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22 Marzo 2021

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 Da Comedonchisciotte del 20-3-2021 (N.d.d.)

Nelle ultime settimane, i media hanno dato una delle più chiare e concise dimostrazioni di autentico doppio standard. Siamo di fronte ad un esempio veramente perfetto. La dicotomia è fra “morti per covid” e “lesioni legate al vaccino.” Come ormai ben sappiamo, i Paesi di tutto il mondo definiscono i “morti da covid” come “persone decedute, per qualsiasi causa, entro 30 giorni da un risultato positivo del test [PCR]” (il numero di giorni varia a seconda del Paese, di solito è tra 28 e 60). Questa tendenza era iniziata in Italia la scorsa primavera e si era diffusa in tutto il mondo. A livello globale, con poche eccezioni degne di nota, una “morte da covid” è una morte “per qualsiasi causa” dopo un test positivo. E quando dicono “qualsiasi causa,” lo intendono in senso letterale. Compreso spararsi un colpo di pistola alla testa. In un caso di tragica ilarità, un uomo era “morto di coronavirus” dopo che la polizia gli aveva sparato e le sue sette ferite da arma da fuoco erano state descritte come “complicanze.” È per questo assurdo modo di definire le “morti da covid” che la dicitura è ormai praticamente senza senso. Tuttavia, i “vaccini” covid e le possibili lesioni o morti correlate, sono una questione completamente diversa.

L’establishment sta facendo di tutto per far passare il messaggio che chiunque si ammali e muoia dopo essere stato vaccinato NON è assolutamente una “morte da vaccino.” Ciò che è esilarante è che quegli stessi giornalisti ed “esperti” che predicano contro la “negazione del Covid,” ora stanno letteralmente impiegando i nostri stessi argomenti contro di noi in nome della difesa dei vaccini. Guardate questo articolo della ABC di qualche settimana fa, che cita le parole di un medico:

“Dobbiamo essere molto attenti alla causalità. Ci saranno relazioni spurie, soprattutto perché il vaccino è destinato a persone anziane o con patologie croniche. Solo perché questi eventi accadono in concomitanza con la vaccinazione non significa che il vaccino abbia causato questi eventi. Le case di riposo e i centri per anziani preoccupano particolarmente, perché vi risiedono comunità incredibilmente fragili e quello a cui si deve guardare è la percentuale naturale di questi eventi all’interno delle suddette popolazioni.” Vedete, è importante non analizzare le morti fuori dal contesto. Dopo tutto, molte delle persone che muoiono dopo essere state vaccinate sono anziane, fragili e già gravemente malate. Dobbiamo essere “attenti alla causalità,” solo perché l’evento B è accaduto dopo l’evento A, non significa che A abbia causato l’evento B. In altre parole: C’è una differenza tra “con” e “da.” Vi ricorda qualcosa? L’articolo continua:

“Infatti, negli Stati Uniti muoiono ogni giorno in media 8.000 persone. Alcune di loro potrebbero aver appena ricevuto un vaccino contro il coronavirus.” Affascinante. Apparentemente 8000 persone muoiono ogni giorno negli Stati Uniti, che si traduce in circa 3 milioni di persone all’anno, e attribuire falsamente questa normale mortalità umana ad un evento potenzialmente e totalmente scollegato potrebbe causare il panico. Mi sembra di aver già sentito un’affermazione del genere da qualche altra parte. Non è così? Il “fact check” della Reuters sulle lesioni da vaccino dice esattamente la stessa cosa:

“Le segnalazioni di decessi post-vaccinazione non significano necessariamente che il vaccino abbia causato le morti.” La pura disperazione delle PR nella stampa è evidente in tutti i titoli. Come ad esempio: Il vaccino Covid di Pfizer probabilmente non ha ucciso una donna di 78 anni, morta poco dopo la somministrazione. O: In Giappone donna muore per emorragia cerebrale alcuni giorni dopo il vaccino, ma il legame è incerto. Oppure: Un uomo della contea di Macomb, 90 anni, muore dopo il vaccino COVID-19, ma i medici dicono che il vaccino è sicuro.

