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Zerismo/4 PDF Stampa E-mail
29 novembre 2008
 

 
Sulla bella "dichiarazione d’intenti" di De Marco andrò per punti. Partiamo dall’unico che sostanzialmente non mi ha trovato d’accordo: “la definizione di una nuova ideologia, o meglio, visione del mondo”. Potremmo scrivere volumi, su questi due termini, ma questo non è certo il luogo. Tuttavia alcune cose essenziali devono essere dette. Trovo inconciliabili, inaccostabili questi due termini; trovo inammissibile considerare il secondo quasi un sinonimo del primo; e infine, come ora cercherò brevissimamente di spiegare, non posso pensare che all’interno di MZ si parli di "ideologia".
Perché il punto è proprio questo. Non occorre che spieghi a  te cosa significa una ideologia di riferimento. Significa prima di tutto una ortodossia, con tutto ciò che questo termine implica, con tutto ciò che abbiamo visto essergli collegato in anni (tragici) di varie militanze politiche: libri sì e libri no; idee sì e idee no; soprattutto uomini – ma meglio ancora preferisco dire persone – sì e persone no.
E non basta. Un’ideologia, oltre e conseguentemente a questo, significa "partito", cioè strutture, e le strutture significano denaro e potere, e il potere significa immobilità, significa rinunciare a sognare per “sporcarsi le mani” (espressione che ho sempre visceralmente odiato, in quanto intende rivendicare come merito quello che è il peccato massimo, quello della simonia spirituale e del compromesso). Un’ideologia significa schieramenti, bandiere, amici e nemici. Significa qualcuno a cui devi dir sempre di sì, perché "è dei tuoi"; qualcun altro cui dirai comunque e sempre di no, perché "sta con gli altri". Forse ti ho già raccontato di quanto mi rivoltasse intimamente quando, nel Pci, se dicevi di qualche dirigente: "Ma è una testa di c****", ti si rispondeva: "Sì, ma è un bravo compagno", e io non voglio trovarmi un giorno a dover dire, di una testa di c**** presente tra noi: "Sì, ma è un bravo zerista".
Ideologia è soffocamento e schiavitù dello spirito e della mente, è asservimento ad un "padrone", sotto una forma purchessia. Un’ideologia di riferimento è un mondo di riferimento, spesso poco o nulla relazionato con quello reale, una specie di Second Life perversa in cui tutte le regole cambiano, anche quelle linguistiche, per cui – permettimi quest’ultima considerazione, forse non fondamentale ma nemmeno secondaria – io trovo che Zerismo sia un orribile neologismo, e non ho mai pensato di dirmi zerista, meno ancora di quanto una volta mi dicessi comunista, termine che almeno una sua dignità linguistica e storica ce l’ha.
"Visione del mondo", caro Marco, è tutta un’altra cosa, ed evidentemente non occorre che ti spieghi nemmeno questo, visto che proprio tu lo dici con parole alate nel tuo scritto. La nostra visione del mondo (la mia, per lo meno) è romantica e "futurista", sì (e chi imporrebbe al futurista le pastoie di un’ideologia?!), ma vuole ritrovare quel passato, quella tradizione e quelle radici che il mondo ha follemente strappato da sé. La nostra visione del mondo vuol farla brillare, quella "luce celeste" di cui tu parli, ad onta di qualsiasi maitre à penser. Per la nostra visione del mondo, ognuno di noi ama “la contrapposizione e la sfida”, sempre e comunque padroni di noi stessi, assolutamente liberi. Così, per lo meno, io ho sentito la mia partecipazione a MZ, così voglio continuare a sentirla.
Lasciami concludere con una nota personalissima. Mi ha colpito e commosso, trovare, nel tuo scritto, l’espressione “gli svegli e i risvegliati”. L’ho considerato un segno, dato che da qualche tempo mi dico Buddista e seguo il Sentiero di Mezzo del Buddha Sakyamuni, un segno soprattutto di misura per il nostro orgoglio, per la parte che comunque crediamo di poter svolgere: là dove il primo raggio del Nobile Ottuplice sentiero ci ricorda che ogni realtà è sostanziale e impermanente. Anche le ideologie, anche Movimento Zero.

