diventare i nuovi indiani, ma lasciare ai nostri figli un futuro sereno. Speriamo che i vicentini, come già avvenuto in febbraio, partecipino in massa per dimostrare che non siamo i soliti polentoni disposti a subire tutto. La manifestazione, per noi, significa anzitutto questo: Vicenza ai vicentini. Non agli Americani, non a Berlusconi, non a Prodi, non agli interessi economici.
Lei è un’attivista del Presidio No Dal Molin. Ci spiega qual è oggi la situazione interna al movimento vicentino contrario alla base?
Sottolineo che fra chi frequenta il Presidio ha votato o proviene dai più svariati partiti dell'arco costituzionale. Attualmente gli attivisti del Presidio Permanente sono consapevoli del tradimento di  tutti i partiti e contestano indistintamente destra e sinistra, mentre i componenti del Coordinamento dei Comitati, strumentalizzati da (quando non organici a) partiti e sindacati, pensano sia ancora possibile mediare. Secondo me è giunto il momento di chiedere ai 170 parlamentari che, probabilmente per l’imminente campagna elettorale, si sono schierati con il No Dal Molin, che chiedano a Prodi di tornare sulla sua decisione. Anche causando la caduta del governo. Questa sarebbe coerenza, anche se non credo lo faranno: tengono troppo alla ricandidatura, fanno la faccia feroce ma poi scodinzolano dietro i loro padroni, i partiti. I signori parlamentari, finora, hanno prodotto solo chiacchiere.
Quali sono le responsabilità del governo Prodi e prima del governo Berlusconi nella costruzione della base americana?
Entrambi sono servi degli Americani, perché l’Italia è serva degli Usa. Hanno deciso senza sentire la comunità locale trattandoci come sudditi, e lo stesso dicasi dell'amministrazione comunale di centrodestra. E’ la dimostrazione che non esiste differenza fra destra e sinistra, che si sono pateticamente rimpallate le responsabilità proprio per nascondere questo fatto ormai acclarato: che sono uguali nel truffare la gente con la scusa degli opposti schieramenti. Dico di più: se le ultime elezioni fossero state vinte da Berlusconi e oggi ci fosse lui al governo, la sinistra unita avrebbe manifestato un giorno sì e un giorno pure facendo una facile opposizione, e il governo avrebbe, probabilmente, avrebbe annullato la decisione presa.
Qual è la prospettiva nel breve-medio periodo per il movimento? E’concretamente possibile impedire l'insediamento Usa? E come?
Credo sia ancora possibile bloccare i lavori: basterebbe che i 170 parlamentari obbligassero Prodi a modificare la decisione presa anche a rischio di chiudere anticipatamente la legislatura. In ogni caso noi cercheremo in tutti i modi di impedire questo scempio per la nostra città (patrimonio dell'Unesco): la Val di Susa insegna. L'attuale classe politica con la sua scellerata decisione ha scosso i vicentini: ma si erano viste tante persone di ogni età, ceto sociale e credo politico scendere in piazza, impegnarsi in prima persona e contestare per un ideale comune, creando una comunità di lotta. Attenzione politici inciuciati: la misura è colma.

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