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L'ipocrisia dei porporati PDF Stampa E-mail

17 Giugno 2018

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In meno di quindici giorni il Governo Conte e i suoi ministri sono stati impegnati e messi alla prova sullo scenario internazionale, soprattutto legato alla vicenda dei migranti presenti sulla nave Aquarius, alla quale è stato impedito l’attracco (ma non l’assistenza!) per via della chiusura dei porti italiani. Questa scelta muscolare del neo-ministro dell’Interno Salvini, sostenuto dai colleghi ministri e dal Premier Conte, ha portato a dichiarazioni a dir poco sconcertanti del Presidente francese Macron, perfetto degno erede della tradizione arrogante e prepotente dei capi di governo francesi, falsi e bugiardi come solo il motto “liberté-egalité-fraternité” potrebbe essere. Perfetto erede di coloro che prima di lui nella storia della grandeur francese avviarono una politica coloniale nei Paesi del Terzo Mondo tra le più brutali, in Africa come in Asia, e quando l’azione di de-colonizzazione avanzò, lasciarono strascichi e macerie in quelle società. Colpevoli di orrori e nefandezze in Indocina, colpevoli di nefandezze in Algeria, colpevoli di nefandezze in Ruanda. E, arrivando agli ultimi anni, la sciagurata e non dichiarata guerra alla Libia, e gli affari fatti con il regime dei militari del Myanmar. Ce ne è già a sufficienza, ma occorre aggiungere la riprovevole vicenda dei respingimenti a Bardonecchia e Ventimiglia di migranti con invasione del suolo italiano a opera della gendarmeria francese, senza che l’Italia del fu “er moviola” battesse un colpo! Ma stavolta non è stato così! Fortunatamente si inizia a cercare di non prendere più schiaffi in faccia e si mostrano i muscoli, ma soprattutto si disvela l’ipocrisia dei Paesi componenti la UE, su tutti la Francia. La quale forse pensava di poter godere del solito asse con la Germania, invece stavolta l’arroganza francese è rimasta isolata, avendo la cancelliera Merkel solidarizzato con l’Italia, e la sbruffonaggine del toy-president francese oscilla tra il ridicolo e l’imbarazzato.

 

Sul fronte interno, a parte i perdenti-di-successo impersonati da taluni esponenti di sinistra, su tutti Graziano del Rio, e qualche intellettuale da salotto avvezzo alla solidarietà più con le parole che con i fatti, e più con i soldi degli altri che con i propri, la critica maggiore è venuta da un esponente della Chiesa Vaticana, Monsignor Ravasi, che ha twittato un passo del Vangelo secondo Matteo. Siamo alle solite, ossia l’invadenza e lo sconfinamento di competenze di esponenti di questo Stato straniero di mezzo chilometro quadrato di territorio definito Città del Vaticano, sede del potere temporale della Chiesa Cattolica. Intervento che fa il paio con quello del presidente della CEI, cardinale Gualtiero Bassetti, che pochi giorni fa, all’indomani del nuovo governo Conte, dichiarò che avrebbero vigilato sull’operato dello stesso! Ma chi sono costoro?! Ma come si permettono?! Come è possibile che lo Stato italiano sia sempre meta di scorribande di governi stranieri, in particolare di questo minuscolo stato?! Non esiste nessun Paese al mondo sottoposto a tutele di qualsivoglia entità religiosa come l’Italia, laddove i nostri esponenti politici devono negoziare i loro provvedimenti preventivamente con lor signori in tonaca prima di procedere con decreti o leggi. Ma perché mai questi porporati romani, anziché vigilare sul governo italiano, non vigilano su quanto accade tra le loro quattro mura? Vivono in mezzo chilometro quadrato di territorio, ma è tra i più delinquenziali del mondo, tra prostituzione, pedofilia, riciclaggio di denaro con il quale si alimenta la criminalità nello spaccio di droga e commercio di armi, senza dimenticare la vergognosa vicenda di Emanuela Orlandi, una ragazzina scomparsa nel 1983 e della quale non si hanno più notizie, soprattutto perché in tale Stato si vuole evitare di rivelare quanto si sa alla famiglia che da oltre trent’anni si batte per la verità. A questa vicenda è inoltre legata la sepoltura di Enrico De Pedis, un componente della banda della Magliana, nella Chiesa di Sant’Apollinare e, seppur da fonti non confermate, rimosso soltanto a seguito di un accordo con la magistratura italiana che avrebbe dovuto sollevare dall’imbarazzo il Vaticano, chiedendone l’estumulazione, in cambio del dossier su Emanuela Orlandi. Inutile aggiungere che l’Italia fece la sua parte, il Vaticano no! Con questa mia filippica non intendo attaccare la Religione Cristiana, bensì il potere temporale, politico ed economico che si annida nel Vaticano, con i suoi eminentissimi porporati che rappresentano i veri mercanti del tempio contro i quali Gesù Cristo inveì due millenni fa.

