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Guerra! PDF Stampa E-mail
di Marco Francesco De Marco
 
20 febbraio 2009
 

 
Siamo in guerra. Una guerra sporca che non ha nulla di antico ed ascetico. Nessuno può mostrare il suo valore o il coraggio degli Eroi. Il nemico è invisibile e pertanto non si può combattere, almeno non con i metodi tradizionali.
E’ un Sistema tecnocratico, fatto di apparati e procedure, dietro le quali si nascondono uomini freddi e spietati. Il loro obiettivo, attraverso la creazione a tavolino di questa cosiddetta “crisi”, è l’impoverimento di Stati, aziende e cittadini. Dalla tempesta che ci attende ricaveranno una ricchezza incalcolabile. Essi tendono al controllo di tutto, ed il dominio parziale del quale oggi dispongono è poca cosa per il loro desiderio di potere assoluto.
Vogliono tutto il pianeta più il cinque per cento, come dice Bankestein. Nei giorni scorsi il loro piano è stato ben descritto su questo blog dagli articoli di Marco Della Luna e di Marco Milioni. Il prezzo di questo dramma sociale sarà pagato con le parole che scandiscono le tragedie: espropri, pignoramenti, fallimenti, sfratti, licenziamenti. Le angosce, le nevrosi, le ansie, la disperazione di tutti coloro i quali dovranno subire il piano di impoverimento e demonetizzazione, sono il prezzo dell’aggressione, della loro sporca guerra invisibile che attenta al nostro cervello ed al nostro equilibrio psichico. Il piano bellico è pronto; hanno preparato il terreno con la propaganda e la pressione psicologica.
Tutti attendono la crisi, quella vera, quella che produrrà la catastrofe esistenziale di milioni di italiani. Le pecore ipnotizzate sono pronte per essere tosate e macellate. L’esercito di collaboratori passivi, e tutto sommato individualmente non responsabili delle attività criminose che il Sistema ha posto in essere per impoverirci e farci disperare, è già pronto.
Ufficiali giudiziari, finanzieri, funzionari di banca: tutti con le armi affilate. “Lei mi deve capire, io eseguo solo degli ordini”, “se lei ha preso un impegno che è diventato di seicentocinquanta euro al mese, deve mantenerlo, altrimenti cerchi una casa più piccola”. Dietro le divise, l’impersonalità, l’incolpevolezza individuale, esigono danaro che non hanno il diritto di esigere, chiedono la restituzione di soldi che non ci hanno mai prestato, se non virtualmente; pretendono il pagamento di tasse frutto dell’usura che lo Stato subisce dalle Banche Centrali. Perdere il lavoro a cinquant’anni, chiudere il negozio che non regge il confronto con gli ipermercati, per poi emigrare, o trovare un lavoro precario. Questo è quello che hanno pianificato ai nostri danni, e continuano a dirci che la colpa è della crisi, una specie di carestia dovuta alla siccità. Mentre ci sodomizzano sussurrano all’orecchio “la colpa è tua, ti sei piegato senza guardarti dietro”. E la nostra classe politica accetta ogni evento senza reagire, con il Ministro delle Finanze che con disinvoltura scappa di fronte alle domande di un giornalista per poi parlare di un Nuovo Ordine Mondiale, ed il suo Premier favorisce le solite imprese che danno lavoro a centomila persone, ignorando tutte le altre che ne fanno campare dieci milioni. Dall’altra parte il fronte socialdemocratico serve con lingua altrettanto lunga i signori della finanza internazionale, i cui editti vengono pubblicati sui loro giornali a firma diretta dei padroni del vapore (George Soros in prima pagina su Repubblica). I media ci propongono finte liti, finte questioni di principio, finti rivoluzionari; i finti capipopolo attirano le attenzioni su problemi di terz’ordine, i giornali li sostengono, gli intellettuali si accodano, il popolo bue si coinvolge e si schiera a destra o sinistra.
Il fatto che pochi sappiano che una guerra è in atto, non vuol dire che non ci si trovi in guerra. Noi abbiamo tutto il diritto di difendere la nostra esistenza e di sottrarla alla schiavitù tecnofinanziaria voluta per noi dalla dittatura bancaria. Diffondiamo questa verità, prepariamoci ad iniziative clamorose, forti, di grande impatto mediatico. Occupazioni, banchetti, conferenze, militanza itinerante. Manifesti, volantini, appelli. Formiamo un coordinamento con tutti coloro i quali condividono le nostre consapevolezze. Cattolici ed atei, fascisti e comunisti, ed ogni altra categoria che vi verrà in mente. Sono tutti ben accetti. Riprenderemo a litigare dopo la caduta della dittatura bancaria. Per ora è importante che lo stagno putrido di silenzio e passività venga rotto, e che un vento rivoluzionario inarrestabile caratterizzi la nostra azione e la nostra esistenza.
Bisogna portare lo scontro al centro della nostro progetto metapolitico, per rompere il muro di silenzio e complicità che copre la guerra in atto. Scontro ideale, culturale e se necessario anche fisico. Ci vorranno atti di coraggio,  si correranno rischi, ma la nostra libertà vale qualsiasi prezzo da pagare. Chi pensava che la nostra funzione fosse quella di essere rivoluzionari solo nel mondo virtuale di internet si sbagliava. Erano le premesse, il momento formativo, ma MZ è altro e chi pensa che la lotta che propongo sia troppo rischiosa per sé, lo dica subito e si sottragga. Potrà forse apparire superfluo ricordare che Ezra Pound diceva che “chi non è disposto a correre dei rischi per le sue idee o non vale niente o non valgono niente le sue idee”. O forse no.

