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Eluana fra la vita e la morte PDF Stampa E-mail
7 febbraio 2009
 

 
Non fatela morire, l'anima non muore
 
Ian Grzebsky, polacco di sessantacinque anni, si è svegliato dopo diciannove anni di coma. Né la Polonia comunista né quella della nuova era capitalista lo hanno visto morire. La moglie lo ha amorevolmente accudito, senza aiuti statali, senza perdere la speranza per un così lungo tempo. E’ stata ripagata. Al risveglio Ian ha saputo della fine del comunismo, che i suoi quattro figli si erano sposati e che gli avevano dato ben undici nipoti. A Salvatore Crisafulli, catanese di trentotto anni, in coma da due in seguito ad un incidente stradale, avvenuto l’11 settembre 2003, volevano staccare il sondino, ma il fratello Pietro non si è mai arreso. Si è dedicato alla cura di Salvatore, insieme alla madre e all’altro suo fratello, ed ha chiesto e ricevuto l’aiuto del Ministro della Sanità Francesco Storace. Ora esulta, perché Salvatore si è svegliato, parla ed ha raccontato che mentre era in coma vedeva e sentiva tutto. “Sentivo mio fratello dire che capivo tutto - racconta - e lo sentivo urlare perché nessuno gli credeva. Ma io non potevo parlare, non potevo muovermi, non potevo far nulla per fargli capire che c'ero, che lo sentivo. E così piangevo”. Venti anni o solo due, ed altri casi di tre o quindici anni di coma, seguiti da un risveglio e dalla ripresa della vita in condizioni più o meno normali. Quasi tutti ricordano di aver udito voci, in maniera distinta o confusa, di aver percepito gusti, di aver sognato, ricordato. Altri non si sono mai risvegliati. Cos’è la morte cerebrale se non il tentativo triste di un’umanità saccente e presuntuosa, che pretende di capire e spiegare tutto, tanto da  voler stabilire attraverso una pseudo scienza di natura profana quando inizia o finisce una vita? Eluana Englaro avrebbe detto al padre che a queste condizioni di vita sarebbe stata preferibile la morte. E’ possibile, anche se altri testimoni dicono il contrario. Chissà perché dopo diciassette anni. Forse il padre ha perso la speranza, quella che invece ha guidato la moglie di Ian per un periodo altrettanto drammatico, ma ancor più lungo. Quando la legge stabilirà che le proprie disposizioni scritte potranno permettere di staccare la spina, coloro i quali preferiranno morire piuttosto che attendere difficili ma non impossibili risvegli, determineranno il loro destino. Nel frattempo si può morire solo di fame e di sete. Per una volontà riferita, vecchia di quasi vent’anni, mentre il cuore batte, il sangue circola, i capelli crescono e, forse, si sente tutto, si sogna, si ricorda. Non è un delitto sperare che l’anima si trovi in lunghi corridoi di ovatta bianca, e che il proprio destino spirituale, curvo e non rettilineo, esiti a definirsi ed attenda la volontà propria, quella divina, o entrambe, in una dimensione dove il tempo è diverso da quello terreno. Non si tratta di essere cattolici o atei, io non sono nessuna delle due cose. Si tratta di poter pensare che l’anima ed il corpo non debbano per forza accompagnarsi, che l’una possa fare a meno dell’altro per qualche tempo, a volte. Ed altre volte no. Perché il possibile e l’impossibile sono categorie moderne e scientiste, ma esistono mondi, ideali e geografici, dove tutto è possibile. Dove ogni gioia può esplodere e cancellare la tragedia fin lì in atto, dove il sogno allieta l’attesa degli eventi positivi, dove arrendersi significa che altri hanno determinato la tua sconfitta. Dove si crede che il mondo invisibile animato da Dei e Dèmoni, Geni e Spiriti, Karma e Dharma, insieme ad un’altra infinità di esseri e credenze, miti e sogni, determini quella straordinaria, inebriante, meravigliosa esperienza che è la vita terrena, l’unica cosa che gli Dei invidiarono agli uomini. Per questo motivo, ad alcuni di essi sottrassero il corpo, ovvero gli donarono l’anima, affinché la divina incorporeità potesse ammirare i colori, udire i suoni, incantarsi davanti al bello ed all’infinito. In questo mondo antico e sognante, dove uno sciamano ed un sacerdote contano più di un laureato in medicina, si spera che all’improvviso un corpo esanime si possa animare, rivedere il mondo con altri occhi, e ripagarti in un attimo di gioia per vent’anni di buio, tristezza e solitudine. Chi farà morire Eluana Englaro di fame e sete forse proverà pena per le mie parole. Io ne avrò per loro.     
Marco Francesco De Marco
 
