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Cambiare il treno, non il macchinista PDF Stampa E-mail

16 luglio 2007

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Il dibattito lanciato dalla proposta di Daniele Ombriti si fonda su un interrogativo che si è posto agli aderenti di Movimento Zero fin dalle loro prime riunioni: che rapporto avere con la politica “attiva”? Preferisco tralasciare le specifiche questioni relative alla Lista Civica Nazionale, che pure sono importanti e suscitano non poche perplessità. Penso ad esempio alla mancanza di una visione politica che vada al di là dell’espressione di valori (moralità, onestà, competenza) che – seppur fondamentali – dovrebbero costituire semplicemente dei presupposti di base e non degli obiettivi. Non voglio neppure entrare in valutazioni di merito sulla storia e le idee delle persone che tale lista hanno creato e valutare fino a che punto si possano considerare portatrici di un progetto veramente innovativo.
Credo che il punto fondamentale della questione prescinda infatti dalla bontà del progetto che Grillo & C. hanno proposto e risieda nelle ragioni di fondo che animano il pensiero di Movimento Zero. Noi non siamo nati per proporre facce nuove da contrapporre ai politici attuali. Nel nostro Manifesto non c’è scritto “No a Prodi”, “No a Berlusconi”, “No a Vattelapesca”, ma “No alla democrazia rappresentativa”.
Qualcuno crede ancora veramente che il problema di tutto risieda nelle persone che ci governano? C’è una metafora di Fini che credo sia molto chiara, e parla di un treno che corre all’impazzata senza un macchinista. A prescindere dal fatto che il vero potere non risiede più nei palazzi della politica ma in quelli ancora meno trasparenti della grande finanza, io credo che noi dovremmo scrollarci di dosso l’idea, in fondo rassicurante, che il sistema attuale possa essere abbattuto eliminando e sostituendo Tizio o Caio. Quell’epoca è finita da un pezzo, ed oggi non esistono dittatori la cui eliminazione possa garantirci la libertà. Questa è la grossa illusione che spinge ancora le persone a votare o a credere ieri in Berlusconi, domani in Montezemolo, Veltroni o… Grillo. L’ambizione di Movimento Zero deve essere per me quella di diffondere ed affermare una visione complessiva della società, dell’uomo e della politica radicalmente alternativa a quella attuale, non vendere comode ricette ed indicare nuovi messia. Qualcuno ritiene questa posizione improduttiva e pensa che la volontà di cambiamento possa essere attuata solo entrando nell’attuale agone politico. Capisco il senso d’impotenza che pervade tutti noi e la volontà di spezzare le catene che ci rendono sudditi, ma non credo che esistano scorciatoie al percorso di formazione di nuove categorie mentali, all’opera di “decolonizzazione dell’immaginario” indicata da Latouche. Fino a quando l’uomo moderno non avrà compreso le ragioni di fondo della sua condizione di essere smarrito e di cittadino frustrato, di automa consumatore e di individuo senza identità, non potrà neppure esistere una politica veramente diversa. Movimento Zero deve operare per farlo uscire dal suo ruolo di pecora che ogni cinque anni traccia passivo una croce su una scheda, non indicargli dove apporla.

Andrea Marcon

Commenti
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solconapoli@libero.it
Marco Francesco De Marco (IP:80.181.138.130) 17-07-2007 04:50

