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Repubblica berlusconiana PDF Stampa E-mail

23 giugno 2008

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In Italia "tutto è grave ma nulla è serio". A pensare così spesso ci si azzecca, anche se in questo motto si nasconde una arcinota tendenza nostrana all'autoassoluzione. Detto questo, nessuno può negare che il Paese viva un momento oggettivo di difficoltà, etico-culturale prima che economica. E se in un contesto sempre tragicomico si mette da parte per un attimo il lato ridicolo della situazione, la tragedia emerge in tutta la sua sinistra eloquenza. Tant'è che ci sono dieci elementi oggettivi che vanno presi in considerazione se si vuole capire quale sia la direzione, o la deriva, che si prospetta per il Paese.
Uno, il presidente del consiglio Silvio Berlusconi gode di ampia maggioranza parlamentare fornitagli dal voto popolare. Questo gli dà una aggressività alla quale ci eravamo disabituati, forse. Lo stesso Berlusconi ha in cima alla sua agenda politica il mantenimento dei suoi asset economici. In questo senso ogni azione (si parla sempre di interventi rispettosi della legge, come le inchieste giudiziarie) che potrebbe configurare una perdita del suo monopolio televisivo, viene vista come il massimo pericolo. In modo così forte da piegare a questa finalità anche il lavoro del governo e quello del parlamento.
Due, Berlusconi sa che per combattere questa battaglia occorrono alleati forti, senza i quali nemmeno una ampia maggioranza parlamentare gli consentirebbe la benché minima tranquillità. Da questo punto di vista risultano evidenti le aperture verso Confindustria e verso certi settori del mondo bancario, come non va dimenticata la completa genuflessione verso la Cei. Alcuni esempi? Niente intercettazioni per i reati finanziari; nessun impegno per aumentare i controlli (e le pene) per la tutela del lavoro. Finanziamenti diretti o indiretti alle imprese e alla Chiesa cattolica nell'ordine di una ventina di miliardi annui. Proposta di legge affinché ci sia l'obbligo per l'autorità giudiziaria di informare le autorità ecclesiastiche qualora si intercetti un ministro della chiesa.
Tre, la magistratura, che legittimamente lamenta una forzatura senza precedenti di pezzi dell'ordinamento giudiziario, deve a sua volta fare i conti con un sistema della giustizia moribondo: processi farraginosi e interminabili; un miliardo di euro all'anno lasciato per strada per sanzioni pecuniarie non riscosse; casi urlanti e diffusi di corporativismo. Difficoltà oggettiva nel colpire i magistrati inoperosi o che addirittura vìolano la legge. In questo quadro la magistratura si difende con molta difficoltà dagli attacchi del premier, proprio perché da decenni la sua casa non è mai stata il simbolo della efficienza e della trasparenza.
Quattro, la cosiddetta "luna di miele" tra Berlusconi e Walter Veltroni, leader del Pd, si è interrotta dopo un repentino cambiamento della linea editoriale del quotidiano Repubblica. Cambiamento successivo alla proposta dei pacchetti governativi per tagliare le intercettazioni e per rinviare i processi del premier. Si tratta di un passaggio delicato, quasi un segnale (è la mia personalissima ma radicata opinione) che qualche accordo segreto tra i maggior enti del Pd e la truppe del premier sia saltato. Ricordo che il finanziere Carlo De Benedetti, patron del gruppo Repubblica-Espresso, è tra i primi tesserati del Pd. Al contrario il Corriere della Sera, che al tempo dei furbetti del quartierino che lo volevano scalare inneggiava alle cimici, oggi è molto più filo berlusconiano, soprattutto per quanto concerne le intercettazioni. Come mai? Va peraltro detto che durante gli ultimi giorni la cronaca e un editoriale di Sergio Romano, che torna a scrivere in prima pagina, hanno in parte controbilanciato i corsivi dei berluscones Pigi Battista e Angelo Panebianco. Quali manovre in seno all'azionariato del Corsera sono in atto?
Cinque, la situazione economica del Paese è difficilissima. Servono provvedimenti draconiani, che per essere accettati da tutti dovrebbero colpire anzitutto quelle gigantesche rendite di posizione garantite per anni a industriali, finanzieri, banchieri, aficionados della politica, burocrazia pubblica, clientele, crimine organizzato. Pura fantascienza anche per la maggior parte degli analisti politici dei mainstream media, non certo dei Massimo Fini o dei Beppe Grillo di turno. I dati però preoccupano. Cala l'occupazione, cala il reddito delle famiglie che comprano sempre più a rate. L'emergenza rifiuti in Campania non è risolta e l'assurdità dei cicli industriali rischia di "campanizzare" altre regioni. Il prezzo dell'energia, carburante in primis, cresce. L'inflazione è una tassa occulta che sta silenziosamente cannibalizzando il potere d'acquisto e il tempo di vita degli italiani. I disastri della finanza swap e subprime hanno obbligato il sistema bancario europeo (e italiano) a bruciare decine di miliardi di euro nella fornace americana per evitare il tracollo del sistema bancario a stelle e strisce. E quelle risorse non potranno essere re-impiegate in Italia. I grossi nomi dell'imprenditoria italiana ormai fanno business solo con le concessioni di Stato o pubbliche (autostrade, inceneritori, frequenze tv, urbanistica, trasporti, multiutility; domani forse il nucleare?).