Lo Stato non può toglierci il diritto di morire in pace
      
Trovo osceno il balletto che da mesi si sta danzando intorno al letto di un moribondo da parte di cattolici e laici per affermare le proprie ideologie. Senza alcuna pietas, senza nessuna misericordia per il caso umano di Eluana Englaro.
Abbiamo assistito e stiamo assistendo a iniziative e a interventi inauditi per impedire che una sentenza definitiva della Magistratura, che autorizza i medici a staccare gli speciali macchinari che tengono artificialmente in vita la Englaro venga applicata. C’è stato un ricorso del Parlamento respinto per manifesta incompetenza dalla Corte Costituzionale. C’è stata una minacciosa direttiva del ministro del Welfare Sacconi alla clinica di Udine che in un primo tempo aveva accettato di accogliere la Englaro e che in seguito, intimidita, si è tirata indietro. Ci sono stati picchetti di "movimenti per la vita" che hanno cercato di impedire la partenza dell’ambulanza che portava la Englaro alla clinica "La Quiete" di Udine (ma come si permettono? Dov’era la polizia?). Adesso il ministro Sacconi, col rinforzo dell’assessore alla Sanità del Friuli Venezia Giulia, cerca di aggirare l’ostacolo sostenendo che "La Quiete" non è attrezzata per interventi di questo genere. E il governo sta preparando in tutta fretta un decreto che blocchi per sessanta giorni l’avvio delle procedure che dovrebbero porre fine al calvario di Eluana Englaro. Il premier Silvio Berlusconi, sempre pronto a cavalcare ogni demagogia e ogni emotività popolare, l’ha detto a chiare lettere: "Stiamo lavorando per intervenire". E Umberto Bossi gli ha risposto che il governo "non può decidere della vita e della morte". Un decreto del genere è inammissibile perché, superando la sentenza della Cassazione, si porrebbe come quarto grado di giudizio. Il giudizio del governo. Saremmo in pieno Stato autoritario, per non dir peggio, tanto varrebbe far decidere direttamente da Berlusconi o dai suoi ministri ogni altra causa, civile e penale.
Tutto questo mentre associazioni come "genitori per la vita" o consimili, sbandierano i loro figli handicappati (come se si trattasse della stessa cosa) fanno un’indegna gazzarra davanti alla clinica "La Quiete" senza nessun rispetto per Eluana morente, per suo padre, per la decenza.
Ognuno di noi ha diritto a una morte naturale il che significa che la vita non può e non deve essere accorciata artificialmente da terzi. Perché questa sarebbe eutanasia che nel nostro Paese, secondo me giustamente, non è ammessa. Parliamo di interventi di terzi perché in una società laica la vita non appartiene né allo Stato né alla Chiesa né a Dio ma solo a chi ne porta il fardello e che ne può disporre come vuole, anche sopprimerla pur essendo sanissimo (e infatti gli ordinamenti attuali, a differenza di quanto accadeva nel Medioevo, non considerano reato il suicidio).
Ma il diritto a una morte naturale significa anche che la vita non può e non deve essere allungata artificialmente. Perché questo è "accanimento terapeutico". È il caso di Eluana Englaro. Dire che esiste un obbligo di dare cibo e acqua al malato, perché questo non è un intervento medico e quindi non rientra nell’"accanimento terapeutico", è l’escamotage usato da chi vuole tenere a tutti i costi in vita una persona che, se si fosse lasciato fare alla natura il suo corso, darebbe morta da tempo. Perché Eluana non viene alimentata e dissetata in modo naturale, ma attraverso speciali macchinari della medicina tecnologica. Quando una persona viene alimentata e dissetata inserendo un tubo nello stomaco e un sondino nel naso questo non è solo un intervento medico, è un intervento chirurgico. E anche la sua storia che togliendo a Eluana la si manderebbe incontro a indicibili sofferenze è contraria alla verità. Questi malati non sentono più lo stimolo della sete. Tanto è vero che ai malati terminali, negli ultimissimi giorni si toglie l’idratazione proprio per consentir loro di assopirsi dolcemente.
Lo Stato moderno, che tutto vuole controllare, che tutto vuole regolamentare, in una sorta di ossessione codificatoria di derivazione borghese, ci ha tolto molti diritti. Ci lasci almeno quello di morire in santa pace.
Massimo Fini
(da www.gazzettino.it)
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fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 08-02-2009 00:30

