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18 Dicembre 2018

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Da Comedonchisciotte del 12-12-2018 (N.d.d.)

 

Ho detto quali mezzi utilizza il potere per avvelenare e screditare il movimento dei “Gilet Jaunes”: disprezzo, menzogna, criminalizzazione, demonizzazione, attacco personale, riduzione al minimo, discredito, drammatizzazione. Possiamo aggiungerne un altro: il processo sulla sua immaturità politica- la svalutazione. Queste persone sono troppo stupide, troppo provinciali, troppo incolte, troppo illetterate, troppo incapaci, troppo “superficiali attaccabrighe”, sì è detto un po’ dovunque, sono privi di titoli di studio. Non si è detto “brutti sporchi e cattivi” ma c’è mancato poco. Dopo Maastricht (1992), questi sono gli stessi elementi di linguaggio sprezzante che sono serviti alle classi dominanti per screditare chiunque non si accodi all’Europa liberale, non perché sia “Europa” cosa che nessuno più rifiuta, ma perché è “liberale”, cosa che molti rifiutano. Sono gli stessi insulti che sono stati utilizzati per i Partigiani della Brexit che non ha mai avuto luogo perché per uscire dall’Europa di Maastricht ci vuole l’autorizzazione dell’Europa di Maastricht, e meditiamo questa bella lezione di democrazia! È così che funzionano le dittature: non se ne può uscire legalmente – cosa che i “Gilet Jaunes” hanno capito… […]

 

Il potere degli eletti non è altro che la risultante di un calcolo contorto con tagli elettorali effettuati dal Ministero dell’Interno e dall’Eliseo per giungere a una bipolarizzazione della società: non più tra la destra e la sinistra, ma tra i sostenitori di Maastricht liberali di destra e di sinistra e gli avversari di Maastricht di destra e di sinistra. Ai sostenitori liberali di destra e di sinistra sono riservati tutti i poteri, economici, mediatici, politici, sociali, universitari, giornalistici; agli oppositori di Maastricht di destra e di sinistra, i primi concedono il potere verbale dell’opposizione che ha come sola prospettiva di parlare indefinitamente a vuoto… Con i “Gilet Jaunes” sulla strada, tutta questa aristocrazia di Maastricht si trova a mal partito, criticata, minacciata. Certo, dispone di ogni potere, compreso quello di insultare, di disprezzare, di calunniare, di offendere la gente sulla quale si esercita il suo potere e non se ne astiene. Ma vede molto di malocchio questo insorgere di velleità di democrazia diretta.[…] Ordunque quando si va sul terreno, non contenti di non inquinarsi lo spirito, lo si illumina e si possono ricavare un certo numero di certezze suscettibili di essere comprovate. Per prova adduco questo Pamphlet raccolto in una strada di Parigi e mandatomi da un amico. Che dice così: Titolo: Le nostre 8 rivendicazioni

 

“Ritorneremo a casa quando queste misure saranno applicate. 1 – Vogliamo della democrazia diretta a tutti i livelli. Vogliamo un governo di unità nazionale con una guida eccezionale per evitare che i partiti politici, che sono squalificati, strumentalizzino la nostra disperazione e la nostra collera. 2 – Vogliamo un ribasso del 20% di tutte le tasse e le imposte che toccano la classe media, i lavoratori poveri e gli imprenditori. Ridurre quelle tasse significa accrescere i nostri salari. Vogliamo un’azione immediata per tassare ciò che vale la pena tassare: i GAFA (Google, Apple, Facebook, Amazon) e le transazioni finanziarie. 3 – Vogliamo che la Francia smetta di vivere al di sopra delle sue risorse e smetta di accogliere la miseria del mondo perché lei stessa è già nella miseria con i milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà. Vogliamo un’immigrazione selettiva, che non ci distrugga culturalmente, e chiediamo anche la revisione degli accordi di immigrazione dell’ONU. 4 – Vogliamo una localizzazione di tutte le decisioni a livello regionale, cittadino e municipale. Lo Stato e i suoi funzionari parigini non sono qualificati per decidere del futuro dei nostri municipi. 5 – Vogliamo l’uscita dalla politica agricola comunitaria (PAC) che corrompe i nostri agricoltori allocando i suoi aiuti soltanto ai produttivisti ed agli avvelenatori che spargono il cancro in Francia. Le nostre tasse non devono in alcun modo servire a finanziare Bayer -Monsanto. 6 – Vogliamo la creazione di barriere commerciali per impedire alla Germania di venderci dei prodotti fabbricati in Romania, con l’etichetta “Qualità Tedesca” e così distruggere i nostri posti di lavoro. 7 – Vogliamo il ritiro di tutti gli aiuti alla stampa per una vera separazione dei poteri mediatici e politici 8 – Vogliamo un’azione immediata per fermare l’integrazione Europea perché essa si costruisce soltanto sulla rovina della povera gente”.

 

Chi può dire che non vi sia dell’intelligenza pratica? È un vero programma politico, è anonimo, nessuna firma, nessuna di queste frasi assomiglia a una qualunque affermazione caratteristica dei giacobini. È privo dello sproloquio tecnocratico che si trova nella politica politicante. È semplice, chiaro, pulito, diretto […] Avrei potuto scriverlo io quel volantino del quale non rinnego nulla! È il foglio di marcia della democrazia diretta ed è su questo progetto positivo, concreto, dinamico, che bisogna adesso a lavorare. Scrivendo il mio elogio della democrazia proudhoniana qualche giorno fa, ho avuto paura di aver piazzato l’asticella un po’ troppo in alto. Grazie a questo pamphlet senza nome raccolto in strada, adesso sono convinto di no.

 

 Michel Onfray (Traduzione di GIAKKI49)

 

 

 

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