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Benedetto l'Africano PDF Stampa E-mail
24 marzo 2009
 

 
Quando i papi si pronunciano per la pace o contro la fredda logica del profitto, i loro sono Nobili Appelli, Mòniti da accogliere e meditare. Quando ripropongono una severa morale sessuale o parlano contro gli eccessi dello scientismo, devono starsene al loro posto senza interferire nelle leggi dello Stato Laico e Sovrano. E se li lasciassimo fare il loro mestiere senza strillare al leso laicismo e senza esaltarci per le alate parole?
Nel suo viaggio africano papa Ratzinger avrebbe potuto limitarsi ad ammonire sui rischi di una sessualità non regolata dalla morale, senza parlare esplicitamente del preservativo. Lo ha fatto con una scelta coraggiosa e forse provocatoria, sicuramente criticabile se si pensa a quale tragedia rappresenti l’Aids per l’Africa. La reazione era prevedibile. Mozioni di censura da cancellerie, centri studi, mass media, salotti radical-chic di mezzo mondo. Il giorno successivo il papa ha denunciato la rapacità delle multinazionali che non esitano a provocare guerre per impadronirsi delle risorse del continente. Un discorso da marxista-leninista. Silenzio. Silenzio assoluto dei servi dell’Impero, vale a dire la quasi totalità di coloro cui è concesso di parlare alle moltitudini. Balbettii da sinistra (sinistra?), evidentemente in imbarazzo dopo i clamori indignati di ventiquattr'ore prima.
Ognuno tenta di tirare la veste papale per trascinare il pontefice dalla propria parte, come se i papi fossero ancora decisivi, come se non fossero, in quest'ultimo scorcio di modernità, dei perdenti.
La Chiesa viene da tre secoli di battaglie contro gli illuminismi, i laicismi, i positivismi, gli storicismi, i relativismi, gli psicologismi, i sociologismi. Da quello scontro epico è uscita sconfitta. Vincente è la mercificazione di tutte le relazioni umane. Vincente è il laicismo, vincente è il progressismo, vincente è il materialismo consumista, vincente è il rivendicazionismo che conosce solo diritti e mai doveri.
Lo stesso Santo Sùbito, Woytila, il più popolare dei papi, era un perdente che non ha inciso minimamente sul corso delle vicende del suo tempo, checché se ne dica. Ne era consapevole, maschera sempre più tragica non solo per i segni della decadenza senile. Egli, che secondo i suoi apologeti avrebbe sconfitto il comunismo e fatto trionfare la Libertà, diceva con dolorosa consapevolezza che bisognava rievangelizzare il mondo. Quel mondo che doveva essere libero dopo la fine dell’Impero del Male, per lui era un mondo che aveva smarrito e dimenticato Cristo.
Santo Sùbito ha avuto qualche importanza solo per la Polonia. Ma anche nella sua Polonia gli animi che hanno ripudiato il comunismo erano protesi alle gioie dei viaggi all’estero senza restrizioni e alla fruizione facile del libero mercato della pornografia ben più che alla spiritualità del cattolicesimo.
Il papa polacco offrì l’occasione per convogliare le proteste contro il regime; fu il terminale delle manovre e dei finanziamenti della Cia per fare cadere quei muri, del resto già incrinati da cause che non erano le omelìe pontificie. La maschera tragica dei suoi ultimi anni svela che ne era consapevole e sapeva di essere votato alla sconfitta.
Oggi l’esposizione del crocefisso nei luoghi pubblici suscita un moto di fastidio, non nel Burundi ma in Spagna, in Francia, in Italia. E continuiamo a blaterare di invadenza clericale? Lasciamo che il papa tedesco levi il suo lamento contro il preservativo e contro le multinazionali, diamo il giusto rilievo a quelle parole fuori dal coro, lasciamo che si intrometta, sia il benvenuto. Il mondo comunque procederà per la sua strada come se non avesse parlato. Fu il destino del suo predecessore; è il suo destino.  

