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Rossobruno non è una parolaccia PDF Stampa E-mail

25 Ottobre 2019

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Da Rassegna di Arianna del 23-10-2019 (N.d.d.)

 

Che significa "rossobruno"? Dipende, perché il termine viene usato in molti modi, ma quel che importa più che la definizione di "rossobruno" è il problema che questo termine solleva sotto il profilo politico-culturale, giacché non raramente "rossobruno" designa non chi è "nero" dentro ma "rosso" fuori, bensì chi non si riconosce né in una sinistra che è la guardia bianca del grande capitale e che usa l'antifascismo come una foglia di fico per coprire le proprie vergogne, né in una destra "nazional-populista" che ciancia di popolo ma che idolatra la società di mercato e che all'universalismo astratto della sinistra sa solo contrapporre una sorta di nazional-liberalismo così becero e anacronistico da non differenziarsi dall'antisocialismo e da una forte avversione nei confronti del Pubblico e dello Stato.

 

Insomma, se "rossobruno" denota chi si ispira a principi politico-economici tipici della tradizione socialista europea che ambisce ad incastonare il mercato in un complesso ventaglio di istituzioni politiche, sociali, giuridiche e culturali affinché sia al servizio dell'intera comunità, e a principi etico-politici tipici di una certa destra "conservatrice" europea che mirano a rafforzare il legame comunitario senza annullare il "valore esistenziale" del singolo, allora a mio avviso il termine , anche se discutibile, non denota nulla di negativo.

 

Fabio Falchi

 

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