Nel Ragionamento di M.Fini una sola affermazione non mi convince, la definizione di caso umano in rapporto a Eluana Englaro. Il caso umano di Eluana Englaro è finito con la sua morte, 17 anni fa. Il Dio in cui molti di noi credono ha deciso che morisse 17 anni fa. Ciò che ha impedito che smettesse di respirare è una tecnica umana di per sé neutra che diventa diabolica quando si configura come accanimento terapeutico. Il vero caso umano è quello del sig.Giuseppe Englaro, un uomo che è rimasto amorevolmente vicino a quel tronco che fu sua figlia e ora non regge più allo strazio. A lui si deve un sentimento di carità, cristiana o laica che sia.Detto questo, sono contrario al testamento biologico,un'altra inutile complicazione burocratica. Quando il malato è cosciente può decidere se continuare le terapie o interromperle, è un diritti riconosciuto dalla Costituzione; quando è in coma profondo e irreversibile, cioè praticamente morto, il problrma non è più suo ma dei familiari. Lo Stato deve farsene carico con una legge che preveda l'interruzione di ogni trattamento dopo un certo periodo di coma profondo irreversibile, evitando così inutili spese alla comunità e sollevando i familiari dal peso di una tremenda decisione.
Dartagnan (Registered) 08-02-2009 08:07

Sono molto colpito da entrambi gli articoli da voi pubblicati insieme. Rispecchiano il dramma che colpisce un familiare che deve decidere in nome e per conto dell'ammalato, che non ha più coscienza. Una persona che vuol bene ad un'altra, e non vuole fare il proprio, ma quello dell'altra; sente, con con i sensi, il buon senso e l'anima sua, cosa è meglio fare. I medici danno il loro supporto, aiutano a capire, danno le loro terapie, ma questa sensibilità non ce l'hanno. Per questo dico che ha fatto bene la moglie di Ian Grzebsky a fare di testa sua. Tu, Marco, dici giustamente che l%u2019anima ed il corpo non debbano per forza accompagnarsi, che l%u2019una possa fare a meno dell%u2019altro per qualche tempo, a volte. Ed altre volte no. Credo che il padre di Eluana sia arrivato a quest'ultima conclusione, a differenza della moglie di Ian. Mi fido del suo parere. Le posizioni, favorevoli o contrarie alla sospensione delle cure, sono entrambe posizioni ideologiche che prescindono dal fatto concreto che lo interessa, volte ad influire sui contenuti della futura legge sul testamento biologico. Il Governo si sta comportando in modo volgare speculando sui sentimenti, e forzando tutte le procedure, limitate quanto si vuole, ma volte a garantire una correttezza formale nell'esercizio del potere. Le leggi non devono disporre che per l'avvenire, qui si fanno decreti per casi concreti già verificatisi.
aragorn (IP:79.15.249.41) 08-02-2009 17:36

Le posizioni espresse dagli articoli sono diverse ed affondano le radici in mondi ideali diversi e lontani tra loro. Condivido le pulsioni naturaliste di Massimo Fini, anch'io penso che non si dovrebbe vivere per forza, anzi credo che le vite più intense e profonde siano vissute da coloro che sfidano la morte. Nel mondo moderno spesso si scambia la sopravvivenza per vita, ma mi è ben chiara la differenza fra le due cose. Ma in un contesto come quello attuale, che non coincide con la mia idea del mondo, se un sondino si attiva, non lo si può più staccare, non dopo quindici anni e secondo principi biologico-sociali che trascurano il mondo invisibile. In ogni caso, riferendosi alla posizione opposta, in casi di coscienza, non si può essere manichei. Bisogna rispettare le idee di tutti, o comunque presupporre la buona fede. Quello che non posso fare a meno di ignorare è la indefinibile posizione dei soliti Grillo, Repubblicascalfari e di tutta la corte dei miracoli giacobina, per i quali la posizione di Berlusconi, che è quella di Casini, di tutti i partiti cattolici, del popolo leghista e di quello di AN (tranne il sessantottino hippy G. Fini) ovviamente viene fatta passare per mostruosa e crudele. E'anche la stessa dei democristiani del PD, non solo della teodem Binetti, di tutti i cattolici, non solo del Papa e dei vescovi, di molti seguaci di altre religioni. Ma la merda è uno solo, come sempre, e si chiama Berlusconi. D'altronde questa è gente che spiega la storia alla maniera delle osterie, con i soliti Hitler, Mussolini, Khomeini, Milosevic, Saddam Hussein e Bin Laden pazzi, che fanno tutto da soli, senza consenso, dimenticando che secondo il "loro" giochetto democratico (che per me non ha nessun valore), Berlusconi è stato votato dalla maggioranza degli italiani. Si potevano risparmiare il loro vomito per una volta, una sola, ed invece il loro istinto da drogati, incapaci di controllarsi, gli ha fatto ripetere le solite cose deliranti: attentato alla democrazia (che non esiste e non è mai esistita) dittatura, la costituzione (che francamente ormai ci ha massacrato ogni superfice sferica) Perfino quel vecchio arnese di Napolitano e le sue decisioni di parte, diventano occasione per l'affioramento di un limite psichico chiamato ossesione di Berlusconi. Speravo, da illuso, che questa volta non affiorasse.
lukky77@gmail.com
Shankara (Registered) 08-02-2009 18:33

