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Barnard: "Diamoci, datevi, da fare" PDF Stampa E-mail
7 gennaio 2009
 

 
Ho già scritto più volte che viviamo disperatamente nella trappola tesaci dalle destre finanziarie 35 anni fa. Tutti noi, specialmente le sinistre. La riassumo in pochissime parole: ci hanno fatto passare dall’Era dei Diritti, all’Era della Contrattazione sul Grado di Abolizione dei Diritti, dove essere di sinistra significa solo lesinare qualche rimasuglio di Diritto nel dialogo con loro. Ci hanno reso Plausibile l’Inimmaginabile. Esempio: la privatizzazione dell’acqua, o la precarizzazione del lavoro – essendo entrambi elementi essenziali alla sopravvivenza fisica dell’essere umano, è come se ci avessero privatizzato e precarizzato i globuli bianchi, o la milza. Inimmaginabile? Affatto. E’ accaduto. Le destre hanno vinto, e stravinto. Questa resa al dibattito sui Gradi di Abolizione dei Diritti ha avvelenato a pioggia tutta la nostra vita civica, politica, sociale, con i risultati che tutti vediamo. E’ tutto lì il problema.
Ora, se vogliamo combattere questa catastrofe dobbiamo saltare indietro di 250 anni, e ripensare a quegli uomini che allora dissero basta all’Inimmaginabile reso Plausibile, cioè agli Assolutismi, alla barbarie, alle atrocità sociali. E dobbiamo fare quello che hanno fatto loro:
IMMAGINARE NUOVI DIROMPENTI DIRITTI. E PROPORLI.
Il “libero contratto revocabile” fra Stato e popolo, la tutela del lavoro, pene più umane, erano nel ‘700 idee all’apparenza deliranti, al limite del ridicolo persino. Eppure le immaginarono, e hanno cambiato la Storia.
Bene. Avete capito. O immaginiamo un altro Stato dei Diritti, dirompente nei contenuti, o siamo condannati. Se lo immaginiamo oggi, lo avremo forse fra tanti anni, ma non c’è altra scelta. Qualcuno deve iniziare, deve iniziare a cambiare la Storia. Noi.
La mia proposta è questa. Ognuno di voi si impegni in questi giorni a immaginare uno o più Nuovi Diritti. Ma intendo nuovi, dirompenti, cioè sogni, quello che vorremmo come ideale assoluto, non importa quanto sembrino inapplicabili o antistorici. Immaginateli, scriveteli in poche righe, non scrivete trattati di seimila parole, ma 3 o 4 righe al massimo (leggete sotto), fatelo pensandoci bene senza fretta. E inviatemeli. Faremo un Nuovo Contratto Sociale di Diritti da tramutare in leggi dello Stato, pubblicato in questo sito e altrove, e lo faremo girare, e già avremo fatto il nostro compito nella Storia.
Tre esempi:
1) Il Diritto ad avere tempo per vivere. Che significa non dover lavorare di continuo proprio lungo tutti gli anni più belli della nostra vita - es. poter optare per un anno di libertà dal lavoro ogni cinque, da poter dedicare alla cura fisica o spirituale o emotiva di sé stessi e dei propri cari, con la garanzia di una piena sussistenza nondimeno. Sancito per legge.
2) Il Diritto ad avere una casa. Senza doversi indebitare per decenni in un mercato del denaro da cappio alla gola. La casa è un bene di sopravvivenza, come l’aria, esattamente uguale, e non può essere un privilegio per cui intrappolarsi per tutta la vita lavorativa. Sancito per legge.
3) Il Diritto a non essere poveri. Cioè l'indigenza dichiarata illegale, come il furto, che si trasforma nel dovere di chi ha tanto di ridistribuire a chi ha meno. Cioè la comunità umana si compensa come fa l’acqua nei vasi comunicanti, per l’interesse di tutto il genere umano. Sancito per legge. Ecc.
Non so se avete capito. Qui non si tratta di bisticciare sui dettagli di questa o di quella corruttela, di questo o di quel modo di fare politica, cioè non si tratta di negoziare i dettagli di una prigionia infame, non si tratta di negoziare se la nostra catena ai piedi deve essere lunga un metro o tre, come fanno anche i ‘nuovi paladini’ dell’Antisistema italiano, come fanno i sindacati, come fa la sinistra.
Qui non si tratta di dialogare con questo Sistema. No, basta, fine.
Qui si tratta di immaginare un altro modo di essere uomini e donne insieme, un altro Illuminismo. Niente di meno, o siamo morti. Chiaro?
Datevi, diamoci, da fare.

