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Montanelli, Santoro e la censura PDF Stampa E-mail
17 aprile 2009
 
 
Di Michele Santoro non ci piace pressocchè nulla. Non ci piace il suo giornalismo prevedibile e a senso unico, il grossolano procedere a tesi, il querulo vittimismo. Non ci piace l'ipocrisia con cui se la dà da libero, quando è sempre rimasto a galla poichè fa parte, come tutti, di un clan: quello suo (poi c'è quello di Costanzo, quello di Vespa, quello di Floris, eccetera). E' finito pure su una rete del Biscione, ricordate?, pur di andare in onda a tuonare contro il regime di turno.
Intendiamoci: il regime c'è. Un regimetto che non sopporta la satira e caccia un Vauro reo di far satira, riuscita o no è questione di gusti, ma in quanto satira al di sopra dei giudizi del governo e dei suoi nuovi poliziotti del pensiero, in questo caso il neo-direttore generale della Rai, il trasversalissimo commis Masi.
Ma al di là di come conduce la sua trasmissione, nessuna censura è accettabile. Anche perchè, e di questo bisogna dargli atto, la sua è una delle poche voci mainstream in cui filtrano spezzoni di realtà generalmente bypassate dal caravanserraglio televisivo (gli interventi di Travaglio, ad esempio). Si moltiplichino i programmi, si facciano esprimere più orientamenti, si dia spazio a diversi punti di vista. Ma agitare lo spettro della censura a ogni piè sospinto e cominciare a praticarla proprio da un satiro, questo no.
La settimana prossima ricorrerà il centenario della nascita di Indro Montanelli. Un giornalista vero, un uomo libero. Un liberale di spirito che nulla aveva a che fare coi soloni del liberalismo d'accatto di oggi, un anarchico per temperamento toscano, un gran conservatore che disprezzava la vile borghesia italiana. Uno che pagò di persona la sua ribellione prima al conformismo di sinistra, che gli rifilò delle pallottolle alla gambe, e poi a quello di destra, che, lui ormai novantenne, lo trattò come un traditore, un venduto. Al grande Indro pensiamo sempre quando la perenne tentazione del bavaglio pretende di chiudere la bocca a chicchessia. Fosse pure alla finta verginella Santoro.

Alessio Mannino
Commenti
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nibelunga2009@virgilio.it
nibelunga (Registered) 20-04-2009 16:34

Benissimo ha fatto il regime-governo
a cacciare l'ignobile Vauro, che col suo
spirito greve da osteria plebea dei
bassifondi portuali livornesi ha irriso,
tra il silenzio e lo stupore generale,
il povero popolo abruzzese.E oltre ad
essere di cattivo gusto, le vignette di
Vauro non fanno nemmeno ridere per cui non si capisce a che titolo costui si
presenti ai telespettatori.
Magmau64 (Registered) 22-04-2009 12:57

SATIRA
La satira codifica in maniera organica ironia, sarcasmo e sberleffo.
La satira ha una duplice funzione:
terapeutica, per chi la pratica, perchè esorcizza il dolore e la disperazione di una vita caduca;
sociale, perchè ha l'arduo compito di scuotere le coscienze, di indignare, di strappare un sorriso amaro e la consapevolezza del misero presente.
La satira non può conoscere barriere, nè morti per terremoto, malattie o stragi,la satira non si può fermare di fronte a nulla .
La satira disconosce il rispetto , dei morti e dei vivi.
La satira è la cosa più vicina che conosco al concetto di libertà, ed è moltissimo.
La satira è la forma più nobile di lettura dell'esistenza, perchè è sintesi fulminante, pensiero tagliente e nobile cinismo.
La satira è la piena consapevolezza del senso della vita e della morte, della sofferenza e della disperazione, dell'ingiustizia e della speranza.
La satira è vita ,che irride la morte, la malattia, il potere e tutto ciò che rappresenta la nostra caducità.
Chi si accanisce contro la satira, chi non la capisce, rappresenta l'orrore e la vera povertà umana.

La sintesi della satira, che è ironia, sarcasmo e sberleffo è:
Petrolini che riceve un premio durante il fascismo e risponde:
me ne fregio..