Essenzialmente, se muori entro due mesi da un test positivo per il Sars-Cov-2 sei “morto di Covid” e se muori due minuti dopo che ti hanno fatto il vaccino, sei una coincidenza. Ora, questo non vuol dire che il vaccino abbia sicuramente ucciso quegli sfortunati, non conosco i dettagli dei casi. Il punto è l’equivoco. L’uso morbido del linguaggio, totalmente in contrasto con la prosa apocalittica che parla di “morti da Covid.” In questo momento, dopo ciò che è successo ad AstraZeneca, in nessun altro Paese questa contraddizione è più evidente che nel Regno Unito. Un rapido riassunto, per coloro che non fossero al corrente dei fatti. Recentemente, il governo norvegese ha sospeso l’uso del vaccino Oxford/AstraZeneca, dopo che il prodotto era stato collegato ad un aumento del rischio di trombosi ematica. Diversi altri Paesi avevano subito seguito l’esempio. Questo ha provocato in tutto il Regno Unito una difesa a spada tratta del vaccino di AstraZeneca. Compreso questo pezzo di David Spiegelhalter, nel Guardian di oggi, in cui segue lo stesso, preciso ragionamento dell’articolo della ABC, quasi parola per parola:

“È nella natura umana individuare schemi ricorrenti nei dati. Ma dovremmo essere cauti nel trovare collegamenti causali dove potrebbero non esisterne.” Dopo 12 mesi passati ad ignorare la differenza fra “con” e “da,” improvvisamente tutti i pusher di vaccini hanno riscoperto la differenza. Nessuno di loro sembra in alcun modo consapevole di questa autocontraddizione. Questo ridicolo doppio standard non si applica solo ai decessi, ma anche al concetto di rischio accettabile. Oggi, nel corso di una sua apparizione a Good Morning Britain, la dottoressa Nighat Arif (di nazionalità inglese) ha esortato a continuare la somministrazione del vaccino AstraZeneca, spiegando che, tecnicamente, c’è sempre una piccola possibilità di avere un coagulo di sangue, ma che non si può permettere a una cosa del genere di impedire di fare ciò che deve essere fatto:

“Come medico di base vedo spesso coaguli, purtroppo il nostro rischio quotidiano è quello di avere una trombosi ogni 1000 persone circa. Se si sale su un aereo, il rischio di avere un coagulo aumenta. Se le donne prendono la pillola contraccettiva, il loro rischio di avere un coagulo aumenta. Anche chi va in ospedale per un intervento chirurgico. Tuttavia, non smettiamo di fare nessuna di queste cose.” Questa dottoressa sta effettivamente sostenendo che rifiutare di vivere la propria vita sulla base di un rischio di morte dello 0,1% è sciocco, e che non ci si dovrebbe aspettare che nessuno lo faccia. È, letteralmente, parola per parola un’argomentazione da “negazionisti del covid,” riportata dai media mainstream, senza nemmeno il minimo accenno di ironia o di autocoscienza. L’atteggiamento che stanno assumendo nei confronti del “danno da vaccino” è lo stesso che hanno condannato per oltre un anno nei “negazionisti del covid.” Con la loro ipocrisia dimostrano la loro stessa mendacità. Se vogliono definire una “morte da Covid” come un decesso avvenuto entro 60 giorni da un test positivo, bene. Ma allora, chiunque muoia entro due mesi dall’essere stato vaccinato è una “morte da vaccino.” E sulla prima pagina dei notiziari web di tutto il mondo dovrebbero esserci due grandi contatori a numeri rossi, uno accanto all’altro. E, se non lo faranno, cosa che ovviamente non faranno, allora sarete di fronte all’uso deliberato di un doppio standard e questa è la tacita ammissione che vogliono ingannarvi. È davvero così semplice.

Kit Knightly (tradotto da Markus) 

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