Aragorn non so se te ne sei accorto ma la posizione di Fini ("il premier Silvio Berlusconi, sempre pronto a cavalcare ogni demagogia e ogni emotività popolare, l%u2019ha detto a chiare lettere: "Stiamo lavorando per intervenire". E Umberto Bossi gli ha risposto che il governo "non può decidere della vita e della morte". Un decreto del genere è inammissibile perché, superando la sentenza della Cassazione, si porrebbe come quarto grado di giudizio. Il giudizio del governo. Saremmo in pieno Stato autoritario, per non dir peggio, tanto varrebbe far decidere direttamente da Berlusconi o dai suoi ministri ogni altra causa, civile e penale") è praticamente la stessa di Grillo e Travaglio.
aragorn (Registered) 08-02-2009 19:28

Non mi sembra che Travaglio abbia espresso opinioni in merito alla questione. Io almeno non ne ho lette. La differenza, tra quanto scritto da Massimo Fini rispetto a Beppe Grillo, può essere facilmente verificabile leggendo il Blog di Grillo. Poi, per essere chiari, io penso quello che penso, e se è il contrario di quello che pensa Massimo Fini, pazienza. Questa è una questione di coscienza, sulla quale la si può pensare all'opposto. Anche se è noto che su alcune questioni tipo la costituzione, "il regime", la magistratura, la legalità, io e Fini la pensiamo diversamente.
Marco Francesco De Marco
Shankara (Registered) 08-02-2009 20:50

Scusa ma mi sembrava di aver letto dopo Grillo, Scalfari (mai letto per fortuna) anche il nome di Travaglio. Sarà un lapsus......
Comunque Travaglio è entrato soltanto nel merito della questione istituzionale e non in quella bio-etica, paventando, non diversamente da Fini, il pericolo di instaurazione di uno stato autoritario. Non penso comunque che ci sia nulla di male ad avere opinioni diverse da quelle Fini....
aragorn (Registered) 08-02-2009 22:42

Diventa preoccupante che Travaglio ci debba essere per forza. Non ho capito a chi viene attribuito il lapsus. Non c'è niente di male neppure ad avere opinioni diverse dalle mie ...
Shankara (Registered) 09-02-2009 00:01

Mio naturalmente. Mi sembrava di aver letto il nome di Travaglio nella tua lista; forse perché avevo appena letto il suo intervento nel blog di voglioscendere che ribadiva gli stessi concetti espressi da Grillo
Giovanni Marini (Registered) 09-02-2009 00:07

VIVERE E MORIRE CON DIGNITA'
non artificialmente mantenuti in uno stato di vita vegetale. Perchè tale è la diagnosi di Eluana: stato vegetativo persistente, da non confondersi col coma o con la morte cerebrale. Il coma è uno stato di sospensione delle funzioni cerebrali che si verifica in seguito ad un danno vascolare(emorragia, ischemia), traumatico o metabolico. Le cellule cerebrali sono vive ma temporaneamente inattive. Uscire dal coma, spontaneamente o con le dovute cure è la regola, non l'eccezione. Finchè le cellule cerebrali sono vive (e questo si può vedere con gli strumenti) c'è sempre la possibilità di uscirne, anche dopo molto tempo, da qui la letteratura sui risvegli. All'estremo opposto c'è la morte cerebrale in cui tutte le cellule nervose contenute nella scatola cranica sono distrutte. Le cellule nervose una volta morte non hanno la possibilità di essere rimpiazzate. La situazione è definitiva e anche legalmente è equiparata alla morte della persona. E' in queste condizioni che si possono espiantare gli organi per trapianto. Lo stato vegetativo persistente è la distruzione di tutte le cellule della corteccia cerebrale o della maggior parte di esse. Nel caso di Eluana il danno non è stato così grave da distruggere tutto l'encefalo ma sufficiente a distruggere la parte più delicata e nobile di esso: la corteccia. E' la corteccia cerebrale che fa la differenza tra l'uomo e il resto degli esseri viventi. Permangono vitali i centri cerebrali inferiori filogeneticamente più antichi che assicurano la persistenza di molte funzioni vitali (controllo del respiro, della temperatura, della pressione del sangue e forse anche legate all'emotività profonda). Gli organi di senso sono intatti cioè il soggetto sente e vede ma non è in grado di riconoscere e interpretare il significato delle parole o del visus poiché queste sono funzioni della corteccia. Il soggetto non è in grado di parlare né di elaborare pensieri, è inoltre privo di motilità dato che anche questa dipende dalla corteccia motoria. Per sopravvivere necessita di accudimento continuo, in particolare è necessario movimentare spesso il corpo, tenerlo su un materasso antidecubito per evitare il formarsi di piaghe, impiantare tramite un intervento un sondino nello stomaco attraverso cui somministrare alimenti e farmaci. Una persona che un tempo sarebbe deceduta in breve tempo oggi può sopravvivere per anni. Se dal punto di vista legale non c'è dubbio che Eluana è viva io mi chiedo quale dignità ha questa vita vegetale da cui non c'è guarigione? Se è vero che la ragazza si espresse nel passato contro l'accanimento terapeutico mi chiedo quale diritto ha il governo o la società di intromettersi in questa tragedia personale. Con quale diritto governo e mass media hanno spettacolarizzato le tragedie di padre e figlia? Posso capire la posizione della Chiesa per la quale la vita non appartiene all'uomo ma è dono di Dio, ma per me la vita è un bene (o un male) personale di cui ciascuno deve poterne disporre liberamente, perciò mi fa ribrezzo questa intrusione della società nel privato più intimo e l'uso politico che ne sta facendo il tiranno per ingraziarsi le gerarchie cattoliche.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (IP:87.16.243.159) 09-02-2009 09:29