Giuliano Corà
Commenti
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aragorn (Registered) 29-11-2008 19:47

Caro Giuliano, sono perfettamente d'accordo su quanto scrivi sul termine ideologia. Ma io partivo, con una staffetta ideale, dalla lettura dell'articolo di Mauro Maggiora che si intitolava appunto "l'alba di una nuova ideologia" e che recitava così: "Noi pensiamo che mai come oggi ci sia bisogno di ideologismo e di un'osservazione della realtà grandangolare. Pensiamo che ci sia bisogno di un'ideologia che diriga l'azione, secondo la definizione di Pareto. Non certo l'ideologia marxista, quella che il filosofo preveggente Baudrillard aveva già ampiamente liquidato negli anni Settanta definendola «una limitata critica piccolo-borghese, solo un passo in più verso la banalizzazione della vita».
O quelle che glorificano il discrimine etnico, religioso, reddituale o «l'estasi della comunicazione», per citare ancora Baudrillard.
Piuttosto un'ideologia che ci affranchi dalla schiavitù del globale, dal valore d'uso, dalla libera circolazione delle merci e dei capitali, dall'industrialismo, dalla trita ritualità della delega democratica.
L'antimodernismo. Lo zerismo.
Mauro Maggiora"
Condividevo lo scritto e l'intento di Maggiora, e credo che anche lui volesse dire visione del mondo anche se scriveva ideologia
Infatti nel mio pezzo aggiungo subito, "o meglio visione del mondo", evitando l'efficace ma troppo intellettuale weltanshauung.Quel mondo complicato dei partiti non è quello che immagino per noi. Non parlavo di quello e comunque che il cielo ci scampi e liberi da cose simili, concordo. Anche io dissento su una cosa da te: a me Zerismo piace, ma sopratutto credo che sia pragmaticamente e comunicativamente utile, e quindi, se così fosse, facciamocelo piacere.Sapevo di trovarti romantico e futurista e sono contento che il riferimento al sangue celeste sia stato da te interpretato nella giusta misura, ma non avevo dubbi.
Ti auguro la serenità che il cammino intrapreso sulla strada della "liberazione" merita. A presto.
M.F.D.M.
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 29-11-2008 20:01

Anche a me piace il termine "zerismo". Non ho ben capito perchè ad alcuni non piaccia.

Comunque vedete che ho ragione, il dibattito in corso affonda le sue radici sulle differenze tra di noi che dipendono dalla diversità del modo e dei motivi che ci hanno avvicinati a Fini. Molti si sono avvicinati a lui dopo l"editto bulgaro", il libro di Travaglio e altre cose, senza minimamente conoscere invece il dibattito e gli intellettuali che ruotano attorno a Fini dagli anni'80 e cosa ancor più grave senza conoscere il filone culturale nel quale Fini si inserisce. Questo filone non ha nulla a che vedere con concezioni di sinistra alla Chiesa o con il massimalismo forcaiolo di Di Pietro e Travaglio o con i no global stile Genova. Ci sono si affinità con queste persone di punti molto limitati ma l'humus culturale è completamente diverso. Chiedete ad esempio a Chiesa che pensa di Huizinga e poi a Fini...

