Avviso Registrazioni

Scusandoci per l'inconveniente, informiamo i nuovi utenti i quali desiderino commentare gli articoli che la registrazione deve essere fatta tramite Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo

Login Form






Password dimenticata?
Nessun account? Registrati

Cerca


 
  SiteGround web hostingCredits
Il Maestro di Travaglio PDF Stampa E-mail
26 gennaio 2009
 

 
La questione “Giustizia” scandalizza di nuovo i convinti democratici ed in particolare i “legalisti”. Da Beppe Grillo a Marco Travaglio ritorna la solita levata di scudi che poi prende le consuete strade, fino al nostro blog. Le vergini violate urlano per la deflorazione e invitano alla sollevazione il popolo tradito. Avanza il Regime, arrivano i Tiranni, fine della libertà. Peccato che questo modo di rappresentare la realtà sia falso, ed i suoi effetti utili unicamente al rafforzamento del Sistema. L’equivoco è generato dalla pubblicistica di Regime e dagli effetti del minculpop democratico che agiscono nelle teste di chi si scandalizza. Da bimbo Travaglio si è sentito raccontare a scuola dal Maestro, quello unico, che l’Italia è una Repubblica democratica, dove tutti possono esprimere le loro opinioni liberamente e che la magistratura e le forze dell’ordine difendono gli italiani dai ladri, dai corrotti e dai tentativi di limitare la libertà personale. Travaglio, che è un ragazzo ottimista e fiducioso, giustamente si adira: ma come, la costituzione dice tutte queste belle cose e voi fermate la Procura di Salerno che indagava sugli insabbiamenti della Procura di Catanzaro? E così parte la campagna di indignazione: Aiuto, Regime, Fascisti, Dittatura, Pinochet, Berlusconi, Intercettazioni, Borsellino, Mancino, le Cavallette (John Belushi). Tutto frullato e riproposto in termini infantili, illusori, parzialmente vero e quindi falso. Il Maestro delle elementari e poi gli insegnanti di Travaglio avrebbero dovuto dirgli la verità, invece che raccontargli favolette. (continua cliccando sotto...)

