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Dopo gli anni Settanta PDF Stampa E-mail

8 Dicembre 2019

 

In Italia dopo gli anni Settanta si è andati incontro ad una rapida deideologizzazione del discorso politico che ci ha progressivamente disabituati a ragionare sulle grandi questioni e ha aperto la strada a un più miope buon senso e alla tranquillità dei buoni affari per chi ne aveva la possibilità. Ecco quindi che il più grande partito ideologico, il Partito Comunista Italiano che nel 1976 raggiunse la vetta del 34,3% dei consensi, iniziò proprio dopo quella data il suo inesorabile declino, incalzato anche dalle pessime condizioni del comunismo realizzato che sotto una pesante burocrazia umiliava le aspirazioni di molti uomini. Nel 1989 l'allora segretario del P.C.I. Achille Occhetto riuscì, attraverso l'avvio della svolta della Bolognina, e anticipando la caduta del P.C.U.S. a dar vita al Partito Democratico della Sinistra che rappresentò una vera e propria "mutazione genetica" del vecchio partito della sinistra; in cantina i valori collettivi e in grande spolvero i valori individuali, che trovavano sinergia con il nuovo scenario. La gioiosa macchina da guerra della sinistra trova quindi nei primi anni Novanta la strada sgombra verso il successo elettorale, dato che dopo tangentopoli democristiani e socialisti vanno verso il tramonto. Tuttavia in politica, come si suol dire, i vuoti vengono riempiti e lo spazio lasciato libero da democristiani e socialisti viene, in buona misura, colmato da Forza Italia, che sbarra la strada a Occhetto. Negli anni Novanta quindi i due partiti che dominano la scena politica, Pds e Forza Itala iniziano, "da sinistra" il primo e da "destra" il secondo, a convergere verso il centro; le ideologie vengono sepolte sotto continue promesse, in gran parte di benessere materiale che non sempre arriva. "La volontà di "centro" è il desiderio senile di tranquillità ad ogni costo, di insvizzerimento delle nazioni, di abdicazione storica, con cui ci si figura di essere sfuggiti ai colpi della storia", come ci ricorda Oswald Spengler. Ecco quindi l'allontanarsi della politica dalle radici dell'Italia e delle sue peculiarità e l'inseguimento del modello efficientista sia esso svizzero, nord europeo o anglosassone. Le principali tematiche da qui in avanti, se non si inverte la rotta, rischiano quindi di essere il suicidio assistito, il gender, l'eutanasia, l'educazione sessuale e non la libertà d'espressione, la natalità, la patria.

 

Riccardo Sampaolo

 

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