Luciano Fuschini
Commenti
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belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 24-03-2009 20:57

Complimenti.
aragorn (IP:79.15.249.41) 25-03-2009 05:18

Un uomo vestito di bianco, destinato per tutta la vita ad annullare la propria esistenza individuale, morto nel momento in cui una benaugurale nuvola di fumo chiaro raggiunge il cielo, e rinato per incarnare un destino perenne, non è entità comprensibile ai moderni profani. Il linguaggio parlato dalla laicità e dal materialismo, risente, in quest'ora buia per l'umanità, degli istinti ultimi e più bassi provocati dalla incoscienza, dalla non coscienza, dal buio intellettuale. Così, con piccole accortezze, pretenderebbero di rimediare all'oceano di disastri fisici e morali che caratterizza l'esistenza degli africani di oggi. Come per il singolo individuo la malattia perenne rappresenta uno scollamento energetico, così il grande corpo africano risente dello svuotamento della sua anima più profonda ed antica. Il Papa cerca di lanciare un grido alto, incomprensibile ai più, comprese quelle autorità che assecondano le volontà dell'occidente contaminatore con la fedeltà dei servi. Ma un'analisi più profonda ci porterebbe a stabilire che parte di queste colpe appartengono proprio all'idea cristiana, e cattolica in particolare, dell'universalismo. Un Dio per tutti, un rito buono per ogni occasione, un ideologia iper dogmatica dal cielo discesa e da dieci tavole recepita per regolare le esistenza di tutti gli esseri dei quattro angoli del mondo. Lo svuotamento e la disunione di questi mondi sono avvenuti con il concorso dell'evangelizzazione, che spesso fu avanguardia delle successive distruzioni. Come per gli altri continenti, fu perseguita l'idea che il nostro mondo fosse il migliore e che ad esso ci si doveva convertire in nome di valori universali, anche condivisibili, quali l'amore e la pace, che però presumevano l'accettazione di un altro Dio e la cancellazione di uno schema esistenziale: sacro, etico, sociale ed economico, che mai si riuscì a sostituire compiutamente con un altro.
Il virus più pericoloso è incarnato dalla demonia dei portatori di verità, dagli internazionalisti del buono e del bello: ieri il verbo di Cristo, oggi il neocolonialismo occidentale esportatore di democrazia. Ed il destino ha voluto che per gli africani si passasse dall'armonia antica alla distruzione moderna, senza nemmeno passare per un medioevo certamente più civile e spirituale di questa età buia.
Andrea Marcon (Registered) 25-03-2009 12:36

Io credo che se la Chiesa ha perso le battaglie della quali parla Luciano è anche perchè, al di là delle parole, ha tenuto comportamenti affini a quelli dei suoi "nemici". L'incoerenza non paga.
sillarion@libero.it
MarcoFerr (Registered) 26-03-2009 08:54

Complimenti per l'articolo! Lo trovo lucido e pienamente condivisibile.
mazza25@interfree.it
Fabio Mazza (IP:93.149.19.132) 26-03-2009 14:35

Nonostante alcuni spunti interessanti, non mi trovo pienamente d'accordo con l'analisi di Fuschini.
é vero che il materialismo positivista, che tutto riduce, che tutto vuole spiegare e razionalizzare, ha tolto molta della magia e della sacralità di cui l'uomo ha bisogno nella sua esistenza, che è ormai quella di un consumatore, ingranaggio di un meccanismo produttivo che cerca di riempire gli immancabili vuoti esistenziali con nuova "robba".

é vero che un messaggio come quello del papa contro le multinazionali è più che benvenuto, specialmente considerato il seguito che le sue opinioni hanno su masse suggestionabili e con poco spirito critico.
Detto questo non vedo nella visita del papa in Africa lo spirito che essa avrebbe dovuto avere.
Se non erro la prima "colonizzazione" africana (ed extraeuropea) è stata quella religiosa.
Come ore si esporta, con le buone o con le cattive, la democrazia e il "migliore dei mondi possibili" a chi di tali concetti non ne vuole, bontà sua, sapere, un tempo si esportava la "fede" in Cristo, con il bastone e la carota, distruggendo culture millenarie e costringendo l' "altro da noi" a conformarsi alle nostre condotte etiche, religiose, morali: solo cosi lo accettavamo, come buon selvaggio, quando non lo distruggevamo preventivamente.
Quindi il messaggio del papa, che è un individuo di una ristrettezza di vedute che ha dell'incredibile, e che distrugge l'opera portata avanti dal suo predecessore, non solo è fuorviante, dal momento che per evitare il contagio da HIV propone l'astinenza sessuale, ma anche infantile perchè pone frustrazioni ad un bisogno innato e sano dell'uomo, che sempre ha ed avrà in ogni epoca, la sessualità.
La chiesa non ha perso, perchè è un ingranaggio del sistema, è una forma (superata) di oligarchia e di controllo delle menti dei popoli, oggi controllato dal motivatore universale denaro, ieri da una "fede" imposta per terrorizzare e reprimere istinti e aspirazioni che altre culture, meno totalitarie e più panteistiche, non hanno vissuto.
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