Marco Francesco De Marco
Nel 1945 l’Italia ha perso la guerra ed è passata da un vero Regime Autoritario ed illiberale alleato con il Regime Nazionalsocialista tedesco, ad una finta Repubblica democratica. La sovranità italiana da quegli anni è limitata all’ordinaria amministrazione. I patti con la Mafia per il controllo del territorio sono stati sottoscritti direttamente dagli Stati Uniti e poi continuati dai loro rappresentanti “democratici”. Lo strapotere della Mafia e delle Mafie sono una diretta conseguenza delle politiche sociali ed economiche che in maniera scientifica lo Stato repubblicano ha praticato nel dopoguerra. L’Italia non può disporre in toto del proprio territorio, perché basi militari straniere sono sul nostro “suolo patrio” senza legittimità politica e morale. I traffici di droga vengono tollerati grazie all’enorme mole di danaro che generano, grazie alle complicità tra istituzioni, mondo bancario e finanziario e delinquenza organizzata. Le stragi degli anni 60/80 sono state organizzate per rafforzare il Sistema ed impedire derive “comuniste”. Tutta la magistratura italiana ha accettato di produrre sentenze false al solo fine di coprire le responsabilità dei servizi segreti italiani, della Cia e di ogni altra organizzazione, e che per Piazza Fontana, Bologna, Ustica, Italicus, Bologna-Firenze, Piazza della Loggia, ancora oggi non v’è stata Giustizia degna di questo nome. La classe politica italiana svolge una funzione subalterna e di totale dipendenza da  quelli che vengono chiamati comunemente “poteri forti”. In cambio ottiene quei vantaggi e privilegi che conosciamo e sui quali è inutile tornare. L’attuale Sistema tecnofinanziario, ovvero la dittatura bancaria che controlla e dirige la nostra società occidentale, si serve dei partiti e dei politici così come un manager dispone dei propri collaboratori. Ai politici italiani questo schema è chiaro, e nessuno di loro osa dubitarne, tanto meno in pubblico. Nei numerosi tentativi operati per fare esprimere leader di partito, parlamentari, ma anche giornalisti ed intellettuali, sul tema della Sovranità Monetaria, si ottengono risposte di questo tipo: “chi tocca quei fili, muore” oppure “non sono cose che noi possiamo modificare” o ancora “io non mi posso esporre trattando questi temi”. Hanno paura, e fanno bene. Chi ignora questa verità negata sa bene che la sua diffusione potrebbe rivelarsi tanto letale da determinare le condizioni per la fine del Sistema stesso. Lo Stato italiano è prigioniero di un abuso anticostituzionale, illegittimo ed ingiusto e cioè che l’emissione monetaria è oggi affidata ad una società privata che pretende un pagamento per questa funzione, che se venisse espletata dallo Stato, non produrrebbe debiti e di conseguenza tasse. L’intero debito pubblico italiano è stato generato da questo abuso, non dalla cialtrona classe politica italiana e dai suoi sperperi. Tutto il debito pubblico italiano è figlio del costo che lo Stato italiano paga alla BCE (prima lo pagava alla Banca d’Italia), che sono società private controllate dalle banche. I politici non sono in grado di opporsi a questo Sistema. Se qualcuno di loro ci provasse, verrebbe immediatamente criminalizzato, intercettato, inquisito e distrutto politicamente e personalmente. Per poterli ricattare e facilmente eliminare a seconda delle necessità del momento, li lasciano apposta sguazzare nel fango delle piccole e grandi tangenti. In questa maniera il Sistema, che influenza buona parte della magistratura e del giornalismo italiano, opera quel controllo serrato ed efficace sulla politica, fatto di ricatti, allusioni, avvertimenti di tipo mafioso. I capri espiatori politici catalizzano l’attenzione generale attraverso la diffusione di opere tipo “La Casta” di Stella e Rizzo, oppure le battaglie sulle fedine penali di Grillo, e così i veri detentori del potere ed i reali conflitti d’interesse, quelli giganti, assoluti, vengono tenuti nascosti. Ce lo ha ben spiegato una lettrice della Voce del Ribelle, Nicoletta Forcheri: ”Funziona così: i riflettori si spostano dal vero scandalo e creano una questione morale - che per carità esisterà pure - ma come metodo per "bruciare" dei politici il cui "sacrificio" mediatico serve a coprire i veri responsabili e i veri centri di potere, spesso d’ oltralpe, e i veri meccanismi di potere tecnocratici”. Questa pratica sistematica e corale produce l’effetto voluto dal Sistema, che è ben contento di sacrificare qualche politico, e perché no, qualche partito, così in pratica salva tutti gli altri, affinché l’analisi, la critica e l’attenzione generale rimangano sempre ad un livello mascherato della realtà. Chi non si occupa di questo livello di critica del Sistema e si tiene su un piano “basso”, lo fa perché è preoccupato, legittimamente, di morire ammazzato, di perdere la collaborazione alla Rai, o di essere costretto a dire delle cose finalmente di un certo livello. Tutto comprensibile, nessuno può obbligare questi signori a fare sul serio, ma almeno si astenessero dal parlare di Regime e di farlo coincidere con Berlusconi o Veltrusconi o addirittura Alfano, dico Alfano, perché il vero Regime esiste da prima e ci sarà dopo Berlusconi e Veltroni, e controlla eserciti, governi, banche, istituzioni sovranazionali. Di fronte ad esso, al vero Regime, costoro appaiono come consiglieri di circoscrizione al cospetto di Capi di Stato. Non è questione di purezza o di corsa al massimo della purezza. E’ questione di coerenza. Quella mostrata da Paolo Barnard, che giustamente ci invita a non mendicare un metro di catena in più, ma a liberarci del tutto dalle catene. La libertà non è fatta a livelli o compartimenti stagni, non si può essere contrari alla censura dei magistrati, pratica sulla quale è fondata la stabilità della Repubblica Italiana da decenni, e poi essere favorevoli o indifferenti all’esistenza del primo livello del potere, alla dittatura bancaria e tecnocratica. Riusciremo a rimediare all’ingenuità del Maestro di Travaglio e del suo allievo? Riusciremo un giorno a sentire che Rothschild e Soros, attraverso De Benedetti e di conseguenza i veltroniani del PD (fonte: Rosacroce) hanno più potere in Italia di qualsiasi Ministro? E vi prego di non uscirvene con la storia delle “specializzazioni”.
Commenti
NuovoCerca
3398310928@tim.it
sultano96 (Registered) 27-01-2009 17:09