Berlusconi non è un tiranno ma un demagogo che fiuta il vento e dice quello che la maggioranza vuole sentirsi dire. La vera tirannide è il lavaggio del cervello che subiamo da decenni attraverso le tecniche di imbonimento di massa della cosiddetta democrazia.Ringrazio Giovanni Marini per le utilissime precisazioni medico-scientifiche. Continuo a pensare che il legislatore non può contemplare la possibilità del miracolo. Inoltre se la persona in coma profondo, o in stato vegetativo come precisa Marini, percepisce suoni ed è capace di intendere discorsi ma non è in grado di fare alcun movimento e di formulare alcuna parola, l'orrore della sua condizione è tale che diventa ancora più urgente una legge che consenta di staccare tubi e tubicini. Al fondo di tutta la polemica c'è l'atteggiamento di fronte alla morte: la nostra civiltà decadente vuole esorcizzare l'idea della morte, ne ha il terrore e la vuole procrastinare in tutti i modi; M.Fini contrappone giustamente a questa follia l'accettazione serena della morte. Questa è l'essenza della discussione.
paolovaldo@gmail.com
mzverona (Registered) 09-02-2009 11:33

Per essere chiari io sono sempre stato favorevole all'eutanasia, che spesso nella nostra società moderna non vuol dir altro che dire stop ad insulsi accanimenti terapeutici senza senso e ridare una certa valenza naturale alla morte.
Quello che veramente mi fa "incazz..." in questi giorni non sono le posizioni pro o contro, entrambe legittime, ma tutti i tentativi di guadagnar voti e consensi sulle sofferenze delle persone. Questo trovo sia inaccettabile e profondamente immorale.
Quante guerre e quanti morti di fame ci sono ogni giorno nel mondo senza che nessun Berluschino muova un dito ? E allora almeno tacciano questi tromboni e cosi' facendo rispetteranno il senso vero della vita e della sofferenza; ammesso che ancora ne abbiano.
patrizia.galetti@fastwebnet.it
aliria (IP:213.140.22.74) 09-02-2009 12:26

A proposito del caso Eluana, molti sono stati i commenti di natura medica,scientifica,giuridica e quant'altro per spiegare tesi pro e contro la fine del suo stato di persona incompleta. E' chiaro che diventa difficile per un genitore vedere giorno dopo giorno il proprio figlio/a che non ha reazioni cerebrali, non ti guarda riconoscendoti, non ti sorride, non ti parla, non interagisce con te in qualche modo. Ho 2 figli e una nipotina e mi sono chiesta cosa farei in una situazione simile. Certamente avrei scelto la strada che ha percorso il padre di Eluana nella speranza di un miracolo, ma non sono sicura che avrei la forza di far staccare l'alimentazione artificiale. Sono cattolica praticante, ma tutto il clamore che la Chiesa sta facendo in questo periodo su questo tema e su altro non aiuta le coscienze. Ci possiamo rifugiare nella preghiera e nell'ausilio del sostegno di persone care, ma ognuno di noi deve trovare la forza delle proprie decisioni nel profondo del proprio animo più o meno nutrito di spiritualità.
aragorn (IP:79.15.249.41) 09-02-2009 12:44

