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Strategia del caos PDF Stampa E-mail

7 Gennaio 2020

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Da Rassegna di Arianna del 4-1-2020 (N.d.d.)

 

Chiunque conosca un po' la situazione del Vicino e Medio Oriente sa che l'Iran degli Ayatollah non ha mai fatto esplodere alcuna guerra nell'area. Anzi, laddove sono scoppiati conflitti voluti da altre potenze, ha fatto in modo di porvi rimedio. L'esempio più eclatante è quanto avvenuto in Siria dall'inizio del 2011, dove una sanguinosa guerra interna suscitata e finanziata da Stati Uniti, Francia, Turchia, Arabia Saudita e Israele ha dilaniano il Paese per quasi un decennio. E che, sia pure in fase terminale, continua sino a oggi. Oppure nel caso dell'Iraq, dove l'attacco militare sferrato dagli Stati Uniti nel 2003 ha talmente destabilizzato gli assetti interni da far passare, grazie alla stupidità o al dolo degli strateghi neocon che attorniavano Bush jr, il Paese sotto il controllo della componente sciita legata all'Iran. Quindi non si tratta di avere simpatia o meno per una potenza islamica come l'Iran, ma semplicemente di guardare in faccia la realtà. Che nel caso siriano, per esempio, ha visto Russia e Iran come maggiori protagonisti per bloccare l'offensiva jihadista e terroristica finanziata dalle potenze del Golfo insieme a Israele e America. Se fosse passata la linea "atlantica", infatti, ora ci troveremo sotto gli occhi un nuovo "Stato fallito" in mano a dei jihadisti pronti a tutto. Gente senza scrupoli che, tra l'altro, abbiamo visto fare sanguinosi attentati in vari Stati europei. È questa la strategia del caos che si voleva realizzare in Siria? Sembra proprio così, e se ciò non ha potuto realizzarsi è grazie all'intervento decisivo delle forze armate russe e alle milizie iraniane o ad esse legate. Tutte cose che un certo "sovranismo" conosce molto bene, ma che non può permettersi di riconoscere per un motivo semplicissimo: e questo motivo si chiama Israele. Nel senso che i Think Tank e i corifei del sovranismo de noantri sono oggi in buona parte composti da fanatici della politica israeliana, e dunque qualsiasi altra narrazione viene bollata come "filo-islamista" o "filo-comunista", e come tale automaticamente screditata. E questo perché fa comodo mettere ogni posizione critica nello stesso calderone legittimando così una sola versione possibile: quella d'Israele e delle sue trombette propagandistiche. Un'entità, lo Stato ebraico, che riesce a tenersi insieme preparando e scatenando guerre a destra e manca, e che dopo il clamoroso fallimento in Siria oggi cerca implacabilmente di suscitare un nuovo conflitto con il proprio nemico strategico rimasto nell'area, cioè l'Iran. Per questo sui media internazionali viene fatto passare come un volgare terrorista il generale Soleimani, che è stato il maggior stratega per bloccare le scorribande dei tagliagole wahhabiti in tutto lo scacchiere mediorientale. Sono anni e anni che Israele vuole la guerra contro l'Iran, ma sinora non c'è ancora riuscito. L'importante è battere e ribattere ossessivamente su questo tasto, poi magari prima o poi qualcosa verrà fuori...

 

Paolo Sensini

 

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