Avviso Registrazioni

Scusandoci per l'inconveniente, informiamo i nuovi utenti i quali desiderino commentare gli articoli che la registrazione deve essere fatta tramite Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo

Login Form






Password dimenticata?
Nessun account? Registrati

Cerca


 
  SiteGround web hostingCredits
Il vescovo e il giornalista PDF Stampa E-mail

27 giugno 2008

Active Image

Circa un anno fa don Sante Sguotti, parroco di Monterosso (Pd), scoprì quant’è bella la gnocca, e andò a convivere con la donna che amava e da cui aveva avuto un figlio. Cosa pregevole per molti punti: perché la gnocca è bella davvero; perché almeno lui non è andato ad ingrossare la legione di suoi confratelli che, invece, insidiano i corpi e le menti di adolescenti e bambini; e perché, comunque, Cristo non si è mai sognato di chiedere ai suoi adepti un’assurdità così colossale come l’astinenza sessuale (nei Vangeli non se ne parla, come non si parla di tutte le balle che, nei secoli successivi, preti affamati di potere o al potere asserviti vi hanno costruito sopra. Conviene sempre ricordare che il celibato è un semplice Canone ecclesiastico, promulgato dal Concilio Laterano II nel 1139 ma rimasto praticamente inosservato fino alla Controriforma).
Attorno alla sua vicenda Don Sguotti scatenò un notevole casino mediatico. Figlio dei tempi anche lui, e perciò evidentemente anche lui cresciuto a pane e C’è posta per te, per alcuni mesi il baldo prete assurse agli onori della stampa: radio, tv, quotidiani, senza contare assemblee pubbliche, manifestazioni di piazza e piazzate varie. Cosa molto meno pregevole: perché non è di buon gusto, mai, fare mercato delle proprie scelte intime; perché comunque non è una novità; ed anche perché, in ogni caso, delle scelte sessuali di Don Sguotti, francamente, non ce ne frega niente.
Tra i giornalisti che seguirono il caso – e qui arriviamo all’oggi – vi fu anche Gianni Biasetto, inviato del Mattino di Padova, “cattolico praticante”, come lui stesso dice di sé. Ma giornalista, perbacco, e che dunque fece doverosamente ed onestamente il suo mestiere, dando conto in vari servizi della vicenda. Spentisi i riflettori sulla storia, Biasetto ha naturalmente continuato a fare il suo mestiere ed a vivere liberamente la sua fede, immemore però, evidentemente, del vecchio adagio che dice: “Scherza coi fanti e lascia stare i Santi”. Se infatti gli amori di Don Sguotti erano probabilmente per lui un dimenticato episodio del suo passato professionale, così non è stato per la Curia padovana, la quale se li era attaccati all’orecchio i servizi di quell’anonimo ma onesto giornalista.
Così, quando domenica 22 giugno Gianni Biasetto si è recato nella chiesa di Monterosso per assistere alla messa, è stato prima identificato pubblicamente dall’arcivescovo di Padova, Antonio Mattiazzo, il quale poi lo ha preso per un braccio e lo ha accompagnato fuori dalla chiesa al suono di: “Tu (‘tu’? come si permette?! ndr) non puoi stare qui, qui comando io e adesso esci”. La storia potrebbe finire qui, ma lasciateci concludere con un paio di considerazioni.
Primo. Mattiazzo è di Padova, la città dove insegnò quel maledetto eretico di Galileo Galilei, ed evidentemente all’arcivescovo brucia ancora – è proprio la parola – di non poter accendere sotto il culo di Biasetto quel rogo che venne minacciosamente promesso al Pisano che si era permesso di pensarla diversamente dalla Chiesa. Secondo. Ci piacerebbe tanto, ma tanto, vedere se Mattiazzo, eroico defensor fidei, sarebbe altrettanto eroico ed intransigente se una mattina si presentasse in chiesa il sig. Berlusconi, divorziato, risposato con prole (e perciò, secondo la terminologia ecclesiastica ancora in uso negli anni Cinquanta, “pubblico concubino”), plurinquisito e artefice massimo della secolarizzazione imperante, e dunque, per tutte queste cose, esempio davvero dubbio di moralità cattolica. Ci permettiamo di dubitarne. E’ sotto gli occhi e le telecamere di tutti l’idillio tra il suddetto Berlusconi e il suo capo, il sig. Ratzinger, idillio che porterà al primo il sostegno politico incondizionato della gerarchia ecclesiastica, al secondo fiumi di denaro e di privilegi. Per la serie: nulla è più elastico della coscienza di un cattolico. Vero Eminenza?

Giuliano Corà

Commenti
NuovoCerca
vittoriodigiacinto@gmail.com
Di Giacinto (Registered) 27-06-2008 18:26

Levati quei quattro preti seri cito Zanotelli per fare un esempio, direi,voi preti che vendete a tutti un'altra vita, se c'è come voi dite un Dio nell'infinito guardatevi nel cuore l'avete già tradito.
syn (Registered) 28-06-2008 09:02

Io non voglio più pagare l'8 per Mille.
Per Dio!
Magmau64 (Registered) 28-06-2008 15:53

I monoteismi sono il cancro dell'umanità...
Mauro
Barazz (Registered) 28-06-2008 20:51

Bel pezzo, certo che se il Vaticano mettesse lo stesso impegno che mette nell'emarginare preti come sguotti con quelli pedofili sarebbe utile...


Alessandro Marmiroli
Castruccio (Registered) 10-07-2008 16:26

Viva i luoghi comuni.
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!
 
< Prec.   Pros. >