Tutti pareri rispettabili, e proprio per questo non si capisce perchè l'unica merda d'Italia debba essere Berlusconi, che la pensa proprio come Enrico Letta, Casini, Buttiglione, Meloni, Gasparri e cento altri, che al posto suo, hanno dichiarato, avrebbero fatto la stessa cosa. Perchè ridurla a situazione elettorale, come si fa ad essere sicuri della demagogia di Berlusconi e della moralità di questi non meno accorsati gaglioffi della prima e seconda repubblica? Berlusconi è in mala fede, i cattolici, conservatori, laici che la pensano come lui chissà, e Napolitano, Veltroni, Pannella, Republicascalfari e Micro Mega sono in buona fede. Ma vi sentite bene? Sulla questione in sè la possiamo pensare diversamente, ma secondo un'idea di alternativa al Sistema portata avanti da MZ, dovrebbero apparirci tutti ugualmente disprezzabili ed asserviti, da Berlusconi a Bertinotti, passando per Fini, Veltroni, D'Alema, Napolitano, Di Pietro e via di seguito. Invece le sacche di resistenza giacobina, sottili ed inconscie, resistono all'idea che i venduti di sinistra facciano schifo come quelli di destra (e di centro ovviamente). Sono le stesse resistenze che si manifestano quando si parla di dittature, citando il fascismo e aggiungendo lo stalinismo al posto del comunismo. In questo caso si tratta solo di rispettare opinioni diverse in fatto di coscienza. Bisogna avere un pò di umanità ogni tanto, e pensare solo una cosa: forse, chissà, Berlusconi avrebbe aspettato ancora per sua figlia, come ha fatto la moglie di Ian, che dopo 19 anni se lo è riportato a casa in discrete condizioni. E' inutile che con la perentorietà tipica dei materialisti si dica "non c'è possibilità di guarigione". Non è certo che si risvegli, c'è una possibilità remota ovviamente, ma la dignità che c'entra? Per qualcun'altro, cioè per 2 miliardi di induisti, shintoisti e buddhisti e religioni affini, oltre 1 miliardo di cristiani, oltre 1 miliardo di musulmani, l'anima distingue l'uomo dalle bestie e dai vegetali, non la corteccia cerebrale. E' inutile continuarcelo a spiegare con particolari scientifici, biologici, molecolari, come se non fossimo in grado di capirlo, semplicemente non condividiamo. L'anima è il centro del mondo classico, non solo greco-romano ma cosmico, secondo quella definizione di Renè Guenon che è la Tradizione Unica. In questi mondi Costituisce l'asse delle dimensioni, iniziatiche, spirituali, poetiche, mitiche e giù fino ad ogni aspetto della vita. Capirete che non è facile, per chi si ispira ad una certa visione del mondo, sostituire la centralità dell'anima con quella della corteccia cerebrale.
Pucciarelli (Registered) 09-02-2009 21:25

Non credo che in questo blog ci sia qualcuno che simpatizzi per i politici che citi a più riprese . Credo che si possa legittimamente avere un sano moto di rabbia e disgusto nel vedere un primo ministro senza pudore pronto a speculare in modo propagandistico anche su questa triste vicenda. Non capisco proprio questa levata di scudi ogni volta che viene citato Berlusconi .
aragorn (IP:79.15.249.41) 09-02-2009 22:20

Io non difendo Berlusconi, ma trovo penoso, poco efficace per MZ ed essenzialmente di basso livello culturale e politico, credere e cercare di far credere a tutti che Berlusconi sia il male assoluto: sempre, comunque e lui soltanto. Io tendo ad una (apparente) semplificazione che vorrebbe tutta la classe dirigente politica italiana egualmente responsabile di alto tradimento rispetto alla sovranità popolare. Altri, la maggior parte a busta paga delle lobbies che contrastano Berlusconi per prenderne il posto, agitano la loro ossessione anti berlusconiana spingendosi fino al delirio. Basta leggere quello che scrive oggi Travaglio sul blog di Grillo, e quello che ha scritto Grillo ieri. Pretendere di dare per scontato che in questo caso la mala fede abbia motivato Berlusconi è una di quelle condizioni di "verità assoluta" che rifuggo, e nelle quali invece ricadi anche tu. Coerentemente con quanto ti scrivo, nel mio pezzo io non ho fatto cenno a politici o interventi del Governo e del Capo dello Stato, e non sarà inutile dirti che a me Napolitano fa schifo quanto Berlusconi a te. Affinchè non vi siano equivoci e la mia posizione intellettuale sia chiara, ti dico che io non ho mai votato per Berlusconi, anzi non ho mai votato in vita mia, non sono milanese e non sono milanista, sono alto un metro e ottanta senza tacchi, porto la mia calvizie con degna evidenza ed orgoglio, sono antiamericano, anticapitalista, anti tv commerciale, antiliberale e da Mentana a Costanzo mi fa quasi tutto schifo quello che appare sulle sue TV. In sintesi, non tengo niente a che vedere con Berlusconi. Al contrario dei suoi detrattori di professione, non lo stimo, ma non per quello che fa, ma per quello che non fa, perchè al di là dei proclami la sua incidenza sulla realtà è inesistente rispetto ai veri poteri. Nessuna levata di scudi quindi, ma il tentativo tenace, ma evidentemente destinato a non diventare realtà, di tirare fuori MZ dalle sabbie mobili dell'antiberlusconismo, per favorire concretamente la creazione di quella elite ideale e metapolitica adatta a creare le giuste condizioni per una rivolta contro il Sistema. Eluana ora è morta, potevamo dividerci tra religiosi e laici, favorevoli all'una od all'altra possibilità in nome di un'idea diversa del mondo, della vita e della morte. Io non credo alla mala fede ed all'opportunismo di Napolitano, Veltroni, Pannella, Vendola, Bertinotti. La loro opinione è coerente con la loro visione del mondo. Si poteva fare lo stesso con Berlusconi, per una volta, una sola, ed invece il rancore e l'odio hanno dovuto far cadere il livello in basso, come al solito, come sempre.
Marco Francesco De Marco
Shankara (Registered) 09-02-2009 22:28