Marco Milioni

Sei, Berlusconi si rende conto che da solo non può affrontare una situazione del genere. Il tanto decantato dialogo tra le parti (notare che pure la Chiesa ne parla in questi giorni sul Corsera, dando indirettamente una mano al premier) non è null'altro che l'assunzione di responsabilità anche da parte delle opposizioni di provvedimenti che si annunciano impopolari. Una parte del mondo politico e delle associazioni, Idv, sinistra alternativa e consumatori in primis, sostiene che si tratti di provvedimenti che in realtà colpiranno lì dove è più facile colpire: ovvero il lavoro dipendente. Come? Aumentando di fatto le ore lavorate a parità di reddito. In più si preannunciano tagli agli enti locali con conseguente taglio di quei servizi che sono manna soprattutto per i bisognosi. Oggi in continuo aumento.
Sette, Berlusconi sa che se vuole rimanere al timone (anche per proteggere la sua roba) ha bisogno della mano forte. Pertanto non gradirà, qualora si dovesse congelare la legge, che i magistrati o i giornalisti o peggio l'opinione pubblica si impiccino dei modi con cui viene gestita l'emergenza: emergenza sempre e comunque, come dice Gian Antonio Stella ne La Deriva. In nome di questa emergenza indefinita si sacrificherà anche lo stato di diritto? La partita sarà dura perché c'è un pezzo di Paese che ribolle.
Otto, il governo sa che certi comportamenti poco ortodossi per raddrizzare le cose, seppur condivisi da larga parte dell'opinione pubblica (e il Cavaliere ha le Tv) possono far storcere il naso all'Unione Europea, soprattutto in materia comunitaria. Si veda la vicenda Europa 7 o la vicenda Alitalia. E si sa che a Bruxelles le intemperanze di Silvio sono viste come il fumo negli occhi. Usciremo dalla Ue per non sottostare ai lacci e ai lacciuoli europei? Non credo, ma la tensione sarà alta.
Nove, si giunge così al nodo dei nodi. Berlusconi per ternersi la roba (anche contra legem, vedi il caso Rete 4) deve rimanere al governo e magari diventare poi presidente della Repubblica. Per fare questo non deve essere condannato al processo Mills. Dopo una eventuale condanna in estate la sua permanenza a palazzo Chigi sarebbe indigesta in Italia (ma gestibile). Assolutamente improponibile in Europa. Berlusconi per tenere la sua roba deve rimanere al governo ma anche rimettere a posto gli squilibri del Paese e della finanza pubblica per evitare che questa gli crolli addosso. Ma per farlo, altra mia radicata opinione personale, si è convinto che occorra aggirare o eludere certe leggi. Per intervenire con rapidità ha bisogno di prove di forza, non solo mediatiche. Ed ecco spiegato l'utilizzo dei militari. De facto un precedente per abituare la gente al randello.
Dieci, a questo punto il quadro complessivo è più chiaro. In questa condizione di equilibrio precario basta che una tessera cada giù dal puzzle per farlo precipitare tutto per terra. Da mesi alcuni sostengono che dietro l'angolo ci siano disordini sociali e forse lo spettro di una guerra civile. Avevo descritto questa ipotesi un paio d'anni fa sul mio blog (www.lasberla.net). Più nel dettaglio era entrato il professor Renato Èllero all'epoca della grande manifestazione contro la base Usa di Vicenza. Poi è stato il turno di Grillo e di Giulietto Chiesa. Adesso ne parlano diffusamente i blog, giornali come Repubblica e il Corriere della Sera. Ovvio, gli accenti ed i toni sono diversi.
Il baratro è vicino. Berlusconi non è il principio di tutto ciò, ci mancherebbe altro, ma è colui che oggi ha in mano il pulsante rosso. È lecito pensare che Sansone, accecato dalla paura di perdere un po' della sua roba, si porti dietro tutti i filistei? Per me sì, ma la questione fondamentale è un'altra. Oggi ci troveremmo nella stessa situazione anche con Veltroni al governo. Sarebbero diverse ovviamente le modalità dell'emergenza. La musica, ben più del suonatore, rischia ora di spingerci giù nel gorgo.
Stando così le cose che cosa può o deve fare l'informazione? Come bisogna guardare i divieti proposti nel pacchetto sicurezza? Cito Marco Travaglio e mi dichiaro d'accordo con lui: «annuncio fin d’ora che continuerò a informare i lettori senza tacere nulla di quel che so. Continuerò a pubblicare, anche testualmente, per riassunto, nel contenuto o come mi gira, atti d’indagine e intercettazioni che riuscirò a procurarmi, come ritengo giusto e doveroso al servizio dei cittadini. Farò disobbedienza civile a questa legge illiberale e liberticida. A costo di finire in galera, di pagare multe di essere licenziato».
Marco Milioni

