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Una strada praticabile e onesta PDF Stampa E-mail

6 Maggio 2020

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La condizione drammatica in cui vengono a trovarsi le imprese nell’attuale contingenza, potrebbe essere affrontata in due modi: 1) la moneta fiscale per chi ha crediti e vuole spenderli per pagare i debiti. I creditori di queste imprese potrebbero accettarli per pagare debiti fiscali, creando una catena di scambi, potenzialmente non tanto piccola. La CMC (Cooperativa Muratori e Cementisti, un colosso dell’edilizia) rischiò di fallire per mancanza di liquidità perché lo Stato ritarda di anni il pagamento dei suoi debiti per grandi opere. Molte piccole e medie imprese si trovano nelle stesse condizioni. In concreto, lo Stato con la moneta fiscale pagherebbe i propri debiti alle imprese le quali con quella valuta, purché accettata, potrebbero pagare i propri debiti privati a creditori che a loro volta la utilizzerebbero per onorare i propri debiti nei confronti del fisco. Un circuito virtuoso sul quale la BCE non avrebbe nulla da obiettare; 2) le imprese dovrebbero ripensare a ciò che producono e a quanto e come producono. Vanno verso l'automazione generalizzata quando invece si dovrebbe procedere con uso di manodopera che si sta liberando e che riusciamo solo a sussidiare con redditi di emergenza e cassa integrazione. Penso a due settori in particolare: quello agricolo e quello del dissesto idrogeologico. Per il primo, come si può non vedere che si regge sull'occupazione di migranti trattati peggio degli schiavi? Al Sud solo 800.000 persone tornano al lavoro dal 4 maggio, quando è ripartita la produzione dopo la lunga clausura. Il settore agricolo e non più solo turistico darebbe lavoro immediato anche se stagionale. Chi raccoglierà fagiolini e fragole? A settembre saremo alla fame per mancanza di prodotti. Il 50% dei giovani è a spasso. Loro possono lavorare nei campi ma occorre fornirli di un buono stipendio, di case in cui possano vivere bene il tempo libero. Abbiamo case a volontà, ma si favoriscono i proprietari. Per il secondo, occorre considerare che un piano di grandi investimenti pubblici e privati per lavori di consolidamento e risistemazione del territorio, unica via per mettere in relativa sicurezza intere aree, comporterebbe l’impiego di numerosa manodopera.

 

Questo pavido Governo non farà nulla, ma attenzione al fatto che neppure la destra andrà al di là della propaganda. Abbiamo giovani ventenni e trentenni che non vogliono studiare e non vogliono o non possono lavorare. Abbiamo vecchi che rischiano di non poter percepire la pensione a lungo, per mantenerli ancora. Siamo in una situazione di grande emergenza. Indichiamo una strada praticabile e onesta, che non sia cioè il furto e la droga. Indichiamo le campagne e non le città, miglioriamo le condizioni di lavoro, e tanto altro...

 

Daniela Salvini

 

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