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Il nemico è quello di sempre PDF Stampa E-mail

21 Novembre 2019

 

Da Appelloalpopolo del 18-11-2019 (N.d.d.)

 

Fino a qualche secolo fa era semplice individuare il nemico del popolo. Esso era il nobile di ogni villaggio, colui che viveva di rendita e che non era quindi costretto a lavorare. Colui che riscuoteva le tasse ma che non le pagava, colui che girava a cavallo per il villaggio e ti guardava dall’alto in basso, colui che spesso aveva anche funzione di giudice. Oggi non è così semplice individuare contro chi dobbiamo lottare. Alcuni ci fanno credere che il nemico sia l’immigrato, altri che il problema sia la delinquenza, il clima di insicurezza, la mafia… tutti fenomeni, a mio parere, minoritari. Altri ci distraggono con la fantomatica “corruzione” oppure ci dicono che il nemico è il politico con i suoi privilegi. Altri ancora dicono che non c’è un nemico ma semplicemente siamo noi (meridionali o più in generale italiani) ad essere inferiori; dunque il nemico siamo noi stessi.

 

Io dico che il nemico è ancora colui che campa di rendita, colui che gestisce immensi capitali e li investe ora qua e ora dall’altra parte del mondo. Non lo conosciamo perché non vive più vicino a noi, magari vive in qualche attico di Manhattan ma dobbiamo avere chiaro in mente che poche persone che movimentano enormi capitali ci tengono in scacco. Essi sono i capi delle grandi multinazionali che, per fare liberamente i loro affari, corrompono (o seducono) la politica affinché questa annulli gli Stati che sono le uniche entità di cui hanno paura. Essi temono gli Stati perché questi hanno gli strumenti per tassarli, per comprimere le rendite, per togliere ai loro capitali la libertà di movimento transnazionale. Li temono perché gli Stati possono fare politiche di piena occupazione e possono costringere i capitalisti ad aumentare gli stipendi con cui pagano i loro dipendenti. Li temono soprattutto perché gli Stati hanno persino il potere di prendere il posto del capitale nel fare gli investimenti, nel creare aziende che producano i beni e i servizi che oggi produce il privato e di cui il popolo ha bisogno. Ecco chi è il nostro nemico: il capitale transnazionale. Ed ecco chi può diventare nostro amico (mentre oggi è al servizio del capitale): lo Stato. Dobbiamo riconquistare lo Stato e le sue istituzioni per mettete a cuccia il capitale.

 

Bruno Zerbo

 

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