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La vita è meravigliosa PDF Stampa E-mail

27 dicembre 2007

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Tutti abbiamo il nostro "film di Natale". Parlo di quei film che rimangono nel cuore per qualche ragione: perché hanno toccato una corda particolarmente sensibile dentro di noi, o perché hanno sognato il nostro stesso sogno. Il mio film di Natale è sempre stato La vita è meravigliosa (USA, 1946) di Frank Capra (1897-1991).
In una cittadina americana di provincia vive George Bailey, un giovanotto la cui famiglia gestisce un’impresa di costruzioni e di prestiti per la casa. George è un "buono", e come tutti i buoni, ci rimette. In ogni sua azione, sia a livello personale che commerciale e professionale, egli antepone sempre i valori del rispetto umano, dell’onestà e della correttezza a quelli del guadagno e del profitto. George deve vedersela col cattivissimo Mr.Potter, un vecchio ricchissimo, arcigno, avido e senza cuore (vi stanno venendo in mente Il canto di Natale di C. Dickens e quel gran cattivo senza cuore di Scrooge, vero?!), affarista senza scrupoli, per il quale ogni mezzo è lecito per far soldi, ma soprattutto per sopraffare George. Ciò nonostante George, sempre arrancando e sacrificandosi anche personalmente, ce la fa: riesce a costruire le sue case per la gente semplice e povera, e a sposare la donna dei suoi sogni e a metter su famiglia.
Ma una sera, la catastrofe: inavvertitamente perde una grossa somma che deve restituire proprio a Mr.Potter. Senza quei soldi, la sua società fallirà, Potter vincerà, tutto il suo lavoro non sarà servito a niente. George è disperato, non riesce a darsi ragione di questa beffa del destino. Improvvisamente, gli sforzi di tutta una vita gli sembrano un fallimento, lui stesso si sente inutile, e, proprio la sera della Vigilia, scappa di casa e decide di suicidarsi, convinto che tanto, anche se lui non fosse esistito, il mondo non sarebbe certo stato migliore.
Ma in quel punto un angelo scende dal cielo – siamo a Natale, no?! – ed opera un miracolo: ferma George appena in tempo e gli concede una grazia: poter vedere come davvero il mondo sarebbe stato se lui non avesse vissuto la sua vita. E’ un incubo, quello che egli si trova a vivere. Mr. Potter ha vinto. La città è tutta sua, al punto che ora si chiama Potterville, ma soprattutto ha la sua impronta: dove la famiglia di George aveva seminato onestà ora c’è vizio, dove aveva insegnato rispetto ora c’è violenza e irrisione, dove aveva cercato di creare benessere è fiorita la miseria.
Ora George è davvero disperato, e con un gesto l’angelo lo riporta alla realtà, a quel ponte dal quale stava per gettarsi: degli amici lo stanno cercando disperatamente, per dirgli che proprio gli amici, proprio quella fittissima rete di affetti che egli quasi senza accorgersene ha costruito durante tutta la sua vita, l’hanno aiutato a ritrovare quella somma e a pagare il debito: la sua vita dunque, i suoi valori, non sono stati inutili.
Da molti teneramente amato, questo film è stato anche ferocemente criticato, accusandolo di essere una specie di fiaba della buonanotte del capitalismo, e/o un’edizione per l’infanzia del sogno americano. Ma è possibile sicuramente un’altra interpretazione. Il capolavoro di Capra è la dimostrazione di qualcosa che non avremmo mai creduto possibile, e cioè che anche il capitalismo può peggiorare.
Riguardatelo con attenzione, e vi accorgerete che il film propone due modelli etici e sociali perfettamente contrapposti. Da un lato il capitalismo di rapina e di conquista, per cui tutto è lecito per conquistare il potere e la forza, e che pratica una morale tanto semplice quanto – sembra una contraddizione ma non lo è – amorale: chi vince è buono, chi perde è cattivo (Mr.Potter). Dall’altro lato ci sono i valori incarnati dalla famiglia Bailey e dalla comunità che le gravita attorno: onestà, fedeltà alla parola, valore del legame personale, prevalenza degli interessi della piccola comunità contro quelli del profitto e dell’arricchimento ad ogni costo, valore del sacrificio del singolo per il benessere comune (George Bailey). Con tutta evidenza quello proposto come positivo e vincente è il secondo.
Dunque così, pochi mesi dopo la fine della guerra, il capitalismo americano voleva proporre se stesso. Un'illusione, magari strumentale? Ve lo concedo, ma intanto quell’illusione esisteva, quella proposta di un capitalismo "buono" contro uno "cattivo" era pur lanciata. Sono passati più di cinquant’anni, in America ma soprattutto a casa nostra. Guardiamoci intorno. Chi ha vinto, qui da noi? Mr.Potter o George Bailey? Quali sono, qui e oggi, i valori proposti come vincenti? Onestà? E’ per i fessi, e addirittura il nostro Mr.Potter ha detto che non pagare le tasse è sacrosanto. Fedeltà alla parola data? Bisognerebbe dirlo al dott. Saccà, funzionario di un ente di Stato, o al generale Speciale, anche lui legato da giuramento alle istituzioni, che di quella fedeltà hanno fatto entrambi strame e sgabello per i propri interessi personali. Una "giusta ricchezza" contro un arricchimento smodato e senza regole? Come i vari furbetti che ci sono sfilati davanti agli occhi in questi ultimi anni, non più finanzieri, non più capitalisti d’assalto, ma pescecani, razziatori ciechi di ogni centesimo possibile. La comunità? E’ stata distrutta, scientificamente e volutamente: dal precariato, dalla disoccupazione, dai centri commerciali. Morale? Famiglia? Oggi le ragazzine vanno a scuola di puttaneria per fare le veline da grandi, e le famiglie si smutandano da Maria de Filippi. Potremmo continuare a volontà.
Dunque quel che secondo noi questo film insegna sembra vero: pare impossibile, ma il capitalismo può perfino peggiorare, per lo meno nei suoi miti e nei suoi modelli: veri o falsi che siano, questo è un altro discorso. E’ triste, ma è così. Buon Natale, George Bailey!