Pagherei oro per avere i filmati delle telecamere a circuito chiuso del senato e vedere le facce all'annuncio dei ministri all'annuncio della morte della ragazza. Comunque leggo dalle agenzie che si stanno rifacendo ampiamente dando prova della sincerità del loro dolore.
Penso che un popolo civile correrebbe in senato per darlo alle fiamme insieme allo studio di Porta a porta
Shankara (Registered) 09-02-2009 23:07

La stessa "buona fede" che dimostrò Berlusconi in occasione della morte dei clandestini albanesi??
Basta vedere un attimo Fede e Vespa per accorgersi di quanto genuino fosse il dolore...
Comunque non credo neppure alla buona fede di Napolitano & c. (forse a quella di Bertinotti e Veltroni si essendo scemi...) ma Berlusconi in quanto è insuperabilespudoratezza è imbattibile.
P.S: sono un non-elettore. Mai votato a sinistra e nessuna simpatia per il Pd, figuriamoci...
admin (Super Administrator) 09-02-2009 23:26

Io non ravviso alcuna "ossessione Berlusconi" (che io boccio come controproducente miopia politica, tanto è vero che l'ho stroncata nel primo numero della Voce del Ribelle) nell'articolo di Fini, nè in generale la vedo come un problema che affligge Movimento Zero. E' un limite di Grillo, Travaglio e company, ma MZ esiste proprio perchè ha una sua identità più profonda, di cui questo blog dà conto. Io invece direi di dire basta all'ossessione Travaglio o Grillo, che non capisco perchè mai debbano sempre essere presi a termine di confronto per quanto viene scritto o riportato qui. Anche quando, come nel caso di Eluana Englaro (pace all'anima sua), non c'entrano un bel niente. Che noia.
a.m.
aragorn (IP:79.15.249.41) 09-02-2009 23:50

Travaglio e Grillo, come puoi vedere, visto che ti sei distratto, sono stati tirati in ballo da alcuni commenti rivolti al mio articolo. Ed io, come è giusto che sia, ho risposto. Nel mio articolo non ho citato nè Berlusconi nè Travaglio e Grillo, e non conoscevo il contenuto dell'articolo di Massimo mentre scrivevo il mio. Il buon Luciano Fuschini ha fatto un commento di principio, poi gli altri interventi hanno parlato del tiranno, di Berluschino e delle solite cose. La differenza tra Fini e Travaglio sta nel fatto che Travaglio, lui si che è ossessionato, ha parlato solo di Berlusconi, trascurando volontariamente la questione etica e di coscienza. Massimo ha fatto altre dieci considerazioni attorno alla vicenda. Quindi, caro signor Admin, prima di farmi il solito sermoncino, leggiti gli interventi, e se proprio ti annoi, non ce li mandare i tuoi commenti. Noi ci stiamo scambiando opinioni diverse da due giorni, ma nessuno ha mancato di rispetto agli altri.
admin (Super Administrator) 10-02-2009 00:14

Non mi pare di mancare di rispetto a nessuno se dico che alimentare la diatriba che da un po' ammorba questo blog viene terribilmente a noia a chi non è afflitto dalla sindrome nota come "Ossessione Berlusconi". Il problema è che per te anche solo citare il disgustoso comportamento del governo è una prova del contagio, e quindi parti in quarta con le invettive che sappiamo a memoria. Quanto a Travaglio, lui sì che è ossessionato. Ma è un problema suo, non nostro. O è anche di qualche nostro lettore, ma ciò dimostra come questa sia una sensibilità con cui bisogna fare i conti. Senza, beninteso, identificarcisi.
a.m.
aragorn (Registered) 10-02-2009 00:16

Giusto.
aragorn (Registered) 10-02-2009 00:22

Non credi che potevamo, per una volta sola, fare un discorso più alto, tutti quanti, ed esprimerci sui misteri della vita, senza infangare tutto con la miseria della politica? Per me, come sai, occuparmi di Berlusconi e dei suoi detrattori è la cosa più lontana dai miei ideali e dai miei interessi. Ora credo che la fine di Eluana, ci imponga il silenzio e qualche riflessione. Per parte mia passo e chiudo.
admin (Super Administrator) 10-02-2009 01:06

