Partiti senza idee |
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19 Novembre 2018
La notizia non è che Di Battista facesse l'animatore. Di per sé non c'è assolutamente niente di male. La notizia è che siamo in presenza dell'ennesimo aspirante "uomo di spettacolo": Renzi e Salvini che partecipavano a quiz televisivi; Calenda che da bambino faceva l'attore; Casalino pioniere del Grande Fratello e Di Battista animatore; e ci metterei pure Berlusconi imprenditore televisivo (insomma venditore di pubblicità), che da giovane suonava la chitarra sulle navi da crociera.
La "notizia" è l'insieme di queste notizie. La notizia ci dice che c'è un'intima e profonda legge che governa e promuove in Italia nell'ultimo decennio le ascese politiche di personaggi di spettacolo. L'epoca del governo degli aspiranti attori è compiuta. E la cosa grave è che questa legge non insospettisce né il popolo, diventato pubblico, né gli intellettuali, che ad altro non aspirano che alla notorietà, ossia ad essere attori o venditori (si auto-qualificano divulgatori) televisivi di idee e sono quindi in situazione di conflitto di interessi per studiare ed affrontare il tema.
Partiti contenitore, senza idee, che in ogni momento storico sostengono idee opposte a quelle sostenute dieci anni prima, nei quali sguazzano aspiranti attori per mestiere disposti a recitare la parte più utile, secondo i suggerimenti del marketing, in un dato momento storico, sono contestati o approvati in spettacoli televisivi da intellettuali che sono venditori televisivi di idee.
È un cancro che gli uomini di buona volontà devono spazzare via.
Stefano D’Andrea
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