Paolo Barnard

da http://www.paolobarnard.info
Commenti
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daniela (Registered) 07-01-2009 14:32

Caro Barnard,
le donne desiderano lavorare fuori casa principalmente per: essere autonome economicamente, essere autonome nelle loro scelte di vita, sviluppare un loro talento,essere considerate socialmente. Le casalinghe tradizionali non potevano e non possono aspirare a a queste cose, se non per gentile concessione di uomini aperti e intelligenti. Per scappare dalla realtà attuale, sempre più degenerata, chiedo il riconoscimento del valore d'uso creato dalle donne all'interno e fuori della famiglia, quello che non rientra attualmente nel calcolo del PIL, in quanto non ha valore di scambio.
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 07-01-2009 16:40

Non mi piace per niente come imposta il discorso... Il "diritto a non essere poveri" poi è grottesco, basta leggere quanto scrive Fini riguardo alla povertà per farsi due risate con queste teorie del signor Barnard... Come dice Fini la verità è dietro di noi, non davanti, nei sogni, nell'ipotetico futuro, e Barnard questo fa, sogna come sognavano i rivoluzionari francesi...
aragorn (IP:79.15.249.41) 07-01-2009 17:31

Condivido quanto scritto da Alberto. L'articolo di Barnard ha dei limiti evidenti, sia per le aspirazioni che per le premesse. E come succede spesso a chi ha una formazione culturale di sinistra, si ignora o si trascura il nemico "finanziario" e cioè l'esistenza della società del debito e la dittatura bancaria. Senza queste non ci sarebbe povertà, mancanza di case e scarso tempo da dedicare a se stessi. Forse l'argomento è sconosciuto a Barnard, che appare persona sostanzialmente in buona fede e con una elevata dose di coraggio. Ma l'attribuzione delle responsabilità per la situazione in cui ci troviamo a fantomatiche destre di 35 anni fa è un limite culturale eccessivo. Destra e sinistra sono dèmoni innestati nel cervello, difficili da scacciare. E poi l'Era dei Diritti di cui scrive Barnard, cioè gli anni settanta, è un parto della fantasia. Questi parlano ancora di precariato e trascurano o ignorano che l'intero debito pubblico è frutto dell'usura tecnofinanziaria, senza la quale non esisterebbe nè precariato nè disoccupazione, nè degrado nè povertà. Ma una nazione sotto usura non può garantire che poche ed ormai inadeguate forma di "Stato sociale". Ha ragione quando dice che "Qui non si tratta di bisticciare sui dettagli di questa o di quella corruttela, di questo o di quel modo di fare politica, cioè non si tratta di negoziare i dettagli di una prigionia infame, non si tratta di negoziare se la nostra catena ai piedi deve essere lunga un metro o tre, come fanno anche i %u2018nuovi paladini%u2019 dell%u2019Antisistema italiano, come fanno i sindacati, come fa la sinistra".
Ma senza una visione complessiva e profonda della realtà che ci opprime si cade nel vetero marxismo illuminista. Lui ne desidera un altro, di illuminismo, e non si rende conto che il primo ha fatto già abbastanza guai. Forse dobbiamo solo aggiungere qualche tassello alla sua conoscenza complessiva delle questioni che riguardano il "Sistema".
Un ultima annotazione. A mio parere ospitiamo troppi interventi di chi elenca strategie rivoluzionarie da perseguire. Credo che noi di Movimento Zero, pur ascoltando ed ospitando altre posizioni, dovremme essere più prolifici su questo tema e sviluppare degli scritti simili, ma ispirati da una visione antimoderna qual'è la nostra. Propongo di replicare il ciclo di Zerismo, che a me è piaciuto tanto, questa volta basato non sulla dimensione strettamente ideale, ma su quella dell'applicazione pratica, che riguardi la nostra vita personale e la strategia politica di Movimento Zero.
Gli scritti potrebbero utilizzare lo schema proposto da Barnard, che mi sembra efficace.
Marco Francesco De Marco
max (Super Administrator) 07-01-2009 18:46