 

La vicenda dei migranti si inserisce in un clima di ipocrisia tutta italiana, nella quale la presenza del Vaticano ha un peso consistente, un approccio di peloso solidarismo di facciata ha portato l’Italia ad essere il campo profughi del Mediterraneo, infatti dal crollo dell’URSS e dei Paesi europei oltre cortina, si sono avuti flussi migratori continui, dapprima dall’Albania, successivamente dai Paesi ex-Jugoslavia, ora dall’Africa nera e dal Maghreb. È dal 1991 che l’Italia accoglie migranti! Ma in questi quasi trent’anni di sbarchi l’Italia è cambiata molto, le famiglie sotto la soglia di povertà sono esplose, si parla di quasi cinque milioni, il debito pubblico ammontante al 120% del PIL (in lire) è ora al 135% (in euro), la disoccupazione giovanile è a livelli drammatici, il potere di acquisto è stato gravemente eroso, la tassazione locale e quella nazionale sono una tagliola per le tasche delle famiglie, il lavoro è sempre più precarizzato, tanto che da diversi anni circa centomila italiani, diplomati e laureati, se ne vanno all’estero in cerca di lavoro, dignità e speranza nel futuro. Premetto che capisco e ammiro chi, vivendo in un luogo senza possibilità, cerca fortuna altrove, tuttavia non riesco a realizzare qual è la strategia che i governanti di questo Paese hanno adottato sino ad ora: accogliere centocinquantamila migranti all’anno ed esportare centomila propri giovani verso il resto dei Paesi d’Europa, su tutti la Germania. Importiamo gente disperata, senza arte né parte, che non conosce neppure la nostra lingua, per esportare la nostra meglio gioventù, specializzata, con scolarizzazione medio-alta, pronta a lanciarsi con entusiasmo e grinta nel mondo del lavoro e a mettersi in gioco nel mondo degli adulti…qualcosa non torna! I porporati del Vaticano, con la loro ipocrisia dell’accoglienza, hanno contribuito pesantemente all’impoverimento del nostro Paese; invece di darsi un tono con ammonimenti da Santa Inquisizione, diano uno sguardo un po’ più attento e meno ipocrita alle fatiche e alle sofferenze delle famiglie (cristiane) italiane, alla luce del fatto che le chiese continuano a svuotarsi di fedeli, che i matrimoni religiosi sono sempre meno, che l’istituto della famiglia si sta sbriciolando e che anche le conversioni sono in netto calo. La scorsa estate un prete assurse all’onore delle cronache perché accompagnò in piscina dei migranti…alla luce di quanto poc’anzi scritto, forse sarebbe meglio che i preti tornassero a fare i preti, dall’abbigliamento, che prevede l’abito talare o la croce bene in vista, sino al fatto che al centro della loro missione ci deve essere sempre la parola di Cristo, non confondendo il proprio ruolo con quello dell’assistente sociale! Ma ho poche speranze in merito perché, come scrisse Maurizio Blondet nel suo bellissimo libro “Selvaggi con Telefonino”, l’Italia è il Paese dei preti ignoranti.

 

Roberto Locatelli

 

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