Alberto
Magmau64 (Registered) 29-11-2008 20:32

@Giuliano
Secondo me tu dai al termine "ideologia" un'accezione aberrante perchè la applichi ad una logica che appartiene ad una tua esperienza del passato (il PCI) che probabilmente oggi trovi estranea, ostile, almeno così sembra.
Infatti parli di partiti, "compagni buoni o che sbagliano",strutture..
Piu' che un rifiuto dell'ideologia il tuo sembra un rifuto del contenitore, della cornice, dell'applicazione scientifica dell'idea.
Io ,invece, mi riferivo alla suggestione semantica.
Ideologia può significare parlar per immagini, come ho scritto e questo mi piace.
Poi, mi piace il senso di organicità proprio di un'ideologia.
In questo tempo caratterizzato dalla frattura , dalla politica che vive alla giornata, in modo schizofrenico,dal corto circuito del pensiero, dal continuo sovvertimento dei valori, io ho necessità di un progetto organico,appunto.
Progetto organico non significa possedere il verbo, nè limitare la libertà o vessare l'elemento umano.
Un grandangolo, una prospettiva soggettiva , questo è quello che mi auspico.
Qualcosa che abbracci in maniera armonica un insieme di idee, sensibilità, valori, humus.
Terra, ambiente, politica, società, solidarietà, comunità, avvolte da un'ideologia,un comune sentire una commistione in perfetta sintonia.
Ideologia è lungimiranza, tenere dritta la vela.
Questo, per me, è ideologismo,ideologia, un'alchimia.
@Alberto
Ci sono differenze tra di noi, c'è chi come Giuliano, il sottoscritto e altri proviene da sinistra, altri hanno fatto percorsi differenti .
Io,personalmente sono trasmigrato dalla sinistra a Fini attraverso Chomsky,
Ora adoro Fini, come adoro Cardini,ad esempio.
Gravissimo disconoscere il filone culturale nel quale Fini si inserisce?
Beh, colmeremo queste lacune.
Ecco , quello che mi sfugge è il tuo riferimento a Travaglio e Di Pietro:non credo che ci sia nessuno così sprovveduto da trovare strane liaisons tra i due e quello di cui stiamo parlando in questi giorni
Trovo bizzarro questa tuo riferimento ..
Mauro
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 29-11-2008 20:45

Spiegati meglio, non ho ben capito cosa vuoi dire nell'ultima parte
Magmau64 (Registered) 29-11-2008 20:56

@Alberto
Se era a me che ti riferivi, volevo dire che non mi sembra abbia molto senso , in una discussione per così dire sui "massimi sistemi", tirare in ballo un politico ex magistrato ed ex poliziotto ed un cronista giudiziario per ingabbiare e confutare una visione discordante.
Che senso ha paragonare il filone culturale finiano ad un poliziotto e ad un cronista?
Sarebbe un po' come contrapporre il polistirolo al calcestruzzo ,per la costruzione di un ponte.
Il polistirolo ha una sua funzione, nobile, ma non credo sia in grado di sostenere un ponte..
Mauro
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 29-11-2008 22:47

Non ci siamo capiti. Volevo dire che molti di voi probabilmente hanno conosciuto Fini tramite quei personaggi e quindi nell'humus culturale di certa sinistra senza conoscere invece l'ambiente, le persone e il filone culturale antimodernista che invece è l'ambiente che ragiona su quei temi e che ha supportato Fini dagli anni '80. Non volevo paragonare una visione del mondo a quei personaggi, sarebbe una fesseria certamente. Ribadisco, il problema forse nasce da un equivoco nel percepire il discorso finiano e nell'incasellarlo in un discorso più generale. Ti faccio un esempio: il primo convegno di Fini a cui io partecipai, era stato organizzato a Cagliari da un circolo tradizionalista che si chiama Riscossa Europea, non da comunisti rosè.Io penso che chi invece ha conosciuto il Fini-pensiero per la questione dell'"editto bulgaro" lo accosta probabilmente al filone della "sinistra pseudo alternativa" (con questo termine indico tutte qulle sensibilità di sinistra come ad esempio Chiesa, Grillo, no global, ecc.. con un ideologia ecclettica..). Movimenti con una forte componente libertaria e progressista che sono in antitesi con il discorso antimoderno. E' chiaro che poi queste persone non capiscono quando Fini dice certe cose sulla guerra, sul rapporto uomo/donna, sulla necessità di un Europa armata, ecc. Il mio consiglio senza voler fare il saccente (cosa che non sono e non aspiro ad essere) e leggersi un pò di certa cultura antimodernista. E si utile avere bagagli culturali diversi e confrontarsi, ma prima è necessario almeno avere un alfabeto comune.