Marco Francesco De Marco 

Commenti
NuovoCerca
paolociccio19@yahoo.it
tristram19 (Registered) 20-02-2009 23:15

Marco Francesco De Marco, APPLAUSI!
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 21-02-2009 09:57

Applausi anche da parte mia. In particolare vorrei sottolineare l'appello all'unità su obiettivi politici concreti con tutti quelli che non ne possono più di questo obbrobrio: cattolici e atei, fascisti e comunisti. E' il compito di chi come noi vuole superare lo schema stantìo di destra e sinistra. Sugli "atti di coraggio": un minimo di fegato ci vuole anche a firmare con nome, cognome e indirizzo di posta elettronica le nostre prese di posizione decisamente anticonformiste. In certi ambienti il mostrarsi a viso aperto può avere qualche conseguenza. Quanto agli eventuali scontri fisici, io vorrei immaginare la rivoluzione piuttosto come una gioiosa festa di popolo, quale fu l'abbattimento del Muro. Ma è realistico aspettarsi processi più dolorosi. E non dimentichiamo che il Potere transnazionale quando non riuscirà più a dirigere le dinamiche che ha scatenato avrà sempre l'opzione della guerra.
amugnolo (Registered) 21-02-2009 10:29

E GUERRA SIA!

Con tutta la gioia che puo metterci un uomo che combatte contro la malizia e la meschinità.

Con tutto il disprezzo e l'odio contro il nemico dell'uomo e dei popoli che si nasconde nell'ombra.

Con tutta la consapevolezza che vivere non è attendere passivamente la morte.

Agire per il bene, e magari morire per questo, giustifica l'essere nati.

GUERRA!
roberto.marrocchesi@tele2.it
marrocchesi (Registered) 23-02-2009 06:03

Si, ci tocca muoverci. Ma l'unica maniera per limitare i danni e le perdite, è quella di muoversi in tanti, presto. Questo tipo di coscienza sociale, di comprensione del bene comune, non c'è assolutamente, ma tocca lavorare perchè si risvegli in più individui possibile e in fretta - in questo gli eventi straordinari e terribili ci favoriscono - e poi, che guerra sia, al potere ed ai suoi servi catodici, in divisa, colla tonaca o in giacca e cravatta. Sono pochi in realtà, ma ben mascherati.
aragorn (Registered) 23-02-2009 12:40

Questa è una osservazione che bisogna sottolineare. Il Sistema si regge sulla volontà attiva di poche persone, come dice Roberto Marocchesi. Molto ben mascherate, lontane, nascoste, cosa che ci impedisce di assaltare Palazzo Reale, perchè il Re e la corte non ci sono (e al momento, per il vero, neanche gli assaltatori). Ma questa consapevolezza deve compensare l'"ansia da numero", che spesso viene a chi combatte questo Sistema. Anche in questa epoca, come sempre, saranno le strategie di ristrette cerchie di elite che imprimeranno una direzione piuttosto che un'altra alla Storia. Più o meno consapevoli, più o meno coinvolti, tutti gli altri attendono di risvegliarsi dall'ipnosi che li lega e gli impedisce di ribellarsi con determinazione.
marco.milioni@poste.it
marco.milioni (Registered) 23-02-2009 17:25

Ciò che dice Francesco Marco De Marco è tanto avvilente quanto vero. La condizione nella quale è costretto a versare un essere umano vero è umiliante. Se oggi fossero vivi Evola, Bertrand Russell, Nietsche e Dewey pur distanti anni luce l'uno dall'altro sarebbero iscritti tutti a Movimento Zero.
Marco Milioni
Nando (Registered) 26-02-2009 22:22

Io non ti applaudo Marco... ho le mani impegnate ad "affilare" le armi.

Spero di farti più contento!

Dal "Sud", per riprenderci quel che è nostro!
fabiolucidobalestrieri@hotmail
FabioSbrocchio (Registered) 03-03-2009 14:49

"Se oggi fossero vivi Evola, Bertrand Russell, Nietsche e Dewey pur distanti anni luce l'uno dall'altro sarebbero iscritti tutti a Movimento Zero."

Se Nietzsche ed Evola fossero vivi e leggessero questa affermazione, credo che si offenderebbero
Col pensiero sono andati oltre il nostro tempo ed hanno vissuto il loro in modo refrattario.. Non hanno preso le parti di nessuno (e non le prenderebbero oggi), se non la propria, unica ed irripetibile e non lo avrebbero fatto in nessuna situazione per nessun movimento politico.
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