Giuliano Corà

Commenti
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luca s (Registered) 28-12-2007 13:10

sì, da noi ha stravinto una versione ancora più scaltra e furba di mr. bailey. in cinismo, egoismo e furberie stacchiamo i cugini americani, con buona pace di chi continua a credere che gli usa siano, anche nel sociale, la massima espressione del tracollo della società occidentale.
luca s (Registered) 28-12-2007 13:12

correzione: non mr. bailey ma mr. potter
vittoriodigiacinto@gmail.com
Di Giacinto (Registered) 28-12-2007 16:29

La vita è bella non di benigni, in questi giorni di festa, sono venuti a trovarmi degli amici tra cui uno carissimo, che però assiste a questi programmi televisi da rifiuto solido, come dice Blondet nell'articolo di cui sotto, be devo dire che al mio amico pur essendo uno fra i piu inculati della casta questo articolo ha dato fastidio, a me no, secondo voi come andiamo avanti premetto che questo mio amico io lo chiamo bin laden è un ribelle forse gli è rimasta solo la tv.
Poi ho visto una scritta che dice "nella prossima vita voglio essere un gatto, dormire 20 ore al giorno e aspettare che ti diano da mangiare,starsene seduti a leccarsi il culo, gli umani sono dei poveretti rabbiosi e fissati".

I re dei rom sono italiani
Maurizio Blondet
03/11/2007
Stavolta faccio un appello ai lettori: scrivano lettere a Vespa, a Costanzo, alla sua terribile moglie De Filippi.
Scrivano a Petruccioli, all'indecorosa animatrice dell'Isola dei Famosi; scrivano ai direttori di rotocalchi immondi come «Chi» - scrivano a tutti quelli di questo tipo che vengano loro in mente - per minacciarli.
Li seppelliscano di minacce e di avvertimenti.
Li minaccino di embargo, ritorsioni, di querele e denunce per apologia di reato, vilipendio della nazione o altro crimine si possa escogitare, se%u2026 se osano presentare in uno dei loro spettacoli da rifiuto solido il rom Marco Ahmetovic.
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