Mauro
Giovanni Marini (Registered) 22-04-2009 17:58

Complimenti per quello che ha scritto sulla satira,non sarebbe possibile dire meglio.
admin (Super Administrator) 23-04-2009 01:06

Quando si applaude a chi censura la satira secondo criteri di "buon gusto" e di "gradevolezza" che non possono che essere soggettivi e parziali, cara nibelunga, si sa come si comincia ma non si sa come si finisce. Magari anche certe opinioni su blog come questo potrebbero essere definite, un giorno, di cattivo gusto, e poco rispettose di certi morti. E lei poi dove andrebbe a scrivere la sua?
Cordialmente,
a.m.
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 23-04-2009 15:38

A me Vauro sta sulle balle e sono più contento se sta a casa che in tv... non ergiamo barricate a difesa della libertà anche per gli imbecilli...
admin (Super Administrator) 23-04-2009 17:19

La libertà o vale pe tutti o non vale per nessuno. Punto.
Vauro o non Vauro.
a.m.
Andrea Marcon (Registered) 23-04-2009 17:31

In linea di principio sono d'accordo con Alessio. Però parlare di libertà nell'informazione televisiva (o nell'informazione tout court) è ridicolo, Vauro o non Vauro. Per alcuni sembra che la censura l'abbia inventata Berlusconi , quando invece può manifestarsi in modi molto più subdoli rispetto alle rozze epurazioni di questo governo.
aragorn (IP:79.29.3.69) 23-04-2009 19:11

La libertà alla RAI non è mai esistita.
In RAI ha potuto esprimersi liberamente solo chi apparteneva agli amici degli amici, secondo delle regole di tipo mafioso. Se quindi ci si voleva indignare, bisognava farlo prima del caso Vauro, ammesso che sia un caso.
La legge di ispirazione mafiosa che regola l'esistenza della RAI è nota da sempre, basti ricordare RAI 1 ai cattolici, RAI 2 ai socialisti, RAI 3 ai comunisti. All'interno di questi Clan, ora leggermente cambiati rispetto al passato, si accede per affiliazione religiosa. Qual'è il Dio comune di Vauro, Santoro e Travaglio? L'antiberlusconsimo. E su cosa ti fa la vignetta quel simpaticone di Vauro? Sui cimiteri e su Berlusconi. E noi dovremmo prendere le sue difese in nome di un principio di libertà calpestato non ora, ma alle origini delle assunzioni in RAI? Cioè in pratica dovremmo indignarci con un Capo Clan per aver allontanato un picciotto?
Io le cose dei mafiosi le lascio ai mafiosi, e non le chiamo libertà, ma Regime. Il Regime non inizia e finisce con Berlusconi, ma comprende il PD, Di Pietro, ed anche i suoi sodàli elettorali, Santoro e Travaglio.
Si sbranino tra di loro, da quei cani rognosi che sono, e lascino stare la libertà. Quando censurarono la trasmissione di Massimo Fini, tutte queste verginelle violate che starnazzano oggi dove stavano?
admin (Super Administrator) 23-04-2009 19:16

E infatti qui si parla, o meglio si dovrebbe parlare, di princìpi. Non del singolo caso. Un principio per essere tale non può ammettere deroghe ad personam, altrimenti smette di essere tale e diventa formula vuota soggetta all'interesse del momento.
La censura non l'ha di certo inventata Berlusconi, ma in questa vicenda i suoi tirapiedi l'hanno praticata nel modo più sfacciato. Tutto il resto sono considerazioni minimizzatrici e, permettetemi, in odore di complicità. L'ossessione Berlusconi, no. Ma neppure il suo rovescio, per piacere.
a.m.
aragorn (IP:79.29.3.69) 23-04-2009 19:57

Il principio non si può applicare a Vauro, così come a tutti i giornalisti della RAI. Costoro vanno in video per il solo fatto di accettare una logica chiamata "lottizzazione".
E' naturale che lo stesso potere illegittimo ed immorale, basato su logiche di spartizione senza merito, si manifesti in maniera liberticida quando ne ha convenienza. Solo che Vauro questo lo sa bene, lo ha accettato solo per il fatto che si trova lì; perchè lui si trova in RAI solo perchè fa parte del bottone, perchè in RAI non possono andarci tutti, tantomeno ad esprimersi liberamente. La verità è che a qualcuno il trio Santoro, Travaglio e Vauro sta simpatico in quanto antiberlusconiano. Io provo identico e distaccato schifo per tutti loro, da destra a sinistra, e non mi concedo deroghe. Dopo 54 anni di censure e discriminazioni in RAI svegliarsi ora significa essere tifosi di una parte, ed io non lo sono.
admin (Super Administrator) 23-04-2009 21:44

