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Brave New World PDF Stampa E-mail

5 Ottobre 2018

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Da Comedonchisciotte del 2-10-2018 (N.d.d.)

 

Proprio sessanta anni fa, Aldous Huxley pubblicò Brave New World Revisited, che concludeva dicendo che il mondo reale si stava muovendo veramente verso quel futuro, che aveva previsto nel suo (primo) classico romanzo distopico, molto più rapidamente di quanto avesse potuto immaginare. Brave New World, pubblicato quasi tre decenni prima, ipotizzava un futuro dove il controllo sociale era stato perfezionato con un mix di ottusità culturali, di ingegneria genetica e con un uso abnorme di seducenti droghe e di sesso sfrenato. A differenza di altri classici della narrativa distopica (1984 di George Orwell), Brave New World si rivelò profetico nella descrizione di un mondo in cui l’acquiescenza all’autorità sarebbe stata acquisita per mezzo di un consumismo insensato, senza dover essere imposto a forza di bastonate. Come l’autore ha scritto in Revisited: “È chiaro ormai che infliggere delle punizioni per raggiungere il controllo su comportamenti indesiderati, a lungo termine è meno efficace che raggiungerlo rafforzando solo i comportamenti desiderabili, offrendo dei premi. Un governo che si manifesta incutendo terrore funziona complessivamente meno bene di un governo che agisce per mezzo della manipolazione non violenta dell’ambiente, dei pensieri e dei sentimenti dei singoli uomini, delle donne e dei bambini “. […] Il primo elemento di controllo di cui si parlava su Brave New World era la manipolazione prenatale, cioè la “pratica sistematica dell’eugenetica e della disgenetica”. Tutti i bambini nascevano in provetta, riprodotti con sperma e ovuli “biologicamente superiori” abbinati per produrre dei Beta, degli Alfa e degli Alfa Plus che, poi da adulti sarebbero stati destinati ad ereditare il controllo politico ed economico: i futuri cervelli e i futuri leader del Brave New World. Ad un certo punto, qualcuno fa al Resident World Controller dell’Europa occidentale la domanda più ovvia: Perché non nascono tutti Alfa Plus?  “Perché non vogliamo che ci taglino la gola”.  Per questo motivo, viene trattato con un processo Bokanovsky, altro sperma e altri ovuli “biologicamente inferiori” che deliberatamente usa alcol e altre proteine velenose che ritardano lo sviluppo e per far nascere operai “epsilon” da impiegare per lavori umili e monotoni.

 

Huxley ha dichiarato: “Le creature finalmente decantate erano diventate quasi esseri subumani; ma erano in grado di eseguire lavori non qualificati e, se opportunamente condizionate, venivano autorizzate all’accesso libero e frequente al sesso opposto, costantemente distratte, però, da un trattamento giornaliero che tendeva a rafforzare i loro buoni modelli di comportamento da animali da soma, che servivano a non creare guai ai loro superiori.” Dopotutto, il Controller aggiunge, gli Alfa Plus impazzirebbero se dovessero fare il lavoro degli epsilon. Nel suo studio del 1958, Huxley sembrava che tornasse sulle sue previsioni a riguardo della manipolazione genetica, e scriveva: “Forse bambini in provetta e controllo centralizzato della riproduzione non sono cose impossibili; ma è chiaro che per molto tempo resteremo in balia di una specie vivipara che si riproduce a caso. Per fini pratici, la standardizzazione genetica potrebbe essere cancellata.” Solo 20 anni dopo nacque Louise Joy Brown, la prima ”bambina in provetta” del mondo. Certo, questo fu un evento ancora lontano dall’abolizione completa dell’utero e dalla selezione controllata che aveva raccontato nel suo romanzo; ma il costante aumento degli screening-prenatali che avvengono oggi – che spingono verso una potenziale eliminazione di rischi come la sindrome di Down – sta portando ad un livello di selezione genetica che persino Huxley forse era stato troppo pronto ad escludere.