L'ho letta su CDC e mi è sorto spontaneamente il quesito: dal momento che l'articolo descrive la realtà, come mai non è condiviso dai più?
Forse che i 21 milioni di internauti italiani usano questo incommensurabile strumento solamente a fini porno e similari?
Grazie per quanto vorrà rispondermi.
Cordialità.
rosacroce (Registered) 27-01-2009 18:11

ringrazio l'autore di questo articolo,che in maniera esemplare,spiega quello che ho cerco io di dire ,da tempo,deriso o incompreso dai più.
questa è la nostra GRAVE situazione,ed è all'origine dei nostri mali (la banca centrale ).
aggiungo che un unico uomo (lindon la rouche, www,movisol.org)sta in questo momento indicando una soluzione concreta per cambiare l'attuale sistema ,e avviaRE COSI UN POSSIBILE NUOVO RINASCIMENTO.
rosacroce (IP:87.0.186.8) 27-01-2009 19:03

"intero debito pubblico italiano è stato generato da questo abuso, non dalla cialtrona classe politica italiana e dai suoi sperperi. Tutto il debito pubblico italiano è figlio del costo che lo Stato italiano paga alla BCE (prima lo pagava alla Banca d%u2019Italia), che sono società private controllate dalle banche. I politici non sono in grado di opporsi a questo Sistema. Se qualcuno di loro ci provasse, verrebbe immediatamente criminalizzato, intercettato, inquisito e distrutto politicamente e personalmente. Per poterli ricattare e facilmente eliminare a seconda delle necessità del momento, li lasciano apposta sguazzare nel fango delle piccole e grandi tangenti."

risposta:
questo è il vero punto della questione.chi accusa il tal politico di aver "rubato"(per esempio craxi),dimostra di non comprendere il vero problema,ma al contrario, dimostra di essere caduto nella trappola di chi gestisce il vero FURTO ,e il vero potere,che agisce nell'ombra, e si serve dei politici come pedine, da bruciare se disturbano il MANOVRATORE all'opera.
la nostra condizione di schiavi non coscienti è propio misera.
la ribellione dei più arriva al massimo a prendersela con PEDINE insignificanti(i politici di turno),
mentre quelli che conducono il gioco,restano nascosti.

l'imperatore i e suoi vassalli si sono fatti propio un bel sistema ,non c'è che dire.nella corte del re ci sono i media, i buffoni,i cortigiani,le quote rosa,gli amministratori del popolo,i giornalisti,pure gli scrittori e gli intellettuali del re,compresi i ...giudici.

viviamo in un impero assoluto,non elettivo,ereditario,che preleva le tasse alla fonte stampando soldi finti ,e crediamo di vivere in democrazia elettiva.
peggio di cosi.
viviamo peggio che nel passato ,almeno una volta sapevano chi era imperatore,e non si facevano illusioni.non credevano di vivere nella migliore democrazia possibile.e se qualcosa non funzionava ,se la prendevano con l'IMPERATORE,non con i giullari del re.




rosacroce (Registered) 27-01-2009 19:40

converrà citare qui Togliatti. Una sua frase, pronunciata alla Camera nel %u201963 per bloccare una invasione di campo dei giudici, che testimonia come allora persino al capo del PCI avesse una visione limpida e chiara dei principi fondamentali del diritto pubblico, basati sulla divisione dei poteri:

«La magistratura è un ordine indipendente; essa non è, però, un ordine sovrano. La sovranità appartiene al popolo e per esso al Parlamento. La critica all%u2019operato della magistratura è, pertanto, sempre legittima, ed esercitarla costituisce anche una garanzia contro atti, come quello venuto recentemente alla luce, di aperta e scandalosa violazione

dell%u2019immunità parlamentare». (1)

E%u2019 una frase che andrebbe scolpita nel marmo e insegnata a memoria agli scolari.
La magistratura è un «ordine», ma non un «potere»;
è indipendente, ma non «SOVRANO»,
per il fatto che i suoi membri non sono eletti dal popolo sovrano,
ma di carriera automatica,
proprio per esentarli dalla ricerca degli applausi pubblici, e garantire la loro oggettività super partes. Non essendo SOVRANI,
non devono influire sul governo, come possono fare sbattendo in galera o azzoppando con accuse pretestuose i politici («Sovrani» per delega popolare). Costoro, aggiunge Togliatti, hanno il diritto legittimo di criticare l%u2019operato della magistratura, quando paia loro arbitrario.
admin (Super Administrator) 27-01-2009 22:20