Commenti
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Cosimo (Registered) 23-06-2008 19:21

...ma il pil è aumentato e anche il fatturato,come mai allora dite che l'occupazione è calata dell'altro?
Leo (Registered) 25-06-2008 01:02

Complimenti per il post! Un pò lungo, ma riassume perfettamente la situazione del nostro paese. Che dire? Prodi era il peggio? Berlusconi è il peggio del peggio del peggio del peggio del peggio del peggio del peggio del peggio...adesso vomito...
Magmau64 (Registered) 26-06-2008 14:34

Articolo eccezionale, Marco.
Una fotografia impietosa delle condizioni miserabili in cui versa il nostro paese.
Un'oligarchia medioevale , asservita agli interessi privati di poche caste, tra cui governo e, ovviamente, opposizione.
Chiesa, banche, assicurazioni, confindustria,utilities energetiche , politica marcescente appestano questo disgraziato territorio come un cancro .
Berlusconi ,nella sua persona e nel suo ruolo politico e morale è la sintesi massima di questo putridume.
Ne è l'immagine piu' emblematica ..
Bella l'annotazione sulla svolta berlusconiana di quell'accozzaglia di statalisti di confindustia.
La grande classe imprenditoriale italiana, che guadagna di suo e perde con la collettività, grazie allle generose concessioni statali.
Intelligente l'annotazione sulla nuova forntiera dell'imprenditoria italiana, le concessioni statali,appunto
Dove questi fottuti cialtroni non rischiano nulla e ingrassano ogni giorno un po' di piu'..
Da lì, secondo me,potrebbe partire un'ipotetica ribellione di un popolo che sembra anestetizzato: le privatizzazioni di acqua ecc , che presseranno in un giogo insostenibile il livello di vita già precario della popolazione.
Hai ragione, Berlusconi sta dando brusche accelerate perchè è in una specie di delirio di onnipotenza.
E' convinto di potersi peremettere qualsiasi nefandezza , per via del suffragio universale.
Anche dalle sue future malefatte, che saranno sempre piu' scandalose ed eclatanti potrebbe partire uno scatto di orgoglio da parte dei cittadini...
Potrebbe...
Mauro
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