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Convivere col virus PDF Stampa E-mail

7 Aprile 2020

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Avremmo mai immaginato, sinceramente, una pandemia da coronavirus qualche mese fa? Per quanto l'opzione e la possibilità di una epidemia fosse contemplata da alcuni, il tutto pareva abbastanza remoto. Stessa cosa si potrebbe dire per Matteo Renzi: chi avrebbe immaginato, settimane fa, che fosse davvero l'unico politico con una visione da statista in questo navigare alla deriva, a vista? L'uomo può piacere o non piacere (personalmente non mi piace e si è lontani anni luce dalla sua Weltanschauung) ma poiché nei suoi ultimi interventi il nostro vuole essere giudicato o attaccato "per le idee", parliamo dunque delle sue idee. E l'onestà intellettuale deve farci ammettere che Renzi è il solo ad avere idee sensate, per nulla peregrine, a pensare a largo respiro e con lo sguardo in avanti, al cosiddetto "dopo": le sue affermazioni riguardo una lunga convivenza col coronavirus, riguardo una ripartenza in sicurezza del tessuto produttivo il prima possibile sono largamente condivisibili. I virologi non sono d'accordo? Sta bene, sta benissimo. Tuttavia i virologi sono i virologi e i politici sono i politici. E sino a prova contraria a comandare sono i politici, non i virologi. Così, tanto per dire. Convivenza: Covid-19 è una pandemia influenzale, e le pandemie influenzali vanno a ondate (la Spagnola durò dal 1918 al 1920) ed esistono solo due modi per neutralizzarle: o un vaccino efficace, per il quale i tempi sono lunghi, o una immunità di gregge che possa schermare tutti quanti, ma prima di giungere ad una immunità di gregge bisognerebbe che almeno il 70% se non oltre della popolazione ne fosse infettata, col conseguente aumento dei ricoveri (ogni 100 casi, 10 necessitano terapia intensiva) e il collasso del sistema sanitario. Allora, che si fa? Stiamo in casa un mese, due mesi, sei mesi, un anno, diciotto mesi, a fare cazzate musicali dai balconi, videoaperitivi di gruppo, lezioni di fitness online, condivisione di scemenze sui social e telefonate ai preti o volontari per farsi consegnare i pacchi di cibo, perché mica tutti hanno lo spirito di sdrammatizzare con ironia e molte dispense iniziano ad essere vuote? Stiamo a casa un mese, due mesi, sei mesi, quindici mesi a rimbambirci con programmi dedicati al Covid-19 24h24, tutti virologi come un tempo si era tutti commissari tecnici della Nazionale, tutti davanti al bollettino delle ore 18 dove Borrelli e Arcuri sono i Cadorna e il Duca d' Aosta 2.0 e pare di sentire il bilancio degli austro-ungarici catturati? Ci sarebbe da ridere se non fosse che dietro ogni numero vi era un essere umano, una tragedia personale e familiare, un addio lontano dai propri cari e senza funerale. Vogliamo continuare così, in un misto di tragedia collettiva che sta diventando un gigantesco reality show dove quindici giorni fa mentre a Bergamo si moriva e si piangeva in altri luoghi si cantava "Azzurro" dai balconi? Continuiamo, continuiamo… è il modo migliore per spezzarsi in caduta libera l'osso del collo.  Giorni fa scrissi che il risveglio sarebbe stato brusco, ora aggiungo che non sarà neppure brusco, perché cadremo spezzandoci il collo e moriremo economicamente, civilmente, socialmente senza neppur accorgercene da tanto il colpo sarà repentino.

 

Si legge da molte parti che Pertini fu il "presidente più amato dagli italiani", in molti ne esaltano la figura. Ebbene, sapete che disse il "presidente più amato " a fine novembre 1980, parlando di una altra tragedia, il terremoto d' Irpinia? "Il miglior modo per onorare la memoria dei morti è pensare ai vivi". Il miglior modo per onorare la memoria degli attuali 14.000 caduti (e si spera che il numero non si alzi ) per coronavirus è proprio quello di pensare ai vivi, di pianificare senza isterie e con le giuste precauzioni un periodo transitorio -ripetiamo: transitorio- in cui dovremo convivere col virus in attesa di un vaccino per la maggioranza della popolazione o se questo non dovesse accadere in attesa che si neutralizzi o se ne vada: nessuna influenza è durata per sempre. Convivere per un periodo transitorio significa prendere le dovute e giuste precauzioni (niente assembramenti, stadi, concerti, viaggi di massa, potenziamento della sanità e protezione del personale medico e paramedico, uscire con guanti e mascherine) senza per questo rinunciare a quel minimo di normalità che è necessario per continuare a vivere decentemente. E potenziando la sanità, noi eviteremo altri 14.000 morti: il miglior modo per onorare chi non vi è più. Ripeto per la terza volta il concetto chiave: transitorio. Bisognerebbe chiudere la bocca a tutti coloro che dicono: cambieranno le relazioni, non sarà nulla come prima. Cambierà la geostrategia del mondo, si augura pure il paradigma economico, si augura pure che Covid-19 sia la campana a morto della globalizzazione, ma smettiamola col dire che i rapporti con gli altri cambieranno. Vi furono pestilenze infinitamente peggiori in passato, senza che per questo uomini e donne rinunciassero alla loro umanità.

 

Infine un ultimo concetto. Mettiamoci nella testa che il coronavirus o chi per lui è uno dei Quattro Cavalieri dell'Apocalisse che hanno accompagnato, accompagnano e accompagneranno sin quando vi sarà il Pianeta o non si spegnerà il Sole il cammino di tutte le civiltà umane, la nostra e le prossime comprese: Morte, Fame, Guerra e Peste. Ma che ci eravamo messi in testa, di averli imbrigliati tutti solo perché abbiamo il computer e l'intelligenza artificiale? Facciamo piuttosto un bagno di umiltà e torniamo coi piedi per terra, che negli ultimi decenni abbiamo alzato sin troppo le ali. E ricordiamoci che il cavallo dal cavaliere vestito di verde, la Peste, era seguito dall' Inferno...e se non inizieremo ad accettare l'imprevisto e tornare a una parvenza di normalità, arriverà pure l'inferno. Ma non quello metafisico, quello reale. Onoriamo dunque i nostri morti, molti dei quali appartenenti alla generazione coraggiosa che ha costruito quel che noi siamo e se vogliamo rendere loro un servizio, iniziamo a riacquistare una parvenza di normalità e a smetterla con questi comportamenti schizofrenici di massa e torniamo a pianificare il "dopo": abbiamo vissuto alla giornata in tempi ordinari, non possiamo farlo in tempi straordinari. Se lo facessimo, ci spezzeremmo il collo (e siamo a un millimetro dal farlo)

 

Simone Torresani

 

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