Aridaje: qua siamo tutti contro la dittatura delle banche, però poi, non si sa com'è, bisogna finire col parlare di magistratura.
La questione è il potere della finanza sulla politica, sua serva e complice. Bisognerebbe prendersela con l'una e l'altra. Ma perchè devo sprecare le mie energie, invece, nell'ingaggiare la battaglia contro chi se la prende solo con la seconda? Non faccio prima a sensibilizzare anche sul problema bancario, usando come leva d'attrazione la denuncia della politica corrotta?
Abbiate pazienza, ma è proprio così dura da capire?
a.m.
rosacroce (Registered) 27-01-2009 22:38

il mio precedente messaggio riporta unicamente una parte del discorso di oggi del giornalista maurizio blondet
sugli anni 90 della storia italiana .
articolo interessante(sul caso mani pulite con dati appurati in questi ultimi anni ) che invito a leggere.
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 27-01-2009 22:39

Alessio, il pericolo dei falsi miti è dietro l'angolo. I magistrati non sono eroi della lotta al sistema.

Alberto
admin (Super Administrator) 27-01-2009 22:54

Alberto, ma ho mai detto forse che sono anti-sistema, i giudici? Io la penso come Fini: se i giudici fanno rispettare la legge soprattutto ai potenti, ben vengano. Tutto qui. La lotta contro il sistema dobbiamo farla noi, e per dio pensiamo a questo, invece di farla ai giudici, a Travaglio, a Grillo e alle bestie nere di chi, per combattere contro il sistema, pensa sia meglio prendersela coi "falsi amici". Mi ricorda tanto, questo, quei comunisti tedeschi che invece di fare diga contro il nazismo se la prendevano coi socialdemocratici accusandoli di essere dei "socialfascisti". Risultato: tutti dentro i lager.
a.m.
h2otonic (Registered) 27-01-2009 22:56

Per tutte queste mosche cocchiere lamentosamente petulanti, parla la loro storia personale fatta di colpi di fioretto e verginevoli gridolini di indignazione,non so se consapevolmente strumentali,che nel tempo hanno reso loro denaro e protagonismo.
Di risultati concreti neanche a parlarne, di rischi personali tanto meno.
Sono i moderni Savonarola da baretto sotto casa assurti a fustigatori di questo o di quello grazie ad una massa informe che dal pagliericcio e' passato troppo velocemente el materasso, ed alla quale e' stata strappata con le buone o con le cattive ogni senso di appartenenza (cosa che da se' distingue un popolo da una sociata' massificata).
Immagino l'esspressione rivelatrice del viso di uno di questi moralisti a comando che dovesse leggere lo scritto di M.F. De Marco ed i commenti di Rosacroce: andrebbe da un algido scetticismo ad una sogghignante superiorita' annoiata.
Ci definiscono complottisti loro che della denuncia di finti complotti ne hanno fatto un mestiere, ci accusano di non proporre soluzioni, loro che sotto sotto sono cosi' accomodanti perche le soluzioni le temono, ci detestano perche' ci vedono, e a ragione, come i loro peggiori nemici,loro che i nemici amano inventarserli di volta in volta.
Magari qualcuno di loro cerchera' di sgusciare al nostro fianco....
aragorn (IP:79.15.249.41) 27-01-2009 23:59

Io non ho parlato dei giudici in particolare. Questa visione piccolo borghese e conformista, normale, dei giudici che fanno rispettare la legge ai potenti è lontana dagli orizzonti rivoluzionari verso i quali vorrei vedere avviato Movimento Zero. Io disprezzo il Sistema bancario usurocratico, poi industrial consumista, che si serve indistintamente di parlamentari, giudici, giornalisti, intellettuali. Per diffondere droghe, manie, disvalori, fobie, miti consumistici, al solo scopo di controllare degli uomini che nel frattempo si abbrutiscono fino all'inverosimile. Questa piccola, minuscola, insignificante, penosa questione del rispetto della legge, la loro legge senza giustizia ed i loro minuscoli "Savonarola da baretto sotto casa" è veramente poca cosa. Io so solo che un Sistema volto alla distruzione di tutto ciò che è bello nel mondo, ed alla schiavizzazione più o meno consapevole di ogni uomo, si mantiene su delle istituzioni complici ed asservite, che mi fanno indistintamente schifo e che non sono degne della mia attenzione e nemmeno del misurino che valuta la loro fedeltà alle loro ipocrite costituzioni e fesserie simili. Banchieri, Parlamentari, Giudici, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia, difendono il Sistema dell'usura e della schiavitù che si impone con le proprie leggi, regole e modalità, il cui rispetto mi è del tutto indifferente. Si vergognassero coloro che fanno il concorso in magistratura, per andare a far rispettare la legge di uno Stato servo e colonizzato, indegno di rappresentare l'Italia e gli italiani. Questi sentimenti di vicinanza con il mondo sbirresco e d'apparato sono incompatibili con una logica autenticamente rivoluzionaria in senso intellettuale oggi, operativa domani, mi auguro. Non si può stare dalla parte di Lenin e da quella dello Zar contemporaneamente.
Nando (Registered) 30-11-1999 00:00