 

Un secondo metodo di controllo sociale era per mezzo dell’uso onnipresente delle droghe; vale a dire con Soma, una panacea che dà beatitudine, visioni o sonno a seconda del dosaggio, e tutto senza “nessun costo fisiologico o mentale”.  […] Parafrasando Marx, Huxley notò che nel Brave New World, l’Oppio era- o quanto meno il Soma – la religione dei popoli, perché “come la religione, la droga aveva il potere di consolare e appagare, richiamava alla mente visioni di un mondo migliore, offriva speranza, rafforzava la fede e la carità”. […] Nel mondo reale, sarebbe troppo allettante e da non escludere la prospettiva di drogare le persone che ci sono soggette – dopotutto, dice Huxley – “un governante potrebbe evitare disordini politici, alterando la chimica del cervello dei propri sudditi, in modo che siano contenti delle loro condizioni servili. Basterebbero dei tranquillanti per calmare gli eccitati, degli stimolanti per suscitare entusiasmo negli indifferenti e degli allucinogeni per distrarre l’attenzione degli infelici dalle loro miserie “. L’unica domanda sarebbe: come potrebbe fare un sovrano a far mandare giù questa cosa ai suoi sudditi? “Con tutta probabilità, semplicemente facendo mettere in vendita le pillole.”  Poi sicuramente comincerà con l’automedicazione di massa.

 

Andando avanti veloce fino ad oggi, è chiaro quanto le parole di Huxley fossero preveggenti. Droghe legali come il Ritalin vengono regolarmente prescritte agli scolari per mantenere l’ordine in classe e per sopprimere il loro naturale desiderio di correre; mentre l’assunzione di Prozac lenisce l’impatto emotivo di un deprimente e scoraggiante malessere sociale. Intanto, malgrado il divieto generalizzato (anzi per effetto del divieto), le droghe illegali di ogni tipo ora sono più o meno disponibili. Anche il presunto aver chiuso un occhio della CIA sull’epidemia di crack – sembra per finanziare illegalmente la guerra contro i Contra del Nicaragua, ma anche per distruggere coesione sociale e solidarietà politica tra la classe operaia nera – è stata ben documentata. Nel frattempo, altri sottoprodotti del proibizionismo hanno fatto aumentare esponenzialmente i profitti che foraggiano il sistema bancario globale, alimentano le anime umane nel complesso dell’industria carceraria e danno maggior potere a bande brutali che spesso vengono impiegate per manipolare la politica estera imperiale: tutto solo a vantaggio degli interessi della classe dirigente. Però Huxley non aveva previsto esattamente in che modo il proibizionismo avrebbe potuto creare la disponibilità a cui aveva pensato ma senza immaginare le tante ulteriori conseguenze; ma in termini di ubiquità dell’automedicazione, era stato profetico. […]

 

The Brave New World è il libro in cui il pensiero e la lettura non contano e la ricerca del significato (della vita) viene spostata su una sfilata infinita di sesso sfrenato. La monogamia è vista come “nemico della civiltà” mentre “la promiscuità è regola”, i suoi cittadini si ricordano a vicenda che “il romanticismo è degenerato”. Emozione, intelligenza, famiglia: tutto è considerato un limite, un freno per l’individualità ed anche la stessa parola “madre” è considerata oscena. […] Ma spesso, dimentico della memoria popolare del libro, il Brave New World non raggiunge tutto il globo. Parallelamente alla zona di consenso, esiste una zona di coercizione. Fuori dalle terre dell’edonismo implacabilmente vacuo, esistono “riserve” private in cui i poveri e gli indigeni sono rinchiusi dentro recinzioni elettriche. In quei posti non ci sono veri e propri condizionamenti, ci sono i matrimoni e le famiglie, si dà vita a “superstizioni mostruose” come il cristianesimo o il culto degli antenati […]

 

Comunque c’è stato un aspetto importante del mondo moderno, che Huxley non aveva messo a fuoco. Nel Brave New World- neofeudale, se qualcuno è nato con ruolo assegnato deve accettarlo incondizionatamente. “Il segreto della felicità sta nell’apprezzare quello che si deve fare”. Però nel nostro mondo non vincono le comodità fatalistiche del feudalesimo, ma le bugie del neoliberismo. […] Il corollario “puoi diventare quello che vuoi” si deve leggere “tutto quello che sei è colpa tua”. Questo mito fondamentale del mondo moderno è riuscito, non a rendere tutti felici del proprio destino nella vita, ma a garantire che tutti si sentano in colpa per quello che sono; se fai ​​un lavoro pericoloso, senza sbocchi e sottopagato, deve essere perché TU sei troppo stupido, privo di talento o tanto indolente da non essere capace di meritare qualsiasi altra cosa. Questa produzione sistemica e la rappresentazione del disprezzo per se stessi – una caratteristica così integrante della vita contemporanea – non era una componente del Brave New World […]

 

A differenza di 1984, Brave New World aveva compreso che il mondo era diviso in una zona di consenso e una zona di coercizione, dove poteva esistere consenso da una parte solo perché la coercizione era stata esportata tutta dell’altra parte.  Ma oggi questa spaccatura va molto più in profondità, arriva fino in fondo all’anima nostra.

 

Dan Glazebrook  (tradotto da Bosque Primario)

 

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