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Ceto medio semicolto PDF Stampa E-mail

1 Luglio 2024

Per l'esponente tipico del ceto medio semi colto, sulla cui visione del mondo tende ormai a modellarsi l'opinione pubblica occidentale, la NATO è una allegra brigata di buontemponi che ha il compito di tutelare le nostre libertà. La cosa non deve stupire. Chi identifica la libertà nella libertà di ballare in mutande al gay pride e di fare tutto quello che il potere vuole che tu faccia, ha una visione della realtà deformata dall'egoismo e dall' imbecillità.  Proviamo, però, per un momento, a guardare alla NATO con gli occhi dei suoi potenziali nemici. Questo organismo perderebbe immediatamente tutta la sua bonarietà, per divenire quello che in effetti è, un terribile strumento di distruzione, la più efficace arma di ricatto e pressione costruita nella storia dell'umanità.

Negli ultimi tre decenni la NATO, in forma diretta o attraverso i singoli stati che la compongono, si è prodotta in una serie di interventi militari nei più svariati teatri di guerra. In Serbia, in Afghanistan, in Somalia, in Iraq, in Libia , in Siria si è lasciata dietro di sé una lugubre scia di morte, facendo danni incalcolabili ai paesi che hanno avuto il privilegio di ricevere le sue attenzioni. L'esponente tipico della classe media semi colta queste vicende non le ricorda. Forse non le conosce nemmeno. Era troppo impegnato a bersi il cicchetto nello spritz hour o a manifestare per i diritti civili di qualche minoranza per occuparsi di queste bazzecole. Il presidente di una grande potenza, per esempio Putin, è presumibile che queste cose invece le ricordi, così come è presumibile che si sia accorto che, mentre si dedicava a queste opere di beneficenza, la NATO si è progressivamente allargata a ridosso dei suoi confini. Nel 2014, in seguito a un colpo di stato organizzato dalla CIA, è stata persino sul punto di inglobare l'Ucraina, vale a dire un paese che con la Russia è legato da mille vincoli storici e dove vivono milioni di Russi.

Di fronte a un evento del genere il sopracitato esponente della classe media semi colta avrebbe gioito: finalmente anche a Kiev sarebbero stati ammessi i matrimoni omosessuali e un nuovo membro si sarebbe aggiunto al consorzio del mondo civile. Il presidente della Russia, invece, avrebbe avuto ben poche ragioni per rallegrarsi. L'Ucraina nella NATO avrebbe avuto conseguenze estremamente preoccupanti per il suo potente vicino: la fine della parità strategica (un missile nucleare posizionato al confine può raggiungere Mosca e Pietroburgo in meno di due minuti), una permanente ipoteca dell' Occidente sulla politica interna russa, la possibilità che, sull'esempio ucraino, ciascuna delle centinaia di minoranze etniche presenti nel suolo russo rivendicasse l'indipendenza, su impulso delle ONG finanziate da Soros. Il rischio, insomma, era la riedizione, in peggio, dei drammatici anni Novanta, con l'innesco di una spirale di guerra civile e la perdita della sovranità. La stessa esistenza della statualità russa sarebbe stata in forse. Il paese avrebbe potuto scindersi in quattro o cinque entità ( più una miriade di staterelli) ostili tra loro. Non si trattava di una minaccia astratta. Questo progetto è stato chiaramente enunciato dai teorici e geopolitici dell'Occidente (Brzezinski in primis), che individuano nella frantumazione della Russia il principale obiettivo strategico degli Stati Uniti. La conoscenza di questi studiosi non si può richiedere al tipico esponente della classe media semi colta e semi ignorante. Essi però non possono non essere noti a Putin e ai suoi consiglieri.

Qui troviamo le radici della guerra in Ucraina e qui la ragione per cui una sua soluzione risulta particolarmente difficile. Una sconfitta della Russia rappresenterebbe la fine della Russia. Una sconfitta dell'Occidente rappresenterebbe la fine della NATO. Il tipico esponente della classe media semi colta auspica che si verifichi la prima alternativa. Io, dovendo scegliere, preferirei che si realizzasse la seconda e che la NATO venisse finalmente accolta nel luogo che più le compete: la pattumiera della storia.

Fiorangela Altamura

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