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Tre partiti simili PDF Stampa E-mail

13 Agosto 2019

 

Da Appelloalpopolo dell’11-8-2019 (N.d.d.)

 

Non esiste nessun ostacolo, logico, giuridico, politico, a far cadere questo governo e a farne un altro dopo pochi giorni, sempre giallo-verde ma con altro (più limitato) programma e altra composizione. Tutte e due le forze di governo sono legittimate a farlo cadere e a riproporne uno simile. L’errore mastodontico è stato il “contratto di governo”, un papiro contenente un programma di cinque anni e forse addirittura di dieci, stipulato come se in Italia avessimo il presidenzialismo, come se esistesse una norma che obbligasse a un governo di cinque anni e come se i due partiti fossero uno solo. La nostra forma di governo è parlamentare e il sistema elettorale è (quasi) proporzionale: i partiti in Parlamento fanno quello che cacchio gli pare. Per fortuna. Inoltre, siccome le differenze tra Lega, M5S e PD sono minime, ci sono almeno tre ipotesi di governo basate sulle coppie di questi partiti.

 

A Mattarella spetterebbe spiegare che i partiti non hanno nella realtà tutte queste differenze e che sicuramente ogni coppia è in grado di eseguire i comandi europei in politica economica – sono quelli e sono neo-liberali e austeritari, non si scappa: sotto questo punto di vista ogni esecutore è uguale all’altro: l’unico partito diverso è il partito della rottura (vera, non a chiacchiere), che non c’è – e di trovare un accordo su 3-4 provvedimenti significativi sui quali lavorare.

 

Il chiacchiericcio quotidiano e il teatrino della politica – insomma il marketing politico del PD, della Lega e del M5S – servono soltanto a ingannare i cittadini e a oscurare questa pura ovvia indiscutibile verità: i tre partiti ci tengono a far credere di essere molto diversi dagli altri ma in realtà sono tre partiti neoliberali, europeisti e federalisti; queste tre tendenze ideologiche consentono facili accordi sul 90% dei problemi. Può darsi persino che i partiti credano di essere davvero molto diversi ma evidentemente si sbagliano, essendo europeisti, neoliberali e federalisti.

 

Stefano D’Andrea

 

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