Alberto
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 30-11-2008 11:26

Visto che si sta mettendo in discussione tutto, anche i termini che definiscono il movimento, vorrei dire la mia sulla parola "zerismo". Si tratta di un termine allusivo e ammiccante, potendo evocare, anche senza intenzione, la parola "zarismo". L'allusione e l'ammiccamento sono modalità dell'ironia. L'ironia e l'autoironia, che qui mi sembra evidente, appartengono a una dimensione non popolare e di presa immediata ma intellettuale e raffinata. Questa è la nostra cifra. Non dobbiamo vergognarci di dire che ci consideriamo un'èlite cultural-politica. Pertanto mi sta bene "zerista" come mi sta bene l'altrettanto ironico ma efficace "regressista".
aragorn (Registered) 30-11-2008 14:31

Concordo perfettamente con Luciano.
Regressista è un simpatico rafforzativo.
Non trascuriamo la potenza dei nomi.
Nomen Omen, ma anche Numen Nomen.
Scusate il francesismo.
M.F.D.M.
Giovanni Marini (Registered) 30-11-2008 19:41

LA CASETTA DEL PATER FAMILIAS
Leggo con grande piacere anche l'intervento del signor Corà che condivido. Mi perdoni se qui riprendo lo scritto del signor Bussola il quale ripropone il tema dell'azione, così prepotentemente introdotto da Zerismo/1. Anch'io dissento dall'affermazione di Fini di spingere di più sull'acceleratore. La considero irresponsabile ed inutile, inutile perchè il turbocapitalismo va già al massimo, irresponsabile perchè non considera le conseguenze di un crash acuto del sistema che segnerebbe la fine dell'agricoltura meccanizzata. Sulla Terra vivono 6 miliardi e 700 milioni di persone la maggior parte delle quali dipendono per vivere dallo sfruttamento intensivo dei terreni coltivabili su base industriale. Per una agricoltura di sussistenza il carico accettabile per il pianeta è di 2 miliardi...fate un po' i conti. Inoltre non considera che esistono 34000 ordigni nucleari il cui controllo dipende dalla stabilità dello Stato. Non è affatto certo che il panorama del futuro sarebbe la casetta del pater familias coi suoi 2-3 ettari di terreno sterile intorno, ma potrebbe essere un panorama di città popolate da specie di zombies (target ideale per aragorn). Scusami aragorn. Comunque gli ansiosi di vedere la FINE sappiano che è assai probabile nel corso della nostra vita, non perchè possiamo farci qualcosa, ma per le inesorabili leggi della termodinamica(la scienza serve).
mzpuglia@hotmail.it
pirata (IP:79.15.249.41) 30-11-2008 23:52

PER GIOVANNI MARINI:
Credo che quella che lei chiama "l'ansia della fine" sia in realtà il disagio infinito e la nausea continua che molti provano vivendo in questo mondo. Poichè anche io faccio parte dei nauseati, mi fa piacere chiarire una posizione che lei sembra ritenere un pò sempliciotta ed ingenua.
Non c'è ansia della fine senza desiderio avido di un nuovo inizio. Il suo elenco di dati e di numeri richiedono la massima considerazione proprio perchè fotografano il livello di parassitismo raggiunto dagli uomini nei confronti del resto del mondo, la loro crescita esponenziale che assomiglia, come è stato ben detto da Renato, ad un cancro. Però questi dati non possono, a mio avviso, essere usati per far apparire ingenuotto il riferimento al Pater Familias. Dico questo perchè chi, come me, sogna un mondo armonico, non è certo un illuso che insegue l'utopia e rimane chiuso in una dimensione onirica privo di consapevolezza. Per me è chiaro ed evidente che le vite nostre e dei nostri nipoti saranno sconquassate dal caos del tramonto di questa civiltà. Il male che verrà dalla fine della civiltà tecnologico-capitalistica, non potrà mai essere un motivo di rassegnazione per il mio spirito. Il lupo che passa al bosco sa bene di dover affrontare il freddo e la fame, non per questo decide di restare una bestia da allevamento destinata al macello. Per cui è davvero strano che lei abbia trasformato il riferimento di Aragorn al Pater Familias in un accenno allusivo alla famiglia-felice dell'happy end americano!! Innanzitutto perchè l'Uomo di cui si parla è l'uomo centrato, sciamano e guerriero, che non ha certo l'obiettivo esistenziale della casetta in campagna con deposito annesso per dedicarsi al bricolage. E poi perchè sono necessari dei riferimenti simbolici per delineare i contorni di un orizzonte spirituale ed umano desiderato perchè felice, giusto, e, ripeto, armonico.
Spesso mi trovo a riflettere su come è cambiata negli anni, anche soltanto negli ultimi venti- trent'anni, il senso attribuito alla parola FELICITA'. Negli anni '50 ad esempio, si rideva per una comicità semplice che oggi molti considerano stupida. Era un modo di accogliere il divertimento molto più spensierato di oggi. E quindi mi arrabbio pensando che spesso la felicità è considerata roba per stupidi ed incoscienti bambinoni viziati da ogni comodità borghese, mentre l'uomo impegnato e super cosciente è e deve essere triste e scuro: un pò maledetto. Invece davvero felici sono stati Uccello Scalciante e Due orsi, ed i loro Avi, come dice Aragorn. Nonostante la carestia, il freddo, le guerre tribali. Per la vita che facciamo siamo quasi obbligati a pensare ed immaginare il mondo che vorremmo, soprattutto se questo mondo è esistito e rappresenta la quasi totalità della storia dell'umanità. Ben venga poi la termodinamica se preannuncia il simpatico mondo regressista .
PER GIULIANO CORA':
Le parole che dici sono precise e soprattutto vere. Solo un appunto. Posto che un partito è una entità nefasta e da tenere lontana dalle nostre menti, credo che ci possa essere l'esperienza di una comunità unita di uomini che si schierano ed hanno una bandiera, pur essendo padroni di se stessi. Forse qualche esempio sociale si può ritrovare ancora nelle popolazioni degli indiani nordamericani.
aragorn (IP:213.45.226.209) 30-11-2008 23:53