Caro Andrea,
includo il mio commento ad una cortese
replica di Otello Martini sulla proposta di Daniele Ombriti a proposito delle alleanze. Il cosiddetto "Sistema", articola in maniera complessa e versatile il proprio controllo sulle nostre coscienze. Coloro che sfuggono alle narcotizzazioni consumistiche e borghesi, una sparuta minoranza, sono attentamente seguiti dagli organi di controllo deputati ad intercettare gli "svegli".
Ad essi le elites culturali che disegnano gli "scenari possibili" riservano le finte alternative, le soluzioni, le possibili migliorie del "Sistema". Che in realtà non ha bisogno di essere migliorato, essendo vicino alla perfezione; perfezione diabolica, ma perfezione. La delinquenza, il degrado sociale, la povertà, il conflitto tra civiltà, la droga, l'uso esteso di psicofarmaci, la distruzione delle famiglie: tutto è voluto dal "Sistema". E' funzionale, direi essenziale per la sua esistenza, che, a chi si pone dubbi, o ha addirittura certezze in ordine alla innaturalità del mondo moderno,si pongano delle finte alternative ad esso. Questo secondo livello di controllo del "mentale", essendo rivolto a soggetti più ostici, appunto coloro che non sono facilmente annullabili, necessita di una articolazione diversa ed apparentemente contraddittoria. Lo schema generale che ho descritto può essere facilmente applicato alla odierna situazione politica e culturale italiana. Una elite finanziaria nazionale, federata a più elevati potentati internazionali, in perenne allenaza con il salotto buono del capitalismo italiano svende e saccheggia la nostra nazione. Crea alienazione, usura, disperazione sociale, esistenziale, economica, psicologica... Troppo perchè qualcuno, pochi svegli, gli eggregoroi direbbero gli antichi greci, non si ribelli. Ed ecco che quindi si rende necessaria la creazione dei finti ribelli. Il fine è quello di veicolare l'attenzione, gli aneliti di libertà, la buona fede, le speranze verso false alternative.Bisogna presidiare i posti altrimenti occupabili da dissenzienti veri. Questo avviene su un piano alto, quello delle finte alternative ideologiche, dei riformismi anti moderni, delle moderazioni, degli sviluppi sostenibili (a tal proposito va finalmente detto che Latouche non è immune da un sostanziale modernismo, e che l'antimodernità è qualcosa di più elevato ed assoluto). Ma di questo avremo tempo per parlare. Su un piano più basso le alternative vengono incarnate da personaggi che precedentemente definivo finto-dissenzienti, ma che potremmo chiamare anche poco-dissenzienti, o molto-dissenzienti con chi non conta nulla, o vago-dissenzienti. Il principio del ponte da preferire allo steccato, quand'anche fosse in assoluto sempre giusto, non è applicabile alla proposta di Ombriti. Anzi credo che oggi faremmo bene, per i primi tempi, ad erigere qualche steccato ideale e culturale tra Movimento Zero ed il resto della realtà, all'interno del quale chiarire quali sono i nemici e gli amici, laddove ve ne fossero. Nessuno dei personaggi citati ha niente in comune con noi. Ci si può trovare d'accordo su questioni di secondaria importanza, ma questo potrebbe avvenire, in linea di principio,con chiunque. Mi pare che il punto condiviso dai vari Travaglio, Fo, Grillo, Pardi, sia un anti berlusconismo pietoso come le loro autodefinizioni: girotondi, girotondini. Il sistema arriva fino al controllo del linguaggio generando forme di degrado comunicativo a livelli di demenza. Questi mentecatti, perchè tali sono, solo un giro tondo possono fare. Ve lo figurate Leonida che invita i suoi soldati a fare un giro tondo contro i persiani? Lasciamo questi servi pagati, chi con lo stipendio statale, chi con la fama di "dissenziente", al loro servizio pro sistema. Non riusciremo a smuoverli dal loro ruolo di fiancheggiatori. Continueranno a parlare di Berlusconi ed altre amenità di settimo ordine.
Non li sentirai parlare di signoraggio, di usura delle banche contro i popoli. Non attaccheranno Draghi o Ciampi o De Benedetti e forse nenche il loro servo di settimo livello, lo stesso di Berlusconi, Prodi. Questa è una guerra, e come tutte le guerre segnerà morti e sopravvissuti, vincitori e sconfitti. Il Sistema si difenderà, e lo farà, come in passato, con violenza, crudeltà ed implacabilità. Se bisogna combattere, allora che si sappia, grazie ad un sano steccato, chi si trova da una parte e chi dall'altra. Io nello stesso steccato di questi straccioni pagati non ci voglio stare e non ho voglia di attraversare nessun ponte che mi conduca alla loro compagnia. Roma prima disegnò Il Solco, definì i limiti del Cosmos e del Caos, e poi mosse guerra, in nome della luce, all'ombra avanzante.
Abbraccio tutti gli "svegli". A presto. Vinceremo noi.
buzzeduzzy@alice.it
buzzeduzzy (Registered) 17-07-2007 19:03

son d'accordo con entrambe soprattutto quando fate notare che nn è con il "cambio dei vertici" che si risolve il problema,ma con l'eliminazione di quest'ultimi.come fa notare colin ward in un suo bel saggio intitolato "anarchia come organizzazione",i popoli che son abituati ad mettere in mano a terzi le scelte che riguardano la loro vita,tendono infatti a debellare una dittatura instaurandone un'altra...
c'è poi da considerare che personaggi come grillo e travaglio(seppur li stimi molto)sono convinti progressisti,travaglio addirittura si mette nella categoria della "destra liberale" stile montanelli...
avrei quindi una proposta:e se invece che star qui a romperci le scatole sul fatto di appoggiarli o meno,facesimo in modo che sian loro ad appoggiare noi?
grillo,seppur sporadicamente,l'ho sentito inveire al signoraggio,e ogni tanto qualche idea interessante ce l'ha(se nn sbaglio su questo sito c'è appunto un suo articolo)..non penso faccia fatica a comprenderci ed appoggiarci.
ma appoggiarci come?chiederete voi...
beh...visto e considerato che il nostro è un movimento localista,qual miglior luogo dei comuni per promuovere liste civiche con punti promulgati da noi,che avrebbero suppongo l'appoggio di altra gente come appunto grillo(cosa che potrebbe farci comodo).
provate a pensarci che succederebbe se riusciremmo a "sganciare" i comuni dal resto del paese,promuovendo una società parallela con un'organizzazione orizzontale ed interconnessa,che sia autosufficente e non dipenda quindi da nessun potere economico e politico che sia...
ok..basta sognare,tornando a noi troverei bello se al posto di appoggiare iniziative di altri fossimo noi i promotori e gli altri i sostenitori...
un saluto a tutti...marco
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