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Il nostro Piave PDF Stampa E-mail

20 Giugno 2022

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Ogni generazione ha il suo Piave. Spogliare la Grecia è stato uno scherzo. Aeroporti, qualche isola, industrie zero, terre poche, risparmi privati ridicoli, demanio interessante. Comunque la Grecia aveva un Pil inferiore al Triveneto. È bastato un sol boccone.

Per l’Italia è diverso. Un capitale assolutamente enorme. Secondo al mondo in quanto a risparmio privato, primo come abitazioni di proprietà, terre di valore assoluto e coste meravigliose. Quinta potenza industriale al mondo prima dell’euro, ottava oggi. Il Made in Italy è ancora oggi il marchio numero uno al mondo, davanti a Coca Cola. Biodiversità superiore alla somma di tutti gli altri paesi europei. Come capitale artistico monumentale, non ne parliamo neanche: è superiore a quello di tutto il resto del mondo.

Francia e Germania, più qualche fondo americano, cinese o arabo hanno fatto la spesa da noi a “paghi uno e prendi quattro”. Tutto il lusso e la grande distribuzione sono passati ai francesi insieme ai pozzi libici passati da Eni e Total. Poi anche Eni è diventata a maggioranza americana. Anche il sistema bancario è passato ai francesi insieme all’alimentare. I tedeschi si sono presi la meccanica, e il cemento. Gli indiani tutto l’acciaio. I Cinesi si son presi quote di Terna, e tutto Pirelli agricoltura. Se ne sono andate Tim, Telecom, Giugiaro, Pinin Farina, Pernigotti, Buitoni, Algida, Gucci, Valentino, Loro Piana, Agnesi, Ducati, Magneti Marelli, Italcementi, Parmalat, Galbani, Locatelli, Invernizzi, Ferretti Yacht, Krizia, Bulgari, Pomellato, Brioni, Valentino, Ferrè, la Rinascente, Poltrona Frau, Edison, Saras, Wind, Ansaldo, Fiat ferroviaria, Tibb, Alitalia, Merloni, Cartiere di Fabriano…

Ma…non hanno finito. Ci sono rimaste ancora le case e le cose degli italiani. E i loro risparmi. Circa 4300 miliardi di euro. Ora vogliono quelli. I fondi di investimento, i mercati, che, come ricordavo, raccolgono i soldi delle mafie, tutte, grandi e piccole, dei traffici di droga, di umani, di truffe internazionali, di salvataggi bancari, del “nero” delle grandi multinazionali, siano esse del commercio, dei telefonini, della cocaina o delle armi, questi fondi di investimenti dicevo, non hanno finito. Ora tocca alle poche industrie rimaste, ai fondi pensioni, ai conti privati, agli immobili. Ora tocca a noi. Ecco perché non serve a nulla mediare, arretrare un po’. Non si placheranno, l’abbiamo già visto. Bisogna fermarli ora. Il 24 maggio non vi è venuto in mente nulla? Ogni generazione ha il suo Piave. Questo è il nostro.

Francesco Neri

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