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Salta la rana bollita PDF Stampa E-mail

9 Aprile 2020

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Da Appelloalpopolo del 7-4-2020 (N.d.d.)

 

Ormai i giochi sono fatti: Francia e Germania, due nazioni straniere, hanno deciso come devono comportarsi altri 25 paesi. Personalmente, non credo che l’attuale governo si opporrà al nuovo accordo che consentirà l’ingresso di una TROIKA CAMUFFATA, composta da MES, SURE, e BCE, dove, Francia, Germania (e Olanda) avvertono: saranno prestiti che verranno restituiti con precise condizionalità. In altre parole, la PROSPETTIVA GRECA, che eravamo riusciti a scampare al prezzo però di manovre “lacrime e sangue” (realizzate dal governo Monti nel 2012), tale per cui si era evitato appunto un “memorandum” stile Grecia 2015, termina qui, a causa dell’ennesimo shock esogeno, non dovuto all’elemento finanziario in sé (che però ne sarà la diretta conseguenza) ma ad un virus. Difatti, se una guerra diventa la causa di distruzione di vite umane, infrastrutture, e mezzi di produzione, un virus produce allo stesso modo la morte di persone e una devastazione altrettanto elevata del tessuto produttivo, non fisico, ma finanziario, appunto. Anche le aziende sane ma piccole, per non parlare di quelle deboli insieme agli artigiani, non riusciranno più a restituire i prestiti alle banche; a pagare gli affitti; gli ordini delle merci; gli stipendi dei loro operai; ecc., così che, a crisi biologica finita, il tessuto produttivo di piccole e micro imprese sarà al collasso. Quello che sta per saltare, insomma, è lo schema della RANA BOLLITA, per cui si riusciva a tenere in piedi un equilibrio macro-economico folle che domandava agli italiani sacrifici di tutti i tipi, tra i quali: 1) una disoccupazione strutturale al 13%; 2) riforme di lavoro in senso peggiorativo, precario; 3) privatizzazioni; 4) diminuzione dei consumi; 5) indebitamento privato; 6) deterioramento dei risparmi; 7) tasse elevate e anti-progressive; solo dunque per concedere a una marginale porzione di società italiana (quella dei famosi RENTIERS) di fare profitto in generale sui crediti, e soprattutto sui nostri TDS e quelli di altri paesi europei; così come di concedere vantaggio competitivo ad un altro segmento relativamente medio-grande di società: quella dei GRANDI ESPORTATORI a causa dei quali è stata progressivamente compressa la domanda interna per impedire che l’indebitamento verso l’estero andasse ad avvantaggiare i loro competitors europei.

 

D’altra parte, la RANA BOLLITA aveva il grande vantaggio di evitare la crisi piena, e dunque permetteva di suddividere la società italiana (ma anche europea) in numerosi segmenti cui facevano parte le classi di cui sopra, ma anche molti sotto-strati della popolazione che in questo modo riuscivano ancora a galleggiare nel disagio complessivo. Ora però la prospettiva greca, e cioè la concessione di prestiti di centinaia di miliardi ottenuti a condizionalità che la Grecia ha dovuto assolvere affinché potesse accedervi e ripagare, non risparmierà nemmeno i segmenti sociali subordinati e precari. Pertanto, mi sembra ovvio che, SE SALTASSE LA RANA BOLLITA, avremmo alcune conseguenze inevitabili: 1) CHE SARANNO GLI ULTIMI ANNI DELLA SECONDA REPUBBLICA. Difatti, nella misura in cui i grandi partiti PD, FI, LEGA, FDI, M5S, non potendo più proteggere gli interessi dei segmenti di classi subordinate (che già a mala pena riuscivano a sopravvivere ancora nel contesto della “rana bollita”) ma solo quelli dei rentiers e dei grandi esportatori, vedranno precipitare i loro consensi e perdere pertanto la loro base elettorale. 2) CRISI DELLA NARRAZIONE EUROPEISTA. Questo comporterà anche la crisi di una narrazione totalmente falsa e ipocrita di un’ “Europa dei popoli” in grado di portare pace e prosperità. Piccoli imprenditori (ad esempio toscani ed emiliani) che vedranno chiudere la propria fabbrichetta non ci crederanno più. Altri sì, nonostante tutto, perché le persone non sono tutte intelligenti. 2) ALMENO IL 50% DEGLI ITALIANI DIVENTERÀ FEROCEMENTE ANTI-EUROPEISTA. ANCHE TROPPO. Cioè, si partirà di pancia, e si accuseranno i paesi del nord di essere dei dittatori. In realtà non è così. La classe imprenditoriale e quella dirigente tedesca seguono le proprie regole senza averle mai imposte a nessuno. Semmai, è stata la classe dirigente italiana (PD, FI, Lega, FDI, M5S) che negli ultimi 35 anni ha accettato le regole liberali di un capitale transnazionale (più ampiamente concentrato nel nord Europa, questo sì). Si passerà così dal FETICCIO DELL’ EUROPA DEI POPOLI e della sua falsa ideologia, a quella di un ANTI-EUROPEISMO VOLGARE e IRRAZIONALE. 3) DI SICURO PERÒ VERRÀ DATO FINALMENTE SPAZIO ANCHE AL SOVRANISMO COSTITUZIONALE E SOCIALISTA che verrà percepito (solo adesso purtroppo) come un soggetto politico di riferimento, e che crescerà nella confusione generale. Quando torneremo a parlare nelle piazze, nelle conferenze, agli eventi, nelle fabbriche, durante i volantinaggi, in TV, non saremo più percepiti come degli alieni “simil-fascisti”, perché le persone ci ascolteranno senza i vecchi pregiudizi. Anzi, noi saremmo gli unici in grado, potenzialmente, di traghettare l’astio verso un DESIDERIO CRITICO-RADICALE MA COSTRUTTIVO. 4) RINASCITA DEL NAZIONALISMO. Non c’è niente tuttavia che permetta di sapere quanta percentuale sarà assorbita da noi. Infatti non c’è nulla di deterministico. Quanto più i soggetti politici si sono organizzati in questo periodo di latenza, tanto più saranno in grado, nella circostanza emergenziale, di riuscire a crescere. Ma, altresì, è molto probabile che, nostro malgrado, una certa parte della popolazione diventerà NAZIONALISTA. E ciò dimostrerà a chi non ha mai saputo leggere la realtà che è stata proprio l’Unione Europea la causa prima di un ritorno a problemi continentali di vecchia memoria. 5) TEMPI ORRIBILI. D’altro canto, si abbatterà sull’Italia la crisi economica più orribile che il paese abbia mai conosciuto. E la disoccupazione di massa, il fallimento delle imprese, certamente non permetterà a tutte le persone di dedicarsi all’attività politica come era riuscita a fare finora. Così che un grande vantaggio si potrà in ogni momento rovesciare anche in uno speculare quanto mai dannoso svantaggio.

 

Jacopo D’Alessio

 

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