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Un bilancio impietoso PDF Stampa E-mail

27 Gennaio 2021

Conte è salito al Quirinale per presentare le dimissioni al Presidente Mattarella: il governo doveva cadere, è caduto. Molto prematuro profetizzare gli sbocchi della crisi, che potrebbero variare da un Conte-ter a maggioranza allargata, alla stessa squadra con un premier diverso, alle larghe intese, a un governo tecnico o istituzionale; le urne sono comunque l'ipotesi più remota.

Non è prematuro scrivere, seppur a caldo, un primo bilancio dell'esecutivo nato (con la regia di Renzi) il 5 settembre 2019.  Ed è un bilancio impietoso, in quanto siamo di fronte al peggior governo del secondo dopoguerra e senz' altro a uno dei più inguardabili e disastrosi dal 1861 -unità d'Italia- ad oggi. L' onore delle armi va concesso solo a Teresa Bellanova, combattiva ex sindacalista che della lotta alla piaga del caporalato agricolo ha fatto la sua bandiera e l'unica titolare di quel dicastero che negli ultimi otto anni ha fatto davvero qualcosa contro "xylella fastidiosa", batterio gram-negativo giudicato dall' EFSA (l'authority agroalimentare dell'UE) nel 2019 "il pericolo numero uno dell'Europa" e dichiarazioni contrarie, a riguardo, ancor non ne abbiamo sentite. Concessi i dovuti onori, continuiamo, impietosi, nella nostra analisi. Ritorni premier o meno, le dimissioni di Conte sono sacrosante e forse serviranno a riportare l'uomo sulla terra, dopo mesi e mesi in preda a DPCM illiberali sbandierati con monologhi a reti unificate, di anticostituzionalità e di pericolosissime tendenze a derive dittatoriali: quando Renzi accusa Conte di essere stato un "vulnus alla democrazia" altro non dice che un concetto lapalissiano da tanto che è evidente. Dell' indice di gradimento del premier (o ex premier?) ancora a livelli soddisfacenti non ci si deve stupire: in quella che ormai è ridotta a società dello spettacolo, la politica diventa un reality show dove solo i canoni estetici e dell' apparenza contano, a discapito del merito e delle capacità e quindi su molte anime semplici la parlantina sciolta da avvocato, i completi blu di Prussia, la pettinatura fresca di barbiere, il fazzoletto al taschino, i modi pacati da "counselor" e il sensuale accento ibrido tosco-dauno del premier hanno una presa non indifferente. Ma questo non è un reality show. Noi viviamo nel mondo reale e quindi il pollice è abbassato, non alzato. Circa la stampella del M5S dispiace solo per tutte quelle persone che in onestà intellettuale e sinceramente desiderose di uno scossone, di un cambiamento, hanno dato fiducia ai pentastellati. Difficilmente un capitale di voti simili è stato per oltre metà dissipato in nemmeno tre anni negli ultimi decenni in politica. Hanno letteralmente tradito il programma su ogni punto, su ogni virgola, con un voltagabbanismo ed una capacità di farsi fagocitare dalle leve del Potere e delle piroette trasformiste che anche qui, raramente, si è visto nella Storia: dovevano terremotare tutto, aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, invece come i "pifferi di montagna", andarono per suonare e furono suonati. Furono suonati, perché ormai istituzionalizzati e trasformati in maniera peggiore di coloro che volevano cambiare, hanno gettato al vento la sola cosa che non si vende e non si compra ma si dona: la fiducia. Era abbastanza prevedibile, per un Movimento incapace di selezionare i quadri dirigenti e la pattuglia interna mediante una seria scrematura, come avviene da altre parti e quindi inviando nei Palazzi dei dilettanti allo sbaraglio; era prevedibile in un Movimento i cui meccanismi interni sono stati sempre opachi, non trasparenti, il ruolo di Grillo e della Casaleggio Associati ambiguo,  mai ben definito, l' organigramma non molto chiaro, cui ha acuito il tutto l' eccessiva importanza data a blog e piattaforme virtuali, confondendo il "fine " col "mezzo" e -citando M.Augè- il "luogo" con il "non luogo". Visto da fuori, da chi non lo ha mai votato, questo Movimento ha l'apparenza più di un esperimento di ingegneria sociale aziendale legato alle nuove tecnologie della Rete che di un vero Movimento di cittadini e di idee per un vero cambiamento. Ripeto: dispiace veramente per tutti quelli -tantissimi- che in perfetta buona fede e onestà intellettuale hanno dato fiducia a costoro. Una parabola oscura per chi, andato a Palazzo ad esempio per impedire TAV, TAP, Ponte di Messina e quant'altro, dopo aver digerito altri macigni ben più grevi, ingoierà anche questi.

Sul Pd nulla da dire, è e resta "il primo della lista" dei nostri avversari, rappresentando tutto -e per tutto si intende tutto- quel che non siamo e che non vorremmo mai essere. Il disastro sanitario è visibile dalla gestione dell' epidemia di Sars Cov2 ; quello scolastico da una DAD che non funziona, da due anni scolastici persi e dai 461 milioni di euro spesi per inutilissimi e ridicoli banchi a rotelle; quello in politica estera dalla brillante assenza in ogni settore, tra cui spiccano il  Mediterraneo, la Libia, il Medio Oriente; sul fronte economico-sociale (C.Risè ha parlato di "giovani come bomba ad orologeria" e il suicidio giovanile è aumentato in maniera esponenziale, seppur taciuto dai media, agenzie di stampa sul web comprese, in cui la prima notizia di due domeniche orsono fu il risultato del match del Benevento...) non parliamone per non deprimerci. E tutto ciò sarebbe sufficiente per catalogare questa esperienza governativa nella triste classifica del peggio del peggio.

Simone Torresani

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