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Il vaccino e i progressisti PDF Stampa E-mail

7 Gennaio 2021

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 Da Appelloalpopolo del 6-1-2021 (N.d.d.)

Coloro che si autoqualificano “progressisti” normalmente sono entusiasti del vaccino anti Covid. Ma questo non dipende dal loro essere progressisti. Dimostra invece il loro essere: 1) conservatori 2) proni al potere e 3) strenui difensori dello status quo.

1) Se fossero davvero progressisti dovrebbero essere più aperti alle critiche. Invece, a fronte di una qualsiasi visione critica sul vaccino, di solito reagiscono con uno scatto di collera perché mal sopportano che il “popolino” metta in dubbio ciò che arriva dall’alto, come accade a chi è conservatore. Si sentono razionali, maturi e responsabili perché sono a favore della scienza, in realtà sono acriticamente a favore della posizione scientifica inglobata nel pensiero dominante e dimenticano che il progresso scientifico nasce dal dubbio. 2) Di solito sono favorevoli all’obbligatorietà della vaccinazione. Dato che anche senza obbligo potranno vaccinarsi, sostengono di volere l’obbligatorietà per un senso di altruismo. Se fosse così, avrebbero protestato contro i tagli alla sanità degli scorsi anni, essendo notorio che, con la privatizzazione che consegue ai tagli, la sanità ha un costo che non tutti possono affrontare. Invece quando i governi hanno effettuato i tagli non hanno espresso che pareri favorevoli (stanno tagliando gli sprechi, la spesa è fuori controllo, incide su un debito pubblico insostenibile ecc.). Quindi sono solo intenti ad appoggiare il più possibile le scelte governative e paventano ogni tipo di ribellione. Sono favorevoli alla soggezione al potere, ben rappresentata da ogni limitazione della libertà. 3) Le posizioni espresse dai partiti al potere sono unanimemente a favore del vaccino. Un dissenso generalizzato potrebbe essere pericoloso, in quanto rappresenterebbe un pericolo per la stabilità della situazione politica.

Coloro che oggi si dicono progressisti sono talmente attaccati allo status quo che hanno paura di ogni cambiamento. Accettano infatti soltanto cambiamenti che rappresentino addirittura un ritorno al passato o che siano definiti come progresso dal potere costituito. Quello che più colpisce di questa massa di persone presuntuose e saccenti, è l’acriticità, la mancanza di un’elaborazione autonoma di pensiero che sostituiscono con il plauso al pensiero dominante, acquisito in blocco. Vegetano nel loro mondo acefalo, ignari di ciò che accade loro intorno, paghi di ciò che hanno, convinti di aver meritato il benessere materiale in cui si crogiolano.

Claudia Vergella

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