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Democrazia che si autoassolve PDF Stampa E-mail

6 Gennaio 2020

 

Da Rassegna di Arianna del 4-1-2020 (N.d.d.)

 

La democrazia è il sistema più democratico che si conosca. Quindi, la democrazia fa quel che vuole, si giustifica da sé, si assolve senza processo dai suoi reati, sottraendosi alla logica e alla legge dei suoi stessi tribunali, si contempla migliore o, per falsa modestia, perfettibile ma mai inferiore ad altre forme di governo. In democrazia si discute ma senza discutere la democrazia perché essa è il punto supremo della civiltà. Stupra, tortura, ammazza, fa strage, procura ingiustizie, eppure, essendo essa democrazia e non dittatura, compie crimini senza criminalità (i suoi sono sempre rimedi preventivi alla delinquenza altrui), guerre senza guerra (le chiamano interventi umanitari), genocidi senza genocidio (non ho mai sentito nessuno dare a Truman del macellaio nonostante le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki e la distruzione di una Germania già piegata), delitti senza delittuosità (trattasi al più di legittima difesa, come qualcuno ha avuto l’ardire di scrivere, per esempio, sul caso del Generale iraniano Soleimani, fatto fuori da Trump perché stava progettando “qualcosa” contro l’America), giudice senza giustizia, Bene senza bontà, umanitarismo senza umanità, liberalismo senza libertà. Di fronte a questo schifo la nostra ossequiosa stampa si asciuga la lacrimuccia facile per i peccati quotidiani della società (non bullizzare i bambini, non stalkerare le donne, non corrompere i funzionari, non mobbizzare i lavoratori, non maltrattare i vecchi, non femminicidiare, non omicidiare ecc.ecc.) e mostra il suo vero volto assetato di sangue, ridendo di gusto all’incenerimento di un presunto nemico, che non è nemico loro e nostro ma del padrone di cui sono servi. Questi farabutti meritano anche fine peggiore dell’incenerimento. Ecco un florilegio del loro buon cuore, del loro cattivo gusto. Bisogna ricordarsene quando ci faranno, domani, la morale sui valori o se un giorno, caduti in disgrazia, dovessero chiedere pietà.

 

Gianni Petrosillo

 

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