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Pericolo nucleare PDF Stampa E-mail

23 maggio 2008

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Il più grande incidente nucleare della storia: 26 aprile 1986, durante un esperimento, gli operatori della centrale sovietica di Chernobyl persero il controllo del reattore che esplose emettendo una quantità gigantesca di radioattività che nei giorni immediatamente successivi al disastro contaminò mezza Europa. Generando deformità e sofferenze di cui si hanno testimonianza diretta nelle lande bielorusse.
In Italia lo spavento fu tale che con un referendum fu vietata la custruzione di nuove centrali sul suolo italiano. Passata la paura, sembra che oggi la lobby nucleare stia rialzando la testa. Il ministro Scajola, spalleggiato dalla collaterla neopresidente di Confindustria Emma Marcegaglia, ha lanciato la parola d'ordine: nucleare a oltranza.
La Edison, il 13 marzo scorso, ha pubblicizzato un proprio studio che prevede la costruzione di 5-10 centrali nucleari entro il 2019, facendo circolare una mappa di 10 siti ritenuti adatti ad ospitarle. La A2A milanese-bresciana ha comunicato di aver affidato a cinque università milanesi una studio che suggerisca al governo modi e tempi per il ritorno dell'Italia al nucleare.
Mentre i media italiani affilano le armi per un prossimo dibattito tutto orientato al sì (per la crescita e la modernizzazione, of course), ecco che dalla Germania giunge nel più completo silenzio un altro studio, dell'Università di Meinz, pubblicato lo scorso dicembre sullo European Journal of Cancer, che dimostra che i bambini che vivono in un raggio di 5 km da un impianto nucleare corrono un rischio più elevato di contrarre precoci e gravissime forme di cancro. I ricercatori di Meinz si sono concentrati, in particolare, sull'area attigua alla centrale nucleare di Krummel, dove è stato rilevato un eccezionale incremento delle leucemie, tanto infantili, quanto degli adulti. Una ricerca applicata anche a tutte le altre 16 centrali atomiche tedesche e che ha dato i medesimi risultati (incidenza di leucemia: 37 casi su 16 attesi).
Di fronte a questi risultati è confermato ancora una volta che anche le basse dosi di radiazioni che fuoriescono dagli impianti nucleari durante il loro normale funzionamento sono comunque percolose e nocive. Mentre sono incontestati i danni alla salute umana provocati da un incidente in una centrale nucleare, il normale esercizio di un impianto è considerarato innocuo. Un altro mito da sfatare, aspettando che anche in Italia venga aperto un dossier sulle conseguenze delle "basse dosi di radiazioni". Si profila una nuova battaglia anti-nucleare. Non facciamoci trovare impreparati.

Marco Ghisolfi

Commenti
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luca s (IP:87.0.212.59) 23-05-2008 22:30

sono d'accordo. sinceramente mi sa molto di trovata post-elettorale di improbabile attuazione (tempistica, costi etc...) per dare idea di forte attivismo modernista, come piace ai più, d'altronde. un pò come le fantomatiche 'grandi opere'. visto che è l'europa dei bancari che detta legge e pilota le decisioni di ogni stato, in qualche modo bisogna fare un pò di rumore. altrimenti a che cosa servirebbero le elezioni?
lukaroma70@yahoo.it
epifaniog (Registered) 24-05-2008 12:07

Questa storia del nucleare è una patacca. Una gigantesca e pericolosa patacca. Solo la cecità ideologica o la malafede possono indurre a sostenerla, e solo l'ignoranza e la pigrizia intellettuale possono indurre a credervi.
In Italia abbiamo ancora le scorie nucleari delle centrali chiuse nel 1987, che sono depositate in luoghi dove producono una radioattività non trascurabile.
E poi, quello che nessuno dice mai è che le centrali nucleari si basano sulla fissione delle barre di uranio arricchito, o di torio. Minerali costosissimi, di cui c'è disponibilità ancora per circa quarant'anni, all'attuale stato di sfruttamento. Dopo di che, non si sa che diavolo ci faremo con le centrali nucleari...
Luca Ceccarelli
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 24-05-2008 15:57

Guardate però che l'incidente di Chernobyl era dovuto al fatto che quella usata a Chernobyl non era una centrale elettrica vera e propria ma un impianto realizzato alla buona con macchine in teoria progettate per far altro...Detto questo è comunque da fessi dire no al nucleare in Italia e poi comprae l'energia elettrica prodotta dalla Francia col nucleare...per cui o si ragiona in termini di decrescita oppure più che comprare l'energia alla Francia così tanto vale averle noi le centrali, o no?
max (Registered) 24-05-2008 17:06