Attenzione che questo articolo ci porta in un direzione spesso opposta al pensiero di Fini e anche ad alcuni punti del suo manifesto!
Innanzitutto porre la questione in termini di destra e sinistra è inaccettabile: le sinistre hanno le stesse colpe al pari delle destre, nella nostra visione. Non solo in politica, ma anche nelle idee.
Poi richiamarsi alle visioni degli illuministi francesi significa proprio richiamare quei valori universalistici e di progresso che hanno portato alla situazione che noi combattiamo (e in parte che combatte Barnard!).
Le espressioni "comunità umana" e "per l'interesse di tutto il genere umano" pure vanno in direzione contraria addirittura al punto del manifesto che dice che ogni popolo ha il diritto di filarsi la propria storia fatta anche di inguistizie (e di povertà).
Infine il diritto a non essere poveri pure è al limite dello scandalo: è un diritto che non esiste, mai sentito da nessuno prima degli illuministi francesi neppure dai poveri stessi! A patto che fossero poveri radicati (autosufficienti, inseriti in un sistema organico come quello feudale) e non sradicati (cittadini, operai, moderni).
Stesso discorso per i poveri nel mondo: non dobbiamo sconfiggere la povertà, ma ripristinare l'autosufficienza e l'organicità.
Insomma, Barnard ha scritto anche cose interessanti, ma questo articolo lo trovo condivisibile al massimo al 30%.
admin (Super Administrator) 07-01-2009 20:32

Condivido parte delle osservazioni di Max. Ma l'intenzione che mi ha spinto a riproporre questo invito di Barnard è soltanto quella di offrire, al di là del merito poco o punto condivisibile delle sue proposte, una testimonianza di quella ricerca di nuovi paradigmi che è anche la nostra ricerca. L'apertura culturale ad approcci che almeno provano a liberarsi dal fango della politica odierna è, secondo me, doverosa.
a.m.
Giovanni Marini (Registered) 07-01-2009 20:46

Caro signor Barnard,
pur non condividendo il suo punto di vista generale apprezzo comunque il senso del suo intervento.
In un periodo in cui l'offensiva del potere contro quei diritti conquistati con lotte di secoli è sempre più arrogante e sfacciata lei propone di passare alla controffensiva immaginando nuovi diritti.
Quello che sta succedendo ci dovrebbe insegnare che i diritti non sono mai acquisiti una volta per tutte e che se non vengono difesi ci vengono scippati senza tanti complimenti.
La sua proposta è senz'altro stimolante e originale e perciò mi associo al suo cortese invito:
la mia proposta è che la decodifica del genoma umano sia resa di diritto pubblico inalienabile e non fruibile da aziende private.
Un cordiale saluto.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 07-01-2009 23:00

Dobbiamo essere aperti a diversi contributi che vengano da persone in buona fede che cercano alternative all'orrore in cui viviamo, di "destra" o di "sinistra" non importa. Tuttavia dobbiamo sempre difendere la nostra identità: di tutto c'è bisogno tranne che di un nuovo Illuminismo; quello antico ha già fatto abbastanza danni.
h2otonic (Registered) 08-01-2009 01:06

Non mi scndalizza questo Barnard perche' come tutti coloro che pensavano di realizzare il potere dell'immaginazione è riconoscibilissimo, tanto nella sua retorica quanto nella sua ostinazione.
Quindi inoffensivo.
Pur non stimolando in me alcuna voglia di discussione non posso non compiangerlo prigioniero come è dell'utopia: l'umanità si sta sconquassando sotto la montagna di menzogne che essa stessa ha generato, e lui vive la sua storia...
Molto piu' difficili da individuare i voltaggabbana dell'ultima ora, saranno quelli che grideranno piu' forte e che speriamo non riescano ad intaccare il fronte antagonista.
Di ciascuno fara' testo non la storia che predica o che invoca ma quella personale.
Pucciarelli (Registered) 08-01-2009 16:15

Non mi pare particolarmente illuminante quest'articolo di Barnard, e francamente, fa sorridere anche me l'idea del "diritto a non essere poveri " ed il " diritto ad un tempo per vivere " codificato per legge . Dietro a tutto ciò mi pare d'intravedere fumosi ed obsoleti ideali peraltro antitetici ai principi fondamentali di MZ.
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