Guarda che è l'articolo di Fini ad aver introdotto il risvolto politico, che c'è ed è serio (si legga quanto scrive in una risposta di ieri a un lettore, fra gli articoli ripresi sul suo sito personale). Non l'unico, non il più importante, ma c'è. E giustamente, infatti, Fini lo affronta, tuttavia inquadrandolo in una prospettiva più ampia ed elevata. Difatti non ho davvero capito la tua ennesima filippica anti-travagliesca e anti-grillesca, dato che il commento del lettore Dartagnan si rifaceva semplicemente a quanto scritto da Fini.
In ogni caso, concordo sul silenzio per rispetto di fronte alla morte.
a.m.
Shankara (Registered) 10-02-2009 01:44

Ovviamente concordo sul silenzio che i politici vergognosi e i loro giornalisti di m. hanno schifosamente disatteso in una serata che rimarrà tra le più nere nella storia, già squallidissima, della nostra tv. Fermi immagine sugli striscioni che gridavano all'omicidio, accusando esplicitamente il padre di essere un assassino!!! Ma come si permettono ste casalinghe disperate di sindacare sul dolore estremo di un individuo! Svergognate (Ha ragione Fini: ci vogliono manganelli). Ho sentito l'inviata del tg4 dire: "C'è una sensazione di sbigottimento e di incredulità": ma pensavano di essere a Beautiful dove i protagonisti risorgono 30 volte?? Oppure credevano che Dio elargisse il miracolo per l'intercessione del Papa e dei suoi vicari terreni??
Tengo a precisare che per me in questi casi la decisione va lasciata alla coscienza e ai valori del singolo se cosciente (caso Welby) o a quella dei suoi familiari. Sembrava quasi, a sentire i media, che chi non fosse d'accordo col Governo volesse imporre l'eutanasia obbligatoria..
cireno (Registered) 11-02-2009 08:55

Di solito sono abbastanza in sintonia con il pensiero di Massimo Fini ma su quello che dice in questo caso avrei delle obiezioni.
Lui scrive

"Dire che esiste un obbligo di dare cibo e acqua al malato, perché questo non è un intervento medico e quindi non rientra nell%u2019"accanimento terapeutico", è l%u2019escamotage usato da chi vuole tenere a tutti i costi in vita una persona che, se si fosse lasciato fare alla natura il suo corso, darebbe morta da tempo".

e io non sono d'accordo. Perrchè alimentazione non è accanimento terapeutico ma semplicemente mantenimento in viat attraverso operazioni del tutto naturali, come sono l'acqua e il cibo.
Non sono nemmeno d'accordo con Fini laddove scrive di essere contrario all'eutanasia, perchè trovo una contraddizione nel suo pensiero: lasciar morire una persona privandola di cibo e acqua non è forse eutanasia con sofferenza? Quel blocco renale che, sembra, ha ucciso Eluana e tutta quella tragedia che l'ha avuta per anni come interprete, non si sarebbe potuta evitare con "la dolce morte"?
Andrea Marcon (Registered) 11-02-2009 09:40

Rispondendo a Cireno, dico che la posizione di Fini - condivisibile o meno - è chiara e coerente: è contro l'eutanasia perchè si uccide una persona viva ed è nel contempo contrario all'accanimento terapeutico perchè si mantiene forzatamente in vita una persona che altrimenti sarebbe morta. La differenza può apparire sottile, ma è sostanziale.
cireno (Registered) 11-02-2009 17:01

Andrea Marcon mi sembra, la tua obiezione, un pochino fragile.
Così come lo è il pensiero di Massimo Fini, perchè, o sei contro ogni tipo di intervento umano per arrivare a daccellerare la morte di una persona, e allora nel caso specifico anche contro la sospensione di acqua e cibo, oppure si è a favore, e allora l'eutanasia è il modo migliore e meno doloroso, anche perchè più rapido.
Bisogna mettersi d'accordo: o la vita è SACRA SEMPRE, IN OGNI OCCASIONE, oppure in CERTI CASI ben definiti la si può terminare, e allora si deve avere la coerenza di permettere il metodo più intelligente.
Andrea Marcon (Registered) 12-02-2009 11:05

Non sono d'accordo. Per Fini la vita è sacra nel senso che altri non possono decidere di interromperla (e questa sarebbe eutanasia). MA se è la Natura stessa ad interromperla, non devono esistere dei meccanismi artificiali e tecnologici per tenere in vita ciò che sarebbe morto. Personalmente trovo questa idea discutibile, ma assolutamente coerente e per nulla fragile.
syn (Registered) 16-02-2009 19:37

BELLISSIMO intervento di Bersani: http://www.youtube.com/watch?v=PZfwB-hNHyk
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