In base a quello che ha detto marco direi di no.
Se non altro perchè l'Italia a differenza della Francia è un territorio altamente sismico, e mi pare che questo sia motivo sufficiente per rimandare al mittente la trovata del nucleare.
(Il discorso dell'europa armata è diverso, qualche bomba ci può pure stare ma non c'è bisogno di riempire di centrali, e in europa ce ne sono più che a sufficienza.)
Nel mondo oramai le centrali nucleari non le costruisce quasi più nessuno, tranne i paesi in via di sviluppo (cina, india) più per motivi nazionalistici e di propaganda. Negli usa è da 30 anni che non se ne costruisce più una.
Infatti pare che i privati non abbiano più convenienza a investire: i costi di costruzione sono troppo alti rispetto alla resa effettiva, e il problema dello smaltimento resta insoluto: è tutta roba che resta sul groppone nostro, trovare i siti di deposito delle scorie e poi monitorarli per secoli!
Inoltre il prezzo dell'uranio sta andando alle stelle: e questo solo per produrre il 15% dell'energia del pianeta!
Le bollette sarebbero solo di poco inferiori a quelle attuali: il nucleare risolverebbe solo il problema dell'autosufficienza, che è forse motivo più politico che economico.
Ad ogni modo la cosa non deve interessarci, non dobbiamo farci condurre nel tranello.
La realtà è che questa gente non sa più a che santo votarsi, in italia come negli altri paesi. Altro che il nucleare è la soluzione...
L'unica vera soluzione è che tutta questa colossale bolla di sapone scoppi, che tutto questo colossale soufflè con dentro il vuoto si sgonfi definitivamente.
coma13 (Registered) 24-05-2008 20:32

Cazzo! Indietro vent'anni, calpestano il volere del popolo italiano (ok magari influenzato da Chernobyl ma sempre volere è).
Oggi su "La Repubblica" è uscito un articolo di Veronesi, che dopo la bomba degli inceneritori, sostiene che le centrali di terza generazione hanno rischi praticamente nulli. A questo punto è preoccupante, perchè se lo aveva detto per gli inceneritori, sarà una falsità anche per le centrali, sulle quali non posseggo abbastanza informazioni. Sostiene inoltre che l'eolico non da margini di sfruttamento, l'idroelettrico neppure. L'energia solare non è supportata da sufficienti studi.....madove vive questa gente!
In Germania, hanno le centrali, ma hanno migliaia di pale (che producono energia per quasi tutta Berlino), ettari ed ettari di pannelli solari e fotovoltaici.
Svegliamoli a scorie nucleari in faccia!!!
Andrea Marcon (Registered) 26-05-2008 11:26

Io credo che ci aspetti un'epoca nella quale, per continuare a mantenere il livello di consumi attuale, cercheranno di imporre la costruzione di centrali nucleari, inceneritori, basi militari americane, linee ad alta velocità, ponti sugli stretti, etc. etc. utilizzando da un lato media e servi di regime per farle apparire opere "innocue e necessarie" e dall'altro impedendo con la repressione militare e la violenza le legittime proteste di chi non ci sta e che verrà bollato come sovversivo, camorrista, terrorista, etc..
Ci aspettano anni bui, ma nei quali si aprirà un grande spazio per i ribelli e la loro lotta.
Leo (Registered) 26-05-2008 12:05

Il problema di fondo, come ha scritto Luca Ceccarelli, è l'ignoranza e la pigrizia intellettuale. Alla gente non frega nulla, non si informa, legge le due boiate che propinano i giornali e si convince che le centrali nucleari siano la soluzione. Nessuno di quelli che parlano di centrali sa cosa siano le scorie radioattive o cosa sia l'uranio. Viviamo in un'epoca di ignoranza colossale, al confronto in qualsiasi altra epoca l'uomo medio era un erudito. Sappiamo fare alla perfezione il nostro compitino, ripetitivo e meccanico, ma quando si tratta di andare oltre le nostre limitate competenze lavorative c'è il nulla. E la mia esperienza si basa su dialoghi avuto per lo più con laureati, con persone che dovrebbero avere capacità intellettuali maggiori di altri. E invece, quello che hanno in più di altri è la chiusura mentale, l'ignoranza e il pregiudizio. Resta da capire se queste persone si rendono conto della loro ignoranza o se sono convinti di conoscere, se si tratta di menefreghismo o di bipensiero, detto alla Orwell.
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