Credo%20che%20sia%20una%20delle%20pi%F9%20belle%20 analisi%20che%20%22aragorn%22%20abbia%20fatto. %20Lucida%2C%20semplice%20%E8%20spietata%2C%20nell a%20sua%20verit%E0%20essenziale.%0A%0AComplimenti%20all%27autore.%20%0A%0AN.B. %20Che%20centra%20l%27immaggine%20della%20costituz ione%2C%20con%20l%27articolo%20di%20%22aragon%22%3 F
Nando (Registered) 28-01-2009 13:31

Ripeto l'intervento perchè illeggibile.
Chiedo sia a De Marco che ai responsabili del giornale,che attinenza c'è tra l'immagine della costituzione e l'articolo di Aragorn? Non capisco la sufficienza di Mannino nel ritenere gli altri duri a capire. Cosa c'è da capire? Lui ritiene che la magistratura - o parte di questa - sia super partes noi no. Sono punti di vista ben diversi, ma viene spontaneo chiedersi perchè una persona come Mannino, che cerca di proporre un'analisi critica del Sistema, ritenga la magistratura italiana come qualcosa di buono e non funzionale ed organica al potere usurocratico e bancario. I magistrati sono i rappresentanti della legge, della loro legge, e non capisco in che modo possano essere dalla nostra parte, o degli esempi da seguire.
Nando Dicè
admin (Super Administrator) 28-01-2009 14:31

Molto semplicemente, non sapevo cosa mettere e volevo evitare la solita foto di Travaglio. Siccome nel pezzo si fa riferimento al fatto che per Travaglio la lezioncina prevedere la Repubblica democratica etc etc, pensavo non peregrino mettere quell'immagine.
Quanto all'osservazione sulla mia "sufficienza", spero sia sufficientemente chiara la spiegazione che Fini dà della cosa. Cito dalla Voce del Ribelle:
"A Travaglio ci unisce la battaglia per la legalità che non è certo il punto fondante del nostro giornale e di M0 ma costituisce una piccola porzione perchè noi pretendiamo che questo sistema, finchè non sarà, come spero, abbattuto, rispetti almeno i presupposti da cui dice di partire. Inoltre la battaglia per la legalità, comprensibile a tutti, può essere un buon grimaldello per scardinare il sistema e quindi costruirne un altro. Parlando dei vecchi termini si potrebbe dire che la nostra attuale comunanza con Travaglio non è strategica ma è tattica".
Spero che così sia chiaro, visto che io, pur spiegandolo in tutte le salse, non lo sono stato.
a.m.
Andrea Marcon (Registered) 28-01-2009 16:10

Io credo sia indispensabile distinguere le battaglie contingenti da quelle di fondo. Che Movimento Zero sia contro il Sistema è fuori di dubbio, e quindi non può certo schierarsi a fianco della Magistratura o di altri poteri. Questo però non toglie che si possano difendere singoli magistrati (o certi poliziotti, o persino certi politici) quando il loro lavoro a danno di alcuni potenti viene dagli stessi ostacolato. L'importante, a mio avviso, è che lo si faccia sottolineando che i nostri orizzonti sono ben altri rispetto a quelli della semplice battaglia legalitaria.
Seguendo altrimenti fino alle estreme conseguenze il ragionamento di Nando, dovremmo tacere di fronte a chi ci investe passando con il rosso perchè anche il Codice della Strada è parte di un sistema legislativo sul quale si regge buona parte del Sistema...
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!
 
< Prec.   Pros. >