Caro Giovanni Marini, la casetta del Pater Familias è un titolo caricaturale e banale che svilisce il mio pensiero e non aiuta a comprendere lo spirito degli interventi di questi giorni. Il fatto che il tuo immaginario sia stato colonizzato e che il Pater Familias corrisponda al nonno di Heidi, è solo un tuo problema.
La figura del Padre Sacerdote, custode dell'unità familiare, garante del patto d'immortalità tra gli antenati ed i viventi, officiante dei culti familiari, di cui la Madre è custode (Focus Lares) è altro rispetto al tuo fumetto sfottente. Far passare tutto questo come il delirio di un folle è scorretto, oltre che inesatto. Ci sono miliardi di persone, nell'India induista, nell'Asia confuciana e buddhista, nell'Africa animista, nel Giappone shintoista, che vivono secondo questo principio base della loro esistenza. Ed a nessuno di questi è richiesto il prerequisito di "2 o 3 ettari di terreno" come scrivi tu.
E che ti piaccia o meno, anche tu discendi da numerosi Pater Familias.
Che oggi purtroppo sono stati sostituiti da una figura laico amministrativa che paga il mutuo, le vacanze, la motocicletta, e che quando diventa vecchio viene buttato in un ospizio. Questo Pater Familias di cui parli tu, con la casetta ed il terreno, sembra un mezzo scemo ecologista. Ma è, appunto una tua fantasiosa e superficiale interpretazione. Quanto al fatto che gli zombies sarebbero un target (in che senso) ideale per me, non si capisce cosa voglia dire. Io sono d'accordo con Massimo Fini, di questo mondo non va salvato nulla, e se fosse possibile, bisognerebbe favorire ed accellerare la crisi del Sistema tecno finanziario e dello sfruttamento della natura e dell'uomo. Non dovremo essere per forza 7 miliardi di abitanti sulla terra per i prossimi secoli. La natalità cresce e decresce, ed in un mondo guidato da elites solari e non oscure, a tutto si trova rimedio.
M.F.D.M
simonebussola@libero.it
Bussola (Registered) 01-12-2008 11:20

Pasolini diceva: "Fintanto che sarete irriconoscibili non vi potranno fottere, se vi farete trovare sempre allo stesso posto, sicuramente vi fottono. O siete già perduti". In altre parole, come ho scritto nel mio pezzo, se ci facciamo mettere un'etichetta (i comunisti ne sanno qualcosa...) è finita. Il punto essenziale è a mil avviso questo: non mettiamoci un'etichetta addosso. Ma soprattutto non mettiamocela a noi stessi, altrimenti ci fottono e ci freghiamo da soli.
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