Questa è la distorta concezione per cui non si firma il sacrosanto appello di Fini e Travaglio. Io l'ho fatto. E me ne vanto. Non per questo sentendomi di sinistra, neanche un po'.
a.m.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 24-04-2009 00:16

Vauro mi è personalmente antipaticissimo ma non è per questo che sono più vicino alla posizione di aragorn. La minaccia di allontanarlo dalla trasmissione (che finirà nel nulla, la censura è inflessibile solo con Massimo Fini) sarebbe grave se significasse uno slittamento progressivo verso un autoritarismo negatore delle libertà. Non è così. Quando provvedimenti di lottizzazione venivano presi dai governi della cosiddetta sinistra, Berlusconi blaterava contro una inesistente dittatura comunista, ora che al governo c'è la cosiddetta destra si sbraita contro il fascismo strisciante. Fascismo e comunismo furono cose tragicamente serie, questi sono soltanto starnazzamenti di gallinacci.
etcasadei@yahoo.it
Ettore (Registered) 24-04-2009 09:33

io sono in linea di principio d'accordo con alessio e andrea.
ritengo, comunque, la censura odiosa, in qualunque ambito e per qualsiasi persona venga applicata.
volevo anche ricordare al caro luciano che la censura non è inflessibile solo con masssimo, ricordo daniele luttazzi e anche, perché no, beppe grillo, uno dei primi grandi censurati d'italia.
questo per quanto riguarda la censura televisiva, ma come dice andrea ce ne sono di più subdole e invisibili: mesi fa doveva venire a fare una conferenza a Cesena, la mia città, Pansa (lo prendo solo come esempio). le autorità locali, cioè il sindaco, hanno proibito la conferenza per motivi di ordine pubblico. era ovviamente un escamotage per non farlo parlare (la giunta è di centro sinistra).
quindi, dico, occhio a dire frasi come "non ergiamo barricate per difendere la libertà anche per gli imbecilli": chi giudica chi è quello intelligente che ha diritto di parlare?
Andrea Marcon (Registered) 24-04-2009 10:04

Sono d'accordo, e l'ho scritto, con Marco quando dice che le polemiche su Vauro sono strumentali e riconducibili ad una faida tra clan mafiosi, posto che la RAI non è mai stata libera sia a.B. che d.B (avanti e dopo Berlusconi). Però non condivido le sue conclusioni e sposo invece quelle di Alessio: noi, a differenza delle verginelle di sinistra, possiamo permetterci (anzi, dobbiamo) difendere Vauro perchè difendiamo un principio e non la persona e tantomeno il suo clan di appartenenza. L'importante è farlo sempre e con chiunque, senza temere di essere accostati alla marmaglia ipocrita che strepita solo quando ad essere colpito dal regime è un suo compare.
Magmau64 (IP:93.68.112.111) 24-04-2009 11:39

@aragorn
Premetto che per me è una questione di merito,se vogliamo tecnica,non mi interessa alcuna digressione storico-didascalica sull'archeologia della lottizzazione RAI:
Le vignette sui cimiteri e la tua stizza a riguardo, Marco:
sì,ben vengano le vignette sui cimiteri e su qualsiasi altro argomento, come ho scritto , religioni, valori di ogni tipo, malattie, tic umani, disgrazie e cataclismi.
L'unico metro di giudizio della satira è la sua capacità di essere ficcante: il buono o il cattivo gusto , la sua presunta opportunità o inopportunità non sono parametri applicabili.
Senza dimenticare un piccolo particolare:Vauro starà sulle balle, sarà un finto buonista, un finto comunista, organico al potere,tutto quello che vuoi.
Vogliamo anche attribuirgli la colpa di aver dissestato il territorio abruzzese?
Per questa semplice ragione, trovo stomachevoli le indignazioni della genealogia politica (destra e sinistra, me ne frego),quella si colpevole di aver distrutto , nei decenni la morfologia di un paese intero.

