Un mare di ipocrisia |
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17 Settembre 2018
Se si contestano gli "argomenti" (sic) di Rula Jebreal si è misogini, se si infligge una sanzione disciplinare a Serena Williams si è sessisti, se si criticano emerite pagliacciate come i gay pride si è omofobi, se si attacca la politica israeliana si è antisemiti, se si rivendica la sovranità nazionale si è fascisti e se si invoca il rispetto delle leggi in materia di immigrazione si è razzisti. In compenso, si è tenuti a violentare la lingua italiana per femminilizzare i sostantivi, definire i ciechi "non vedenti" e i disabili "diversamente abili", chiamare lo spazzino "operatore ecologico" e sostenere senza sosta quelle "buone intenzioni" di cui, come è noto, sono lastricate le vie dell'inferno. Contrariamente a quanto si ritiene comunemente, il politicamente corretto non attiene alla forma ma alla sostanza. Stiamo affogando in un merdoso mare di ipocrisia
Giacomo Gabellini
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