Le battute di Vauro sempre su Berlusconi.
Vauro, come dicevamo prima , è un fazioso finto comunista e organico alla lobby dilibertiana che controlla una parte della RAI.
Bene, premesso questo, è probabile che sia più incline a disegnare in un certo senso piuttosto che in un altro.
Che cosa pretendi ,Marco, il manuale Cencelli della satira?
Una vignetta sulla destra e una sulla sinistra in rigida sequenza?
Guarda, ti dirò di più.
Visto che qui si è tutti d'accordo nel definire uomo libero montanelli, direi che Vauro applica un principio montanelliano:
Indro diceva"chiunque governi io sarò all'opposizione".
Quindi in un contesto di "simulacro pluralista", al governo la destra, la satira va nell'opposta direzione.
che colpa ha Vauro se dall'altra parte c'è quel povero idiota di forattini?
Anche a me piacerebbe leggere vignettisti che irridono i valori della resistenza e dei partigiani con il pannolone, ma non ce ne sono.
Quindi , difendo porzioni di satira, quella che c'è ,con i suoi limiti e i suoi tic.
Tecnicamente,semanticamente, non in senso storiografico o politico.
E non chiamando in causa ogni volta il vizio di fondo della RAI e la sua preistorica deviazione censoria.
Mauro
etcasadei@yahoo.it
Ettore (Registered) 24-04-2009 13:45

dal sito comedonchisciotte.org, frase da The Friends Of Voltaire, Evelyn Beatrice Hall: "Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo"

aragorn (Registered) 24-04-2009 13:45

Mi sembra che sia stato eluso il senso del mio ragionamento. La presenza di Vauro in RAI, così come quella di Santoro e Travaglio, è frutto di lottizzazione, una forma di abuso discriminatorio che nega il principio della libertà esattamente come la censura. Perchè difendere un lottizzato? Un amico degli amici? Perchè farsi tirare in questioni che non riguardano la nostra libertà, perchè appunto questa in RAI non è mai esistita? Perchè occuparci della porcilaia che non merita le nostre questioni di principio, da Berlusconi a Vauro? Quanto poi al fatto che sia da tutti noi condivisa l'opinione su Montanelli, mi permetto di segnalare la mia defezione. Uno dei tanti fascisti prima e partigiano poi, alla Bocca e Scalfari, a partire dall'8 settembre. Turarsi il naso e votare DC appartiene alla sua storia e non alla mia. Ognuno ha i suoi idoli.
admin (Super Administrator) 24-04-2009 18:24

Montanelli venne espulso dal partito fascista quando il fascismo era all'apice del potere per una sua cronaca dichiaratamente "disfattista" (come si diceva allora) sui "trionfi" delle camicie nere in Spagna. Finì in galera e con una condanna a morte come antifascista per aver collaborato alle brigate Giustizia e Libertà, e venne salvato per intercessione dell'arcivescovo Schuster. Finì gambizzato dalle Brigate Rosse. A più di sessant'anni dovette inventarsi un altro quotidiano, la Voce, perchè Berlusconi lo costrinse a fare le valigie dal Giornale. Non basta, per essere definito un uomo libero? Accostarlo a Bocca e Scalfari, poi, è veramente il massimo: furono i suoi avversari storici, professionalmente e umanamente.
Era un liberal-conservatore individualista, non poteva essere uno zerista, poverino.
a.m.
amugnolo (Registered) 24-04-2009 22:16

Lo dichiaro schiettamente: della propaganda dei lottizzati e degli arrafoni del posto a tavola, travestita da satira, non me ne frega un tubo.
Vengano da qui o da li, da sopra o da sotto, sempre pecore sono.
aragorn (Registered) 24-04-2009 22:23

Nel 1955 Montanelli scrive:
"Credevo di essere diventato antifascista, ma non era vero, ero soltanto un fascista strano e stanco, anticipavo di qualche anno l'Italia di oggi, smaliziata e utilitaria, degli Italiani che non credono più. Entrai nella compagnia dei grandi scettici. Mai più mi sentirò come mi sentii allora, accanto a Berto (Ricci), parte di qualcosa e compagno di qualcuno, voglio dire che mai mi ero sentito e mai mi sentirò giovane come in quegli anni e non solo perché ne avessi 20. Io sono fra i rassegnati, so benissimo che di bandiere non posso averne altre e l'unica che seguiterà a sventolare sulla mia vita è quella che disertai prima che cadesse. Ora che le commissioni di epurazioni non ci sono più, e quindi più non siamo obbligati a mentire per le solite ragioni di famiglia, forse è venuto il momento di rendere giustizia ai nostri venti anni e di riconoscere che essi furono migliori dei 40, e di dare ragione a chi morendo l'ebbe. Fummo giovani soltanto allora, amici miei"
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